Capitolo 3
Sono esausta. Quella che doveva essere la mia giornata libera si è rivelata una delle più faticose. Per fortuna Louis è qui ed ha potuto occuparsi dei bambini. Non mi piace passare troppo tempo lontano da loro, ma alcune volte è necessario.
Proprio come oggi.
Giusto il tempo di somministrare la terapia ad Aisha e finire la prima partita a dama con lei, che dal pronto soccorso hanno richiesto la mia presenza.
Un incidente grave con cinque bambini feriti e due adulti in coma.
Nel momento in cui vedo le barelle arrivare non ho tempo per pensare, non ho tempo per analizzare. Devo solo agire. Ed è quello che faccio.
Ma quando l'emergenza passa e tutti coloro che ne hanno bisogno hanno ricevuto le giuste cure, i pensieri dirompono violenti e non posso far a meno di riflettere su quanto sia effimera questa esistenza, su come l'attimo prima si conduce una vita normale e quello dopo ci si ritrova su un lettino d'ospedale a pregare che vada tutto per il meglio, a cercare di limitare i danni.
È sempre difficile curare i bambini.
È difficile guardare i loro visi terrorizzati e bagnati dalle lacrime. Se al posto loro ci fossero Thomas o Lily..io..probabilmente impazzirei. Ed è anche per questo che cerco di svolgere al meglio il mio lavoro, agendo proprio come se i piccoli davanti a me fossero i miei figli.
"Jeff, se non c'è nessun altro paziente da visitare, io vado."
Sono davvero esausta e non vedo l'ora di lanciarmi tra le braccia di Louis e stare li, per tutta la vita.
"In realtà è appena arrivato un paziente . Ma se vuole lo faccio visitare dalla dottoressa Stones."
Guardo lungo il corridoio alla ricerca della mia collega, ma di lei non c'è traccia ed io non voglio far aspettare il signore là fuori, nonostante gli abbiano assegnato una priorità bassa. Mezz'ora in più non cambierà nulla.
"No, fallo passare. Lo visito , poi vado a casa."
Annuisce recandosi in sala per richiamare lo sfortunato.
Avrei bisogno di un caffè, ma se lo bevessi adesso, non riuscirei a dormire poi.
"Buonasera dottoressa."
Quella che presuppongo sia la moglie mi guarda ansiosa, mentre inizia ad elencare ciò che li ha allarmati.
"Si sente molto stanco, signor Becks?"
Annuisce, quasi incapace di parlare.
Ha assunto un colorito giallo, per cui mi affretto a verificare il colore corneale, segnando comunque tutto sulla cartellina.
"Dottoressa, perde anche sangue nelle urine."
Sollevo rapidamente lo sguardo verso la donna, registrando la nuova informazione.
"Jeff ho bisogno delle analisi del sangue immediatamente."
Mentre Jeff agisce velocemente, la dottoressa Liz Stones appare dalla porta.
"Buonasera. Che abbiamo qui Candice?"
Le passo la cartellina mentre inizio ad elencare i sintomi segnalatimi poco prima dai due signori.
Li guardo ancora e la stanchezza passa. Non posso non stare qui ad aiutarli, non posso semplicemente andare a casa, loro hanno bisogno di me.
Sorrido nel vedere le cure amorevoli che la moglie rivolge al marito, sorrido nel pensare che un giorno spero di rivolgermi anche io in quel modo a Louis e ridere insieme perché entrambi riusciremo a stento a camminare, ma non ci fermeremo.
La dottoressa effettua un controllo veloce, mentre io conduco il paziente nel reparto di ematologia per dei prelievi rapidi. Jeff ha già avvisato e troviamo tutto pronto.
"Liz, penso sia una crisi emolitica."
Sussurro alla mia collega.
"Anche io. Procediamo con la trasfusione"
Guardo il signore, troppo stanco anche per stare in piedi e capisco che c'è bisogno di agire rapidamente.
"Subito. Penso sia meglio."
