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30 - In Riva al Lago Nero

Hogwarts. Giugno, 1976.

Sirius

Un piacevole tepore mi riscalda la pelle scoperta del volto e delle braccia. I raggi del sole si insinuano tra i rami del grosso faggio in riva al Lago Nero, creando frammenti di luce iridescente che si sparpagliano nell'aria.

Io e i miei amici ce ne stiamo pigramente bivaccati sotto l'ombra della chioma, al riparo dal calore estivo.

Devo ammetterlo, oggi il tempo è davvero splendido. Eppure non potrei essere di umore più nero. I demoni rabbiosi del mio animo mi perseguitano da giorni, rendendomi assai più aggressivo e collerico del solito. Persino i miei compagni se ne sono accorti. Moony, per esempio, non fa altro che lanciarmi di sottecchi occhiate ansiose, preoccupate, come se mi fossi trasformato di colpo in una bomba pronta a esplodere da un momento all'altro. Wormtail a fatica mi rivolge la parola, intimorito dalle mie eventuali risposte taglienti. L'unico a trattarmi come sempre è Prongs, il quale sembra essere più divertito che in apprensione per il mio malumore, limitandosi a parlarmi con vaga condiscendenza, in attesa che l'ombra misteriosa che mi ha incupito svanisca con la stessa rapidità con cui è apparsa.

Cosa assai difficile, dal momento che, da giorni, non faccio altro che rimuginare, macinare nella testa pensieri su pensieri. Tutta colpa di quella viscida serpe di mia sorella Alya. Ogni anno che passa diventa sempre più simile alla nostra odiosa madre, e sembra trovare parecchio spassoso rendermi la vita difficile. Ancora non le ho perdonato il dispetto che ha architettato ai danni di McKinnon. Nulla di grave, per fortuna. Marlene se l'è cavata con una lieve frattura al polso che Madame Pomfrey ha guarito in meno di un minuto. È stata più la beffa che il danno.

Ma il mio orgoglio ne è rimasto comunque ferito. Senza contare che quell'infida di Alya si ostina a proclamarsi innocente. Ha avuto persino la faccia tosta di riversare la colpa su Evans, accusandola apertamente di essere lei la persona che ha affatturato Marlene! Roba da matti... a volte credo seriamente che mia sorella sia davvero una stupida. Tuttavia, né il professor Lumacorno né la professoressa McGonagall le hanno creduto - tutti qui a Hogwarts sanno quanto Alya sia una vipera e, soprattutto, una bugiarda - e hanno avuto il buon senso di punirla. Una piccola soddisfazione personale che, però, non ha avuto il potere di lenire fino in fondo quel viscido turbamento che continua a gorgogliare nelle profondità più recondite del mio essere.

Il fatto è che non è stato solo l'incidente di Marlene ad avermi reso così nervoso ultimamente. Qualcos'altro insiste a pungolarmi l'umore, intridendomi i pensieri. Un sentimento spietato, che invano sto cercando di reprimere, il quale, puntualmente, si risveglia senza preavviso alcuno, pronto a trafiggermi il cuore, come le spine affilate di una rosa meravigliosa, ma al contempo intoccabile, irraggiungibile.

Il pensiero di Lily Evans non mi abbandona. L'immagine di lei, della sua pelle perfetta, dei suoi grandi occhi verdi, del suo sorriso così dolce e contagioso, riemerge crudele dal pozzo oscuro della mia mente e, per quanto io mi impegni ad ignorarla, essa non ne vuole sapere di lasciarmi in pace.

Ho tentato di distrarmi, di non dare ascolto al suono melodioso di quel nome che oramai si è trasformato in un chiodo fisso. Ho dirottato le mie attenzioni altrove, su Marlene McKinnon ad esempio, nel vano tentativo di ingannarmi, di convincermi che Lily Evans non rappresenti nulla d'importante per me.

Il rapporto nato di recente fra me e McKinnon non ha sortito l'effetto che speravo. A quanto pare, nulla è in grado di spazzare Lily Evans via dalla mia mente, nulla è in grado di impedirmi di pensare a lei, costantemente.

