//Capitolo 9
You're my end and my beginning, even when I lose, I'm winning
Cause I give you all of me And you give me all, all of you
Cards on the table We're both showing hearts Risking it all though it's hard
(John Legend - All of me)
Warning: smut
«Harry, io devo portare questi scatoloni in magazzino. Aspetta le otto, poi se non c'è più nessuno in negozio puoi anche staccare» Disse Liam distrattamente, sollevando alcune scatole di cartone.
«Signor sì capo. Ma spero che tu ti fermi lì solo per posare quelli» Rispose Harry con un sorriso, mentre usciva da dietro il bancone. «L'ultima volta che hai detto così ti ho trovato inginocchiato davanti a Zayn»
Liam, il fratellastro di Niall e proprietario della libreria, gli fece la linguaccia e sparì nel retro del negozio.
Controllando che non ci fossero persone da aiutare Harry si sedette dietro al bancone, recuperando dalla sua borsa a tracolla la sua vecchia copia di 'orgoglio e pregiudizio' e riprendendo a leggere da dove si era interrotto prima di arrivare a lavoro.
Lui era sempre stato un tipo romantico, in una perenne ricerca del suo principe azzurro—o del suo Mr Darcy, anche meglio—che però, sfortunatamente, non era ancora riuscito a trovare. Alla fine, lui chiedeva solo qualcuno che lo corteggiasse un po' prima di portarlo direttamente nel letto. Qualcuno che arrivasse con dei fiori e gli chiedesse di uscire a cena, qualcuno che lo portasse nel parco a passeggiare e lo baciasse sotto la pioggia.
I suoi pensieri vennero subito interrotti da un alto accento inglese dall'altra parte del bancone.
«E così adesso insieme alle copie di cinquanta sfumature di grigio vendete anche l'autentica mascherina usata da Christian nel film?»
«Già, e tu immagini quanta gente ha iniziato a comprarlo» Rispose Harry con un piccolo ghigno, mettendo il segnalibro tra le pagine e alzando gli occhi verso il suo interlocutore.
Louis era splendido. Non che di solito non lo fosse, ma in quel momento indossava un look total black, composto un paio di skinny jeans strappati al ginocchio, le solite vans ormai consumate e un'elegante giacca di pelle aperta su una polo altrettanto scura. I lisci capelli color caramello erano tirati su con del gel, lasciando libero il viso e mettendo in evidenza gli scintillanti occhi azzurri e le labbra fini.
«Oh, immagino eccome, io lo farei» Commentò Louis. «Le vendete anche sfuse?»
«Decisamente no» Rise Harry, spostando finalmente lo sguardo dal suo migliore amico, al quale era sbucato un sorrisetto compiaciuto, alla copertina del suo libro.
«Comunque cosa ci fai qui?» Chiese alzandosi a mettendosi dall'altra parte del bancone, con la scusa di controllare che non ci fosse nessuno nel negozio.
Louis ignorò la sua domanda. «Tra quanto stacchi?»
Harry guardò stranito l'orologio, le cui lancette segnavano le sette e cinquanta. «Dieci minuti, perché?»
«Oh bene... Perciò... Ti andrebbe di venire fuori a cena con me?» Chiese Louis con voce incerta.
Harry lo fissò con gli occhi sgranati, potendo vedere un lieve accenno di rossore che imporporava le gote del maggiore mentre questo balbettava esitante.
«Ah!» Esclamò Louis, interrompendo le sue riflessioni, come se si fosse appena ricordato di una cosa fondamentale. «Prima di arrivare qui sono passato davanti ad un fioraio e ti ho preso questi, spero ti piacciano»
Louis spostò le mani da dietro la schiena—dove le aveva tenute fino a quel momento—porgendo ad Harry un bellissimo mazzo di tulipani rossi e gialli, i suoi fiori preferiti.
'Qualcuno che arrivasse con dei fiori...'
