Legione Esplorativa
(Si, sono sempre original con i titoli lol)
Il giorno dopo
Levi's pov
Quella mattina mi svegliai di buon umore.
Che tradotto nel mio gergo significava "oggi eviterò di insultare qualsiasi forma umana, se non necessario".
Forse mi sentivo cosi perché in un certo senso mi aspettavo di sentire qualche notizia positiva.
Fu così, per l'appunto.
Farlan invece era proprio l'opposto.
Entrai in mensa con la sensazione di sentirmi, modestamente, più figo del solito. Vidi ad un tavolo, stranamente da solo, il mio amico.
Dico stranamente perché era solito sedersi o fare quattro chiacchiere con un gruppetto di cadetti con cui aveva fatto amicizia.
Io stavo solo con lui, quelli mi davano una sensazione di sporco.
A volte però mi capitava di scambiare due parole con alcuni ragazzi che si diceva fossero tra i migliori del corpo di ricerca, si chiamavano Petra, Mike, Oruo e...il quarto me lo dimenticavo sempre.
In ogni caso erano lontanamente simpatici, poi avevo la netta impressione di "interessare" a Petra, la ragazza carota.
In ogni caso, mi avvicinai al biondo, che mi rivolse uno sguardo omicida «oi Farlan che hai? Quella faccia non ti dona»
Alzò lo sguardo dalla tazza di caffè che stava osservando con interesse...manco fosse il culo di Isabel dico io (quello di (t/n) era meglio ma sorvoliamo).
«hai ragione...con sta faccia sembro te»
«un me un po' brutto»
«poi dici di non essere vanitoso»
«non c'è niente di male ad ammettere l'evidenza»
«uff...» lui sbuffò sonoramente.
«oh ma cosa c'è?»
«niente...solo che...mi mancano» si mise le mani sugli occhi
«...ormai sono più di sei mesi che non abbiamo loro notizie...io-»
«non devi preoccuparti» lo fermai prima che potesse chiamarla a qualcuno
«sono sicuro che stanno bene...i sette mesi sono passati no? Avremo presto loro notizie»
Ok da questa consolazione non ottenni nulla.
Aumentai soltanto le mie preoccupazioni.
Facemmo colazione come al solito. Io sorseggiavo il mio tè al limone senza miele in silenzio, la cosa che non avessero il tè nero mi irritava non poco, ma lasciai correre.
Ecco, quella fu una delle coincidenze più gufate che mi accadde in tutta la vita; mentre facevamo colazione, alcuni cadetti entrarono in mensa, come al solito, con il giornale in mano.
Quella volta però, ci dovrva essere un articolo davvero interessante perché praticamente tutta la legione si accerchiò attorno a Mike, che teneva il giornale e leggeva a voce alta.
«ehi gente sentite un po qua! Le due criminali sono ancora vive!» alcuni ci guardarono di sottecchi, risposi con uno «tsk» indignato.
Mike ricominciò a leggere «i sette mesi di confinazione nelle terre del Wall Maria, per Isabel Magnolia e (t/n) (t/c), sono finiti. Le due ragazze hanno scontato la pena per loro stabilita dal governo e ieri sono state riportate nel Wall Sina, dove si è tenuta una nuova riunione per decidere ancora la loro sorte.»
Strinsi i pugni. Avevano ancora da decidere per la loro vita. Avrei voluto colpire qualsiasi cosa per sfogare quella rabbia repressa.
Le avevano sottratto la famiglia.
Le speranze.
Sostituendo tutto ciò con dolore e lacrime.
Mi sentivo cosi responsabile per tutto ciò che le era successo che avrei voluto colpirmi per tutte le volte che le era stato tolto il suo bellissimo sorriso da quel volto stupendo di cui mi ero innamorato.
Era cosi buffo tutto questo. Faceva ridere.
In questo mondo crudele, più vuoi proteggere, amare e donare felicità ad una persona più quella rischia di essere portata via da te.
Ero così disperato.
Mi facevo schifo.
Ma io l'amavo, e andava bene così.
«quindi, l'esordio della riunione è che...»
Mike si fermò, consapevole di aver creato suspense, iniziando a guardarci con sguardo malizioso «eddai coglione ricomincia» iniziarono a gridare gli altri, cosi lui, dopo uma risata, continuò a leggere.
«dovranno affrontare una prova con il 3DMG e a seconda dell'esito...entreranno o no a far parte del corpo di ricerca?!» nella stanza calò un silenzio tombale.
Per qualche secondo nessuno fiatò.
