Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

//Capitolo 6



Harry si svegliò parecchie ore più tardi, disturbato dalla luce del flebile sole newyorkese che entrava dalla grande vetrata, battendogli sul volto.

Subito non riconobbe il corpo caldo sotto di lui poi, non appena una dolce profumo di menta gli inondò le narici, si ricordò di tutto ciò che era successo quella notte. Dall'incubo a Louis che gli accarezzava la pelle e si addormentava con lui.

Louis che, in quel momento, dormiva ancora profondamente, stringendolo tra le sue braccia come se avesse avuto paura di vederlo scappare via, le gambe intrecciate sotto il piumone. Harry non aveva dormito così bene per settimane intere.

Completamente sveglio, dopo aver osservato per qualche minuto Central Park e i grattacieli newyorkesi inondati di luce, spostò lo sguardo sul giovane viso del maggiore. Si perse nell'osservare il modo perfetto in cui le sue ciglia gli accarezzavano gli zigomi e si chiese se quello volesse dire essere innamorati di una persona: sapere di poter passare intere ore a fissare ogni minimo dettaglio del suo volto, come se si trattasse della sua opera preferita.

Annoiato, Harry allungò una mano, passando delicatamente il polpastrello prima sul fine labbro inferiore di Louis, poi sulla barbetta ispida che iniziava a crescergli sulle guance. Non poté trattenere un sorriso quando Louis russò leggermente, sospirando per poi inclinare il viso verso di lui, stringendolo più forte.

Ignorando ogni singola cellula del suo corpo, che lo spingeva a premere le labbra su quelle dell'architetto, Harry si accoccolò nuovamente contro il suo busto, appoggiando il viso nell'incavo del suo collo.



Il suo leggero sonnellino venne interrotto dopo poco tempo, disturbato dal cellulare di Louis che vibrava rumorosamente sul comodino accanto al lato letto. Harry si sollevò con uno sbuffo, stropicciandosi gli occhi assonnato

«Lou» Mormorò, iniziando a scuotere delicatamente il maggiore per svegliarlo. «Lou, svegliati»

Quest'ultimo mugugnò qualcosa di simile ad un 'lasciami dormire ancora cinque minuti, mamma'. Il riccio trattenne una risatina per il modo infantile in cui Louis si era spostato, affondando il viso nel suo petto e tirandosi le coperte fino a coprirgli anche l'ultimo ciuffo disordinato di capelli.

Immobilizzandosi sul posto, mentre sentiva le labbra di Louis contro la pelle del suo petto, Harry non poté far altro che accarezzare i capelli del maggiore, infilando le dita tra le ciocche disordinate e districando leggermente i piccoli nodi.

Il telefono riprese a vibrare ed Harry sbuffò «Louis, ti stanno cercando»

«Rompipalle» Mugugnò Louis.

Invertì velocemente le loro posizioni con un colpo di reni, buttandosi addosso al corpo del riccio, spiaccicato sotto al suo, e affondando il viso nell'incavo del suo collo, strofinandoci un paio di volte il naso come se fosse un gatto.

Harry, intenerito dal comportamento di Louis, lasciò perdere quel suono fastidioso e portò nuovamente la mano tra quella zazzera di capelli lisci e fini color caramello, iniziando ad accarezzarli piano.

Louis non era mai stato un tipo da coccole, baci e fiori. Lui non dormiva con le persone con cui andava a letto e non permetteva a nessuno di toccargli i capelli—soprattutto di prima mattina, senza aver ancora bevuto il suo caffè starbucks—eppure in quel momento, con le dita lunghe di Harry ad accarezzargli la cute e a sciogliergli delicatamente i piccoli nodi, si sentiva così bene da essere pronto ad uccidere chiunque osasse disturbarli.

Non passarono nemmeno pochi minuti che qualcuno bussò alla porta della stanza. Solo sentendo la voce di Rosy, la donna delle pulizie ed ex tata di Louis, bussare alla porta si rese conto che fossero già le undici del mattino.

«Fingiamo di dormire?» Propose Louis speranzoso, aggiustandosi sopra ad Harry.