«Oh Dio, Lou. Sono bellissimi!» Esclamò Harry, prendendoli in mano prima di stringere il suo migliore amico in un abbraccio. «Grazie mille»
«Ovvio che sono bellissimi, li ho scelti io» Ghignò subito l'architetto, stringendo i fianchi di Harry e appoggiando il viso sulla sua spalla, mentre il riccio alzava gli occhi al cielo.
«Comunque sono io a doverti ringraziare, Haz»
Sciolse piano l'abbraccio e Harry lo guardò con curiosità.
«Non mi hai ancora chiesto com'è andata da Cowell per il progetto, così te lo dirò io»
«In realtà stavo per chiedertelo» Disse Harry sulla difensiva mentre incrociava le braccia al petto. «Ma tu mi hai regalato dei fiori! Non credo che Louis Tomlinson l'abbia mai fatto, volevo assaporarmi il momento»
Louis scosse la testa alzando gli occhi al cielo, ma con un sorriso che gli illuminò il viso.
«L'hanno approvato! Quello che hai visto stamattina sul mio computer diventerà la nuova sede della New York University!»
«Oh mio Dio, Louis! E' fantastico!» Esultò il più piccolo. «Sono così fiero di te!»
E quella volta nessuno dei due ci pensò minimamente, si ritrovarono semplicemente stretti uno tra le braccia dell'altro, le loro labbra premute insieme. Louis prese subito del redini del bacio, appoggiò una mano al fianco di Harry per tenerlo stretto a sé e immerse l'altra nei suoi capelli, facendogli inclinare lievemente il capo in modo da poter approfondire il bacio. Harry rispose subito, aprendo le labbra e facendo scontrare le loro lingue delicatamente, in un bacio dolce.
«Ehm... Scusate ragazzi... Io dovrei chiudere il negozio» Disse una voce imbarazzata alle loro spalle, cogliendoli di sorpresa.
I due ragazzi si separarono come scottati, voltandosi subito verso Liam, che aveva le guance totalmente chiazzate di rosso e uno sguardo furbo, puntato su Louis.
«Poi sarei io quello che fa cose sconce nel magazzino, eh Harry?» Disse sarcasticamente, guardando i due ragazzi con le braccia incrociate davanti al petto.
«Poi sarei io il rompipalle sempre in mezzo, eh Liam?» Rispose a tono Louis, guardando male uno dei suoi migliori amici.
Liam alzò le mani in segno di resa, mentre mormorava un 'touché, bello'.
«Devo finire di mettere a posto un paio di cose in magazzino, quando torno non voglio vedere le vostre brutte facce»
Detto questo si voltò, tornando alla porta che portava al retro del negozio, mimando a Louis un 'Noi due dobbiamo parlare'.
«Bene, comunque ora dobbiamo festeggiare» Disse il maggiore, avvolgendo un braccio alla vita di Harry e facendogli sollevare lo sguardo sul suo viso. «Perciò, andiamo a cena?»
"... e che gli chiedesse di uscire a cena"
Harry gli sorrise e per un attimo Louis rimase totalmente incantato da quelle labbra così rosse a causa dei baci, che moriva dalla voglia di baciare ancora, ancora e ancora, fino a rimanere senza più in filo di aria nei polmoni.
«Andiamo a cena» Rispose il minore, raccogliendo la sua roba e mettendola nella borsa a tracolla, per poi prendere delicatamente in mano il mazzo di fiori che Louis gli aveva portato.
«Magari 'andiamo a cena' sarà il nostro sempre» Disse Louis, tenendo la porta del negozio aperta per far passare Harry.
«Storpia ancora una volta una citazione di John Green e ti spezzo le gambe»
«Wow, okay tigre» Rise il ragazzo dagli occhi azzurri, mettendosi le mani nelle tasche e facendo strada fino a Central Park.
Camminarono in silenzio, godendosi il profumo dei fiori nel parco e l'aria fresca, tipica delle serate estive, che iniziava ad arrivare in città. Erano entrambi completamente immersi nei loro pensieri, stimolati anche dalla tranquillità che regnava nel parco a quell'ora e dalla luce del tramonto, che dava quasi un tocco di magia.