Jeff ci porterà i risultati e capiremo cosa fare, ma adesso è necessario intervenire. Liz provvede a fare il tutto, mentre io rassicuro la moglie spiegandole cosa è successo e cosa succederà. Mi guarda preoccupata ma annuisce.
"Dottoressa ecco i risultati. Si tratta di una crisi emolitica acuta."
Sono felice di non aver aspettato in questo momento.
"Perfetto Jeff, ti ringrazio. Vado a comunicarlo alla dottoressa Stones."
Faccio strada alla signora, che sembra ancora più piccola sotto il peso della paura.
"Andrà tutto bene, abbiamo già effettuato il primo intervento. Un po di tempo e suo marito ritornerà come nuovo."
Sorride con gratitudine sollevata dalle mie parole ed io le stringo le mani, congedandomi.
Finalmente posso tornare a casa tranquilla, Liz si occuperà di loro ed io ho finito il mio lavoro anche per oggi.
Sorrido, eccitata all'idea di tornare a casa e rivedere mio marito e i bambini.
Non mi sono resa conto dell'ora e quando il mio sguardo cade sull'orologio sobbalzo.
È mezzanotte e mezzo! È tardissimo! Saranno già a letto e questa giornata non doveva andare così.
Accelero, anche se quei pochi minuti che potrei recuperare non cambieranno granché.
È tutto buio, solo la luce della televisione in soggiorno segnala la presenza di qualcuno.
Louis si è addormentato sul divano. Sicuramente stava aspettando rientrassi a casa.
Poggio le chiavi sul bancone della cucina e mi avvicino a lui. È così bello anche quando dorme.
Non voglio svegliarlo ma è troppo pesante per me e non riuscirei a portarlo in camera in spalla. Ridacchio silenziosamente a quell'idea.
"Louis.." Sussurro mentre con le dita traccio il suo profilo. Bacio i suoi zigomi marcati e lo richiamo ancora una volta.
Spalanca gli occhi, tranquillizzato dalle mie carezze e sorride quando mi vede.
"Ciao."
Nonostante sia solo un sussurro, ha la voce rauca ed è così sexy ed è mio.
"Ciao."
Gli rispondo senza smettere di guardarlo e di muovere le dita sul suo viso. Mi piace guardarlo chiudere gli occhi stregato dal mio tocco, mi è sempre piaciuto. È come se mi facesse sentire potente, come se in quell'attimo lui avesse davvero bisogno solo di me.
"Hai fame?"
Mi rendo conto di non aver quasi toccato cibo praticamente tutto il giorno e alla sua domanda non posso che annuire. Mangerei qualsiasi cosa.
"Vieni, ho preparato degli hamburger per i ragazzi stasera, ne posso preparare uno anche per te."
Mi allontano un po' per permettergli di alzarsi e trascinarmi con se in cucina. Mi piace guardarlo mentre cucina, così mi siedo sul bancone accanto a lui.
"Tu sei appena rientrato e io dovrei cucinare per te. Sono una moglie terribile."
Sorride e conferma scherzosamente quello che ho appena detto.
"Sono a letto?"
Non sono andata a controllare i bambini, come mio solito, ma sono sicura che Louis abbia fatto un ottimo lavoro con loro.
"Si. Erano esausti! Abbiamo giocato e giocato e giocato e giocato e indovina? Giocato. Non ne potevo più!"
Rido guardando la sua espressione di finta esasperazione e non posso non pensare a quanto io lo ami, sentendo il bisogno di dirglielo.
"Ti amo."
Il sorriso che ricevo subito dopo non ha eguali.
"Anche io, moglie."
Nonostante siano passati alcuni anni, nonostante non sia nuovo per me sentirmi chiamare così da lui, ogni volta che lo fa mi sento speciale.
Ho bisogno di lui adesso, delle sue braccia delle sue labbra. Ma ho troppa fame e sono troppo stanca per distoglierlo dal preparare la mia cena e portarlo in camera da letto con me.
"Se non avessi così fame, stasera ti sequestrerei."
