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Capitolo 9

Sono due giorni che non torniamo a casa, due giorni in cui Louis non mi ha chiamata nemmeno una volta, due giorni in cui non smetto di guardare il vialetto per vederlo arrivare.
Ma di lui nessuna traccia.
So che ha chiamato mia madre per parlare con i bambini e so che l'ho costretto io, non rispondendo alle sue chiamate, ma perché gli uomini si arrendono così facilmente? Forse se avesse insistito ancora, io avrei risposto.
"Mamma, quando torniamo a casa?"
Spazzolo i capelli di Lily, attenta a non farle male, senza saper dare una risposta.
Dovrei tornare a casa? Dovrei essere io? In fondo è lui che ha sbagliato, lui che deve capire e "lottare" per riprenderci con se.
Ripartirà tra pochi giorni e non sta facendo nulla, se non telefonare.
Mi chiedo spesso se stia facendo la cosa giusta o stia stupidamente privando i miei bambini di tempo prezioso da passare col padre.
"Mamma?"
I suoi occhi blu mi osservano dallo specchio e quasi mi spaventano. Ricordano tanto quelli di Louis, ma sono leggermente più chiari. Sono come il cielo in una splendida giornata d'estate.
Abbozzo un sorriso prima di rispondere e prima che mia figlia capisca il mio disagio.
"Più tardi..più tardi potremmo andare, se vi va"
Annuisce continuando a guardarmi.
"Papà va via di nuovo, non è vero?"
Riporto lo sguardo su di lei, troppo velocemente forse.
"Cosa..chi te l'ha detto?"
Inclina la testa da un lato prima di continuare a parlare.
"Nessuno, ma sei sempre triste quando deve andare via"
Non voglio piangere davanti a lei, per questo cerco di respingere le lacrime e le lascio un bacio sulla nuca.
"Hai ragione. Papà deve andare via, un'altra volta"
Abbassa le palpebre, non permettendomi di guardare il suo azzurro e capire cosa pensa.
Continuo a spazzolare i suoi capelli e nessuna delle due aggiunge qualcosa.
Avrei voluto fosse Louis a dir loro tutto, avrei voluto che per una volta affrontasse lui la difficoltà di guardare i loro visi sempre entusiasti, spegnersi nel sentire le sue parole.

***

Due settimane sono passate e Louis sta partendo.
Due settimane fa ero esattamente qui, in questo posto che sapeva di gioia, ma adesso è carico di malinconia. Lily e Thomas stringono le sue mani, io sto dietro. Sono fredda con lui, ne sono consapevole e anche lui lo è, ma non riesco ad essere diversa.
Si volta a cercarmi con lo sguardo, sa quanto sia dura per me. Sa che non sono solo delusa, sa che ho paura, che ho un dolore al petto , così forte da non farmi respirare se penso al fatto che tra poco sparirà dentro quel Boeing e non potrò più sentirmi al sicuro tra le sue braccia.
Ancora non capisco perché stia andando via, perché stasera non potrò voltarmi e trovarlo accanto, non potrò accocolarmi sul suo petto. Accetto però la sua decisione, pur non condividendola.
Si fermano perché non possiamo avanzare oltre questo margine invisibile, ed il mio cuore salta un battito.
È già il momento?
Guardo verso l'enorme velivolo che me lo porterà via, lo porterà lontano, troppo lontano da me e dai suoi figli.
Guardo il cielo così celeste, come i suoi occhi.
Perché non può restare?
Perché così presto?
Abbassò lo sguardo sulla mia famiglia e lui mi sta guardando. Lo so che si chiede cosa penso adesso, so che soffre nel vedermi così. Ma evidentemente non abbastanza da non andare via.
I bambini sono incollati alle sue spalle e piangono.
Non so se posso farcela, se posso essere forte anche stavolta.
Mi pulsa la testa, il cuore batte forte.
Tumtum.
Tumtum.
Tumtum. Sento solo questo.
"Candice.."
Mi porge la mano e io so che è ora. So che tra meno di cinque minuti lo dovrò lasciar andare.
Incrocio le dita con le sue e mi lascio trascinare vicino al suo petto.
"Andrà tutto bene. Ci vediamo presto. Te lo prometto"
Ci sto provando, sto cercando di essere forte ma non credo di resistere a lungo.
La vista mi si appanna e quando mi bacia la fronte, le lacrime scendono senza controllo. Libere, come non lo è il mio cuore adesso.
"Ssh, non piangere amore mio"
I suoi sussurri sulla nuca non fanno altro che aumentare i miei singhiozzi e mi trovo a stringerlo più forte, come se volessi portarlo dentro me per non farlo partire.
Ci stringiamo tutti insieme, e vorrei che questo fosse solo un sogno.
"Mi mancherai da morire" riesco a dire a stento.
"Anche tu, ma sarò sempre reperibile per voi."
Lo bacio perché mi mancherà, perché lo amo, perché voglio che se lo porti via questo bacio.
Il cuore mi batte un po più forte adesso, come se sapesse cosa le sue labbra stiano per pronunciare.
"Devo andare"
"No" esce strozzato, esce veloce, esce sofferto dalla mia bocca.
I bambini si aggrappano di più, io lo bacio di più.
Di più.
Vorrei solo restasse qui.
Un bacio sulla fronte e si deve allontanare. Coccola i bambini mentre seguo ogni suo movimento.
Non può partire, dannazione no.

