30
JAS
Intrecciare i capelli è diventato ormai un passatempo. Mi aiuta a pensare, ma soprattutto a distrarmi. Se la smettessi, sarei costretta ad ascoltare mio padre inveire su qualsiasi essere umano capace di ascoltare. È incredibile come sia infuriato in questi giorni, non la smette di urlare e incazzarsi con il mondo.
Sono giorni che fingo di ascoltarlo soltanto per evitare di litigare ancora, ma almeno potevo parlare con i miei amici e distrarmi, ora invece, sono costretta a restare a casa. È come se fosse una quarantena forzata e a me non va.
Come se mi avessero letto nel pensiero, James mi manda un messaggio avvertendomi di collegarmi a Skype per una videochiamata. Rispondo al messaggio e mi alzo dal letto andando verso la scrivania. Mi siedo e sblocco il computer. La fastidiosa musichetta irrompe nella stanza e accetto la videochiamata.
<<Hey ragazzi>> dico sorridendo.
James é nella sua cameretta blu che tanto amo, Matt nel salone e Alex ed Arthur non fanno altro che litigare su chi deve stare seduto e chi all'impedì . Scoppio a ridere alla scena e loro guardano nella telecamera verso la mia direzione.
<<Ecco, facciamo sempre le figuracce>> dice Arthur arrabbiato verso la sorella
<<ma tanto è Jas, hey Jas tutto bene? Bella treccia!>> Dice Alex sorridendo e continuando a spingere Arthur
<<ma Gabe?>> Chiede Matt
<<dorme>> risponde Alex e tutti annuiamo.
<<Alex ti prego fammi sedere>> la prega Arthur
<<e dov'è finita la cavalleria? Io sono una donna>> protesta lei
<<ma mi fa male la schiena>> protesta ancora Arthur
<<questi anziani, ma tu guarda>> borbotta Alex alzandosi e cedendo il posto al fratello. Scoppiamo tutti a ridere di gusto e loro sembrano accorgersene.
A volte litigano senza rendersene conto di essere in presenza di qualcuno ed è capitato che Alex abbia picchiato suo fratello anche in presenza di altri agenti. Un capo di un dipartimento picchiato dalla sorella minore, ma noi li adoriamo così come sono e non li cambierei per niente al mondo. Arthur smette di parlare con sua sorella e guarda nella telecamera imbarazzato. I suoi occhi sono illuminati dalla luce che penetra dalla finestra rendendoli più chiari del solito. Sono diventati color oro e molto affascinanti.
<<Allora ragazzi che dite di...>> inizia Matt, ma la mia porta aperta violentemente lo fa interrompere bruscamente.
<<Perché non mi ascolti quando parlo! Non posso sgolarmi perché sei impegnata ad ignorarmi, sei una figlia ingrata, perché non sei morta al suo posto!>>Sbraita mio padre e sbatte la porta andando via.
Resto a fissare la porta incapace di voltare lo sguardo verso i miei amici i quali continuano a chiamarmi, ma spengo il computer non riuscendo a parlare.
ALEX
<<Alex dove vai>> urla Arthur seguendomi
<<da Jas>> rispondo prendendo il giubbino dall'attaccapanni
<<non puoi uscire, è pericoloso>> continua
<<non mi interessa! Hai sentito cos'ha detto? A chi si riferiva suo padre? Chi è morto. Jas sta male e io ha bisogno di me>> dico e apro la porta, ma Arthur si posiziona davanti a me impedendomi il passaggio
<<Arthur ti voglio bene, ma devi spostarti>> dico seria
<<Tu non andrai da nessuna parte. Credi che non ci stia male anche io? Ma non possiamo uscire, siamo in pericolo!>> Sbraita
<<fammi passare>> ripeto serrando i pugni ma scuote il capo. Stanca gli sferro un calcio dritto sul fianco che lo fa piegare in due
<<Alex>> Sbraita furioso
<<mi hai costretta tu>> cerco di difendermi
<<ma che succede>>interviene Gabe sbadigliando. Arthur si distrae e lo spingo facendogli perdere l'equilibrio e apro la porta. Scappo iniziando a correre sentendo le urla da parte di mio fratello, ma continuo a correre.
Fortunatamente casa di Jas non è lontana e cosi riesco ad arrivare in pochi minuti fuori la sua porta. Busso incessantemente e sua madre mi apre la porta
<<Alex ma..>> tenta di dire, ma la sorpasso e corro in camera di Jas. Spalanco la porta e la trovo sul letto in un fiume di lacrime
<<Alex>> biascica tra le lacrime e mi fiondo sul suo letto abbracciandola. Jas piange ancora più forte e la strigo a me. Restiamo così per qualche minuto finché non smette di singhiozzare.
<<Non ti chiederò cos'è successo, ma quando sarai pronta io sono qui, noi tutti siamo qui per te>> dico e lei annuisce asciugandosi le lacrime.
<<È andato via di casa>>dice e ritorna a piangere
<<gli passerà>> cerco di consolarla
<<io non credo>> risponde, ma le passo una mano dietro la schiena per consolarla. Tornò dopo qualche ora.
Lascio casa di Jas dopo che si è addormentata stanca e torno a casa. Arrivo fuori la porta di casa e busso timorosa della loro reazione. Un volto dispiaciuto di Gabe mi apre la porta e già so che le cose non saranno piacevoli. Entro in casa e mi dirigo in cucina.
<<Ti sei degnata di tornare>> Sbraita Arthur con gli occhi iniettati di rabbia
<<aveva bisogno di me>> dico con il capo chino ma lui mi tira uno schiaffo facendomi girare la testa. Gabe scatta verso di me, ma mia madre lo frena
<<m-mi dispiace>> sussurro
<<vai in camera tua per favore>> dice e corro via. So che era spaventato, ma non mi sarei aspettata questa reazione. Mi siedo sul letto portandomi le mani fra i capelli frustata. Il telefono si illumina e lo prendo leggendo il messaggio "se ti va puoi venire per dormire" sorrido al messaggio e spengo il telefono. Ispiro ed ispiro più volte ed esco dalla camera.
Scendo al piano inferiore e vado dritta nella sua camera. Busso e mi apre la porta sorridendo. Lo abbraccio e mi stringe forte a sè. Senza dire altro, mi getto sul suo letto e mi infilo sotto le corte. Lui chiude la porta e spegne la luce. Viene verso di me e si scende anche lui.
<<'Notte Alex>>
'<<notte Gabe>> dico e chiudo gli occhi sorridendo.
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