È il corpo di Lily che mi immagino di stringere fra le braccia, quando mi nascondo con Marlene in qualche anfratto buio del castello. Sono le sue labbra che desidero sfiorare, mordere e assaporare... Chiudo gli occhi e mi lascio inebriare dell'illusione di essere con Lily Evans, di baciarla fino ad esaurire il fiato, di stringerla forte a me, di affondare le mie mani nei suoi capelli rossi e permettere a quel suo dolce profumo di vaniglia, che sempre l'accompagna, di avvolgermi completamente, con la stessa delicatezza di una carezza.

Ma quando riapro gli occhi, l'illusione si spezza, il sogno si frantuma. La dura realtà mi ripiomba inevitabilmente addosso con violenza. È una realtà così crudele da apparirmi come una terribile maledizione, priva di rimedio.

Lily Evans piace a James, il mio migliore amico... e, per questo, non potrà mai essere mia. A tale pensiero, il mio animo gorgoglia, rigurgitando un alito intriso di rimorso e frustrazione.

Mi riscuoto tutt'a un tratto dai miei tormenti interiori, le mie orecchie hanno captato il suono vibrante e fastidioso di un ronzio. Si tratta del Boccino d'Oro che Prongs ha sgraffignato durante uno dei suoi allenamenti a Quidditch, e con cui ora si diletta a dare spettacolo di sé e del suo innato talento di Cercatore.

Con scarso interesse, lo guardo giocherellare col Boccino. James permette all'oggettino dorato di volare libero qualche istante, per poi riacciuffarlo con destrezza. Ripete tale azione diverse volte, mentre Wormy lo fissa incantato, con un'espressione che trasuda un'ammirazione fin troppo ostentata, quasi ridicola.

James libera il Boccino in aria, lo lascia allontanare una manciata di centimetri e, infine, lo riacchiappa, esibendosi in prese sempre più complesse e spettacolari. Di tanto in tanto, con una mano si scompiglia i capelli, lanciando occhiate furtive verso la sponda del lago, dove un gruppetto di ragazze ridenti e chiacchierine si rilassa, con i piedi nudi immersi nell'acqua fresca.

Mi basta un istante per riconoscere l'esile figura di Lily Evans, le linee delicate del suo profilo, i capelli rosso scuro che le ricadono morbidi e lucenti sulle spalle...

Il mio sguardo si inchioda di nuovo su James e avverto un moto di stizza pungermi come uno spillo aguzzo, mentre noto come il mio migliore amico gonfia il petto, fiero di esibire l'ennesima abile cattura del Boccino, solo per accaparrarsi le attenzioni delle ragazze. Peter trattiene il fiato entusiasta, prima di sciogliersi in un applauso eccitato.

«Mettilo via, dài!» sbotto irritato, incapace di tacere. «Prima che il nostro amico se la faccia addosso per l'emozione» mi affretto ad aggiungere, mentendo sul reale motivo del mio fastidio.

«Se ti dà fastidio...» replica James con condiscendenza, mentre s'infila il Boccino in tasca. Intanto, Peter arrossisce per l'imbarazzo, scoccandomi un'occhiata desolata.

Benché Prongs abbia smesso di mettersi in mostra, il senso di stizza ancora non mi abbandona e un sospiro insofferente mi sfugge dalle labbra.

«Che noia!» mi lamento, cercando di dirottare i miei pensieri su qualcosa che non riguardi Lily Evans, né i continui tentativi di James di catturare la sua attenzione. «Vorrei che fosse luna piena» dico, considerando quanto mi servirebbe una bella dose di adrenalina in questo momento, per scaricare la tensione.

«Tu forse» protesta svelto Moony, seduto contro il tronco dell'albero e con la faccia sepolta tra le pagine di un grosso libro di scuola. «Dobbiamo ancora fare Trasfigurazione. Se ti annoi, puoi interrogarmi» propone amabile, allungando il volume verso di me.

«Non ho bisogno di ripassare quella roba, so già tutto!» ribatto brusco.

«Questo ti tirerà su, Padfoot» bisbiglia James, compiaciuto. «Guarda chi c'è...»

Seguo con occhi avidi l'invisibile traiettoria disegnata dallo sguardo di Prongs, finché non incontro la sagoma scura e spigolosa di Severus Piton, appena emerso dall'ombra di una macchia di cespugli, poco distante da noi.

«Eccellente... Pivellus!» sussurro, fissando Piton come se lui fosse una preda succulenta ed io un cane a caccia. È proprio la scarica di adrenalina che stavo cercando!