Louis, ho bisogno di te. Resta.

È ciò che vorrei dirgli, ma non lo faccio.
"Prenditi cura di te" mi sussurra a fior di labbra.
"Torna da me" è tutto ciò che riesco a dire.
La mia busta bianca tra le sue mani, la sua tra le mie, e si allontana da noi con passo incerto.
Rimane voltato e sono certa che appena salirà sull'aereo, piangerà anche lui. Proprio come me adesso.

Amore mio,
sarai seduta sulla sedia capotavola in cucina,quella che occupi quando ti chiamo. Spero tu stia un po' meglio di come starò io mentre leggi questa lettera. Non so se te l'abbia mai detto ma io non leggo tutta la tua lettera da subito. Lo faccio piano piano durante il volo e mi sento meno solo. Mi manchi Candice. E so che adesso non capirai perché sono lontano, ma appena tornerò ti spiegherò tutto.
E se non dovesse succedere..'
Chiudo gli occhi scacciando quest'immagine, ma il dolore sordo al cuore mi ricorda che ho letto davvero quelle parole. E nonostante ne sia consapevole sin dal primo momento in cui ho saputo quale fosse il suo lavoro, non voglio e non accetto questa eventualità.
'..io sarò sempre con voi perché sono nel vostro cuore e per questo sono tranquillo. Avrei voluto passare diversamente gli ultimi giorni, ma hai ragione. Hai tutte le ragioni del mondo e so che capirai le mie quando, al mio rientro, ti spiegherò ogni cosa.
Ti amo Candice.
Troppo. Per ogni giorno della mia vita, finché morte non ci separi ed oltre. Siete il mio unico pensiero mentre attraverso l'oceano e siete l'unica forza che mi tiene in piedi quando incontro la miseria, la morte e la violenza che colpisce queste zone. La vostra luce mi protegge ed è solo grazie a voi che a fine giornata riesco a star lucido. A volte vorrei chiamarvi ma là è notte fonda e ci ripenso. Allora mi siedo fuori e guardo il cielo. Prego, Candice. Prego che Dio o chiunque lassù mi faccia tornare da voi.
Questa sarà davvero l'ultima missione e quindi questa sarà l'ultima lettera che ci scambieremo alla mia partenza, perché non partirò più. È una promessa amore mio.
Ti preparerò hamburgers ogni volta che finirai il turno. Mi farò trovare in cucina senza maglietta e avrò già preparato la vasca da bagno. Ma nessun pigiamone stavolta. Non ti servirà. Adesso devo andare, amore mio.
Ci sentiamo presto.
Ho già imbucato un'altra lettera ieri. Dovrebbe arrivare domani credo. Cosi non ti sentirai sola.
Sono qui, Candice . Sono sempre qui con voi.
Vi amo più della mia stessa vita.
Vostro,
Louis.

'Mamma perché piangi?'
Credevo stessero giocando in camera, ma i miei singhiozzi devono averli allertati.
'Niente, mi manca papà ma torna presto. Che ne dite se stasera ci guardiamo un cartone animato mentre mangiamo la pizza sul divano? '
Un sorriso spunta sul loro visino, soprattutto quello di Thomas si illumina.
'Va bene mamma. Però ci abbracciamo forte cosi non ti senti sola. Va bene? L'ho promesso a papà'
Lily mi stupisce e senza esserne consapevole mi affonda con le sue parole.
'A papà? ' sussurro con un nodo in gola.
'Si. Mi ha detto di stringerti così forte quando ti vedevo piangere'
Ed è tra le braccia di mia figlia che crollo definitivamente per la prima volta dopo tanto tempo.

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