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nto, e per un attimo ci siamo dimenticati di ogni problema e minaccia, eravamo soltanto noi e la nostra spensieratezza. Guarda di sottecchi Arthur e Gabe e sorridono fissando un punto

Continuo a fissare quel foglietto come se guardandolo potessi ricevere delle risposte. Perché mandarci questi foglietti a tutti noi? Per spaventarci forse, ma così saremo più allerta e protetti. Non capisco se era per minacciarci o per difenderci.
<<Smettila di pensare, sento il rumore dei tuoi pensieri>> dice una voce entrando nella mia camera.
Una volta finita la riunione, siamo tornati ognuno nelle proprie case, poiché attualmente sono il luogo più sicuro per noi. Non che mi dispiaccia restare a casa, infondo sono in ottima compagnia, ma non potrò vedere i miei amici per molto tempo.
<<Che simpatico che sei>> dico posando il foglietto accanto a me.

<<Hai bisogno di distrarti>> continua Gabe sedendosi accanto a me

<<e come?>> Domando guardandolo dritto negli occhi

<<io ho un'idea>> risponde con sguardo divertito e si alza di scatto porgendomi la mano. Confusa poggio la mano sulla sua e la stringe forte facendomi alzare. Mi trascina in cucina e mi lancia un grembiule in pieno volto. Stacco la mia mano dalla sua e raccolgo il grembiule legandolo in vita. <<Arthur>> urla e quest'ultimo corre da noi

<<che succede?>> Chiede confuso guardo Gabe prendere delle padelle e ciotole.

<<Prendi>>gli ordina lanciando il grembiule e gli ordina di indossarlo. Arthur segue le sue istruzioni e ci troviamo tutti e tre in cucina, con dei grembiuli, a preparare non so cosa.

<<Ma cosa dovremmo cucinare?>> Chiede Arthur confuso

<<la pizza!>> Esclama Gabe contento come un bambino. Io ed Arthur scoppiamo a ridere, ma annuiamo e aspettiamo delle istruzioni dallo chef.
<<Alex tu occupati di sciacquare i pomodori, Arthur tu invece mescolare la farina e il lievito, mentre io inizio ad accendere il forno>>.

Ognuno fa ciò che gli è stato assegnato, ma mio fratello essendo una frana in cucina, apre il pacco di farina facendone cadere la metà per terra e sul suo volto. Alla vista della scena scoppio a ridere e mi piego in due,

<<Non ridere e aiutami!>> urla Arthur in un misto tra il divertimento e frustrazione. Non riuscendo a muovermi continuo a ridere e mi poggio al lavello per non cadere. Gabe con uno sguardo impegnato nel capire come accendere il forno, si sposta di lato, ma siccome c'era la farina, perde l'equilibrio e cade per terra.

Scoppio a ridere ulteriormente sentendo le guance andare a fuoco, gli occhi lacrimarmi e dei crampi alla pancia. Arthur ride anche lui divertito e cede una mano al suo amico, ma siccome ormai è scivoloso, Gabe cade per la seconda volta e questa volta Arthur perdendo l'equilibrio cade su di lui. <<Mi stai schiacciando>> urla Gabe ansimando

<<non ho spazio per muovermi>> urla mio fratello

<<n-non r-respiro>> balbetto fra le lacrime. I due ragazzi mi guardano in cagnesco, cioè Gabe, Arthur e di schiena e a meno che non abbia occhi da altre parti, immagino che mi stia guardando male.
Mia madre entra proprio in quel momento in cucina e osserva Arthur steso su Gabe, sporchi di farina e me che sembro un enorme pomodoro.

<<Ma cosa state facendo?>> Urla spaventata

<<hey mamma>> dico alzando la mano sventolandola, ma proprio in quel momento qualcuno mi afferra la caviglia facendomi cadere

<<oh Signore, stai bene?>> Domanda mamma allarmata

<<tutto bene>> urlo dando schiaffi a Gabe "mi fai male" ringhia quest'ultimo

<<aspettate che mi giro">>dice Arthur

facendo strane mosse sulla pancia di Gabe. Quest'ultimo assume espressioni di dolore, e Arthur si posizione su Gabe con la pancia all'aria.

<<Questa posizione è ambigua>>dico continuando a ridere

<<Alexa>> esclamano tutti in coro

<<sono Alex>> urlo di rimando.

Dopo esserci ripresi, ci alziamo tutti da terra e sistemiamo la cucina. La pizza non è stata preparata così mamma ha deciso di chiamare il fattorino.
Esco dalla doccia siccome ero diventata un omino di neve, e mi asciugo velocemente i capelli. Indosso il pigiama e scendo in cucina per mangiare. Le pizze sono arrivate in quel momento, e affamata mi siedo per poter mangiare quella prelibatezza.

<<Grazie a chi ha inventato la pizza>> dico con un boccone in bocca

<<quando si mangia non si parla, potresti affogarti>> mi ammonisce Gabe

<<o magari ti affoghi tu>> rispondo di rimando ed Arthur mi dà un calcio da sotto al tavolo

<<e va bene>> dico infastidita alzando gli occhi al cielo.

È stato il pomeriggio più strano di tutta la mia vita, ma non mi sono mai divertita così tanto, e per un attimo ci siamo dimenticati di ogni problema e minaccia, eravamo soltanto noi e la nostra spensieratezza. Guarda di sottecchi Arthur e Gabe e sorridono fissando un punto indefinito, come se avessero avuto il mio stesso pensiero. Vorrei che fosse tutto così perfetto, ma abbiamo una minaccia da eliminare.

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