Non t'accorgi, Diavolo che sei, che tu sei bella come un Angelo?   (Leopardi)

Sei stata una stupida, ad avermi lasciato quel tuo maglione.

Mi sto domandando se l'hai dimenticato – considerando l'amore innaturale che nutri nei confronti di quel maglioncino sfasato e sbrindellato – o se lo hai solo dimenticato.

Di proposito, intendo. Per lasciarmi qualcosa di tuo.

In tal caso vorrei stringerti un po'. Non ti priverei dei tuoi indumenti solo per guardarti nuda. Beh, magari, prima ti osserverei per un po', mentre indossi nient'altro che quello strato di pelle d'oca. I brividi, quando ti decorano la schiena, le cosce, il ventre... Quelle sono fotografie che ormai ho scattato ad ogni battito di palpebre, e quando le chiudo, vedo solo te. Quelle immagini di te, del diavolo che sei, celato dietro quella pelle chiara ma a tratti con le impronte delle mie dita, le mani, i miei palmi famelici.

Io... Io adesso però ho perso il filo. Parlavo a proposito di un maglione, di quanto desidererei fartelo indossare – che so quanto lo ami – ma poi mi sono distratto, pensando a te.

Vedi? Lo vedi che mi succede?

Vedi che m'hai fatto? Probabilmente perderò il lavoro, e di conseguenza anche questo appartamento oramai maltrattato. E indovina un po' il motivo delle mie future disgrazie imminenti? Tanto già lo sai che la causa di tutta questa mia distrazione, questa mia viltà e tutta la maledetta malinconia, è la tua assenza.

Sei troppo lontana, Hamelin.

Sette mesi fa, sei stata la prima a credere in me. Resti sempre la piccola Hel.