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Capitolo 12

Capitolo 12

Passò circa una settimana.
Draco non vedeva miglioramenti per l'Armadio Svanitore. Si sentiva sempre più depresso e impaurito, e molte volte, anche tra una lezione e l'altra, correva in bagno a vomitare, o a piangere. Tutte le volte che succedeva trovava sempre Mirtilla Malcontenta, che lo confortava e lo consolava. Draco la lasciava parlare, ascoltandola appena; non aveva la forza per dirle di andarsene, che non c'era bisogno che lei stesse lì, perché lui era solo, completamente solo... e nulla avrebbe mai potuto cambiare.
Hermione era presissima dai suoi compiti, ma aveva tempo per pensare ad altro. Oramai era da tanto che non parlava con Draco, e questo la rendeva un po' cupa. Si scopriva a fissarlo, qualche volta nella Sala Grande o durante le lezioni, e, con suo grande imbarazzo, scopriva che Draco faceva lo stesso.
I loro occhi si incrociarono di nuovo molte volte, ma Hermione distoglieva subito il suo, pentita.
Harry poi non faceva altro che andare davanti a quella stupida Stanza delle Necessità, e questo le dava i nervi, anche se era sicura che non sarebbe mai riuscita a entrare dentro.
Una domenica mattina Draco fu preso da un altro conato di vomito proprio mentre si dirigeva verso la Stanza.
Si infilò velocemente nel primo bagno che vide nel quinto corridoio e si appoggiò alla parete.
Poi pianse. Non poté fare a meno.
Si odiava per la sua autocommiserazione, si disprezzava per la sua stupidità e per la sua dannata arroganza, che se non avesse fatto uscire magari adesso sarebbe in una situazione diversa...
Era inutile, non era stato capace di fare niente. Non avrebbe mai potuto salvare nessuno. Non lui... non era la persona giusta. Non era Harry Potter.
<< Draco... >>
Il suo cuore sussultò. Conosceva quella voce, ma era anche l'ultima che avrebbe mai voluto sentire.
Cercò di asciugarsi le lacrime, con scarso successo. Alzò gli occhi e la vide accanto alla porta.
Dio, com'era bella. Volse lo sguardo sul pavimento, non sapendo cos'altro fare.
<< Cosa vuoi? >> disse con arroganza. Ma la sua voce tremava.
Hermione andò accanto a lui. Cavoli, non l'aveva mai visto così. Quello era il Draco Malfoy vero.
Quello era il ragazzo per cui aveva perso la testa. Non un arrogante presuntuoso, ma un ragazzo normale. Forse lei... era stata la prima a vederlo piangere.
Draco decise di guardarla. Non avrebbe mai voluto che lo vedesse in quel modo.
Ma sapeva che lei non l'avrebbe mai detto. Sapeva che di lei si poteva fidare.
E quando la Mezzosangue lo abbracciò fu quasi un sollievo.
Ricambiò la stretta, immediatamente, e continuò a lacrimare, desiderando di non staccarsi mai più da lei.
Un abbraccio. Una cosa così semplice, che a lui però mancava.
Poter contare su qualcuno, sentirsi amato. Sentire di... valere qualcosa.
<< Cos'è successo? >> chiese Hermione dolcemente, guardandolo negli occhi.
<< Non mi va di parlarne qui >> mormorò Draco.
Allungò una mano, e gliela prese nella sua. Non seppe che cosa glielo fece fare, ma seppe immediatamente, sentendo il suo calore, che era stata la cosa giusta.
Il cuore di Hermione batté furiosamente, guardandolo, ma non osò stringergliela anche lei. Draco prese a camminare, portandosela dietro. Il castello era deserto, dovevano essere circa le sette del mattino.
Lui la condusse fuori e un' ondata di gelo li invase, ma ne lui né lei ci fecero caso: si sentivano caldi dentro, e seppero che bastava.
Senza dire una parola, Draco decise di lasciarle la mano e si mise a sedere vicino a una sponda del Lago Nero, appoggiato a un albero.
Hermione si sedette vicino a lui. Si sentiva così confusa, e spiazzata.
Guardò Draco, che prese a fissare l'acqua con uno sguardo dolente sul bel volto. Uno sguardo sofferente, costernato, che rese impossibile agli occhi di Hermione staccarsi da esso.
Poi sospirò.
<< Lui... il Signore Oscuro mi ha affidato una missione che devo portare a termine prima della fine dell'anno scolastico >>.
