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Capitolo 26 - Prima parte

Angolo autrice:
Inizio con lo scrivervi qualcosa qui perché mi sa che se mettessi questo spazio alla fine del capitolo, avrebbe ancora meno riscontro di quello che avrà quassù.
Prima di tutto scusatemi per avervi fatto aspettare tanto: sono stati mesi davvero impegnativi per me. Ieri ho finito gli esami e lunedì scorso ho iniziato i corsi del nuovo semestre e quindi non sapevo davvero come ritagliarmi un pò di tempo per scrivere qualcosa di sensato.
Qualcuna di voi mi ha chiesto perché non aggiornassi o quando lo avrei fatto e la spiegazione che vi ho dato è la stessa che ho messo sopra. Forse a volte sono stata un pò scontrosa senza neppure rendermene contro ma ero davvero stressata, quindi perdonatemi.
Detto questo, vi lascio al capitolo. Buona lettura! Xx e se vi va lasciate una stellina o un commento, per favore.

NICOLE
Dopo aver messo a fuoco per un istante il vassoio davanti a me, gli occhi mi si riempiono di nuovo di lacrime e la vista mi si appanna. Mi ricopro il viso con le mani e riprendo a singhiozzare come una bambina. Gli ormoni mi stanno davvero giocando dei brutti scherzi.
Louis resta fermo davanti a me.
"Mi dirai di no, vero?" Mi chiede.
Mi porge un fazzoletto recuperato dalla mia borsa e mi asciugo gli occhi.
Riesco a percepire il dolore che sta provando dalle sue spalle curve e dal capo chino, ma non riesco a fare diversamente: mi ha fatto davvero male sentirmi rifiutata in quel modo, ogni parola che ha pronunciato mi ha colpito dritta al cuore e purtroppo non bastano dei muffin per riparare tutto.
"Mi dispiace"
Prima di poter dire un'altra parola vedo la stanza iniziarmi a girare intorno e istintivamente mi porto una mano alla testa mentre con l'altra mi poggio alla culla al mio fianco.
Subito le mani di Louis sono intorno alla mia vita per sostenermi e mi ritrovo con il naso premuto sulla sua maglietta. Chiudo per un attimo gli occhi godendomi questa sensazione di pace e sperando che tutto smetta di girare così velocemente.
Pian piano Louis si lascia scivolare sul pavimento e mi porta giù con sé.
Non so cosa mi sia preso, forse il caldo o le troppe emozioni di queste ore.
Lo sento trafficare con la mia salopette finché non la sbottona e me la cala sui fianchi liberando la mia pancia; solleva anche un pò la maglietta e poggia una mano su quella sporgenza ormai sempre più evidente.
Restiamo immobili senza dire una parola per qualche minuto e quando riapro gli occhi, tutto è tornato al suo posto.
"Va meglio?" Mi chiede Louis parlando direttamente accanto al mio orecchio e un brivido mi fa sussultare.
Annuisco semplicemente e provo a rialzarmi ma vengo trattenuta dalle sue mani.
"Sai anche mia madre quando aspettava le gemelle, soffriva di forti giramenti di testa a causa del caldo e ricordo che faceva sempre dei lunghi bagni con acqua tiepida bevendo un bicchiere di latte di mandorle. Per il latte di mandorle non posso fare molto ma per il bagno si".
Senza darmi il tempo di rispondere, mi solleva tenendomi in braccio e mi porta in bagno.
È spazioso, ricoperto di piastrelle bianche e verdi che creano delle immagini astratte. Mentre io sono intenta a guardarmi intorno, vengo messa a sedere nello spazio tra due lavandini e vedo che Louis si gira verso la vasca.
"Louis non mi va di fare un bagno"
Provo a protestare ma lui naturalmente non mi da ascolto.
Apre l'acqua e dopo aver testato la temperatura con un dito versa dei sali da bagno e poi si gira verso di me.
"Posso?" Mi chiede mettendo le mani sul bordo della mia maglietta.
Le guance mi vanno immediatamente a fuoco: lo so che è Louis e che mi ha vista nuda, il mio pancione me lo ricorda ogni giorno! Però è passato molto tempo, sono successe tante cose e il mio imbarazzo è sempre lo stesso.
"Posso fare da sola" dico con lo sguardo basso ma immediatamente le sue mani corrono sul mio viso portando i miei occhi alla stessa altezza dei suoi.
"Siamo davvero tornati a questo punto?" Mi chiede rammaricato.
"È passato tanto tempo"
"Ma io ti amo come prima"
Ascoltare quelle parole fa aumentare il mio battito in maniera esponenziale.
"Accetto che per ora tu non voglia venire a vivere qui, con me. So che sono stato un grandissimo stronzo a dirti quelle cose e lasciarti affrontare tutto da sola. Ma voglio recuperare e non voglio che qualcuno prenda il mio posto nelle vostre vite".
"Non ti impedirei mai di farti amare da tuo figlio".
"E tu? Tu mi ami ancora?"
Dopo il mio silenzio, lo vedo chiudere gli occhi e poggiare la sua fronte alla mia.
"Nicole, so che ho sbagliato tanto e che ti ho ferita ma avevo bisogno di tempo per capire che anche se tutto questo è più grande di me, è tutto quello che voglio. Voglio te, voglio il nostro bambino e voglio una vita insieme"
"Ho bisogno di un pò di tempo, Louis. Non posso dirti che non ti amo più: mentirei a me stessa e a te. Ti ho amato ogni giorno da quando siamo insieme e ogni giorno in cui non ti ho visto o sentito, ti ho amato un pò in più. Non sai quanto ho aspettato di ricevere un tuo messaggio, una tua chiamata e sentirmi dire quello che mi stai dicendo ora, però abbiamo bisogno di chiarirci, di recuperare il tempo perso e solo quando saremo davvero sicuri della nostra decisione, potrò venire a vivere qui perché voglio che questa sia davvero casa nostra e non una tappa di passaggio".
"Non escludermi dalla tua vita" mi dice spostando la sua testa sulla mia spalla. Istintivamente metto una mano tra i suoi capelli e glieli accarezzo.
Mi sta chiedendo di prendere una decisione: perdonarlo e cercare di andare avanti seppur con i miei tempi, oppure allontanarlo.
"Non potrei mai. Vorrebbe dire vivere senza il mio cuore". Questa volta sono io ad accostarmi al suo orecchio per sussurrargli queste parole e la sua testa si alza di scatto.
Vedo il suo viso avvicianrsi al mio e so cosa vuole fare ma prima che possa toccare le mie labbra gli poggio una mano sulla bocca.
I suoi occhi si incupiscono per un attimo: so bene che è confuso perché lo sono anche io. Un attimo prima gli dico che lo amo e poi non mi faccio baciare, gli dico che voglio perdonarlo ma non riesco ancora a farlo fino in fondo.
Louis mi bacia il palmo della mano e poi allontana le mie dita riportando le sue sul bordo della mia maglietta.
"Almeno lascia che mi prenda cura di te"
Annuisco impercettibilmente e lo sento emettere un sospiro di sollievo. Questo è un grande passo in avanti per me e lui lo sa.

