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Esco dalla sala e mi dirigo a passo svelto nel mio studio seguita a ruota da Matt. Mi fermo e mi volto verso di lui notando il suo sorriso stampato sul volto.

<<Smettila di sorridere>> lo ammonisco e lui per tutta risposta mi abbraccia.
Matt sa per certo che non sono una persona che ama gli abbracci, esattamente come mio fratello, ma apprezzo ciò che fa per me, so quanto sia un ragazzo emotivo, e aver ricevuto la notizia della mia missione fallita, lo ha mandato in panico.
Resto pietrificata da quel gesto,e prima che riesca  a staccarmi da lui, arriva Arthur.

<<Staccati da mia sorella prima che ti tagli a pezzetti e ti getti in pasto al mio cane>>. Alzo gli occhi al cielo mentre Matt si stacca spaventato fuggendo.
<<Sai che lo intimorisci, perché trattarlo così,e poi, noi non abbiamo nessun cane>> dico sbuffando e lui ridacchia.
<<Mi piace infastidirlo, sai quanto lo stimo, ma è divertente punzecchiarlo>> risponde e ridacchio.
Il rapporto fra Matt ed Arthur è esilarante. Sono anni che Arthur minaccia Matt e lui continua a spaventarsi. Conosce la mia famiglia da anni, sa che non possediamo alcun cane poichè mamma è allergica, eppure, quando Arthur rifila quella stupida battuta, inizia a tremare come una foglia.

Arthur si avvicina e mi poggia il braccio sulle mie spalle camminando al mio fianco.

<<Ho parlato con mamma, é preoccupata per quello che ti era successo e mi aveva chiesto di detrarti dalla missione>> dice e lo guardo sperando di aver capito male.
<< Tu cosa le hai risposto?>> domando spaventata. Sa Arthur quanto il mio lavoro sia importante per me.
<<Il caso è tuo e che non potrei mai farti una cosa del genere>> risponde e io sospiro sentendomi più leggera.
<<Anche se...>>pronuncia  fermandosi  e posizionandosi di fronte alla mia figura.  <<Ho deciso di affidarti una squadra. Ho piena fiducia in te e lo sai, ma sarei più tranquillo se sapessi che stessi con altri agenti>>  lo guardo senza spiaccicare parola invitandolo a proseguire il suo discorso.
<<So che non ti fa piacere, ma è per il tuo bene>> continua. A me non interessa ciò che pensa mio fratello, non può continuare a tenermi sulle spine!
<<Chi sarebbero gli altri agenti?>> Lo interrogo.
<<Semplice. James, Jasmine e Matt. Saranno loro ad affiancarti. Dovrete essere una squadra unita, ma non ci sono problemi per voi che siete già ottimi amici>> dice e io sorrido alla sua affermazione.

Matt, Jasmine e James li conosco da quando avevo circa cinque anni, ovvero,da quando sono entrata nel dipartimento. Sembrerà strano, ma io ho iniziato ad essere un agente all'età di cinque anni, o almeno ero una spirante agente. Non ero un agente effettivo, amavo definirmi tale, ma non avevo nessuna carica. Ero soltanto una bambina che sognava di proteggere il mondo in futuro.
Fino ai sedici anni, ci é  permesso soltanto allenarci e seguire gli altri agenti che ci insegnano trucchetti, come usare le armi e sviluppare delle nostre caratteristiche. All'età di sedici anni invece, è previsto il giuramento dove finalmente sei considerato agente effettivo e puoi svolgere i tuoi primi incarichi.

Mio padre era il capo del dipartimento e portava me ed Arthur con sé mostrandoci in cosa consistesse il suo lavoro e ci faceva addestrare per trasformarci in macchine da guerra. Alla morte prematura di mio padre, Arthur ha preso il suo posto diventando lui il capo, e io sono il suo miglior agente.
Quando ero piccola oltre a me e mio fratello, James, Jasmine e Matt erano costretti dai loro genitori a diventare degli agenti proprio come noi. Matt era l'unico che aveva sempre voluto intraprendere la strada dei suoi genitori, ha sempre avuto un solo obbiettivo nella sua vita e finalmente l'ha ottenuto al contrario di noi altri, che volevamo soltanto giocare con i bambini della nostra età.
Nonostante io non abbia avuto una vera infanzia, se ora sono forte è soltanto grazie a mio padre che mi spronava ogni qual volta mi arrendevo e aveva sempre creduto in me. Naturalmente, spesso ricorreva a maniere forti, ma grazie a quei momenti sono diventata sempre più forte, tanto da diventare un ottimo agente, il sogno di mio padre. Non mi piace vantarmi per essere il migliore agente, molti credono che sia stata qualificata soltanto perché sono la sorella del capo, ma in realtà, dietro ci sono stati anni di duro lavoro, ma soprattutto, era un obbiettivo da raggiungere per mio padre, glielo dovevo.
Guardo mio fratello e noto l'incredibile somiglianza tra i due. Entrambi con lineamenti dolci e uno sguardo cupo. Arthur ed io abbiamo ereditato gli occhi neri di nostro padre e i capelli scuri. Mio fratello ha persino lo stesso carattere, determinato, sempre pronto a sacrificarsi per gli altri e ambizioso. Sorrido pensando che, se nostro padre fosse ancora con noi, sarebbe molto orgoglioso di ciò che siamo diventati.

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