ANOTHER NEWTMAS STORY.
- No! Assolutamente, NO. - sbottò Newt vedendo l'invito che Thomas gli aveva porso.
- Dai Newt! È una festa di capodanno in Maschera! - controbatte Thomas incrociando le braccia al petto mentre squadrava il suo migliore amico stravaccato sul suo letto dal piumone blu, della sua camera.
In tutta risposta il biondino sbuffò stremato, a volte non lo sopportava proprio. Soprattutto lo odiava quando insisteva sulle feste. Newt non era un animale da festa. Preferiva stare davanti al camino sotto le coperte sommerso o da libro o sdraiato sul divano a godersi i suoi anime o le sue amate serie TV.
- Dai Newt! Non ti ho mai chiesto niente! Inoltre ho già comprato la maschera - lo pregò ancora, e, con sua grande sorpresa vide il biondino ridere.
- E sapere che hai comprato già la maschera come può convincermi, esattamente? - chiese lui alzandosi sui gomiti per poter scrutare meglio il moro appoggiato allo stipite della porta.
- Così sai che ho speso soldi. So che odi gli sprechi. - ed era vero, Newt odiava lo spreco di ogni cosa. Soprattutto dei soldi.
- Ma non puoi chiedere, che so? A Teresa, Minho, Brenda? - fece Newt ormai completamente seduto compostamente sul letto.
- Già fatto e la compagnia è già al completo. Manchi tu! Se non vieni tu non vado io. Se non vado io, non va Brenda. Se non va Brenda, non va Minho. Se non va Minho non viene Teresa. Se non viene Teresa non viene Alby. E così via... Sei il nostro collante Newt! Se non ci sei tu, non c'è il gruppo ALPHA di noi ragazzi. - le parole uscirono peggio del Nilo in piena dalla bocca di Thomas, che Newt, capì soltanto 'Manchi tu!' e ' il nostro collante' poi, si è perso nella catena di evenienze che potrebbero o no succedere.
- Ci farò un pensierino ma non sono sicuro.- dichiarò 'il collante' alla fine facendo esultare il moro che era tornato a casa sua, ma mentre lasciava casa Sangster urlò:
- AH, FINO ALLA FESTA IO NON VEDRÒ LA TUA MASCHERA E TU NON VEDRAI LA MIA! -
***
Newt quella notte non chiuse occhio, rimase lì, sul suo letto. Inerte mentre i secondi, i minuti, forse anche le ore passavano senza che lui se ne accorgesse. Troppi pensieri lo tormentavano. La festa. La scuola. Il weekend. La partita che aveva domenica pomeriggio. I suoi amici.
E, lì, pensò ad una cosa.
Ma io, voglio una fidanzata? O un fidanzato?
Fu lì che Newt non trovò una risposta perchè finalmente il sonno fece abbassare le palpebre sui suoi occhi marroni, mentre la sua testa, stanca di pensare, si spense per alcune ore.
Per fortuna oggi è sabato, pensò il biondo alzandosi, stranamente, di buon umore.
Sceso dal suo letto caldo fece stretching con il suo gatto, a gara per chi si stiracchiava di più.
Sbadigliando barcollò fino al bagno, dove, davanti alla sua immagine riflessa quasi si spaventò.
Aveva il viso pallido e stanco, due enormi borse sotto gli occhi si erano formate per la mancanza di sonno e i capelli erano sparati in diverse direzioni.
Buongiorno. Pensò, sorridendo al suo riflesso.
Scese con troppa tranquillità le scale e, mentre aveva la testa tra le nuvole, si dimenticò di un gradino.
Si preparò psicologicamente alla caduta che venne però fermata da due braccia che l'avevano preso giusto in tempo.
Newt alzò lo sguardo ed incontrò un viso cosparso di nei e due occhi marroni che lo fissavano divertiti.
- Ciao, sono intervenuto al momento giusto. - fece Thomas tenendo ancora sia gli occhi che le braccia esattamente dov'erano. Newt sentì il viso avvampare. Si spostò velocemente ed entrò in cucina, dove aprii il frigo in cerca di una colazione decente.
- Potresti almeno ringraziarmi. - iniziò Thomas - sai, ti ho salvato da una brutta caduta. - e fece scendere lo sguardo lungo la figura snella di Newt soffermandosi forse un po' troppo verso il basso ventre.
- Grazie, scusami sono un po' perso nei miei pensieri. - disse il biondo dandosi uno schiaffo sulla fronte. - Come mai qui? - chiese infine, girandosi verso Thomas che si riprese da una specie di trans.
- Come, scusa? -
- Sei incredibile, ti ho chiesto come mai sei qui! - sbottò infine alzando le braccia al cielo.
- Ieri ho dimenticato il telefono qui, sto aspettando una telefonata importante. - spiegò tenendo lo sguardo basso fino all'ultima affermazione
- Colloquio di lavoro? - domandò Newt mangiando un cucchiaio di cereali col latte
- No, quella di una ragazza. - rivelò e Newt sputò tutto quello che stava per ingoiare.
Il moro iniziò a ridere sguaiatamente sotto lo sguardo omicida del biondino che lo squadrava da testa ai piedi, unendosi, infine, alla sua risata travolgente.
- Che bella notizia amico! - si congratulò lui, anche se si sentiva un po' strano, perchè non gli aveva detto niente?
- Si, beh, non so se sarà una cosa importante. - confessò Thomas torturando le sue povere mani.
- Senti, Thomas - fece Newt appoggiando le mani sulle spalle dell altro per far coincidere e legare i loro sguardi - se stai aspettando quella chiamata, vuol dire che è importante. Se sei in ansia o preoccupato è importante, caspio! Non lasciarti abbattare sul nascere Thomas, sii forte e abbi coraggio. Se davvero ti piace fai ciò che ti senti. -
Mentre Newt parlava Thomas lo esaminava pensando a quanto morbidi fossero i capelli del biondo, a quanto profondi fossero i suoi occhi, a quanto le sue sottili labbra si muovevano mentre parlava e pensò che fossero così morbide da morderle e... ASPETTA.
Thomas pensò solo adesso cosa provava. Avrebbe fatto ciò che gli aveva detto Newt. Avrebbe fatto, ciò che sentiva.
Spazio meh:
Please don't kill me.
Date la colpa agli inventori di HAIKYUU o a quelli della scuola.
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