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DUE ORE PRIMA

Senza pensarci nemmeno due volte, indosso la divisa e mi precipito in salotto. Mia madre è stesa beatamente sul divano vedendo la tv e quando mi guarda e nota che indosso la divisa scatta all'impedì.

<<Dove stai andando?>> chiede allarmata

<<al dipartimento>> rispondo prendendo il cellulare e inviando un messaggio.

<<Mi vorresti dire il perchè?>>continua lei

<<i ragazzi sono in pericolo, devo andare da Arthur e capire la situazione>> dico e lei si porta una mano davanti alla bocca. Jas, Matt e James sono come dei figli per lei.

Siccome era la moglie del capo, soltanto a lei era permesso stare nel dipartimento e ha sempre aiutato e spronato i ragazzi in caso di bisogno. Era lei che ci portava delle merende di nascosto per farci assumere degli zuccheri, era lei sempre pronta con un kit di pronto soccorso in caso ci facessimo male, e a Matt questo è servito parecchio. Annuisce impercettibilmente e si incupisce

<<Tranquilla non ti lascio sola, devo soltanto aspettare che..>> vengo interrotta dal suono del campanello. Mi affretto ad aprire e sorrido alla vista.

<<Mi spieghi perchè sono qui?>> chiede confuso

<<devi stare con mia madre>> affermo e lui sembra ancora più confuso

<<ti spiegherà tutto lei>> dico e mi scosto per farlo passare.

<<Gabe>> esclama mia madre confusa quando lo vede

<<salve>> risponde imbarazzato portandosi una mano dietro la nuca

<<bene, vi lascio>> dico e scappo prima che uno dei due possa chiedermi altro.
Corro in garage e apro la serranda, dopodiché entro in auto. Accendo il motore e sfreccio via diretta al dipartimento. Non so cosa potrebbe essere successo ai ragazzi e la mia mente si diverte e creare scenari orribili costringendomi a premere più forte l'acceleratore. Il mio cuore batte all'impazzata e penso ai momenti belli che ho trascorso con i miei amici, io non voglio perderli.

Senza essermene resa conto, sono arrivata al garage del dipartimento. Parcheggio l'auto e corro verso l'entrata. L'edificio è silenzioso e ci sono soltanto qualche agente e dei dipendenti che sistemano gli attrezzi per il giorno seguente.

Arrivo all'ufficio di Arthur e busso ininterrottamente. Dopo un suo <<avanti>> spalanco la porta e lo ritrovo seduto sulla sedia senza la giacca e la cravatta allentata e qualche bottone della camicia aperto. Il suo sguardo è perso nel vuoto e i suoi capelli sono spettinati. Non ho mai visto mio fratello in questo stato, lui, un uomo vestito sempre bene senza una minima piega sugli indumenti, un uomo fermo e determinato, e ora, è ridotto ad uno straccio.

<<Arthur>> sussurro avvicinandomi . Mio fratello, accorgendosi della mia presenza, mi fissa con gli occhi sbarrati e si alza dalla sedia fiondandosi su di me e abbracciandomi. Mi tiene stretta come se avesse paura che io possa scomparire da un momento all'altro. Si stacca leggermente dal mio corpo e mi tocca le guance per assicurarsi che sia reale

<<Arthur ma che succede?>> Chiedo allarmata

<<i ragazzi, sono stati tratti in una trappola>> dice continuando a fissarmi intensamente

<<stanno bene?>> Chiedo con il cuore che temo possa fuoriuscirmi dal petto

<<io n-non lo so>> dice con la voce che gli trema

<<Arthur, dove sono i ragazzi?>> Chiedo staccandomi bruscamente da lui. La testa inizia a girarmi vorticosamente, l'ansia si è impossessata di me, devo sapere dove sono i miei amici. Arthur scuote il capo e si avvicina alla sua scrivania.

Apre un cassetto, estrae un foglietto e torna da me porgendomelo

<<questo è l'indirizzo, vai, mi fido di te>> dice e io sorrido mettendo il foglietto in tasca. <<Prima che tu vada, passa nell'aria armamenti, ti servirà>> i consiglia e annuisco. Esco dal suo ufficio e corro nel reparto armamenti. Entro e prendo un giubbino antiproiettile, una pistola, e nel caso anche un fucile. Metto tutto nel borsone ed esco tornando al parcheggio.

L'edificio è abbandonato, non sento alcun rumore e questo mi spaventa. Esco dalla mia auto e vedo un'auto parcheggiata all'entrata posteriore dell'edificio, scorgo due figure all'interno di essa, ma non riesco a riconoscere i volti. Senza farmi notare dai due, entro nell'edificio con la pistola ben stretta tra le mani.
Mi affaccio e scorgo delle figure di uomini possenti e una figura più snella accerchiata da loro. Assottiglio lo sguardo, ma quando capisco chi sia, senza rendermene conto urlo <<Jas>> .

Tutti sembrano fermarsi e si voltano verso di me, perfetto, piano saltato

<<Alex>> urla e senza pensarci due volte mi fiondo su di loro. Riesco a metterne a tappeto uno, ma ne sono troppi e io sono ancora debole, Matt aveva ragione. Fortunatamente sento delle voci di ritirata. Gli uomini iniziano a scappare, li rincorro ignorando le urla di Jas. Esco fuori, fino a quando uno di loro si volta e mi spara, dritto nel petto. Fuggono e io mi accascio per terra.

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