Capitolo 6
LOUIS POV
È notte fonda ma non riesco a dormire. Ho provato e riprovato rigirandomi più volte, ma per evitare di svegliarla mi sono alzato e adesso sono seduto sulla sedia e la osservo.
È bellissima.
La finestra aperta permette alla luce della luna di accarezzare la sua pelle, rendendola più chiara di quanto non sia. I capelli sono sparsi sul cuscino e lei è rivolta verso il mio lato. È così che la immagino dormire quando non ci sono, quando sono lontano da lei.
Continuo a guardarla senza svegliarla, nonostante voglia accarezzare ogni centimetro della sua pelle, perché se lo facessi dovrei guardarla negli occhi senza trovare il coraggio di dirle la verità.
So che dovrei farlo, so che lei deve sapere ma non riesco. Ogni volta che ci provo, basta vederla sorridere o avvicinarsi a me per farmi desistere.
Dannazione.
Sarà peggio dopo, lo so. Ma non voglio rovinare l'atmosfera di questi giorni. Litigheremo, mi urlerà contro con tutto il fiato che avrà in gola ed io non sono pronto. Non riuscirei a sopportare il suo sguardo perché so che ha ragione.
"Louis"
Sussurra il mio nome mentre sogna e non trattengo il sorriso che si fa spazio sul mio viso.
Il lenzuolo le scivola appena lasciandole scoperta una gamba e penso di impazzire.
Allunga la mano verso il mio lato, ormai freddo, e stringe il tessuto tra le dita come le ho visto fare molte volte.
Il mio autocontrollo sta per perdere la battaglia con l'impulso di avvicinarmi e riempirla di baci ovunque.
Improvvisamente si alza di scatto, gli occhi spalancati, la mano ancora nello stesso posto e il mio nome sulle sue labbra.
È così spaventata e piccola in questo momento, totalmente diversa dalla donna forte che gestisce due bambini, una casa e un lavoro mentre io sono via.
"Sshh piccola. Sono qui"
Mi avvicino attirandola verso il mio petto, mentre cerco di tranquillizzarla facendo scorrere una mano sulla sua schiena coperta dalla vestaglia di seta.
"Hai avuto un incubo?"
Annuisce solamente, stringendosi più forte a me e chiudendo gli occhi.
"È tutto finito. Sono qui, amore"
Le bacio la nuca mentre con la mano le accarezzo il collo e lei si lascia andare totalmente a me mentre inizia a parlare.
"Ho sognato che tu..tu eri morto"
Sussurra le ultime parole, come se pronunciarle le rendesse più reale.
Un profondo sospiro lascia le sue labbra e solleva la testa per potermi guardare.
"Non riuscivi a dormire?"
Scuoto la testa in dissenso e sono pronto a raccontargli una mezza bugia, perché è vero che non riuscivo a prender sonno, ma non le dirò il vero perché. Non adesso con lei su di me e i bambini a dormire. Non nel cuore della notte, non dopo che mi ha sognato morto. Ne resterebbe ancora più sconvolta e non voglio.
"Perché? C'è qualcosa che non va?"
La stessa domanda che mi ha posto ieri, la stessa domanda a cui non vorrei rispondere ma devo.
"No, solo colpa del fuso orario forse"
Abbozzo un sorriso per essere più convincente, ma so perfettamente che non se l'ha bevuta.
Lo capisco dai suoi occhi.
Non dice nulla, probabilmente aspetta che io vuoti il sacco da solo..e lo farò. Solo non adesso.
C'è un tempo giusto per le cose? Chi stabilisce quando è il momento migliore? Forse solo il fatto che ogni attimo è prezioso, ma è proprio questa consapevolezza che mi spinge a rimandare ancora. So che dopo averle comunicato che partirò prima, che tra due settimane sarò di nuovo lontano, la pace e la serenità che stiamo vivendo adesso scomparirà. Ne sono consapevole e so che hanno ragione. Ma ho dovuto propormi per la missione, ho dovuto farlo per lei. Non posso lasciarla lì, non posso non ritornare un'ultima volta. Perché sarà davvero l'ultima missione e non mi allontanerò più dalla mia famiglia.