Dopo esserci scambiati un'occhiata carica di complicità e un reciproco sorrisetto beffardo, James ed io ci alziamo in piedi e ci avviamo insieme verso il nostro stravagante compagno di Serpeverde.

«Tutto bene, Pivellus?» chiede James ad alta voce, attirando su di sé l'attenzione di Piton, il quale reagisce fulmineo, infilando una mano nella veste per estrarre la bacchetta.

Ma James è più veloce, i suoi riflessi di gran lunga più scattanti.

«Expelliarmus!» esclama deciso e la bacchetta di Piton guizza via, rotolando sul terreno.

Punto a mia volta la bacchetta contro Pivellus, ridendo di gusto. Se esiste un individuo che detesto anche più di mia sorella Alya, qui a Hogwarts, quello è senz'altro Severus Piton. Tutto di lui mi appare sgradevole, a partire dai suoi capelli unticci, fino alla sua fanatica ossessione per le Arti Oscure. Senza considerare l'inspiegabile amicizia che lo lega a Lily Evans. Ancora non mi spiego come Evans possa ritenere Piton un amico...

Un'ondata di rabbia m'investe, perciò mi costringo a non lambiccarmi su quest'ultimo dettaglio più del necessario, fingendo che non abbia niente a che vedere con il ribrezzo che Piton mi suscita.

«Impedimenta!» recito, immobilizzando il Serpeverde unticcio prima che possa riappropriarsi della bacchetta.

Con deliziosa soddisfazione, guardo Piton crollare a terra, dimenandosi come un animale imprigionato da funi invisibili.

James mi rivolge un sorriso compiaciuto, facendomi intendere che ha apprezzato la mia mossa. Insieme avanziamo lenti verso Piton, con le bacchette alzate. Nel frattempo, un gruppetto di studenti curiosi getta occhiate in parte divertite, in parte preoccupate, al nostro indirizzo.

Avverto gli squittii entusiasti di Peter dietro le mie spalle, mentre con la coda dell'occhio mi accorgo dell'espressione seria e rigida di Remus. Ha ancora la testa china sul libro di Trasfigurazione, ma il suo sguardo è immobile, il volto granitico, che trasuda un tacito disappunto. Eppure, non si azzarda a intervenire, perciò mi concedo il lusso di ignorarlo e torno a dedicare la mia totale attenzione su Piton che ancora tenta di divincolarsi dalla fattura che gli ho scagliato.

«Com'è andato l'esame, Pivellus?» domanda James, con voce amabile.

«Lo tenevo d'occhio» intervengo, determinato a spalleggiare il mio migliore amico. «Aveva il naso incollato alla pergamena. Con tutto l'unto che ci avrà lasciato, non riusciranno a leggere una parola».

Uno scroscio di risate si leva dalla piccola folla di curiosi che sta assistendo alla scena. D'altronde, James ed io non siamo gli unici a detestare Severus Piton qui a scuola.

Ma il nostro caro compagno di Serpeverde pare non apprezzare la mia ironia. Scocca sia a me che a James uno sguardo saturo di odio, per poi mugugnare a denti stretti:

«Aspetta... tu» ansima minaccioso, rivolto a Prongs. «Aspetta... e vedrai!»

«Aspettare cosa? Che cosa farai, Pivellus, ci userai per soffiarti il naso?» rintuzzo io, con sdegno.

Un torrente di maledizioni sgorga dalla bocca di Piton. Incantesimi che si rivelano inutili, dato che la sua bacchetta giace a metri di distanza.

James si acciglia e gli getta un'occhiata carica di disprezzo. Essendo permaloso di natura, ha sempre mal sopportato gli insulti.

«Faresti meglio a lavarti la lingua... Politio

Un secondo dopo, una schiuma densa e rosa scaturisce dalla bocca di Piton, il quale inizia a gorgogliare, a rantolare...

«Lasciatelo STARE!»

Una voce fin troppo familiare sopraggiunge all'improvviso, colpendomi alla schiena come il fendente gelido di una spada.

James ed io ci voltiamo di scatto. La mano del mio migliore amico si muove rapida ad arruffargli la chioma bruna e ribelle.