Harry ridacchiò «Dovresti alzarti»

«Uhm, dovrei fare tante cose» Mormorò Louis, sbadigliando contro la pelle morbida del suo collo, non riuscendo poi a resistere dall'iniziare a lasciare una scia di piccoli baci, amando il modo in cui l'arteria del riccio pulsasse velocemente sotto alle sue labbra.

«Louis, caro? Sei sveglio?» Chiamò ancora la domestica, bussando un paio di volte sulla porta chiusa.

«Arrivo, Rosy» Rispose rassegnato.

Interruppe malvolentieri i suoi baci sul collo di Harry, alzandosi dal corpo del minore e recuperando una t-shirt. «Magari la prossima volta continuiamo, sì?»

Il riccio gli lanciò un cuscino addosso con una pernacchia e Louis scoppiò a ridere, lasciando la stanza.

Harry si alzò dal letto appena la porta venne chiusa. Si stiracchiò lievemente, massaggiandosi il braccio addormentato mentre camminava lentamente verso il bagno. Si fece una doccia veloce -senza sapere bene se raggiungere Louis o se aspettarlo lì- stando ben attendo a non bagnarsi i capelli, godendosi il getto di acqua tiepida che gli massaggiava la schiena. Si asciugò velocemente con un asciugamano grigio trovato nello sportello sotto al lavandino, per poi uscire dal bagno con solo i boxer addosso.

Dopo essersi infilato i suoi fedeli skinny jeans neri—saltellando per tutta stanza per cercare di indossarli—e la sua amata maglietta bianca dei Rolling Stones, decise di andare a cercare Louis.

Seguì il delizioso odore di impasto di pancakes fino alla cucina, dove trovò Louis che gli dava le spalle, sollevato sulle punte dei piedi cercando di spremere un'arancia nello spremi agrumi, che a quanto pare gli stava dando non pochi problemi, dato le sue continue imprecazioni.

Per pochi secondi Harry si incantò ad osservare il suo sedere perfettamente tondo stretto in un paio di vecchi pantaloncini da calcio, poi si avvicinò a lui, solleticandogli i fianchi.

«Louis vs. elettrodomestici. La battaglia continua»

«Ero sulle punte solo per fare più forza con le braccia» Mugugnò Louis infastidito, mentre iniziava ad apparecchiare il bancone della cucina.

«Come no» Lo schernì Harry ridacchiando.

Recuperò la caraffa con il succo d'arancia, fermandosi improvvisamente al centro della cucina. Iniziò a pensare a come si sarebbe potuto abituare a tutto quello: dormire abbracciato a Louis, svegliarsi e preparare insieme la colazione, punzecchiandosi e giocando come facevano da sempre. Non poté negare il fatto che gli sarebbe piaciuto dannatamente tanto.

«Harry?» Lo richiamò alla realtà l'architetto, inarcando un sopracciglio mentre lo fissava stranito.

Il riccio sorrise imbarazzato e si sedette velocemente davanti al bancone in marmo. Se non si fosse allontanato da Louis entro poche ore sarebbe impazzito, ne era sicuro. Lo osservò sistemare i pancakes pronti su un grosso piatto e recuperare la bottiglia di sciroppo d'acero dal frigorifero, ignorando il modo in cui il suo stomaco sembrava riempirsi di farfalle al pensiero della loro nottata insieme.

«Ce la posso fare» Mormorò Louis, afferrando due bicchieri con una sola mano.

«L'importante è crederci»

«Fanculo»

Alla fine Louis riuscì a sistemare tutto, disponendo i piatti e sedendosi davanti al riccio.

«Fossi in te metterei subito lo sciroppo, non so se riuscirò a trattenermi dal finirlo» Disse Louis dopo un po', bevendo un sorso del suo tè caldo

Harry osservò sconvolto la bottiglia mezza piena «Ma è a metà, Louis!»

Ne versò poche gocce sul proprio piatto mentre Louis lo guardava divertito. Lui, al contrario, se ne rovesciò una quantità industriale, fino a coprire completamente l'intera superficie dei suoi cinque pancakes.

Il riccio lo guardò versarsi il poco sciroppo d'acero rimasto direttamente in bocca, pensando a quello che il suo povero stomaco avrebbe dovuto fare per iniziare a digerire tutti quegli zuccheri.

«Fai schifo, lo sai?» Disse, bevendo un sorso di spremuta.

L'architetto finse un verso esageratamente melodrammatico «Schifo? E io che ti volevo anche portare la colazione a letto!»

Harry scoppiò a ridere, scuotendo la testa e mormorando un 'penso seriamente che tu abbia preso un botta molto forte in testa' a cui Louis rispose subito con una pernacchia.

I due fecero colazione parlottando allegramente del più e del meno, prima commentando l'ultimo film di Leonardo Di Caprio –'se non vince l'Oscar nemmeno stavolta, giuro che la statuetta la ficco su per il naso ai tizi dell'Academy' aveva esclamato il più grande, battendo un pugno sul tavolo per rafforzare il concetto; poi criticando l'orrenda partita di calcio giocata dall'Inghilterra qualche giorno prima.

Nonostante avesse passato soltanto parte della sua infanzia in Inghilterra, Louis era sempre stato molto legato alla nazionale di calcio del suo Paese natale. Harry, invece, si era appassionato a quello sport e a quella squadra dividendo birre ghiacciate con il maggiore, stravaccati sul divano ad esultare ed imprecare insieme.

La loro colazione tranquilla, comunque, venne interrotta dallo squillare del cellulare di Louis.

Solo in quel momento Harry si ricordò delle incessanti chiamate di quella mattina e di Rosy, che sembrava essere sparita dall'appartamento, che chiamava l'architetto. Non potendo trattenere la sua curiosità, Harry allungò un occhio sullo schermo dell'ultimo modello di iPhone, non stupendosi nemmeno troppo leggendo il nome di Aisha.

«Non rispondi?» Chiese, facendo finta di non aver visto nulla.

Ignorò la brutta sensazione che gli aveva attraversato lo stomaco e spostò subito lo sguardo su Louis, che, dopo aver letto il mittente della chiamata, aveva perso il sorriso spensierato di pochi secondi prima, stringendo le labbra in una smorfia infastidita.

«No» Rispose seccamente, finendo gli ultimi pezzi di colazione per poi alzarsi e iniziare a sparecchiare la sua parte di tavolo.

«Louis» Lo chiamò cautamente Harry. Si alzò a sua volta, mettendo il piatto sporco nel lavandino. «E' tutto a posto?»

Louis si allontanò velocemente da lui, spense il cellulare e lo lanciò sul divano. «Alla grande. Davvero alla grande»

Il suo tono secco usato da Louis e il modo in cui evitava di guardare Harry negli occhi insospettirono il riccio, che ormai conosceva il maggiore abbastanza bene da riuscire a capire quando qualcosa non andava.

«Lou...» Sussurrò piano Harry, afferrandolo per il polso e cercando di guardare in quegli occhi cristallini. «Sei il mio migliore amico, sai che-»

«Non ho bisogno del tuo aiuto, Harry!» Lo interruppe bruscamente il più grande, togliendo il polso dalla presa del riccio e allontanandosi da lui.

«Non hai nemmeno bisogno di qualcuno che ti ascolti?» Chiese Harry, per niente toccato dal comportamento di Louis.

Ormai sapeva bene che quando il castano si sentiva sotto pressione si chiudeva a riccio, non permettendo a nessuno di avvicinarsi a lui. In quegli anni di amicizia Harry aveva imparato che l'unico modo per riuscire a far aprire Louis era preparargli un bel tè caldo e aspettare che fosse lui stesse ad iniziare a parlare. Il tè lo aveva già bevuto, così Harry prese delicatamente Louis per un braccio e lo accompagnò su uno dei due grandi divani della sala. Lo fece sedere, per poi accomodarsi tranquillamente accanto a lui, tirando fuori il cellulare e iniziando una partita a Candy Crush mentre alternava sguardi assassini al gioco—far cadere dieci ciliegie con sei mosse! Cos'era lui, superman?—e sguardi quasi adoranti al maggiore.

Louis aveva lo sguardo perso nel vuoto e il labbro inferiore stretto tra i denti, tanto che Harry dovette sforzarsi di non alzare più lo sguardo dallo schermo del suo cellulare per paura di non riuscire a resistere alla voglia matta che aveva di baciare quelle labbra rosee.

