VIII. Freccia di Luna
Nico non era mai stato a Salem.
Conosceva le voci che giravano su quella città, sui processi di stregoneria che erano avvenuti durante la caccia alle streghe.
Non sapeva se le streghe per come le vedeva il mondo cristiano esistessero davvero, ma sinceramente non si sarebbe sorpreso.
Sarebbe stato un po' da ipocriti sorprendersi, in realtà, in quano figlio di un dio greco.
Dopo aver fatto il viaggio nell'ombra ed essere svenuto, Nico si era risvegliato perchè Percy e Annabeth lo stavano scrollando sorridendo come degli invasati.
E poi aveva visto lo squarcio di cielo e un sorriso era spuntato pure sulle sue labbra.
E avevano scoperto di essere in Pensylvenia.
"Circe aveva detto che tu hai un legame più profondo con il labirinto" disse Annabeth, ad un certo punto "ma non riesco a capire perchè"
Erano seduti in un bar al centro della città, per poter parlare in pace.
Il loro tavolo era in un angolo appartato del locale, da un punto nel quale potevano vedere chiunque entrasse o uscisse.
"Non potremo più viaggiare nell'ombra, è troppo pericoloso" disse Percy "il labirinto è più forte di te, Nico"
Nico cominciò a torcersi le dita in grembo, rimuginando.
Quasi non si accorse della cameriera che li aveva serviti, posando sul tavolo tre tazze di cioccolata fumante.
Annabeth racchiuse la sua con le mani, per scaldarsele.
"Minosse ti sta controllando" soggiunse "è l'unica spiegazione"
Incrociò il suo sguardo.
"Circe ha detto che lui controlla il labirinto, qundi controlla anche te"
"Ma non ha senso" ribattè Percy "voglio dire, com'è possibile? Nico e Minosse non hanno nulla in comune"
Il figlio di Poseidone si rese improvvisamente conto di quello che aveva detto e di quanto fosse sbagliato.
Nico e Minosse avevano un passato comune.
Il figlio di Ade ricordava i giorni sotto la guida del re cretese, quando lo aveva imbrogliato facendogli credere che avrebbe potuto riportare in vita Bianca – o per lo meno rivederla un'ultima volta.
"Non mi sta controllando come l'ultima volta" si costrinse quindi a dire "l'ultima volta ero cieco. Ma ora non più. Il controllo che il labirinto – o Minosse – ha su di me è diverso. È magico"
"Forse quando cercavi di evocare Bianca lui è riuscito a creare un collegamento con te, un legame" continuò la figlia di Atena.
Nico sentì il campanello della porta suonare, segno che qualcuno era entrato.
"Non so, Annabeth" rispose "non riesco nemmeno a capire come possa essere vivo... o qualsiasi sia il suo status attuale. La domanda è: perchè non è nel regno di mio padre?"
Un brivido gli percorse la schiena.
Sentiva che qualcosa non andava, in quel posto.
Come una presenza.
Si strinse nel suo giaccone da aviatore, ancora troppo grande per lui.
"Forse qualcuno si diverte a far uscire le persone dagli Inferi" disse Percy, quasi scherzando "è mai successo? Nelle antiche storie, intendo"
Guardò Annabeth, ma lei scrollò le spalle portandosi alle labbra la tazza.
"Non che io ricordi" disse, poi sospirò "forse dovremmo chiedere aiuto a Chirone. Inoltre, la profezia mi preoccupa: Quando il giorno e la notte saranno equivalenti/Al Campo gli ultimi stenti. Minosse attaccherà il campo tra esattamente tre giorni, la notte dell'equinozio di autunno. E noi siamo da tutt'altra parte rispetto a Long Island. Perchè la profezia ci ha mandati qui? Non ha senso"
"Quando mai le profezie hanno senso?" replicò il figlio di Poseidone.