Lily Evans è in piedi davanti a noi e ci fissa entrambi con una rabbia e un disgusto che raramente le ho visto indosso. Un disgusto così intenso da farmi vergognare di me stesso seduta stante.

James deve pensarla diversamente, perché le chiede disinvolto, per nulla turbato:

«Tutto bene, Evans?»

Ma Evans ignora bellamente la domanda. I suoi occhi smeraldini si assottigliano feroci, prima di ripetere, implacabile:

«Lascialo stare. Che cosa ti ha fatto?»

James scrolla le spalle, mentre gli angoli della sua bocca si arcuano in un ghigno perfido.

«Be'...» dice, fingendo di ponderare la questione. «È più il fatto che esiste, non so se mi spiego...»

Esplodono altre risate che vanno a riempire l'aria già gravida di tensione attorno a noi. In un'altra occasione avrei sghignazzato anch'io insieme a Prongs, ma lo sguardo furente di Lily mi induce a soffocare sul nascere quest'istinto. Le lancio un'occhiata vagamente desolata, ma lei non ricambia. I suoi occhi, dardeggianti di rabbia, sono fissi su James. Inspiegabilmente, la cosa mi rinfranca e m'infastidisce al tempo stesso.

«Ti credi divertente, Potter, ma sei solo un bullo arrogante e prepotente. Lascialo stare.» replica Lily gelida.

«Solo se esci con me, Evans» ribatte pronto James, con una faccia tosta in grado di stupire pure il sottoscritto. «Esci con me, e non alzerò mai più la bacchetta su Pivellus».

«Non accetterei nemmeno se dovessi scegliere fra te e una piovra gigante!» esclama lei indignata.

«Ti è andata male, Prongs» commento io spiccio, senza nemmeno rendermene conto. A malapena riesco a nascondere una nota di trionfo nella voce.

D'un tratto, avverto un fruscio sommesso alle mie spalle. Mi volto e vedo Piton avvicinarsi pericolosamente alla bacchetta.

«EHI!» grido, ma non faccio in tempo né ad agire né ad avvertire James.

Pivellus agisce con una rapidità impressionante. Afferra la bacchetta e, dalla punta, esplode un lampo di luce che colpisce James in faccia, fortunatamente di sbieco. Sulla guancia compare un taglio che gli schizza sangue sulla divisa.

James reagisce all'istante, ruota veloce su sé stesso e attacca Piton con una fattura che lo solleva in aria, a testa in giù. L'uniforme scolastica si affloscia verso il basso, mettendo in bella mostra le gambe rinsecchite del Serpeverde e un paio di mutandoni grigi.

Trattenere le risate, adesso, è del tutto inutile. Devo tenermi la pancia per placare i singhiozzi.

«Mettilo giù!» urla Evans, furiosa.

«Ai tuoi ordini» la canzona James con sarcasmo. Agita nuovamente la bacchetta all'insù, e Piton si accascia a terra. Cerca di rimettersi in piedi in fretta e contrattaccare James, ma stavolta non mi lascio prendere alla sprovvista, e lo anticipo esclamando: «Petrificus Totalus

Piton cade ancora sul duro terreno, rigido come uno stoccafisso.

«LASCIATELO STARE!» grida Lily, estraendo la bacchetta e puntandola dritta in faccia sia a me che a James.

Entrambi tentenniamo, fissandola preoccupati.

«Dài, Evans, non costringermi a farti una fattura» mormora James ansioso ed io ringrazio il cielo, in segreto, di conoscerlo abbastanza bene da sapere con certezza che sta bleffando. Se osasse anche solo sollevare la bacchetta di un millimetro contro di lei, potrei non rispondere di me stesso.

Persino Lily deve aver intuito la falsità insita nella blanda minaccia di Prongs, perché continua a ricambiarlo con nient'altro che un'espressione disgustata, per nulla intimorita.

«Allora liberalo!» lo incalza inflessibile.

James sbuffa stizzito, poi si volta verso Pivellus e, anche se visibilmente controvoglia, pronuncia il controincantesimo in grado di liberarlo dalla fattura.

«Ecco fatto» dichiara, con lo stesso tono deluso di un bambino a cui è stato tolto un gioco dalle mani. «Ti è andata bene che ci fosse Evans, Pivellus...»

Ma Piton non gli permette di terminare la frase:

«Non mi serve l'aiuto di una piccola schifosa Sanguemarcio

Il mondo, per la frazione di un secondo, pare congelare. Vedo Lily trasalire. La mente mi si annebbia, i pensieri e il mio buon senso in un colpo svaniscono. Sento la rabbia esplodere, il sangue mi sale alle testa, le tempie mi pulsano con ferocia. Le dita della mia mano si stringono avide attorno all'impugnatura della bacchetta; sono già sul punto di scagliare su quel viscido verme di Piton un incantesimo, qualcosa di tremendo, di doloroso, qualcosa che lo faccia soffrire... Ma il suono della voce di Lily mi raggiunge e, fortunatamente, mi blocca, impedendo alla mia ira di erompere come lava eruttata da un vulcano.

«Molto bene» dichiara lei con freddezza «Vuol dire che in futuro non mi prenderò la briga di aiutarti. E se fossi in te mi laverei le mutande, Pivellus».

Un moto di orgoglio mi invade nell'udire pronunciare tali parole. Sorrido compiaciuto e sento il mio spirito galvanizzarsi all'istante, nel momento in cui Lily si rivolge a Piton con lo stesso nomignolo che James ed io gli abbiamo affibbiato.

Cerco avido il suo sguardo, nella speranza che si accorga della fierezza con cui io la stia ammirando. Ma, ancora una volta, James si intromette:

«Chiedi scusa a Evans!» ruggisce su Piton, alla stregua di un prode cavaliere pronto a difendere l'onore della sua dama.

Ma è come se Prongs avesse gettato benzina sul fuoco, facendo infuriare Lily ancora di più. Dopotutto, non è lei ad aver bisogno di essere difesa. È perfettamente in grado di tenere testa a uno come Piton senza l'aiuto di nessuno. Mi chiedo come faccia James a non comprenderla...

«Non voglio che mi chieda scusa perché l'hai costretto tu!» tuona lei, infatti, ancora più indignata. «Siete uguali, voi due!»

«Che cosa?» sbotta James offeso. «Io non ti avrei MAI chiamato una... tu-sai-come!»

«Sempre a spettinarti i capelli perchè ti sembra affascinante avere l'aria di uno che è appena sceso dalla scopa, sempre a esibirti con quello stupido Boccino e a camminare tronfio nei corridoi e lanciare fatture su chiunque ti infastidisca solo perché sei capace... sei così pieno di te che non so come fa la tua scopa a staccarsi da terra! Mi dai la NAUSEA!».

E dopo tale sfuriata, Lily ci volta le spalle e se ne va, correndo.

«Evans! Ehi, EVANS!» le grida dietro James, inutilmente. Lily non si ferma.

«Ma che cos'ha?» bofonchia il mio amico, scuro in viso per la sconfitta.

«Leggendo fra le righe, Prongs, direi che secondo lei sei un po' presuntuoso» constato, tentando per la seconda volta di non mostrarmi compiaciuto.

Getto una fugace occhiata verso Lily, ormai lontana, ridotta a niente meno che un puntino indistinto all'orizzonte. Un senso di profonda vergogna mi lambisce le viscere, mentre la osservo allontanarsi... Impotente, non posso fare a meno di chiedermi quale sia la sua opinione su di me, se mi vomiterebbe addosso le stesse parole intrise di disgusto che ha riversato su James...

Rabbrividisco, conscio di quanto potrebbe ferirmi la risposta. Non voglio sapere cosa Lily Evans pensa sul mio conto. Non voglio sapere quanto profondamente mi disprezzi. Dopotutto, non dovrebbe nemmeno importarmene.

Perché, per quanto intensamente la desideri, Lily Evans non potrà mai essere mia.

Nota Autrice:

Eccomi di nuovo qui :D!
Ho scritto questo capitolo di getto, quasi interamente in una giornata.

Come aveva già giustamente intuito qualcuno, questo capitolo narra la stessa scena della "puntata" precedente, ma attraverso il POV di Sirius. Un punto di vista che mi fa tribolare abbastanza, per quanto è complesso.

Come sempre, spero di essere riuscita a renderlo al meglio e il più plausibile possibile.

Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti ;).

Intanto, vi ringrazio infinitamente per il vostro sostegno e le vostre letture♡♡!!

Alla prossima^^
~Vale

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