LOUIS
Ritrovarmi davanti Nicole in ospedale è stato un colpo. È diventata ancora più bella: sembra che brilli di una nuova luce e quella sporgenza su cui lei continua a poggiare la mano è davvero irresistibile.
Sentire il cuore di mio figlio, vedere che quel puntino tutto rannicchiato su se stesso è una parte di me, mi ha reso ancora più convinto della mia decisione.
Rivoglio il mio posto nella vita di Nicole perché ora che ho visto cosa posso avere non sono disposto a rinunciarci.
Mi ha fatto male sentirmi dire quel no ma me lo aspettavo: è vero quello che mi ha detto sua madre, Nicole è forte ed indipendente ma è pur vero che mi ama e questo è un punto a mio vantaggio.
Man mano che le sollevo la maglietta, non posso fare a meno di ripetermi che devo trattenermi; lei vuole così e visto che fino ad ora ha dovuto subire le mie decisioni, è giusto che ora io rispetti le sue.
Il desiderio di posare le mie labbra sulle sue è davvero forte ma devo dimostrarle che può tornare a fidarsi di me e che posso essere tutto ciò che vuole.
Lascio cadere la maglietta ai suoi piedi e mi fermo un attimo ad anmirarla: questo non me lo può impedire.
Dentro il suo corpo sta crescendo mio figlio e se solo mi fermo a pensarci un altro pò potrei rimettermi a frignare di nuovo.
Le mani di Nicole sono ferme sul suo grembo e si sta strappando le pellicine come fa ogni volta che è nervosa. Lascio che il mio sguardo salga un pò e vedo che il rossore del suo viso le è arrivato fino al petto.
"Beh non so se è questo che ti aspettavi" borbotta in maniera confusa.
"Penso che tu sappia che il corpo di una donna in gravidanza cambia e diventa più morbido. Beh nel mio caso, sto diventando più morbida di quanto io non fossi già. E non è la pancia l'unica cosa che sta crescendo" dice piagnucolando e poggiando il viso sulla mia spalla e le mani sul seno.
Non sarei un ragazzo etero se non mi fossi fermato a guardare come le coppe del reggiseno fossero splendidamente riempite in quel momento e non mi è neppure sfuggito che effettivamente sembrano più grandi ma la mia principessa non sarebbe tale se non cercasse di giustificarsi anche per qualcosa che non mi dispiace affatto.
Cerco di trattnere una risatina ma proprio non ci riesco.
La sento strusciarsi ancora di più su di me nel tentativo di nascondersi ma il contatto tra i nostri corpi, per me ha ben poco di innocente e quindi a malincuore la stacco da me e di nuovo le prendo il viso a coppa tra le mie mani.
"Amore mio per quanto adori sentirti su di me, mi hai chiesto tempo e se continui in questo modo non so se riuscirò a dartelo" e con lo sguardo le indico l'effetto che ha avuto su di me.
"E prima che tu diventi rossa come un semaforo, voglio tranquillizzarti sul fatto che sarò ben felice di comprarti dell'intimo di una taglia in più". Le faccio un occhiolino e poi mi abbasso ai suoi piedi per slacciarle le scarpe.
Mi prendo un momento per stuzzicarla un pò e dopo averle tolto le calze, le lascio qualche umido bacio sulle caviglie. La sento rabbrividire ma è giusto che un pò soffra pure lei.