«Vieni, devo assolutamente farti vedere una cosa» Disse Louis, prendendo Harry per mano e trascinandolo in una stretta via in mezzo a dei folti alberi, che in pochi minuti li portò davanti ad uno degli spettacoli più belli che il riccio avesse mai visto.
Erano sul marciapiede ai lati di una grande strada, appena fuori Central Park. Davanti a loro occhi si apriva lo stupendo scenario di due alti grattacieli di Manhattan, in mezzo ai quali si stagliava l'enorme palla infuocata, di un colore tra il rosso e l'arancione, che era il sole.
Harry non l'aveva mai visto così basso sull'orizzonte, tanto da poter sembrare terribilmente vicino. Continuò a stringere la mano di Louis mentre sussurrava. «Wow, Lou»
Prese la sua amata macchina fotografica dalla borsa a tracolla e scattò un paio di foto dello spettacolo che aveva davanti.
«Tutte le cose più belle meritano di essere ricordate» Disse a Louis, riponendo la macchina fotografica al sicuro nella sua borsa e tornando a guardare lo spettacolo davanti a sé. «E questo non è bellissimo?»
«Sì» Confermò subito il maggiore. «La cosa più bella che abbia mai visto»
Ed Harry si accorse di ciò che intendeva Louis quando, voltandosi a guardarlo, trovò quel paio di sfavillanti occhi azzurri puntati sul suo viso, anziché sul tramonto. Il maggiore sorrise quando lo vide arrossire e si affrettò a lasciargli un piccolo bacio a stampo.
«Su, andiamo a mangiare»
--
«Louis, amico mio! Come va?» Esclamò una voce allegra, appena entrarono nel grande locale. Louis si allontanò dal fianco di Harry, andando subito ad abbracciare il ragazzo.
«Ciao Luke! Io sto alla grande, tu?»
«Non c'è male, Tommo» Rispose quello che doveva essere Luke. «Ma dimmi, chi è la tua nuova conquista?»
«Luke, lui è Harry» Louis iniziò con le presentazioni «Hazza, lui invece è Lucas Hood. Veniva in classe con me»
«E così lui è il famoso Harold di cui mi parli sempre!» Esclamò Luke, squadrando il riccio da capo a piedi. «Avevi ragione Lewis, è veramente bello!»
Dopo le presentazioni Luke li fece accomodare ad un tavolo, lasciandoli finalmente soli, con i loro menù in mano e una birra fresca davanti.
«Sei decisamente troppo sexy, vestito così» Disse Louis, interrompendo il silenzio che si era creato tra i due, lanciando uno sguardo alla svolazzante camicia bianca di Harry, con delle piccole ancore blu raffigurate qua e là, che lasciava in mostra fin troppa pelle.
«La cameriera ti sta fissando da quando siamo entrati. Si è già messa tre chili di rossetto sulle labbra» Gli comunicò, infastidito.
«Può mettersi tutto il rossetto che vuole. Rimango comunque gay» Rispose Harry tranquillamente, chiudendo il suo menù e appoggiandolo sul tavolo.
«Uhm uhm» Fece Louis, non troppo convinto. «Ordiniamo?»
«Ordiniamo»
«Magari 'ord-»
«Finisci la frase e giuro che è l'ultima cosa che fai» Lo minacciò Harry, puntandogli un dito contro e cercando di sembrare serio, mentre in realtà si stava trattenendo dallo scoppiare a ridere.
Alla fine presero entrambi un panino e delle patatine, che arrivarono davanti a loro caldi e profumati appena cinque minuti dopo. Louis sospettava che tutta quella velocità fosse un disperato tentativo della cameriera bionda per rimorchiare Harry, ma decise saggiamente di rimanere in silenzio.
Passarono invece gran parte della cena a parlare dell'incontro che Louis aveva avuto quel pomeriggio con il capo del suo ufficio. Il maggiore si perse a raccontargli ogni dettaglio di quella riunione, mentre il riccio ascoltava incantato tutto ciò che usciva dalle labbra del più grande.