"E poi non capisco nemmeno il verso che riguarda un'amica che si mostrerà. Forse Circe che si è rivelata come nostra alleata? Oppure... oh dei"
Annabeth rimase in silenzio per un istante.
"Abbiamo un problema" decretò "Minosse ci ha trovati"
Nico si voltò di scatto, giusto in tempo per vedere un non morto al bancone che si voltava a guardarlo.
"Direi che è il momento di filarcela" Percy si alzò in piedi.
Il figlio di Ade lasciò una banconota sul tavolo, mentre il figlio di Poseidone lo guardava come a dire "Ti pare il momento? Stiamo per morire!"
Ma lui era pur semrpe un ragazzo rispettoso delle leggi e sua madre lo aveva educato a pagare sempre.
I tre si diressero verso l'uscita sul retro, immaginando che altri compari del non morto li aspettassero fuori da quella principale.
Peccato si fossero sbagliati.
"Siamo circondati" disse Annabeth, estraendo il suo pugnale di bronzo.
Un intero esercito di non morti era appostato proprio dietro il bar, le armi sguainate e i ranghi serrati.
Percy tolse il cappuccio alla sua penna e Vortice si estese in tutta la sua lughezza.
Anche Nico lo imitò, sguainando la sua spada di ferro dello Stige.
"Sono troppi" continuò la figlia di Atena "e noi siamo solo in tre"
"Posso farcela" disse Percy.
Lei si voltò a guardarlo di scatto.
"No" ribattè, gli occhi grigi scuriti "lo sforzo potrebbe ucciderti, nonostante la benedizione di Achille"
"Annabeth ha ragione" Nico non aspettò la reazione di Percy, voltandosi verso l'esercito "Minosse non ha nemmeno il coraggio di presentarsi lui stesso? Ha così paura di tre semidei?"
Quello che pareva il capo, Thalos, fece un sorriso lugubre.
"Il nostro re ha cose più importanti, Nico di Angelo" disse "e non preoccuparti, voi siete solo mosche fastidiose che gli ronzano intorno"
"Cosa ne diresti se questa mosca evocasse un esercito di veri morti, soldato? Un esercito che sarebbe il doppio di voi?"
Thalos rabbirividì.
"NO! Ti prego, potente figlio di Ade!" fece per raggomitolarsi su se stesso, come se fosse terrorizzato "Non farlo!"
Gli sembrava troppo facile, ma Nico aprì lo stesso le braccia, i palmi delle mani rivolti verso l'alto.
"È una trappola Nico!" gridò Annabeth "Fermo!"
"Si, Nico, è una trappola" Thalos si rialzò, imitando la voce della figlia di Atena e roteando gli occhi "Ma davvero sono così bravo a recitare? Per gli dei, avrei dovuto fare l'attore invece che il soldato. Mi pare ovvio che se evochi i tuoi guerrieri fantasma si rivolterebbero contro di te, come il viaggio nell'ombra"
Lo squadrò.
"A te la scelta, figlio di Ade. Puoi sempre morire per mano degli stessi fantasmi agli ordini di tuo padre oppure per dei soldati cretesi. Per me è indifferente, anche se mi divertirei a uccidervi tutti"
Percy scelse l'effetto sorpresa, partendo all'attacco con Anaklusmos puntata.
Come soldati perfettamente sincronizzati, l'esercito cretese si mosse verso i tre semidei.
Nico menò affondi e fendenti, ma sapeva già in partenza che non avevano speranze.
Ogni volta che che ne colpiva uno, il non-morto scompariva diventando cenere per qualche istante, ma poi ritornava a formarsi.
Era come un ciclo infinito, un circolo vizioso dal quale non sarebbero mai usciti.
In poco tempo, i tre semidiei si ritrovarono accerchiati.