Draco si voltò verso di lei. Hermione lo stava guardando, ed era vicina, molto vicina. Riuscì a reggere il suo sguardo un po' impaurito.
<< Non sono sicuro di riuscirci. Io ci ho messo tutte le mie forze, ma... >>
<< Questa missione- lo interruppe Hermione- consiste... nell'uccidere qualcuno? >>
<< Sì >> rispose Draco sospirando. Si sentiva un verme, ma anche... più libero.
<< E i tentativi che hai fatto tempo fa... dovevano uccidere un'unica persona? >>
Draco annuì. Hermione si voltò a guardare il lago.
<< Non ho scelta >>.
La Grifondoro si voltò di scatto. Draco aveva di nuovo gli occhi lucidi.
<< Sono segnato- continuò Draco, infiammandosi- Gli altri hanno deciso per me. Ho sempre fatto ciò che mi comandavano di fare >>.
Si voltò verso Hermione, che lo guardava comprensiva.
<< Ho passato sei anni d'inferno. Prima di venire a Hogwarts mio padre mi ha fatto un elenco di come dovevo comportarmi. Non legare con quelli delle altre case. Non parlare con i Mezzosangue. Fatti un nome, là, vantati, fatti adorare come un Dio. Non mostrare sentimenti. Cerca di diventare amico di Potter, perché forse tutti i Mangiamorte un giorno potranno fare di lui il nuovo capo... e adesso lui è ad Azkaban, e spero che ci rimanga ancora a lungo, senza di lui a casa è tutto molto più sopportabile >>.
Era la prima volta che parlava di come stavano realmente le cose. Era la prima volta che si confidava, e fu lieto del fatto che la prima volta fosse stata con lei.
Hermione lo guardò con tristezza.
<< Non avevo idea >> mormorò.
<< Già- rispose Draco- e sono costretto ad eseguire i suoi ordini, se non voglio che i miei genitori muoiano >>.
Hermione stette in silenzio, con espressione sofferente.
<< La persona che devi uccidere- disse, esitante- è mia amica? >>
Draco la guardò. Hermione si sentì arrossire sotto quello sguardo penetrante.
<< Amica forse no. Ma non vorresti che morisse. Pochi lo vorrebbero >> concluse, tornando a scrutare il Lago.
Hermione decise di non voler sapere chi fosse la vittima, perché poi mentire a Harry sarebbe stata davvero dura... e l'avrebbe fatta sentire in colpa, terribilmente.
<< E' impossibile che ci riesca- continuò Draco- non ce la farò mai. Mi... mi ammazzerà >>.
<< Non devi dire così- lo consolò Hermione- non può averti dato una missione impossibile. A meno che... >>
Si interruppe.
<< A meno che cosa? >> la incoraggiò Draco.
<< Bè... magari vuole che tu rimanga ucciso nel tentativo. Vuole solo vendicarsi di tuo padre >>.
Draco la fissò stupito.
<< Questo mi fa sentire molto meglio >> disse, sarcastico.
<< Scusa >> disse Hermione dispiaciuta, raccogliendo una margherita lì vicino.
Non parlarono per un po'.
<< Non avrei mai pensato di ritrovarmi qui con te, un giorno >> disse Draco all'improvviso.
Hermione lo guardò di sottecchi. Strano che volesse affrontare quell'argomento.
<< Già... neanche io. Non siamo mai andati molto d'accordo >> rispose cauta.
Draco la osservò giocherellare con la margherita.
Aveva dei riccioli stupendi, che ora catturavano la luce del sole che si era affacciato timido tra le nuvole grigie.
Si sentì riscaldare. Stare con lei gli piaceva.
Non riusciva a sentirsi arrabbiato. Era una piacevole distrazione.
<< Bè, per colpa mia >> sogghignò lui.
Hermione lo guardò, e in un attimo lui le passò il braccio attorno al collo stringendola a sé. Rimase basita da quel gesto, ma decise di rimanere immobile, assaporando quel contatto in cui non avrebbe mai sperato.
<< Granger- sussurrò lui - se non avessi tutti questi obblighi e divieti, le cose tra noi non sarebbero così >>.
<< E come sarebbero? >> chiese Hermione. Il cuore le stava letteralmente scoppiando dal petto.
<< Non lo so. Ma non ci troveremmo in questa situazione >> rispose Draco, arrossendo lievemente.
<< Per te è sbagliato stare qui con me >> ribatté Hermione tristemente.
Draco non rispose subito.
<< Non mi importa, Granger. Ho voglia di stare qui, adesso >>.
Hermione sbatté le palpebre. Non disse niente, rimando ferma tra le sue braccia.
Che quello fosse l'inizio di qualcosa? Aveva paura a sperare di sì.

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