«Andiamo?» Chiese Harry, vedendo i piatti vuoti.
L'architetto gli sorrise mentre si infilava la giacca, precedendolo verso l'uscita e iniziando a tirare fuori il portafogli. Convinse il riccio ad aspettarlo fuori mentre pagava, così Harry uscì dal locale. Venne subito travolto dalla fresca aria serale, e la pelle d'oca si diffuse su tutte le sue braccia mentre un brivido di freddo lo fece tremare leggermente. In quel momento si pentì di non essersi portato qualcosa di più pesante da indossare.
«Vuoi la mia giacca, Hazza? Stai tremando» Disse Louis premuroso, uscendo la locale.
«Tranquillo Lou, camminando mi passerà» Rispose il riccio ridacchiando «E poi dubito che i tuoi vestiti mi entrino, sei un puffo!»
«Fidati, posso assicurarti che non tutto è ad 'altezza puffo'» Ammiccò Louis cercando di usare un tono provocante mentre si portava la sigaretta alle labbra.
«Non ci tenevo a saperlo, grazie» Rise Harry fingendo un tono sconvolto, non credendo ad una parola di ciò che aveva detto. Poteva essere che conservasse ancora una vecchia foto scattata a Louis in piscina con un grande zoom sul costume attillato ma hey, quelle erano cose private.
«Forza!» Lo spronò Louis, iniziando a camminare. «Ci attende una bella passeggiata nel parco, ottima per digerire»
"Qualcuno che lo portasse nel parco a passeggiare..."
Si incamminarono nelle stradine piene di luci, chiacchierando allegramente del più e del meno. Erano quasi arrivati ad una grande quercia, posta sulla riva di un laghetto, quando il cellulare di Louis iniziò a suonare.
«Lou... Cosa succede con Aisha?»
«L'ho lasciata» Buttò fuori il maggiore, senza sembrare sconvolto né triste.
«Ah» Disse solamente il riccio, cercando di trattenersi dall'iniziare a saltellare di gioia.
«Ti avevo mentito. Quando mi è arrivata la chiamata di Niall, l'altra notte, io ero con lei»
Louis strinse la mano di Harry, riprendendo a camminare verso il grosso albero illuminato dalle lucciole, mentre quest'ultimo non riusciva a fare a meno di pensare a cosa potessero fare insieme quei due alle prime ore del mattino.
«Quando le ho detto che dovevo assolutamente venire da voi perché c'era stata un'emergenza, lei... non l'ha presa bene. Ha iniziato ad urlarmi contro che l'abbandonavo sempre e altre cose del genere» Raccontò tranquillamente il maggiore, facendo dondolare piano le loro braccia mentre continuavano a camminare. «Era già da un po' che non la reggevo davvero più, così l'ho lasciata e beh, quando le ho detto di 'sparire dalla mia vista con quelle scarpe orribili' non l'ha presa molto bene»
Harry cercò di trattenersi dal ridacchiare, ma aveva sempre odiato talmente tanto quella ragazza che gli fu parecchio difficile. Harry generalmente cercava di essere sempre amico di tutti, ma Aisha non riusciva proprio a sopportarla. Sin dal primo momento aveva cercato in tutti i modi di separare Louis dal suo gruppo di amici e, soprattutto, da lui. Si era sempre interessata solamente all'aspetto esteriore e ai soldi. Soprattutto ai soldi. Magari provava davvero qualcosa per Louis—di questo Harry non poteva esserne sicuro—ma la cosa di cui tutti erano certi era che, senza il suo lavoro da architetto, il castano se la sarebbe scollata di dosso molto prima.
«Immagino» Commentò il riccio, mentre Louis si appoggiava con la schiena alla corteccia della quercia. «Ma perché l'hai lasciata?»