Lei ha bisogno di me.
"Lou mi hai sentito?"
Mi sono perso tra i miei pensieri e non ho prestato attenzione, così con un mesto sorriso scuoto la testa.
"Ho detto che tra due settimane è il compleanno di Thomas. Pensavo di fargli una piccola festicciola qui fuori, che dici? Ci sarai anche tu ad aiutarmi quest'anno quindi pensavo sarebbe stato carino"
In questo momento avrei preferito non aver ascoltato ciò che mi ha detto, avrei voluto averla interrotta con la mia bocca sulla sua e vorrei solo riuscire a nascondere il nervosismo e la delusione verso me stesso. Quindi mi affretto ad abbassare lo sguardo o capirà più di quanto ha fatto fin'ora.
Come posso dirle che non ci sarò? Come posso dire a mio figlio che anche quest'anno potrò solo chiamarlo dall'altra parte del mondo ma non potrò abbracciarlo o vederlo sorridere mentre spegne le candeline? Non lo so.
Ora più che mai vorrei averglielo detto, così i loro sguardi tristi avrebbero fatto meno male.
"Lou?"
Cosa devo dirle? Cosa dovrei fare?
Improvvisamente mi sento soffocare ed è solo colpa mia.
Ho deciso. Domani le dirò tutto. Domani, forse, riuscirò a raccontarle la verità.
Ma non stanotte. Non adesso che, anziché rispondere, mi avvento sulle sue labbra come se fossero la mia unica fonte di sopravvivenza, non adesso che le sue braccia sono intrecciate dietro il mio collo e il suo corpo è su di me.
Ho bisogno di lei e sono troppo vigliacco adesso per allontanarla, per guardarla negli occhi e dirle che no, non ci sarò perché partirò esattamente il giorno prima, che resterà sola ancora una volta per molto tempo, ma che sarà l'ultima volta che questo accadrà perché dopo questa missione io sarò qui a prendermi cura di loro, a prendermi cura di lei.
CANDICE POV
Stasera Louis è strano. È assente e non ha ancora risposto alla mia domanda.
So dove vuole andare a parare in questo modo e lo fermo prima che anche io non riesca più a pensare lucidamente.
"Lou"
Mi allontano leggermente interrompendo il bacio. Il mio respiro è veloce come il suo.
"Louis"
Devo richiamarlo una seconda volta per costringerlo a smettere di fissare le mie labbra.
"Andiamo a controllare i bambini?"
So che non si aspettava questa richiesta, ma stasera non riesco a lasciarmi andare con lui. Mi nasconde qualcosa, lo so. Me lo sento. E non vuole dirmelo.
"Mi stai rifiutando, Candice?"
Non riesco a capire se è serio o scherza e sto per rispondere che lui invece mi sta nascondendo qualcosa, ma quando vedo apparire un sorriso sul suo viso, non voglio appesantire l'atmosfera.
"Può darsi"
Mi mordo il labbro inferiore mentre mi allontano lentamente, sfiorando intenzionalmente la sua parte bassa.
Rido nel vedere la sua espressione scandalizzata e rido di più nel vederlo spalancare gli occhi prima di parlare.
"Lo sai cosa hai fatto adesso?"
Cerco di mostrarmi seria per provare la mia innoncenza ma fallisco miseramente. Ho appena iniziato una guerra e lui è molto bravo a combattere per cui sarà difficile per me uscirne indenne.
"Sei in guerra Tomlinson"
Gli faccio l'occhiolino sperando di risultare sexy almeno un po'.
Mi volto e inizio ad incamminarmi verso le camere dei bambini, non sicura che Louis mi stia seguendo dato che non sento i suoi passi. Sto per controllare dove sia finito, quando mi spinge contro il muro dell'andito facendomi risucchiare l'aria.
"Sei impazzito?!"
Sussurro in tono alto per non svegliare i bambini.