"E ora cosa facciamo?" chiese Percy, che aveva un un brutto taglio su una guancia "Sapientona, sei tu la mente"
"Be' la mente non ha idee in questo momento!" replicò Annabeth, stringendo più forte il suo pugnale "Ci servirebbe un aiuto"
"Devo evocare i morti, è l'unico modo" disse Nico "preghiamo che stiano dalla nostra parte"
Chiuse gli occhi, concentrandosi.
E all'improvviso sentì un sibilo fendere l'aria.
Aprì gli occhi di scatto, giusto in tempo per vedere dozzine di frecce argentee che volavano perfettamente allineate verso l'esercito di non morti.
Lo stomaco di Nico fece una capriola – anche se non sapeva se fosse positiva oppure no.
"Le Cacciatrici!" esclamò Annabeth "Grazie agli dei"
I non morti divvenero polvere e questa volta così restarono, venendo rispediti negli Inferi.
Solo Thalos era stranamente sopravvissuto alle frecce.
"Non finsice qui, figlio di Ade" lo avvertì "Minosse avrà la sua vendetta"
Poi scomparve nel nulla.
"Quanto lo odio" borbottò Nico, a bassa voce.
Poi si voltò e vide che una ragazza con dei corti capelli neri e gli occhi di un azzurro elettrico si stava avvinando a loro.
"Sono così felice di vederti" disse Annabeth "tu non ne hai idea"
Talia Grace sorrise.
***
Venne fuori che le Cacciatrici possedevano un hotel nel centro di Salem
Si chiamava, ovviamente, Freccia di Luna, ma alla vista dei mortali pareva come un abergo completamente dismesso e cadente a pezzi.
Era il centro operativo delle Cacciatrici e possedeva un numero esagerato di camere.
Talia si era gentilmente offerta di dare una mano ai suoi amici, che avrebbero passato lì la notte e riflettuto su come sconfiggere Minosse.
"Ho scoperto che le Cacciatrici hanno un sacco di rifugi come questi in giro per gli Stati Uniti, per non farsi trovare mai impreparate" stava dicendo, mentre Annabeth, Percy e Nico la seguivano "sono davvero comodi"
"Mi ricordano i nostri rifugi" osservò Annabeth "sai, quelli che io, te e Luke costruivano per aiutare altri semidei"
La Cacciatrice si limitò ad annuire, ma sembrava essere diventata più pallida e aver aumentato il passo.
"Forse non avrei dovuto nominare Luke" sussurrò Annabeth a Percy.
"Come ha preso la sua morte?"
La figlia di Atena lanciò uno sguardo a Talia, che era poco più avanti di loro, seguita da Nico.
"Non so cosa sarebbe stato meglio" ammise "che fosse stata lì quando Luke è morto oppure quanto è successo. Le si è spezzato il cuore"
"Ehi io lo so che è difficile anche per te, davvero" il figlio di Poseidone le mise una mano sulla spalla "sei stata così forte da un mese a questa parte"
Annabeth fece un respiro tremante.
È l'unico modo che ho per restare tutta intera, avrebbe voluto dire, essere forte e fingere che vada tutto bene è l'unico modo per non cadere a pezzi.
Ma non lo disse, perchè sapeva che Percy si sarebbe preoccupato.
E in quel momento non poteva dargli altre preoccupazioni.
Salirono una rampa di scale, ritrovandosi in un corridoio dalle pareti color porpora.
"Come vanno le cose al Campo?" chiese Talia, per cambiare argomento.
Annabeth non vedeva l'ora di potersi fare una doccia, per togliersi la cenere del labirinto e la puzza dei non morti.
"Ci sono stati diversi attacchi, sempre ad opera di Minosse" spiegò quindi "è per questo che siamo partiti per questa impresa"
Lei annuì, lanciando un'occhiata veloce come il vento a Nico che se ne stava sulle sue, le mani in tasca e le spalle curve.
La figlia di Atena sapeva che dveva essere difficile per una persona orgogliosa come lui accettare l'aiuto delle persone che gli avevano portato via sua sorella.