Passarono appena due minuti di completo silenzio—Harry stava evitando di imprecare ad alta voce contro quel gioco demente solo per lasciare Louis tranquillo nella sua meditazione—quando il maggiore si voltò di scatto verso di lui, prendendogli il telefono dalle mani e bloccandolo prima di lasciarlo cadere accanto a sé.

«La mia partita!» Protestò debolmente Harry: gli mancava solo una ciliegia e aveva ancora due mosse, era la sua occasione quella!

Louis lo ignorò, mettendosi comodo e guardandolo negli occhi «Mi dispiace di averti risposto male, prima»

Harry sorrise mestamente, facendogli cenno di proseguire.

«E' solo che è un periodo abbastanza stressante questo. Vedi, c'è il preside della New York University che vuole ristrutturare l'atrio della sede qui a Greenwich Village e si è rivolto a Cowell per questo lavoro, però beh... Simon è già occupato con molti altri progetti e...»

«Oh non dirlo» Esclamò Harry emozionato, interrompendo il maggiore.

«Già, ha chiesto a me di occuparmene» Comunicò Louis, annuendo con l'aria ancora incredula, mentre Harry lo guardava orgoglioso prima di lanciarsi addosso a lui e stringerlo in un abbraccio stritolatore—ecco cosa impari vivendo con Niall Horan.

«E' bellissimo, Lou! Sono così felice per te, farai un lavoro strepitoso!» Gli disse il riccio orgogliosamente mentre si staccava da lui, tornando a sedersi dov'era prima.

«Non è ancora sicuro, Simon ha detto che entro domani vuole vedere i primi schizzi e poi deciderà se darmi l'incarico o no... Però rimane l'opportunità più grande della mia vita e sono abbastanza nervoso»

«Dov'è finito il vecchio Louis spavaldo convinto di essere l'architetto più bravo di New York?»

«Fidati, se questo progetto dovesse andare bene quel Louis non te lo toglierai più dai piedi. E poi io sono il giovane architetto più bravo di tutta New York!» Esclamò Louis, schioccando le dita in modo molto poco mascolino.

Harry alzò gli occhi al cielo divertito. Louis sarebbe sempre rimasto il solito ragazzino intrappolato nel corpo di un ventiquattrenne.

«E Aisha lo sa?» Chiese, pentendosene subito dopo.

«No, non lo sa» Sospirò Louis. «Le ho solo detto che mi sarei dovuto impegnare nel lavoro e quando non sono potuto uscire con lei mi ha fatto una delle sue solite scenate di gelosia, dicendo che quella del lavoro è solo una scusa e tutte quelle robe lì. Ha iniziato a chiamarmi costantemente, è fin troppo paranoica»

"Se tu le dicessi della valanga di soldi che prenderesti venendo scelto per quel progetto probabilmente la smetterebbe" Pensò Harry, senza però avere il coraggio di dirlo al suo migliore amico.

Ormai tutti sapevano che lei si era messa con Louis giusto per vincere il premio di reginetta al ballo dell'ultimo anno di liceo, dove uno dei premi era un servizio fotografico come modella per una rivista newyorkese, e che poi era rimasta con il castano solo per via del suo lavoro nello studio di uno degli architetti più famosi della città.

Sia il riccio che i loro altri amici avevano provato a parlarne con Louis, ma dopo che questo aveva scansato l'argomento ogni singola volta, ammonendoli con un 'non sono cazzi vostri', loro avevano semplicemente deciso di smetterla e fidarsi di lui.

«Dai, risolverete tutto» Tentò Harry, cercando di dissimulare il suo tono amareggiato. 'Come negli ultimi quattro anni'.

«Più tardi credo che andrò a portare i progetti a Simon» Annunciò Louis, interrompendo l'imbarazzato silenzio che si era creato tra i due. «Ti va di vederli?»

Il volto di Harry si aprì in un sorriso tutto fossette «Certo che sì!»

Non stava pensando al fatto che Louis volesse la sua opinione per i progetti più importanti della sua vita, assolutamente no.

«Vieni con me» Disse l'architetto, alzandosi e prendendo Harry per mano, guidandolo verso il suo studio.