"Siamo in guerra ed io sto combattendo la mia battaglia"
Sto per replicare quando le sue labbra lambiscono la pelle della mia spalla facendomi uscire fuori di testa.
Quello è il mio punto debole, lui lo sa, e gioca sporco.
"Dimmi Candice, sei ancora sicura di voler giocare?"
La sua voce calda accarezza il mio orecchio, mentre le sue labbra lambiscono il lobo e io non riesco più a trattenere un sospiro spezzato.
"I bambini prima"
Continua la sua lenta tortura sussurrandomi all'orecchio e ormai sono nelle sue mani. Avvolge con un braccio il mio bacino e mi fa voltare, mentre camminiamo uno davanti all'altra.
"I bambini dormono, ma tu no piccola Candice"
"Louis sembri un maniaco!"
Ride e sento il suo petto vibrare sulla mia schiena.
Allenta la presa permettendomi di voltarmi verso di lui e mi perdo nei suoi occhi, nel suo sorriso, nel suo odore che sa di tutto per me.
"Ti amo"
Non sono riuscita a trattenermi, dovevo dirlo. Deve saperlo. Voglio che lo sappia.
Qualcosa mi sfiora la gamba facendomi sobbalzare e mi ritrovo in braccio a mio marito.
Ho urlato e spero solo di non svegliare i bambini.
"Snowflake! Vuoi uccidermi?!"
Louis ride divertito tra i miei capelli, facendomi allacciare le gambe al suo bacino.
"Hai paura perfino del nostro cagnolino"
Non ho paura del nostro cane, ho paura di qualunque cosa non identificata che mi sfiora al buio.
"Saresti una pessima cecchina, lo sai?" Continua a prendersi gioco di me, ma non mi dispiace, non finché sono così stretta a lui che mi trasporta senza alcuno sforzo dai bambini.
"Armistizio?"
Chiedo con occhi dolci, sperando sia clemente o stasera si metterà male per me, anche se qualsiasi cosa voglia fare di me, sarà piacevole solo perché si tratta di lui.
"E cosa ci guadagno?"
Alzo gli occhi al cielo teatralmente, sa che scherzo e non si offende.
"La cecchina ti risparmia la vita"
Soffoca le risate dato che siamo davanti alla porta dei bambini.
Una volta dentro mi posa delicatamente a terra e rimaniamo fermi, abbracciati, ad osservarli dormire.
Lily stringe il piccolo soldatino che suo padre le ha portato dal penultimo viaggio e so che Louis lo ha notato quando vedo i suoi occhi diventare lucidi.
"Gli manchi tanto. Sempre. Anche quando sei qui. E manchi anche a lui..e a me"
Gli accarezzo dolcemente la guancia mentre una lacrima scende lenta prima che si riscuota e si ricomponga.
Mi stringe più forte e lascio che si aggrappi a me, lascio che sia io a sostenerlo adesso.
Thomas invece dorme con la nostra foto sul comodino, ma stasera la ha poggiata sul petto, come se così potesse sentirci più vicini.
È solo da qualche mese che ha iniziato a tenerla così e non so se spiegarmi se sia per Louis o perché si sente più al sicuro in questo modo.
"Possiamo rimanere qui?"
Guardo mio marito, guardo i suoi occhi che nella penombra brillano comunque, guardo l'uomo tanto forte che crolla sotto il peso della verità: è difficile senza di lui qui perché nonostante io cerchi di fare del mio meglio, loro hanno bisogno di lui.
Annuisco, spostando silenziosamente una sedia su cui ci sediamo insieme, io su di lui, e rimaniamo così, con Louis che piange ed io che lo stringo un po più forte per portare via da lui tutta la tristezza e il senso di colpa che sta provando in questo momento.
Domani è un altro giorno, ma stanotte può mostrarsi debole con me, può mostrarsi piccolo perché per lui, stanotte, mi farò grande.
So che non aggiorno da tanto qui, ma ho avuto dei problemi. Spero abbiate passato una bella giornata.
A presto, Luisa.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro