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//Capitolo 19




La prima cosa che Harry sentì una volta entrato a casa di Louis fu un forte odore di pollo e formaggio. Inarcò un sopracciglio in direzione del maggiore, ma questo gli sorrise enigmaticamente togliendosi la giacca e dicendogli di andare ad asciugarsi i capelli—che Harry aveva lasciato bagnati nella fretta di raggiungerlo—mentre lui finiva di preparare la cena.

«Preparare?» Chiese Harry confuso: Louis generalmente non era capace di cuocere un uovo senza far scattare lo stato d'emergenza nell'intero quartiere.

«Ciao Harold» Gli sorrise l'architetto spingendolo verso il corridoio. «Mi raccomando, fai con calma!»

Una volta assicuratosi che il riccio avesse davvero abbandonato la stanza si voltò verso la cucina, accendendo il forno—Rose gli aveva mandato un lunghissimo messaggio su come fare senza far saltare in aria l'intero palazzo—e mettendosi all'opera.

Harry lo raggiunse una decina di minuti dopo, stupendosi di trovare il maggiore che si muoveva perfettamente a proprio agio nella modernissima cucina. Si avvicinò silenziosamente alle spalle di Louis, abbracciandolo da dietro e appoggiando il viso sulla sua testa mentre questo girava attentamente del purè in una pentola.

«Già finito?» Chiese Louis, appoggiandosi al corpo del minore dietro di lui.

Harry fece un verso di assenso, immergendo il naso nei morbidi capelli del maggiore e accarezzandogli i fianchi e l'addome con le dita. Di solito la situazione era opposta—con lui che cucinava e Louis che lo importunava—ma ad Harry andava benissimo anche così.

«Posso assaggiare?» Domandò, facendo passare la mano sotto la t-shirt di Louis, accarezzandogli piano la scia di peluria tra l'ombelico e l'elastico dei boxer.

Sentì Louis fremere contro di lui mentre il maggiore acconsentiva alla sua richiesta, immergendo il cucchiaio di legno nella purea gialla prima di voltarsi piano nel suo abbraccio e portarglielo alla bocca. Harry assaggiò curioso, stupendosi di quanto fosse buono.

«E' buonissimo, Lou» Lo lodò, assaporando le patate schiacciate.

Louis, che aveva assaggiato un cucchiaio a sua volta, gli fece un sorriso enorme, scuotendo però la testa.  Appoggiò il cucchiaio sul bordo della pentola e avvicinò il viso del minore al suo, facendo scontrare prima le loro labbra e poi le lingue, rimuovendo ogni residuo di purè dalla bocca del riccio.

«Tu lo sei di più» Mormorò Louis sorridendogli.

Gli lasciò un ultimo bacetto sulla guancia prima di tornare a occuparsi del suo piatto. Harry ringraziò qualunque dio che Louis non potesse vedere il modo in cui era arrossito, anche se qualcosa lo faceva sospettare del fatto che il maggiore se ne fosse accorto eccome.

«Non mi dirai cosa prepari, vero?»

Louis negò. «Ti conviene metterti a fare qualcosa, raggio di sole. Qui ci vorrà ancora un po'»

Harry gli lasciò un bacio sul collo, prima di staccarsi dal corpo dell'architetto e andare nell'ingresso. Recuperò un libro dal suo borsone del nuoto e andò a sedersi sulla grossa poltrona reclinabile del soggiorno, accendendo la lampada accanto in modo da poter vedere le parole. Alla fine non gli servì a molto, dato che continuava a far vagare il suo sguardo dallo skyline di New York oltre alla vetrata accanto a lui, alla figura di Louis che si muoveva davanti ai fornelli.

Stava ancora valutando se dare subito a Louis la grande notizia o se aspettare dopo la cena, quando il maggiore lo chiamò, annunciandogli che la cena fosse pronta.

Harry si alzò dalla poltrona, spegnendo la luce e appoggiando il libro sul tavolino lì accanto.  Andò al grande tavolo in vetro, fermandosi qualche secondo ad ammirare la cura con cui Louis aveva apparecchiato la tavola.

«Prego, Monsieur Styles, noi siamo qui per servirla*» Disse Louis con voce bassa, allontanandogli la sedia e facendolo accomodare.

*{Non ricordo se le parole siano esattamente queste, ma dovrebbe essere la scena de la Bella e la Bestia quando Belle scende a cena la prima volta nel cartone}

Harry sorrise riconoscendo la citazione. «Adesso farai anche il balletto con i piatti e le posate?»

«No, ma se vuoi balletto puoi farlo tu a me più tardi. Magari senza vestiti» Ammiccò Louis, mentre Harry non sapeva se arrossire o iniziare a preparare mentalmente la coreografia—fece entrambe le cose.

Aspettò pazientemente che Louis preparasse i piatti, godendosi il delizioso odorino che arrivava dalla cucina alle sue spalle e rimanendo stupito davanti alla pietanza che l'architetto gli posò davanti.

«Il menù di stasera prevede petto di pollo ripieno di mozzarella, avvolto nel prosciutto di parma e accompagnato da purè Fatto In Casa»

«Hai davvero fatto tu il purè?» Chiese Harry dubbioso mentre il maggiore si sedeva davanti a lui, con la vetrata alle spalle. Louis e lo skyline della New York notturna. Harry non poteva chiedere di meglio.

«No, ma la marca del purè è 'Fatto In Casa'» Ghignò Louis mentre Harry scoppiava a ridere.

«Hai cercato una marca con quel nome solo per poterlo dire, vero?» Domandò Harry mentre anche Louis iniziava a ridere spensierato, le classiche rughette attorno agli occhi.

Mangiarono parlottando di qualunque cosa passasse loro per la mente. Louis ci mise quasi tutta la durata della cena, ma alla fine riuscì a far ammettere ad Harry di aver preparato un piatto assolutamente delizioso. Si gongolò un po' mentre il riccio lo lodava, felice di essere riuscito a preparare qualcosa di buono per la prima volta nella sua vita—probabilmente anche l'ultima, ma Harry era troppo gentile per dirlo veramente.

Sparecchiarono insieme e caricarono la lavastoviglie prima di tornare a sedersi attorno al tavolo, Louis che tentava di portare la ciotola del dolce senza ruzzolare a terra e Harry che per l'ansia sentiva la lettera nella tasca posteriore dei suoi jeans bruciare contro la sua pelle.

«E per concludere la serata... tadaaaan!» Esclamò l'architetto, appoggiando sul ripiano in vetro davanti ad Harry una ciotolina di fragole pulite e tagliate posate sul gelato al fior di latte. «Spero ti piacciano, sai com'è... volevo evitare di rifilarti una pesantissima torta dopo esserci abbuffati di pollo e purè»

«È perfetto, Louis» Gli sorrise Harry, afferrando il suo cucchiaino e immergendolo in mezzo alle fragole, gustando il sapore con calma.  Aveva deciso di aspettare che entrambi finissero il dolce prima di far leggere a Louis la lettera che aveva ricevuto appena quella mattina, e ogni secondo che passava lui era sempre più ansioso. Cercò di mantenere la voce tranquilla mentre chiacchierava con l'architetto, ma sospettava che il liscio si fosse accorto di qualcosa.

I suoi sospetti vennero confermati giusto una decina di minuti dopo, quando il maggiore si alzò dalla sedia per mettere a lavare la sua scodellina. Si mise alle sue spalle, appoggiando le mani su esse e massaggiandogliele piano mentre mormorava un «Perché sei così teso, Haz?»

Harry fece un piccolo saltello sulla sedia, non aspettandosi quella domanda né il tono triste di Louis. Sentì i sensi di colpa diffondersi nel suo stomaco mentre il maggiore sospirava, sedendosi nella sedia accanto alla sua e sporgendosi fino ad appoggiare le mani sulle sue ginocchia, guardandolo negli occhi.

«Se sto correndo troppo, Harry, voglio che tu me lo dica. Io non voglio metterti fretta o... non so... farti fare cose che non sei sicuro di voler fare e-»

«Cosa? No no no no! Non stai assolutamente correndo troppo Lou, anzi è tutto perfetto. Davvero perfetto» Disse subito Harry.

«Allora cosa ti succede, raggio di sole?»Sussurrò piano il maggiore, passando una mano sul viso del riccio e spostandogli una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Harry sospirò, capendo che era arrivato il momento. Si sollevò leggermente dalla sedia e tirò fuori una lettera spiegazzata dalla tasca posteriore dei suoi skinny jeans. La porse a Louis, che la guardò incerto per qualche secondo, prima di notare lo stemma colorato sul bianco della carta. Era lo stesso che aveva visto nella parte superiore della email che aveva ricevuto una decina di giorni prima, in cui il rettore della New York University gli comunicava che il suo progetto per il nuovo atrio della sede principale era stato approvato dalla commissione.

Louis lesse con il cuore che gli batteva forte nel petto e una vana speranza che andava crescendo mano a mano che scorreva le lunghe righe di parole. Solo arrivato alla fine alzò lo sguardo verso il minore, che non aveva spostato il proprio dal suo viso mentre si mordicchiava nervoso un'unghia.

«Ti hanno accettato alla NYU» Mormorò Louis, notando che dirlo ad alta voce lo rendeva incredibilmente più realistico.

Harry si aprì in un sorriso tutto fossette. «Mi hanno accettato. Cioè... dipenderà molto da come andrà l'esame dopodomani e tutto quanto però sì... Mi hanno-»

Louis non permise ad Harry di dire nient'altro; strinse la sua felpa in due pugni e lo tirò velocemente contro il suo corpo, facendo scontrare le loro labbra in un bacio lungo e dolce, che li lasciò completamente senza fiato—e senza più spazio nei boxer, per dirla tutta.

«Lou» Ansimò Harry, sedendosi a cavalcioni sul suo bacino e iniziando a muovere involontariamente i fianchi così da far scontrare le loro erezioni ancora troppo coperte. Louis gemette, interrompendo il loro bacio per scendere a succhiare un lembo del collo chiaro del minore.

«Ho gli esami dopodomani... Dovrei uh... rimanere concentrato» Mormorò il riccio, per niente convinto di ciò che stava dicendo, mentre Louis gli sfilava la felpa lasciandolo a petto nudo.

L'architetto gli sorrise maliziosamente, lasciando una scia di baci che dal collo scendeva fino al petto, dove prese a torturare uno dei capezzoli tirandolo piano coi denti. «Devi rilassarti Styles, mai sentito parlare di notte prima degli esami?»

Louis non diede ad Harry nemmeno il tempo di capire ciò che aveva detto, che fece scontrare le loro labbra con foga, alzandosi con fatica dalla sedia e stringendo il corpo del minore contro il suo, immergendo le mani nel suo sedere piccolo e sodo mentre barcollava verso la sua camera da letto.

Harry tentò di fare come gli era stato detto, immergendo le dita nei capelli dell'architetto e muovendo il bacino contro il suo, gemendo di sorpresa quando la sua schiena si scontrò contro il materasso morbido del grande letto matrimoniale. Con il respiro già affannato dall'eccitazione si slacciò i jeans, calandoseli velocemente lungo le gambe snelle rimanendo solo in boxer. Non poté trattenersi dal portare una mano a stringere la sua erezione da sopra il tessuto mentre osservava Louis spogliarsi e rimanere completamente nudo davanti a lui.

Il maggiore si sedette tra le sue gambe, chinandosi a baciare e leccare l'addome piatto di Harry, che cercò di sollevare il capo mentre Louis posava due dita contro le sue labbra semiaperte.

«Succhia» Disse piano, la voce bassa e terribilmente roca, che fece contorcere il riccio.

Harry non se lo fece ripetere e, ansimando mentre Louis scendeva a succhiare la pelle delle sue cosce, schiuse le labbra attorno alle due dita dell'architetto, il pensiero degli esami già completamente sparito dai suoi pensieri. I suoi gemiti aumentarono ancora quando Louis gli abbassò i boxer, baciandogli la pelle senza però sfiorare il suo membro dolorante.

«Lou» Mugugnò mordendo i polpastrelli del maggiore, che sorridendogli rimosse le dita bagnate dalla sua bocca, portandole a circondare la sua erezione.

A quel contatto Harry gemette forte, sentendosi già vergognosamente vicino al limite, buttando la testa all'indietro mentre Louis ne approfittava per far congiungere le loro labbra in un bacio bagnato, quasi fin troppo lento e dolce rispetto a ciò che stavano facendo. Solo quando furono entrambi senza fiato Louis si allontanò leggermente, allontanando le dita dall'erezione del riccio e portandole invece a sfiorare gentilmente la sua entrata. Gli sorrise malizioso, succhiandogli piano la pelle sopra la clavicola.

«Dammi cinque minuti Styles, e gli esami saranno l'ultimo dei tuoi pensieri»

E un attimo dopo due delle dita del maggiore erano dentro Harry, che urlò stringendo forte il lenzuolo con una mano, già completamente andato.

C'era solo Louis. Ovunque.

***
Holaa!

Chiedo venia per queste orrende scene di smut. Non mi piace per niente come le ho scritte, ma avevo promesso il capitolo alla mia sosia perciò eccolo quii (spero che ti faccia stare un po' meglio, love💕)

Come al solito vi prego commentate e ditemi cosa ne pensate di questo mini capitolo☺️

All the love xx.

~Alex

Spoiler prossimo capitolo: quando nonostante gli impegni, nonostante Aisha e nonostante Nick il verde e il blu continuano ad essere una sola cosa

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