26
Entro in un vicolo buio, so che non dovrei fidarmi del mio capo, ma sono costretto a fare ciò che dice o ucciderà la mia famiglia. Mio padre è il suo braccio destro e di conseguenza mi viene chiesto spesso di fare dei lavoretti per lui, e a malincuore devo accettare. Mi fermo in una stradina e mi poggio al muro aspettando.
Un uomo alto e robusto si incammina verso di me e deglutisco più volte prima di mettermi dritto e aspettare che arrivi da me. Naturalmente è scortato da altri due uomini che sono circa il triplo di me, ma è meglio non farci caso.
<<Ragazzino>> dice sorridendo con il suo accento straniero.
Quest'uomo alla sola vista mi da un senso di nausea, come puoi festeggiare la morte di una ragazza e fare dei pensieri così macabri.
<<Salve signore>> rispondo sentendo la mia bocca asciutta
<<ho un lavoretto per te, è davvero divertente>> dice e scoppia a ridere.
I suoi uomini ridono con lui e fingo di ridere anch'io per non essere ucciso. Una volta un uomo fu ucciso soltanto perché non rise ad una sua battuta.
<<Qualsiasi cosa>> rispondo continuando a deglutire
<<devi uccidere Arthur Stinson>> dice e resto pietrificato
<<ma signore lei ha s-sempre detto che il Signor Arthur non doveva morire>> dico tremando
<<oh hai ragione, hai proprio ragione>> dice poggiando una mano sulla mia spalla <<dovrà morire Gabe Ross>> dice e va via lasciandomi solo e impaurito.
ALEX
Avere le ore ridotte a scuola significa avere molto più tempo libero, e dopo aver studiato qualcosa per il giorno seguente, non so davvero che fare. Continuo a girare sulla mia sedia provocandomi giramenti di testa, ma la noia mi porta a questo. Mi alzo ed esco dalla camera andando in cucina. Mamma è intenta a leggere una rivista di cucito e prende appunti, ma cosa serviranno mai quegli appunti?
Mi siedo accanto a lei e la osservo mentre scrive. I suoi lineamenti sono contornati da rughe di vecchiaia, questa donna ha passato davvero tanto nella sua vita e dover crescere da sola due figli non penso sia facile, ma lei ha davvero fatto un ottimo lavoro con noi. Non ci ha mai fatto mancare nulla, e ha dovuto sopportare ogni mio sclero da adolescente, e quando io volevo soltanto parlare con Erik, il padre di Matt, non le è mai dispiaciuto poiché sapeva che avevo bisogno di una figura paterna.
<<Alex smettila di fissarmi, sei inquietante>> mi ammonisce
<<stavo ammirando la tua bellezza>> protesto
<<ti serve qualcosa?>> Domanda e scuoto il capo
<<stai bene?>>Domanda ancora
<<non posso semplicemente guardarti?>> Domando
<<Sei una maniaca>> risponde una voce
<<disse il serial killer>> rispondo di rimando
<<ancora con questa storia? Ti stavo solo aspettando>> protesta
<<con una mazza in mano>>dico e mia madre spalanca gli occhi
<<mamma te lo giuro non è accaduto, se lo sta inventando>> dice alzando le mani e io ridacchio. Arthur si siede accanto a me e restiamo tutti in silenzio.
<<Arthur>> lo chiamo
<<si?>>
<<Dov'è Gabe?>>
<<Oh aveva delle commissioni da sbrigare>> risponde vago
<<starà attento?>>Chiedo in un sussurro
<<Alex perché ti importa così tanto? Prima non ti importava nulla di lui, e ora sei addirittura preoccupata, è cambiato qualcosa in te?>> Domanda e balzo all'indietro come se avessi ricevuto un pugno dritto allo stomaco, io provare qualcosa per Gabe?
<<Assolutamente no, è solo che con tutto quello che è accaduto, la missione fallita, me, Jas, mi allarmo di più, non voglio che qualcun'altro soffra per colpa mia>>
<<non è colpa tua>> mi ammonisce mio fratello
<<sanno che sono morta, e se capissero che non è affatto così? Se se la prendessero con uno di voi? Come potrei vivere eh?>> Chiedo alzando il tono di voce
<<non sapranno che sei viva sta tranquilla e Gabe deve svolgere delle semplici commissioni, tornerà presto>> mi rassicura e io annuisco semplicemente. Io non provo nulla per Gabe, ma non voglio perdere nessuno, non più almeno.
<< Sono a casaa>> urla Gabe entrando in cucina. È ormai ora di cena, e ammetto che ero abbastanza in pensiero, non si era fatto vivo per l'intera giornata
<<tutto apposto?>> Domanda Arthur
<<risolto tutto>>risponde Gabe
<<potrei sapere cosa?>> Mi intrometto
<<no>> rispondono in coro e alzo gli occhi al cielo. Aiuto mia madre ad apparecchiare e sistemo la tavola. É così strano apparecchiare sempre per quattro persone, non mi succedeva da anni vedere quel posto occupato da qualcuno. Mamma porta in tavola ciò che ha cucinato e ci sediamo ai rispettivi posti. Sento lo sguardo di Gabe scorrere su di me di tanto in tanto ma fingo di non pensarci. Arthur sembra essersene accorto e finge di tossire.
Ridacchio a quel gesto di gelosia, ma è bello sapere che mio fratello continua ad essere così protettivo, e poi tra me e Gabe non potrà nascere nulla.
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