Capitolo 10
SORRY: VI CHIEDO DI LEGGERE QUESTO PICCOLO AVVISO, CI METTERÒ DUE MINUTI O FORSE MENO.
UNA DELLE MIE MIGLIORI AMICHE HA FINALMENTE DECISO DI PUBBLICARE UNA DELLE SUE TRADUZIONI. VI ASSICURO CHE È BRAVISSIMA MA HA BISOGNO DI QUALCUNO CHE PASSI A LEGGERE I PRIMI CAPITOLI DELLA SUA STORIA. HO DECISO DI AIUTARLA, CHIEDENDO A VOI DI PASSARE SUL SUO PROFILO E DEDICARLE QUALCHE MOMENTO. VI RINGRAZIO SE LO FARETE, E BUONA LETTURA.
LEI È @sissie_95 E LA STORIA SI INTITOLA "STARTED WITH A LIE". ABBIATE FIDUCIA IN LEI E NON RIMARRETE DELUSE. HO MANTENUTO LA PROMESSA DI FINIRE PRIMA DEI DUE MINUTI, NO? :)
NICOLE
Mentre io mi nascondo tenendo il viso premuto contro il collo di Louis, sento il suo corpo scosso da leggeri tremolii, dimostrazione che se si sta godendo alla grande la figuraccia che abbiamo appena fatto.
Non so perché i maschi non badino tanto a queste cose ma per noi ragazze è sempre molto imbarazzante farci trovare in queste situazioni. Louis mi batte una pacca sulla schiena e mi incita a voltarmi verso la porta. Quando lo faccio, ci trovo l'infermiera Collins che ci guarda con aria compiaciuta, ridendo sotto i baffi (non che ce li abbia davvero!).
"Bene ragazzi mi fa piacere che vi siate chiariti però non esageriamo. che ne dite?" ci chiede con aria bonaria.
Alle sue parole, io scatto all'in piedi e mi allontano da Louis che invece ride più forte come se stesse guardando un film al cinema e non come se fosse stato quasi beccato sul fatto con la sua ragazza.
Mi ricompongo tirando giù la maglietta e respiro profondamente per evitare di diventare ancora più rossa di così. Ricordandosi, di me, finalmente, Louis sembra rinsavire e si schiarisce la voce per poi rivolgersi alla sua infermiera.
"Le serviva qualcosa signora Collins?"
Lei lo guarda con la faccia che vorrebbe dirgli "Guarda che sei nel mio ospedale, non devo chiederti il permesso per entrare e poi sei tu quello ad essere stato beccato". Però torna presto alla sua professionalità.
"Volevo solo dirti che tra poco il medico passerà a controllarti e se ti troverà migliorato firmerà il foglio per le dimissioni. Non credo che avrà dubbi a farti uscire da qui, comunque".
Louis scatta in piedi e mi prende per la vita tirandomi a sé per abbracciarmi. Immagino volesse sollevarmi però ha avuto il buon senso di non mettere a rischio la riapertura della ferita. mi scocca un umido bacio a stampo e poi corre verso la signora Collins stringendo anche lei. Se fosse stata la tipica infermiera giovane, bella e sexy avrei preso Louis per i capelli e con molta calma gli avrei messo la testa nel water, ma della signora Collins posso fidarmi.
Sorrido a vedere Louis così contento e quando si stacca dalla povera infermiera, torna da me, mi prende per mano, usciamo dal bagno e si rimette a letto tirandosi su le coperte.
"Devo fare il bravo paziente se voglio uscire di qui. Quindi mi dimostrerò paziente ed accondiscendente per fare buona impressione. Anche se in realtà ho sempre avuto queste doti". Dice tutto con convinzione tranne l'ultima parte che sussurra più che altro a se stesso come a volersi convincere.
Lo abbraccio di slancio e gli sussurro un Ti Amo a cui lui risponde stringendomi di più a sé. Veniamo interrotti ancora, questa volta dal primario che visita Louis in maniera accurata e a lungo. Alla fine si pronuncia e ci dice che Louis potrà uscire tra qualche ora e che ormai è tornato come nuovo.
"Posso chiamare tua madre così ti porta un cambio e ti passa a prendere" propongo quando siamo di nuovo soli.
"No voglio farle una sorpresa. Puoi chiamare un taxi ed aiutarmi a vestirmi?". Annuisco e prendo l'unico cambio che trovo nell'armadio.
Mi avvicino a Louis e allungo le mani per togliergli la maglia del pigiama. Come al solito ho le mani fredde ed il contatto delle mie dita con i suoi fianchi gli provoca un brivido. Non me ne curo più di tanto, troppo interessata a rifarmi gli occhi con l'interessante visione che ho di fronte. Non ho mai avuto particolari fisse o desideri riguardo al corpo di Louis ma in questo momento, l'unica cosa che vorrei è tracciare con le labbra ogni singolo suo tatuaggio. mi sforzo di deglutire per scacciare il groppo che mi si è formato alla gola e sollevo del tutto la maglia. Nel compiere questo gesto, entro di nuovo in contatto con gli occhi di Louis e so che ha capito cosa sto pensando e che ricambierebbe molto volentieri.
Gli poggio le mani sulle spalle e scendo lentamente fino al petto; mi concedo qualche momento per sentire i suoi muscoli sotto le mie dita e poi prendo la maglietta che ho poggiato di fianco a lui sul letto e gliela infilo.
Anche se non ci diciamo niente, stiamo comunicando con gli occhi, con i nostri gesti e con le nostre mani: è fantastico riuscire a stabilire un'empatia tale con una persona.
Una volta infilata la maglia, tocca ai pantaloni della sua tuta blu preferita. Ed ecco che l'imbarazzo torna.