«Perché mi piaci tu» Rispose semplicemente Louis con un sorriso, guardandolo dritto negli occhi. «Tu mi piaci Harry... Davvero tanto. E l'ho realizzato pienamente quando, dopo aver visto la chiamata di Niall, ancora prima di rispondere mi sono messo a pregare che tu stessi bene»
Harry rimase in silenzio, non potendo credere a ciò che Louis gli stesse dicendo.
«L'ho realizzato pienamente» Continuò Louis, accarezzandogli una guancia col dorso della mano libera. «Quando ho messo te davanti alla mia ragazza per l'ennesima volta. L'altra sera non mi interessava minimamente di lei, del fatto che la stessi abbandonando, l'unica cosa che mi importava era che tu eri disperso da qualche parte, di notte, nel bel mezzo di un fottuto temporale»
Alcune gocce di pioggia stavano iniziando a cadere attorno a loro, ma i due ragazzi non se ne curarono minimamente, completamente immersi uno nello sguardo dell'altro, blu nel verde e verde nel blu.
«Sei sempre stato al primo posto nel mio cuore e nella mia mente. Tu vieni prima di chiunque altro, con i tuoi bellissimi ricci ribelli, i tuoi enormi occhi verdi e il tuo meraviglioso sorriso. Sei il mio piccolo, meraviglioso Hazza e mi piaci da impazzire»
Harry sentì il cuore esplodergli nel petto mentre i limpidi occhi azzurri di Louis lo guardavano dolcemente. Dovette deglutire più volte prima di realizzare come il suo cervello fosse andato completamente in black-out. Per sua fortuna ci pensò Louis. Gli strinse il fianco con un braccio e portò una mano sul suo volto, avvicinandosi e facendo unire delicatamente le loro labbra, facendolo sfiorare piano e dolcemente.
Quel contatto fece risvegliare Harry dal mondo di unicorni e cuori rossi in cui era finito.
Appoggiò entrambe le mani sulle guance morbide e sbarbate di Louis, approfondendo il bacio e facendo scontrare le loro lingue. Cercò di trasmettere al maggiore tutto ciò che non era riuscito a dirgli a parole, e questo evidentemente capì tutto, perché si strinse ancora di più a lui, sorridendo contro le sue labbra mentre le succhiava piano.
La pioggia iniziò a cadere più fittamente, superando anche la copertura delle foglie e dei rami sopra le loro teste e iniziando ad inumidirgli i vestiti. Ma loro non se ne curarono, troppo concentrati su quel bacio perfetto che si stavano scambiano, completamente immersi nella loro bolla.
"...e qualcuno che lo baciasse sotto la pioggia"
«Mi piaci anche tu Louis» Mormorò Harry contro le sue labbra, guardandolo negli occhi mentre gli sorrideva.
Louis gli sorrise di rimando. «Vieni a casa con me» Sussurrò prima di baciarlo ancora.
Harry mormorò in assenso e il maggiore gli strinse una mano, mentre iniziavano a correre sotto la pioggia in direzione del palazzo di Louis, ridendo spensierati e incuranti della pioggia che li stava bagnando da capo a piedi.
«Vuoi qualcosa da bere?» Chiese Louis, entrando nell'appartamento buio ed accendendo le luci.
«No, voglio te» Mormorò Harry contro le sue labbra, facendo subito scontrare le loro lingue in un bacio languido.
Aveva cercato di trattenersi per anni, ma in quel momento, dopo che si erano finalmente confessati tutto, perché aspettare ancora?
Un fremito percorse la spina dorsale di Louis, che rispose subito al bacio, portando le mani a stringere i piccoli e sodi glutei del minore mentre questo agganciava le lunghe gambe attorno al suo bacino, mugolando di piacere mentre le loro erezioni appena accennate si scontravano.
«Come il signorino desidera» Disse Louis mordicchiandogli il labbro inferiore, portandolo nella sua camera da letto mentre Harry gli passava le mani su tutto il petto, iniziando a liberarlo dalla giaccia.