Fui io a spezzare il silenzio. Senza parlare mi avviai a passo pesante fuori dalla stanza, dirigendomi nel vasto spazio aperto da cui era circondato il castello del quartier generale.
Non riuscivo a respirare. Pensai che andando fuori la situazione migliorasse, ma non fu così.
Una miriade di emozioni esplosero dentro di me. Felicità, impazienza, emozione...ma anche dolore e preoccupazione.
Non si poteva spiegare a parole la gioia che provai nel rendermi conto che superando una stupida prova sarebbe potuta tornare da me.
Ma purtroppo, come qualsiasi altra cosa, iniziai a considerare anche i lati negativi.
Avrebbe rischiato di nuovo tutto. Di nuovo la sua vita sarebbe stata rimessa in bilico.
Non riuscii a riflettere su altro, che il mio amico mi venne incontro con un sorriso enorme sulle labbra «ti rendi conto Levi?! Le rivedremo!»
«già...»
«considerando le loro grandi doti nel padroneggiare la manovra tridimensionale, torneranno presto da noi, forse anche oggi o domani!!»
«...»
Non risposi, mantenni la mia solita espressione ma Farlan non se ne accorse, impegnato com'era nei suoi pensieri ottimisti.
«beh io vado ad allenarmi» dissi allontanandomi.
Sorrisi.
«ci rivedremo presto...(t/n)»
(T/n)'s pov
«Bene, ecco i dispositivi per la manovra tridimensionale che userete in questa prova»
Il sopracciglione parlava e parlava ma io non ascoltavo; sapevo benissimo come usare quei cosi.
Hanji invece era tutta euforica e girava per la stanza sorridendo e brocciolando parole a caso.
Indossammo senza difficoltà l'attrezzatura.
«ehi sei pronta Isabel?»
«mai stata così pronta (t/s)»
«allora spacchiamo i culi e torniamo da quei due»
«come sempre»
Battemmo il cinque a vicenda sorridendo. Entrambe stavamo pensando la stessa cosa.
Ci fecero salire su una carrozza, che dopo tre ore ci portò in un'enorme pianura nei pressi del Wall Rose.
La continuità della vallata veniva interrotta da un bosco, che da quanto avevo capito, era chiamato "Bosco degli Alberi Giganti" ed era evidentemente lì che avremmo svolto la prova.
«ok adesso vi spiego cosa dovrete fare» il "capigliatura a culo" iniziò la spiegazione, che avrei ascoltato solo in parte.
«la foresta è stata equipaggiata con sagome di giganti sparse casualmente; con le lame che trovate appese ai fianchi, taglierete loro la collottola quando vi si pareranno davanti. Dovrete abbatere tutte le sagome nel minor tempo possibile.»
«e se a me venisse in mente di barare? Non lo farò ma se volessi?» chiesi alzando un sopracciglio «non ti sarebbe possibile perché ad ogni figura saranno appostati due cadetti» «perfetto, iniziamo?» chiesi spazientita salendo su un albero.
Isabel mi imitò sorridendomi. «quando sentirete lo sparo del fumogeno, potrete iniziare»
Da lì passarono solo alcuni secondi, che a me sembrarono ore. In quel lasso di tempo mi concentrai solo ed esclusivamente sulla velocità, agilità e forza che avrei dovuto mettere per realizzare un taglio sufficientemente profondo.
Focalizzai la mente sugli obbiettivi, immaginandomi lo schema di azione che avrei utilizzato.
Quando eravamo nel sottosuolo, i nostri 3DMG non possedevano le lame, non ne avevamo bisogno ed erano troppo ingombranti.
Le impugnai, decisa su come utilizzarle.
Decisi che le avrei usate con entrambe le punte rivolte dietro di me. Particolare eh?
Tranquilli, sapevo già tutto.
«BOOM»
Senza nemmeno voltarmi, partii a razzo scegliendo di andare a sinistra.
Avevo immaginato poco prima, la possibile collocazione delle sagome. Non avevo creduto al sopracciglione quando aveva detto che erano disposte a caso.
Era semplicemente impossibile e stupido. Ci doveva essere uno schema per il semplice fatto che erano progettate per sorprendere all'improvviso.
Ipotizzai che, apputo, avendo lo scopo sopra elencato, le sagome fossero posizionate dietro agli alberi più grandi. Fortunatamente ero nel giusto.
Ne abbattei quattro in pochi minuti, utilizzando la stessa logica di prima.
I giganti erano 18 in tutto. Ne mancavano 14.