"Hai i boxer sotto, vero?"
"Vuoi sfidare la sorte"
Anche se fa l'idiota, so che non mi metterebbe mai tanto in imbarazzo quindi vado sul sicuro quando gli calo giù i pantaloni del pigiama e con estrema rapidità, gli infilo e gli tiro su gli altri mentre lui resta fermo e compiaciuto mantenendosi al letto.
Gli infilo e gli allaccio le scarpe e poi mi decido a radunare le poche cose che ha in questa stanza. Sono felice che finalmente non devo più venirlo a trovare qui. Stacco dal muro i disegni che gli hanno fatto le sue sorelle, recupero i suoi effetti personali dal bagno, metto le cose sporche in una busta che lascio sul fondo del borsone e poi recupero le ultime cose che erano rimaste nell'armadio. Tra queste scorgo il giubbino che Louis indossava la notte di quello che potremmo definire incidente; è strappato su un gomito e su una delle tasche davanti e solo a guardarlo mi vengono in mente i momenti che ho passato fuori dalla sala operatoria o al suo capezzale quando non si decideva a svegliarsi.
Traccio i contorni delle cuciture e immagino quello che ha dovuto passare: anche se non lo ammetterà mai, so che ha avuto paura, paura che per lui e per noi fosse finita; chissà il dolore che ha dovuto sopportare e quello che si porta dentro.
La mano di Louis stringe con forza a mia e ancora una volta è riuscito a capire cosa stessi pensando anche solo guardandomi. "Sto bene ora, sono qui ed è tutto finito" sussurra una volta che mi tiene stretta tra le sue braccia.
"Che ne dici di andare a casa?"
Annuisco e prendo il borsone ma lui cerca prontamente di strapparmelo di mano.
Lo guardo male e avanzo verso la porta e appena usciamo trovo la signora Collins con una sedia a rotelle tra le mani.
"Poggia il tuo bel sederino qui, giovanotto" dice riferendosi al mio ragazzo.
"Neanche morto. Non resterò qui un minuto di più a fare l'infermo. Sto benissimo ed uscirò di qui con le mie gambe" risponde lui in tono burbero ed espressione corrucciata.
"Sei un testone, lo sai no?". Il broncio di Louis si scioglie immediatamente in un sorriso adorabile e la stringe a sé.
"Le mancherò, no? Ammetta che ero il più bello dei suoi pazienti" ammicca.
"Lo ammetto ma sono felice di non vederti più in quella stanza soprattutto perché eri davvero insopportabile". Gli lascia un buffetto su una guancia e dopo aver salutato anche me con un breve abbraccio, ci lascia soli.
Louis cammina come una lumaca e dopo dieci minuti riusciamo ad infilarci nel taxi e partire alla volta di casa sua. Ci mettiamo un'altra mezz'ora per arrivare davanti alla sua porta a prima di aprirla vedo che è parecchio affaticato. Gli controllo le bende ma non ci sono perdite di sangue e mi sento già un pochino più sollevata. Quando entriamo, la mamma è alle prese con il pranzo ma appena nota il figlio sulla soglia della porta della cucina, lascia tutto quanto sta facendo e lo stringe forte.
Chissà l'angoscia che ha dovuto provare in questi giorni, la pazienza che ha dovuto mostrare per sopportare le sue paranoie e contemporaneamente la forza che ha dovuto tirare fuori per portare avanti la sua famiglia.
Faccio sedere Louis sul divano e gli dico di riposarsi ma lui accetta a patto che chiami mia mamma per rassicurarla e chiederle di venire a pranzo qui, con Scott.
Mentre sono a telefono con lei, lui aggiorna a madre sul suo stato di salute e la tranquillizza sul fatto che sta bene; nel frattempo le sorelle tornano da scuola e appena lo notano si gettano una alla sua destra e una alla sua sinistra e per dieci minuti buoni lo riempiono di domande e di coccole.
Poco dopo, arriva anche mia madre che saluta con affetto la madre di Louis e le due gemelline si spupazzano Scott.
Ci sediamo a tavola e sento che il mio stomaco brontola: in fondo l'ultima cosa che ho mangiato è stata quella fetta di dolce ieri sera, mezza fetta in realtà.
"Ho qualcosa di importante da dirvi" annuncia Louis e a tavola cala il silenzio: i tre più piccoli lo guardano interessato, le nostre madri con gli occhi sgranati e boh, io sono semplicemente rimasta con la forchetta a mezz'aria.
ANGOLO AUTRICE
Spero che il capitolo vi piaccia, ho aggiornato prima del previsto! Volevo solo esprimere una mia opinione su quello che ho recentemente letto sui social riguardo Louis e Freddie. Sembra che una ragazza abbia recuperato il numero di Louis e lo abbia chiamato augurandogli la morte del piccolo. Trovo assurda questa cosa: prima di tutto un bambino è sempre una benedizione e non si dovrebbe augurare del male a nessuno di loro. Secondo, questa ragazza ha dimostrato di non tenere davvero a Louis né ai 1d visto che loro hanno sempre dimostrato affetto e hanno protetto le loro fan mentre chi vuole del male a Freddie, a Danielle o a chiunque altro faccia parte della vita di Louis dimostra solo di essere particolarmente immaturo e che segue i 1d solo perché sono bei ragazzi. Forse non hanno mai fatto attenzione ai testi delle loro canzoni o a quegli frammenti delle loro vite che hanno condiviso con noi. Detto questo, spero solo che questa ragazza e chi come lei ha aperto bocca tanto per parlare, rifletta su quello che hanno detto e niente, buona giornata :)
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