Piano la faccio rimettere in piedi e finisco di slacciarle la salopette e la faccio cadere ai nostri piedi.
Per la mia sanità mentale preferisco non toglierle altro e così mi giro un attimo per chiudere l'acqua e poi la sollevo facendola rimanere in piedi nella vasca.
"Mmh dovrei finire di spogliarmi" borbotta.
"Non credo che sia il caso"
"Non ho un cambio con me però"
"Esco un attimo. Dimmi quando hai finito".
Non credo che riuscirò a resistere molto senza toccarla. Mi è mancata più di quanto pensavo fosse possibile e il suo corpo è un richiamo al quale non credo di poter rinunciare.
Con le spalle alla porta prendo dei respiri profondi per calmarmi in modo che quando rientrerò non sembrerò un pervertito ma la sua immagine continua ad occupare il centro dei miei pensieri.
Spero solo che non debba espiare per molto i miei sbagli.

NICOLE
Dopo il momento imbarazzante del bagno, Louis mi accompagna in quella che dovrebbe essere la cucina. C'è ancora parecchio da sistemare, non ci sono mobili o un piano cottura e le pareti sono da ritinteggiare.
"Hai ancora molto lavoro" osservo guardandomi intorno.
"Già, ho preferito occuparmi prima della stanza di questo piccolino".
"Il mio Muffin al cioccolato sarà molto contento" dico sorridendo verso la pancia.
"Chi?" Louis mi guarda stranito.
E io scoppio a ridere: dopo molto tempo, finalmente una risata vera, di quelle che nascono dal cuore. Cerco di trattenermi ma non riesco a smettere finché non ho le lacrime agli occhi.
"Nostro figlio" spiego finalmente.
"Hai paragonato noatro figlio ad un muffin?"
"Si, perché la prima volta che l'ho visto somigliava ad un muffin" affermo convinta.
"A proposito! Dove sono quelli che hai comprato prima?" Dico con gli occhi che brillano.
Louis si lascia andare ad un sorriso abbagliante e indica il tavolo alle mie spalle. Adocchio subito il vassoio e acciuffo uno di quei deliziosi dolcetti. Ho qualche difficoltà a morderlo dato lo spesso strato di glassa e alla fine la panna mi arriva fino al naso.
"Faccio io" dice Louis prima che cerchi di pulirmi ma prima di darmene il tempo, si avvicina e mi lecca la punta del naso.
Lo stomaco mi si contrae in una morsa di ferro che non va via soprattutto quando con l'indice mi pulisce il labbro inferiore dalle briciole.
"Buono" sussurra prima di mordersi il labbro e staccarsi.
Mi schiarisco la voce e gli chiedo se può portarmi a casa. Devo allontanarmi da lui perché i miei ormoni oltre a farmi piangere mi fanno venire anche strane idee.