Andai avanti affettando collottole a destra e a manca e constatai che, modestamente, la mia tecnica funzionava bene, i tagli erano precisi e profondi.
Arrivai a 17. Non trovavo l'ultima.
Mi stavo scervellando su dove potesse essere, ma non la trovai.
Stavo fottutamente perdendo tempo! No. Non potevo permettermelo.
Girai a destra di un albero abbastanza piccolo e, guarda un po', fu proprio lì che fui sorpresa dall'ultima sagoma.
Un gigante piccolo, facile da nascondere dietro ai piccoli tronchi.
Che gran rottura.
Mi ritrovai spaesata per pochi secondi.
Pochi ma letali.
Riuscii a non schiantarmici contro per un soffio, ma la mia gamba sinistra invece fece proprio il contrario.
Sentii il tonfo contro il legno della sagoma ed un inquietante e dolorosissimo "crok".
Non vi sto qui ad elencare tutte le smadonnate che tirai, le lascio alla vostra immaginazione.
Volevo morire per il dolore. Sentivo pulsare la gamba come se fosse una bomba ad orologeria pronta ad esplodere.
Tastai la parte con la mano, constatando fortunatamente di non trovarmi con una frattura scomposta. «grazie per la giornata di merda»
Ignorai il male per il tempo necessario di sfogare tutta la rabbia in quel taglio.
Feci di nuovo l'errore di far leva su un ramo con la gamba rotta. Altre imprecazioni.
A quel punto cacciai un urlo pazzesco, che squarciò la quiete del bosco.
Con gli occhi lacrimanti e la pressione che con i denti facevo sul mio labbro, tornai alla posizione di partenza.
Tenendomi la gamba, quando fui a circa due metri da terra, mi lanciai sull'erba, rotolando e proteggendo la parte dolente.
Non so se fu comico per loro che mi videro atterrare come un razzo per terra...ma non c'era proprio un cazzo da ridere, fidatevi.
«la...gamba...» dissi quando smisi di balbettare per il dolore.
«è...rotta...»
Due tizi mi aiutarono a mettermi seduta e Hanji iniziò a scrutarmi l'arto.
«ci hai messo solo 9 minuti comunque...hai passato la prova con un risultato strabiliante. Sei nella Legione Esplorativa ragazza»
Parlò il sopracciglione.
Da un lato non sapevo se sorridere o picchiare Hanji per farla smettere di tastarmi la gamba.
«hai finito? Mi stai letteralmente distruggendo le ossa...più di quanto non lo siano già » dissi con la sudorazione a mille.
Scoprii nuove zone in cui pensavo non potesse essere possibile sudare.
«mhh...è rotta...» disse assorta
«ah davvero? Non l'avevo notato! Quand'è che prendi la laurea in medicina scusa?»
«direi che per il momento possiamo solo tenerti ferma la gamba con alcune bende che abbiamo nel kit di pronto soccorso. Poi ti sistemerò quando saremo alla base»
«cosa vuol dire "ti sistemerò"?! Non sarai mica tu a rimettermi a posta la gamba vero??!»
«io proprio io in persona!» disse con il sorriso sulle labbra.
«oddio se avessi avuto la gamba sana...»
Nel frattempo arrivò Isabel, che terminò la prova dopo circa 12 minuti dalla partenza.
«è un risultato nella media, benvenuta anche tu!»
Lei sorrise, poi guardò nella mia direzione e spalancò gli occhi «che hai fatto alla gamba?!»
«mi annoiavo così ho deciso di rompermela»
«sempre la solita simapticona»
«sai (t/n) mi ricordi il nano...» aggiunse Hanji.
A quel nomignolo quancosa dentro di me esplose. Scoprii una cosa bellissima chiamata gelosia.
Perche lo chiamava nano? Cos'era tutta quella confidenza? Solo io lo potevo chiamare cosi!! Beh si ero più bassa di lui ma poco importava.
Che voleva quella...?
«e perché?»
«avete il solito caratteraccio scontroso» detto questo se ne andò, montando sulla carrozza che ci avrebbe portati nel Wall Rose.
Al quartier generale del Corpo di Ricerca.
Kombawa minnaaa!!
(si sono le 00.36 ok?!?!?!)
Come va? Io tutto bene, spero anche voi.
Dopo mille anni, il capitolo è pronto ed è anche più lungo del solito.
Vi informo che ho deciso di dividere la storia in due parti. Tra pochissimissimo finirà la prima parte e inizierà la seconda!
Non vedo l'ora che leggiate tutto quello che scriverò :333
Al prossimo capitolo
-Ymir
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