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Torno a casa esausta dalle lezioni e vorrei soltanto restare a dormire per tutto il giorno. La casa è alquanto silenziosa ed è molto strano, di solito mamma è in cucina a cucinare, e Arthur dovrebbe tornare a quest'ora, ma di loro nessuna traccia. Poso lo zaino sul divano e vado in cucina, ma è completamente vuota.

<<C'è qualcuno?>> Chiedo e la mia voce risulta come un eco lontano. Sono sola, fantastico. Vado in bagno per lavarmi le mani e sgranocchiare qualcosa. Ritorno in cucina, ma questa volta la figura di Gabe incombe su di me

<<da dove sei uscito?>> Chiedo, ma siccome era di spalle balza facendo cadere una forchetta per terra. Il frastuono mi fa tappare d'istinto le orecchie e Gabe si affretta a prenderla e sciacquarla

<<on sapevo fossi tornata>> dice leggermente imbarazzato

<<ho anche urlato prima>>rispondo

<<mi sono appena svegliato>> afferma e annuisco. Mi avvicino al cestello della frutta e prendo un mandarino, mi siedo e inizio a sbucciarlo.

<<Com'è andata a scuola?>> Chiede sedendosi di fronte a me

<<molto bene>> mento

<<ah si? Peccato che il preside abbia chiamato questa mattina>> dice divertito. Ne ero certa.

<<E cos'ha detto?>>

<<Non fingere, so che sei stata cacciata fuori per aver risposto male ad un agente. Ma sai, proprio quando ha chiamato Arthur non era in ufficio e così ho risposto io dicendogli che glielo avrei comunicato. Ora potrei anche dimenticarmi di dirglielo, ma vorrei sapere la ragione>> dice con uno sguardo divertito

<<non sono tenuta a darti spiegazioni>> dico alzandomi per buttare la buccia

<<peccato, mi sa che ora chiamerò Arthur oppure tua madre che è dalla mamma di Matt e dovrò comunicarle questa spiacevole situazione>> dice fingendosi dispiaciuto. Questo ragazzo è subdolo <<ti odio>> ringhio

<<lo so>> risponde sghignazzando, e così sono costretta e raccontargli tutto.

<<Lo sapevo>> risponde solamente e strabuzzo gli occhi <<Zac questa mattina è venuto da me a scusarsi raccontandomi tutto, ma volevo sentirtelo dire, a quanto pare non mi odi così tanto>> dice e mi alzo dalla sedia pronta a colpirlo. Gabe si alza di scatto e inizia a correre, ma come un cretino inciampa e cade sul divano come un sacco di patate. Mi fiondo su di lui con un cuscino colpendolo <<sei un manipolatore>> urlo continuando a colpirlo

<<era divertente sentirlo da te>> protesta coprendosi il viso con le braccia

<<no che non lo è>> continuo a sbraitare

<<nessuno mi aveva difeso prima>> esclama e rimango perplessa con il cuscino in aria

<<sei stata l'unica che mi abbia davvero difeso>> continua e butto il cuscino per terra sedendomi accanto a lui. <<Sai, fin da piccolo venivo sempre preso in giro per il tuo aspetto fisico, e quando arrivai nel dipartimento rimasi affascinato da voi, da quanto eravate uniti. Provai più e più volte ad entrare nel vostro gruppo, ma voi mi respingevate sempre perché eravate soltanto voi cinque e nessun altro. Durante i primi giorni al dipartimento venivo spesso deriso, per la mia storia, il mio aspetto fisico e perché ero solo. Tutti si sentivano potenti su di me, tutti avevano una vita lì tranne io. Nessuno correva in mio aiuto e nessuno era davvero intenzionato a farlo. Quando diventai il miglior amico di tuo fratello ero entusiasta, avevo trovato qualcuno di cui fidarmi, su cui contare, ma per quanto voglia bene a tuo fratello nemmeno lui è riuscito a difendermi. Quando parlavano male di me o mi criticavano, lui restava in silenzio o fingeva che non fosse importante. Tu, oggi invece, sei stata la prima che abbia davvero preso la mia difesa, e dovrei ringraziarti per ciò.>>

Non saprei cosa dire, non mi sarei mai aspettata una confessione del genere da parte sua, è stato così sincero ed era fragile. Per un attimo non era il Gabe arrogante e menefreghista che conosco, ma un Gabe fragile, ferito, deluso. "Mi dispiace" riesco soltanto a dire prima di fiondarmi fra le sue braccia. Mi attira forte e sé e inebrio il suo dolce profumo.

<<Ti voglio bene>> sussurra credendo che non lo abbia sentito

<<anche io>> rispondo e resta spiazzatodalla mia affermazione. Mi stacco e ci fissiamo intensamente. Questa volta ilsuo volto è vicino al mio, il suo respiro caldo è accelerato e il mio cuore nonsmette di battere. Mi frullano in mente le battutine di Matt e James, mia madreche chiede se c'è qualcosa tra noi due, Arthur indisturbato ogni volta chesiamo insieme. Potrebbe davvero esserci una possibilità che io e Gabe proviamoqualcosa l'uno per l'altra?
Gabe si avvicina ancor di più e a fior di labbra sussurra <<continuerò adodiarti come ho sempre fatto>> ma il suo volto è rilassato e ha unsorriso stampato sul volto. Sorrido anche io e si allontana bruscamente. Tra mee Gabe non potrebbe nascere nulla, se non una splendida amicizia.

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