Ride portando la testa all'indietro e quando mi guarda vedo una punta di malizia bruciare nelle iridi cristalline.
"Se non fossi davvero preoccupato per la salute di mia moglie, le avrei concesso il secondo round."
Se non la smette adesso, mollo il piatto e ogni buono proposito.
"Pensa di essere irresistibile, signore?"
Ammicca buffamente nella mia direzione, mostrando i muscoli.
"Per lei posso essere tutto quello che vuole, signora. Suo marito è un uomo fortunato."
Sto al gioco, provocandolo con la forchetta che porto alla bocca molto lentamente e altrettanto lentamente richiudo le labbra intorno ad essa. Lui mi fissa avidamente e so di aver vinto io, ma non lo ammetterà mai.
"Mio marito? Io non sono sposata signore. Sono ancora in pista"
Si avvicina di più e mi abbraccia da dietro, nascondendo il viso nell'incavo del mio collo.
"Tu sei mia."
Mi piace quando riesco a farlo ingelosire con così poco. È raro che manifesti apertamente la sua gelosia, per cui quando lo fa, il mio ego aumenta.
"Louis.." richiamo la sua attenzione, voltandomi in modo da poterlo osservare in parte.
"E se un giorno tu.."
I miei occhi scrutano il suo viso e lo vedo aggrottare le sopracciglia per il mio improvviso cambio d'umore.
"..tu ti stancassi di me?"
È sempre stata una delle mie più grandi paure. Oltre al terrore di non vederlo tornare da una missione, quello di lui che va via da me è uno dei miei incubi peggiori.
"È impossibile. Tu rendi la mia vita migliore e non posso stancarmi di questo. Io ti amo, ogni giorno di più. E lo sai."
Oh Louis.
Lui mi rende migliore, lui mi rende felice.
"No, non lo so."
Ho finito di mangiare e posso voltarmi completamente per abbracciarlo forte. Inspiro il suo profumo che sa di casa e ogni preoccupazione, ogni pensiero negativo viene spazzato via.
"Candice..se così non fosse credi ti avrei sposato davvero? Io? Uno spirito libero come il mio?"
Mi allontano e lo fisso, inarcando un sopracciglio.
"Tu? Uno spirito libero? Andiamo a controllare i bambini che è meglio"
Cerco di scostarlo con un buffetto, ma è come se non lo avessi sfiorato.
"Vai tu, io lavo queste cose"
Non ho voglia di allontanarmi da lui, non ho voglia di passare da sola a vedere se è tutto apposto e non ho voglia di farmi un bagno da sola stasera. Perché questo lo faccio quando lui non c'è, quando lui è a migliaia di chilometri lontano da me.
"No, lo farò io domani. Vieni con me, ti prego."
Sussurro le ultime parole e improvvisamente sento le lacrime agli occhi. Non so perché sto per piangere, non so perché sto avendo questa reazione quando non c'è alcun motivo.
"Ehi, va tutto bene. Ci sono io, sono qui" Mi stringe forte, baciandomi i capelli.
Inspiro profondamente cercando di non piangere. Forse è colpa della tensione accumulata durante la giornata, forse il vedere così tanto dolore e sofferenza mi ha portata a crollare stasera, stasera che c'è lui e posso permettermelo perché quando lui non è qui, io devo essere forte per entrambi.
Mi stringe la mano, lasciandosi condurre da me. Lily e Thomas dormono beati e anche il nuovo piccolo inquilino è tranquillo.
"Come hanno deciso di chiamarlo?"
Sono curiosa di saperlo, spero sia un bel nome e non uno dei mostri che piacciono a mia figlia.
"Snowflake. Non sapevo Lily potesse essere così poetica"
Lily? Avrei scommesso fosse stato Thomas a proporlo, non lei, ma mi piace.
"Sono sorpresa anche io. Forse sto riuscendo a contagiarla nei momenti di tua assenza"
Mi pizzica il fianco giocosamente, sapendo benissimo che soffro il solletico.
"Andiamo a fare un bagno?"