Louis ringraziò qualunque santo per aver deciso di mettere la sua stanza nello stesso piano del salone e della cucina, perché probabilmente in quel momento, con l'eccitazione a scorrergli nelle vene e il bacino di Harry che continuava a scontrarsi col suo, non era convito di poter riuscire a superare la rampa di scale senza cadere a terra.
Arrivato a destinazione fece sedere Harry sul bordo del letto, togliendosi la maglietta e sfilando gli stivaletti e le calze del minore mentre questo iniziava a lasciare una scia di baci e morsi su tutto il suo petto, soffermandosi sui capezzoli, che succhiò con dedizione facendolo ansimare, e sulla scia di peletti che dagli addominali appena definiti scendeva fin sotto i boxer. Con un colpo secco Harry fece scendere gli skinny del maggiore, iniziando a lasciargli piccoli baci sul membro ormai completamente eretto, ancora coperto dalla stoffa scura dei boxer.
Louis buttò indietro la testa con un gemito, mentre Harry gli abbassava i boxer quel tanto che bastava per far fuoriuscire la cappella rossa, che inglobò subito tra le labbra, facendoci poi passare la lingua sopra.
«Oh Hazza...» Gemette Louis in estasi, immergendo una mano tra i ricci del minore mentre questo gli abbassava completamente anche i boxer, prendendo in bocca la sua erezione e portandosela fino a fargli toccare la gola, iniziando a succhiare energicamente.
Louis inarcò la schiena, spingendo il bacino ancora più a fondo nella bocca umida del minore e lanciando un urletto decisamente poco virile. Quel ragazzino lo stava facendo completamente impazzire.
«Dovevo ricambiare il favore, no?» Disse Harry, staccandosi dalla sua erezione per riprendere fiato, sostituendo subito la sua bocca con la mano e iniziando a masturbare lentamente il maggiore mentre gli succhiava la pelle del fianco.
Chiamando a raccolta tutta la sua forza di volontà, Louis si allontanò dal meraviglioso tocco di Harry, sedendosi a cavalcioni sulle gambe del riccio e spogliandolo della camicia, mentre gli succhiava un lembo di pelle dietro l'orecchio.
«Niente preliminari» Disse in tono autoritario. «Vado a prendere una cosa di là, quando torno voglio trovarti coricato al centro del letto, con la schiena contro la testiera. Chiaro?»
Harry annuì mordendosi il labbro inferiore già rosso e gonfio. Louis gli lasciò un ultimo bacio sul succhiotto appena fatto prima di alzarsi e sparire, completamente nudo, oltre la porta della camera.
Tornò pochi secondi più tardi, con la fotocamera di Harry in mano. Sentì l'erezione già dolorante indurirsi ancora di più contro il ventre alla vista del riccio, seminudo coricato sul suo letto—proprio nella posizione che lui gli aveva detto—con una mano infilata nei boxer grigi. Aveva la testa buttata all'indietro e le guance rosse, mentre continuava a toccarsi mormorando il suo nome, la voce terribilmente roca.
Il riccio si risvegliò dal suo stato di trance solo quando sentì un paio di 'click' provenire dalla porta della stanza. Spalancò gli occhi, trovando Louis che gli stava scattando alcune foto, con la sua macchina fotografica in mano.
«Cosa stai facendo?» Mormorò, buttando la testa sui cuscini e cercando di trattenersi dal continuare a masturbarsi.
Louis si avvicinò a lui, posando la macchina sul comodino a sdraiandosi accanto al riccio, baciandolo passionalmente mentre gli tirava giù i jeans.
«L'hai detto tu. 'Tutte le cose più belle meritano di essere ricordate'»
Harry gli sorrise, arrossendo visibilmente mentre l'architetto univa nuovamente le loro labbra in un bacio veloce e frenetico. Fece mettere il riccio a cavalcioni su di lui e appoggiò la schiena alla testiera del letto, in modo da poter essere alla stessa altezza.
«Adesso ti preparerò poi ti scoperò, okay?» Disse, portandogli due dita in bocca in modo che Harry potesse succhiarle
«Ti prego» Mormorò questo in risposta, mentre il maggiore rimuoveva le dita dalla sua bocca, portandone uno a stuzzicare la sua apertura.