Quando arriviamo davanti casa mia, ferma l'auto e si volta verso di me.
"Tornerai da tua nonna?"
"Non lo so" gli dico mordendomi il labbro.
"Ti vorrei qui con me. Vi vorrei qui con me. Se te ne vai non posso dimostrarti che tutto quello che ti ho detto è vero".
"Da mia nonna sono stata bene".
"Io ho bisogno di voi qui. Non posso stare senza vederti per giorni. Faccio già fatica ad averti qui senza poterti toccare ma non potrei resistere senza neppure poter venire da te quando finisco di lavorare. So che sono io a doverti dimostrare di più ma se vai via sei tu che stai dicendo a me che non vuoi neppure provarci".

L'intensità con cui mi sta guardando negli occhi è disarmante. Mi sta chiedendo di ricominciare a fidarmi di lui, di tornare quello che eravamo e non posso dirgli di no perché lui tira fuori la parte migliore di me.
"D'accordo".
Louis mi prende la mano e me la bacia, dopo di che scende e mi apre lo sportello accompagnandomi a casa.
Quando entro, mia madre mi saluta e dall'occhiata complice che lancia al ragazzo al mio fianco, mi rendo conto che hanno organizzato bene il loro piano.

"Come sta il mio nipotino?"
"Benone. La dottoressa ha detto che è tutto secondo la norma"
"Non poteva essere altrimenti"mi risponde lei abbracciandomi di nuovo.
"Mamma ti dispiace se torno qui?"
Ci guardiamo per un istante e ci capiamo al volo: lei li sorride comprensiva e mi da una pacca sul sedere spingendomi verso le scale.
"Non c'è neppure bisogno di chiedermelo, questa è casa tua. Io finisco qui e poi vado dai nonni a recuperare le tue cose. Louis puoi restare a farle compagnia?"
"Non mi muoverò di qui" assicura lui e poi non riesco più a sentire cosa si dicono.
Mi poggio a letto sicura di volermi solo riposare un attimo e invece crollo nel mondo dei sogni.

Vengo svegliata da una mano che mi accarezza il viso: sbatto un paio di volte le palpebre per mettere a fuoco chi mi sta davanti e riconosco Louis.
"Sei ancora qui" biascico.
"E dove sarei dovuto andare?"
"Mia madre non è ancora tornata?"
"No, ha telefonato e ha detto che si sarebbe trattenuta lì per la notte. Tornerà domattina".
"Che ore sono?"
"Le otto. Perché non ti lavi il viso e scendi? Ho fatto portare la pizza e ho messo un dvd".
"Quale?"
"Muoviti pigrona" mi dice baciandomi la fronte prima di uscire.

Gli do retta e alla fine la serata è più piacevole di quanto pensassi: Louis è premuroso, mi fa poggiare le gambe sulle sue e il viso sul suo petto, mi accarezza la pancia e mi lascia baci sui capelli ma non avvicina mai il viso al mio. I miei ormoni mi stanno davvero giocando brutti scherzi e questa cosa inizia a diventare frustrante: lo so, che sono stata io a dire niente baci però questa imposizione sta diventando sempre più dura da sopportare, soprattutto quando i due protagonisti della commedia romantica che stiamo guardando, si baciano sotto la pioggia.
Così quando Louis si avvicina a me per posare di nuovo un bacio sui capelli che sta accarezzando dolcemente, giro il viso e le nostre labbra si scontrano.

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