Se voglio scampare al solletico, devo distrarlo subito e tra l'altro ho davvero bisogno che l'acqua calda mi distenda i muscoli.
"Per stasera è meglio se tu fai il bagno ed io mi limito a lavarti i capelli. Potrei non stare poi così fermo se entro nella vasca con te."
Louis è sempre il solito Louis e non voglio che cambi. Mi sono innamorata di lui, di tutte le sue sfaccettature ed è così che lo voglio fino alla fine dei miei giorni.
"Va bene. Mio marito è un gentiluomo e non lo sapevo."
Non mi ha sentito, lo scrosciare dell'acqua deve aver coperto le mie parole così mi avvicino abbracciandolo forte.
"Grazie."
Mi guarda con gli occhi pieni d'amore ed io mi chiedo come posso essere stata così fortunata.
"Per cosa?"
Davvero non capisce? Spero che i miei occhi parlino tanto quanto i suoi, spero che capisca quanto lui sia importante per me e quanto io abbia bisogno di lui.
"Per prenderti cura di me"
Lo bacio, lo bacio come se il mondo stesse per finire e questa sia la mia ultima possibilità;lo bacio per dimostrargli tutto quello che non sono riuscita a dire, perché voglio sappia che non desidero altro che camminare al suo fianco anche quando sarò vecchia, stempiata e rugosa, quando non riuscirò più a stare in piedi a lungo o sveglia fino a tardi a guardare le stelle con lui.
"Non è quello per cui mi paghi?"
Lo guardo fingendo di essere offesa, ma non riesco a non ridere mentre mi infilo nella vasca sotto il suo sguardo attento.
"Si potrebbe anche girare dato che non lo pago per fare il guardone."
Ride e anziché uscire, inizia a insaponarmi i capelli con dei piccoli massaggi.
Se questo è il paradiso potrei stare sempre qui. Non c'è cosa migliore dopo una giornata stressante: un bagno, mio marito e il profumo di vaniglia.
Sollevo una palpebra e lo guardo al contrario. È concentrato ed io posso spiarlo da qui senza che se ne accorga e perdermi ad osservare i suoi lineamenti.
"Saresti una pessima stalker, Candice"
Come non detto, la mia carriera da spia ha avuto breve vita.
"Io non faccio la stalker. Sto guardando mio marito e penso mi sia concesso."
Sta per ribattere, ma la vocina di Thomas ci distoglie dal nostro stupido discorso.
Louis si precipita verso la porta e riesco a vedere nostro figlio in lacrime sulla soglia.
"Che succede ometto?"
Louis si china e lo tira su, mentre Thomas gli circonda il collo con le manine, piangendo in maniera ancora più disperata.
Mi si stringe il cuore nel sentirlo così.
Succede spesso che abbia degli incubi e corra da me spaventato; non so più come risolvere il problema.
Louis chiude la porta permettendomi di sciacquare il sapone via dal corpo e dai capelli e dopo essermi asciugata velocemente, infilo il pigiama di pile che mi ha preparato prima. Devo ammettere che la scelta mi sorprende, devo avere un'aria tanto stravolta da tenerlo lontano.
Quando esco li trovo entrambi stesi nel nostro letto: Thomas è già crollato, Louis gli tiene la manina e accarezza i suoi capelli biondi.
Vorrei fare una fotografia, vorrei fermare il tempo, vorrei che questa notte non finisse mai.
Ma tutto scorre lento ed inesorabile ed io non posso farci niente, se non godermi ogni momento prezioso.
Vado a controllare che Lily sia ancora addormentata e non riesco a lasciarla lì. La sollevo cercando di non svegliarla e le lascio un bacio sui capelli, portandola in camera. Louis sorride quando ci vede ed io sorrido di rimando, finalmente conscia che tutta la mia famiglia è vicino e al sicuro.
Proprio come deve essere.
Me:
'Sera.
Non so cosa ne sia uscito, dato che il momento prima mi piace e quello dopo no.
Regalatemi Louis, oggi ne ho veramente bisogno (come sempre in realtà).
A presto..baci.
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