"State attenti" li mise in guardia "Artemide ci ha raccontato un sacco di storie su Minosse. È un uomo perfido, meschino e non so cosa aspettarmi, sinceramente"
Sospirò.
Annabeth aveva notato il suo indugio sul nome della dea della caccia.
"Talia" le posò una mano sulla spalla "cosa succede?"
Talia si sfiorò il cerchietto argenteo posato sui capelli scuri.
"La nostra signora è strana, ultimamente" disse "come se... non saprei dirlo. Non la vediamo dalla fine della guerra contro Crono ed è strano. Non è mai stata così tanto assente. Di sicuro si tratta di qualcosa di importante, non ne dubito, però continua ad essere strano"
Percy lanciò un'occhiata ad Annabeth, prendendola per mano.
"Ci sono solo cose strane nella nostra vita" commentò lui.
La figlia di Zeus gli sorrise, voltandosi a guardarli.
Poi riprese il cammino, quando all'improvviso si fermò di scatto.
"Ehi aspettate un attimo" si voltò di nuovo, le braccia conserte e lo sguardo puntato sulle loro mani intrecciate "Oh dei! State insieme?!"
Annabeth arrossì di scatto.
Non aveva assolutamente pensato al fatto che l'amica non sapesse nulla di lei e Percy.
"Era ora! E com'è che io sono l'ultima a saperlo? Solo perchè porto avanti una politica anti-ragazzi non significa che non possa essere felice per voi!" puntò i suoi occhi azzurro elettrico sulla figlia di Atena "Voglio tutti i dettagli"
"Oh dei" mormorò Percy, rosso come un peperone anche lui.
"Io prendo questa stanza" sbottò ad un certo punto Nico.
Come una scheggia si chiuse la porta di una stanza alle spalle, facendola sbattere.
"Ma che gli è preso?" fece Talia.
"È stata una giornata dura per tutti" disse Percy, felice di cambiare argomento "anch'io vorrei andare a dormire"
Annabeth annuì.
Il volto della figlia di Zeus si pietrificò per un istante, come se avesse appena realizzato una cosa.
"Ehm... c'è un piccolo problema" disse "vedete, c'è solo un'altra camera libera"
Il figlio di Poseidone scoppiò a ridere.
"Andiamo, ce ne sono a centinaia!"
Talia scosse la testa.
"No, fidati, non vuoi sapere cosa ci sia in quelle altre camere" ribattè.
Guardò Annabeth.
"Pensavo di far dormire Percy e Nico insieme, e tu nell'altra camera ma visto che Nico ormai si è già chiuso dentro..."
Non finì la frase.
"Oh"
La figlia di Atena sembrò ralizzare con estrema lentezza ciò che quella situazione implicava.
"Ehm okay" guardò Percy "d'accordo. Per me va bene, se va bene anche per te"
"Come vuoi tu" rispose "ma sì, voglio dire, quante volte abbiamo già dormito insieme?"
Talia arrossì fino alla punta dei capelli.
"Per Zeus! Okay non voglio sapere nessun particolare, ora!"
"No, aspetta, non intendevo..."
"Ciao!"
La figlia di Zeus sparì in un istante.
"Ho fatto un casino" mormorò Percy "oh dei, credi che abbia capito che io e te..."
Annabeth arrossì.
"Può darsi" balbettò "ehm mi sa proprio di sì... ecco, io direi di aprire la porta"
Posò la mano sulla maniglia, fermandosi di blocco.
Si voltò a guardare lentamente il figlio di Poseidone.
Per un istante non accadde nulla, come se Crono fosse ancora con loro e avesse usato i suoi poteri per congelare il tempo.
Poi, fecero la cosa più facile di questo mondo, che per un istante fece pensare loro che forse avrebbero potuto essere felici, che forse potevano ancora vivere una vita normale, che forse erano ancora dei semplici ragazzi.
Scoppiarono a ridere.
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