Harry, che già di suo era abbastanza goffo e maldestro, in quel momento non riusciva a pensare ad altro che non fosse la mano calda e piccola di Louis che stringeva la sua, decisamente più grande.

Accadde tutto ancora più velocemente di ciò che era successo nel bagno la sera prima.

Il riccio inciampò sul tappeto, rischiando di crollare a terra se non fosse stato per Louis che, grazie ai riflessi pronti dovuti ad anni e anni di calcio, riuscì ad afferrarlo per la vita, tirandolo in piedi e stringendoselo addosso.

Si ritrovarono di nuovo nella stessa situazione. Sempre occhi negli occhi. Sempre i petti a scontrarsi e le labbra quasi a sfiorarsi.

«Oh fanculo. Due volte in meno di un giorno è troppo» Mugugnò Louis, appoggiando le mani sui fianchi di Harry e stringendolo possessivamente contro di sé mentre premeva le sue labbra contro quelle del riccio.

Harry, per un paio di secondi, rimase totalmente paralizzato, non potendo credere a ciò che stava succedendo. Sentì il castano sorridere contro le sue labbra, poco prima di spostare una mano dal suo fianco alla sua schiena, dove iniziò a lasciare alcune carezze. A quel punto Harry si sciolse completamente, avvolgendo le braccia attorno al collo del maggiore e rispondendo subito al bacio.

Schiuse le labbra, gemendo lentamente mentre Louis faceva scontrare le loro lingue, intrecciandole piano prima di prendergli il labbro inferiore tra le labbra, succhiandolo e mordicchiandolo leggermente. Non passò molto prima che il maggiore passasse la lingua sul suo labbro, chiedendo un accesso che Harry non esitò a dargli, socchiudendo le labbra contro quelle di Louis permettendo alle loro lingue di sfiorarsi.

Harry appoggiò le mani al petto di Louis mentre si godeva quel sapore di menta e tabacco, mischiati allo sciroppo d'acero che avevano mangiato a colazione.

Sentiva il cuore di Louis battere veloce sotto la sua mano—come specchio del suo, che stava per schizzargli via dal petto—mentre il più grande li faceva indietreggiare con attenzione fino alla parete poco distante, facendogli appoggiare delicatamente la schiena contro il muro e stringendolo completamente a sé.

Troppo presto dovettero staccarsi per via della mancanza di ossigeno.

«Era da una vita che aspettavo di farlo» Mormorò Louis, passando il dito sul labbro inferiore del riccio, gonfio e ancora bagnato dalla sua saliva.

«Era da una vita che aspettavo lo facessi» Ribatté Harry piano, prima di buttarsi nuovamente sulle labbra del maggiore, che non esitò a ricambiare il bacio, facendo scontrare piano la schiena di Harry nuovamente contro il muro dietro di loro.

Questo bacio era diverso da quello che si erano scambiati precedentemente.

Questo bacio era uno di quelli che urlavano solo 'passione', che bruciavano ogni cellula del corpo fino a consumare tutta l'aria nei polmoni. Ed era così che Harry si sentiva mentre Louis intrecciava prepotentemente le loro lingue.

Sentiva un incendio infiammargli ogni parte del corpo, partendo dai fianchi—dove Louis aveva preso ad accarezzare la pelle nuda dopo avergli sollevato la maglietta—e diffondendosi in ogni angolo del suo corpo.

Il riccio portò una gamba a circondare la vita di Louis, portandolo ancora più vicino a sé e facendolo gemere piano sulle sue labbra per via del lieve sfregamento dei loro bacini, mentre il maggiore gli aveva ormai completamente sollevato la maglietta, prendendo ad accarezzare ogni angolo di quella pelle morbida e candida.

Sapevano di star pomiciando come ragazzini quando uno di loro aveva una fidanzata; sapevano di essere 'solo amici' e sapevano che una volta finito il bacio si sarebbero ritrovati nel più completo imbarazzo, eppure non gliene poteva importare di meno.

In quel momento, con le loro salive a mischiarsi e i loro corpi pressati l'uno contro l'altro come se anche solo pochi millimetri di distanza avessero potuto ucciderli, nulla aveva importanza all'infuori di loro due.

Solo Louis ed Harry.

Di cos'altro dovevano preoccuparsi?

***

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro