Teresa,
Io
Che scrivo una lettera
A te.
Strano, no?
Già. Probabilmente anche ci fosse una remota possibilità per te di leggerla, la butteresti, solo vedendo il mio nome. Non ti sono mai stata molto simpatica. Il perché è abbastanza evidente sia a me che a te. Siamo simili, molto più di quanto vorremmo. Entrambe abbiamo lavorato per la C.A.T.T.I.V.O., entrambe ci siamo pentite di averlo fatto. Entrambe abbiamo lottato per ciò che credevamo giusto, in modi diversi. Entrambe siamo immuni. Entrambe provavamo qualcosa per Thomas. Ma tu sei morta, io no.
Non è una presa in giro, non mi prenderei mai gioco di una persona deceduta, nemmeno di te, non sono così cattiva.
Anzi in qualche modo ti stimo. Nonostante Thomas ti "odiasse", alla fin fine, eri sempre nei suoi pensieri, figuriamoci adesso che ti sei sacrificata per lui.

Ti chiederai perché io ti stia scrivendo. Non mi voglio scusare con te, né voglio che tu lo faccia con me. Non ne ho bisogno. Anche se comunque non puoi più scusarti.
Voglio che tu sappia una cosa.
È una specie di modo per mettere una pietra sopra a tutto quest'odio tra di noi.
Forse queste non sono le parole migliori da usare. Perdonami. Non volevo prendermi gioco di te.
Ok, forse solo un pochino. Comunque...

Thomas amava te, non me.
Non so se fosse un amore come quello che c'è tra me e Jorge, che è un amore fraterno, nato dal fatto che non avevo nessun altro. Un sentimento vero, ma nato quasi per convenienza. O se fosse un amore come quello nelle storie, romantico. Fatto sta che ti amava tanto. Ti ama ancora, nonostante tutto.
Eri, sei e sarai la sua migliore amica.
Quello che è nato tra di voi prima del Labirinto non può essere sostituito, né cancellato. In qualche modo, pur avendo perso tutti i suoi ricordi, non si è mai veramente dimenticato di te.

Quando io e lui siamo rimasti soli nella Zona Bruciata, non credo te ne abbia mai parlato, molto probabilmente non l'ha fatto, siamo finiti in una specie di festa.
Uno schifo a base di droga, alcool e persone che vogliono passare, sballandosi, gli ultimi giorni della loro sanità mentale e altro schifo. Lì ci hanno fatto bere qualcosa, non so bene che cosa fosse, fatto sta che ci siamo rincaspiati (così dicevate voi, no?) il cervello anche noi. Ci siamo messi in mezzo alla folla, a fare qualcosa di simile al ballare, e l'ho baciato.
Thomas mi piaceva tanto, un po' credo gli piacessi anche io, ma non tanto quanto te. Ho provato, presa anche da quella bevanda strana, sperando in qualcosa di positivo. Non che lui abbia reagito male. Non mi ha spintonato, picchiato o urlato contro, anche sotto l'effetto di droga o qualsiasi cosa fosse è stato gentile. Ha detto una cosa però, non penso sapesse che lo riuscivo a sentire: - Non sei lei. Non sarai mai lei -
Con quel tono di voce come se provasse a chiedermi scusa.
Ci sono rimasta male, anzi "rimasta male" è un eufemismo.
L'ho odiato, perché indirettamente mi stava dicendo che non ero perfetta come te, non ero bella, simpatica, intelligente come te, non lo capivo quanto te. L'ha detto anche lui: io non ero, non sono e non sarò mai Teresa.
Ti ho odiata.
Avrei seriamente voluto vederti morta, anche se quasi non avevo idea di chi fossi, non aveva detto il tuo nome, ma potevo capire bene di chi parlasse. Un po' ti odio anche ora.
Ma di certo non avrei voluto che morissi, non è colpa tua, né di Thomas, i sentimenti non si controllano.

Quindi nulla, addio Teresa.

Brenda

*Qualcosa*

SONO TORNATA.
So che non aspettavate altro.
Bramavate solo e soltanto il mio ritorno. Io lo so. 
Bene, vi lascio con un po' di felicità (più o meno) poco prima dell'inizio della scuola.

Ringraziatemi dopo.

Angel