Nonostante la loro eccitazione avesse ormai raggiunto livelli fin troppo alti, Louis preparò Harry lentamente, baciandolo sulle labbra mentre sforbiciava dentro di lui, cercando di prepararlo al meglio. L'ultima cosa che voleva era fare del male al suo ricciolino.
«Lou, sono pronto» Gli disse Harry, gemendo contro le sue labbra mentre il maggiore colpiva la sua prostata con tre dita. «Scopami, ti prego»
«Sicuro Hazza?»
Harry annuì, baciandolo freneticamente mentre recuperava un preservativo dal comodino di Louis, prima di sfilarlo sulla sua erezione.
Il maggiore fece scendere Harry dal suo grembo, facendolo invece stendere su un fianco e coricandosi dietro di lui. Entrò con delicatezza, gemendo alla sensazione della carne di Harry che si stringeva meravigliosamente attorno a lui—ora ne aveva la certezza, Harry era per lo più attivo—e portando la mano libera tra i capelli del riccio, tirandoli quel tanto che bastava per fargli voltare la testa e baciandolo piano, sperando di distrarlo dal dolore iniziale.
«Muoviti» Ansimò Harry sulle sue labbra, portando una mano indietro a stringere la coscia muscolosa del maggiore, esortandolo a spingere dentro di lui.
Louis non se lo fece ripetere due volte e, con l'erezione che ormai stava per scoppiargli, iniziò a spingere nell'orifizio del riccio, andando sempre più veloce, fino a sentire male ad ogni muscolo del corpo. Gli unici suoni che si sentivano nella stanza erano i loro gemiti disperati e quasi urlati mano a mano che si avvicinavano al limite.
«Cazzo Louis» Urlò Harry quando Louis colpì la sua prostata con una spinta più decisa delle altre «Lì, lì, lì!»
Louis eseguì subito la richiesta del minore, continuando a spingere sempre nello stesso punto e avvolgendo la mano attorno all'erezione ormai fradicia del riccio, iniziando a muoverla a ritmo con le sue spinte mentre il minore buttava la testa indietro con un urlo disperato.
«Dio Harry, sei così perfetto» Ringhiò Louis al suo orecchio, mentre i glutei di Harry si stringevano meravigliosamente attorno a lui, facendogli vedere le stelle.
«Vieni per me, piccolo» Gemette Louis al suo orecchio, quasi al limite, mentre dava le ultime energiche spinge al suo interno.
Harry buttò indietro la testa e venne urlando rocamente il nome di Louis, mentre questo colpiva per l'ennesima volta quel punto dentro di lui che lo stava facendo impazzire dal piacere.Durante il suo orgasmo, strinse ancora di più il sedere, facendo venire con forza Louis all'interno del preservativo, mentre gli mordeva il labbro inferiore.
Si baciarono ancora, questa volta lentamente, mentre si accarezzavano piano.
«Sappi che io ho tremendamente bisogno di coccole dopo il sesso» Mormorò Harry con un filo di voce, facendo uscire Louis da dentro di lui e voltandosi, in modo da potersi accoccolare al suo petto.
Louis ridacchiò, sfilandosi il preservativo a stringendo Harry tra le sue braccia, baciandolo piano e facendo scontrare pigramente le loro lingue mentre gli accarezzava i morbidi ricci. Si stavano godendo il perfetto momento post orgasmo, quando il cellulare riprese a squillare.
«È il portiere del palazzo» Disse Louis con un cipiglio strano in volto, accettando la chiamata e mettendo in viva voce, in modo da poter continuare a stringere Harry.
«Salve signor Tomlinson, scusi il disturbo ma volevo avvisarla che c'è una signorina qui che chiede di salire per vederla. Devo farla passare?»
«Chi è?» Chiese Louis, anche se ormai lo sapeva già.
«La signorina White»
Harry alzò gli occhi al cielo e Louis sbuffò infastidito.
Aisha.
***
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro