//Capitolo 18
"Tutto il mio cuore è suo. Gli appartiene e con
lui rimarrebbe anche se il fato destinasse il
resto di me a stargli per sempre lontano"
(Charlotte Bronte - Jane Eyre)
«E così non vi vedete da una settimana? Wow amico, credo sia da quando avevi diciassette anni che non stai a secco per una settimana intera! Cioè, sette giorni!»
«No aspetta Zay, non hai contato la volta che ha avuto la febbre per un paio di settimane, due anni fa. Quella volta sì che è stata davvero dura»
«Ragazzi, vorrei ricordarvi che io e le persone qua attorno sentiamo benissimo. Potreste evitare di commentare i dettagli della mia vita sessuale?»
Sbuffò Louis sarcasticamente mentre porgeva una banconota da venti dollari al barista, che gli passò un vassoio contenente i loro caffè e panini facendogli l'occhiolino.
I suoi due migliori amici iniziarono a ridacchiare mentre tutti e tre andavano a sedersi al loro tavolo, il terzo a sinistra dell'ingresso, attaccato alla vetrata.
Era l'ora di pranzo e per Louis, Liam e Zayn era ormai diventata una routine incontrarsi dallo Starbucks più vicino per pranzare insieme. Lo facevano tutti i giorni lavorativi da quando Liam aveva aperto il suo studio come psicologo esattamente nel palazzo di fronte. Louis lavorava poco lontano insieme a Zayn, che nello studio di Cowell si occupava per lo più di fotocopie e caffè, per il momento.
«E comunque—Esordì Louis, dando un morso al suo panino—Il fatto che non ci siamo visti per una settimana non vuol dire che non abbiamo trovato altri modi per farlo. Esistono i cellulari, cari i miei impiccioni»
«Puah, non ci tenevo a saperlo» Commentò Zayn schifato. «Adesso non riuscirò più a levarmi dalla testa tu ed Harry che lo fate per telefono...»
«Io ancora non riesco a togliermi dalla testa quando vi ho trovati a scopare sulla fotocopiatrice del mio ufficio» Ribatté Louis, mentre Liam diventava completamente rosso e Zayn sorrideva soddisfatto.
«Perché siamo finiti a parlare di questo?» Chiese Liam abbassando la voce e guardandosi intorno con fare circospetto, come se avesse appena confessato di aver ucciso un uomo.
Zayn gli avvolse dolcemente un braccio attorno alle spalle, tenendolo contro il suo petto mentre cercava di mangiare il suo panino farcito con una sola mano. Louis, seduto davanti a loro, li guardò pensieroso, quasi con una punta di gelosia mentre pensava a quanto in quel momento volesse poter fare lo stesso col suo ricciolino.
«Perciò tu ed Harry adesso state ufficialmente insieme?» Domandò Liam, mordendo il suo tramezzino al tacchino.
«In realtà non ne abbiamo ancora parlato, perciò credo di-emh, no?» Disse Louis, ponendola quasi come una domanda.
Sinceramente in quell'ultimo periodo chiedere ad Harry di fidanzarsi era stato l'ultimo dei suoi pensieri. In pochi giorni erano passati dall'essere semplici migliori amici a sbaciucchiarsi la maggior parte del tempo –davvero, Louis ormai doveva mettersi chili di burro cacao per non far screpolare costantemente le sue labbra- e lui era stato troppo preso da quanto stare con Harry in quel modo fosse stupendo, per preoccuparsi di pensare a qualunque altra cosa.
«No? E pensi di chiederglielo o vuoi aspettare che quel povero ragazzo si decomponga nell'attesa che il tuo cervellino bacato faccia due più due?» Ironizzò Zayn, bevendo un sorso della bottiglietta d'acqua di Liam.
Louis ignorò il commento. «Due più due?»
«Dai Lou—Intervenne Liam pazientemente—Si vede lontano un miglio che Harry è innamorato pazzo di te»
«Com-» Iniziò Louis confuso, venendo subito interrotto da Zayn.
«Ti guarda esattamente come tu dici che io guardo Liam—Disse, guardando verso il suo fidanzato—Come se fossi l'unica cosa che davvero conta in un mare di stupidaggini»
Louis ignorò il 'aww' di Liam e il suono degli schiocchi dei baci tra i suoi due migliori amici, immerso nei suoi pensieri. Davvero Harry lo guardava in quel modo? Solo una settimana prima il riccio gli aveva confessato di provare qualcosa per lui sin dal loro primo incontro, eppure a Louis non era mai passata per l'anticamera del cervello l'idea che potesse esserci sotto qualcosa di così profondo.
«E' inutile che ci pensi troppo, Lou—Proruppe Zayn, interrompendo i suoi ragionamenti—Tu lo guardi allo stesso modo»
«Non so se sono innamorato di lui» Obiettò subito Louis, passandosi un tovagliolo sulle labbra prima di spiegarsi. «Mi piace su sacco, adoro tutto di lui e vorrei averlo accanto a me in ogni secondo, il solo pensiero di condividere il resto della mia vita con qualcuno che non sia lui mi fa totalmente rabbrividire. E' amore?»
Zayn stava per esordire con un'affermazione assolutamente ovvia, ma Liam gli tirò un calcio sotto al tavolo, facendolo tacere.
«Non dobbiamo essere noi a dirtelo, Lou—Disse in un tono saggio—Lo capirai da solo quando sarà il momento»
«Sono fottutamente terrorizzato dall'idea di essermi innamorato di Harry» Ammise Louis abbassando lo sguardo, buttando finalmente fuori ciò che si teneva dentro da un sacco. «Se ammettessi a me stesso di essere innamorato di lui, come farei se lui andasse ad Oxford? Come potrei vivere sapendo che il ragazzo che ipoteticamente amo è dall'altra parte dell'Oceano? O peggio, se glielo dicessi come potrei vivere sapendo di avergli impedito di seguire il suo sogno per stare con me?»
«Louis, devi parlargli. Dovete parlarvi e dirvi chiaramente le cose in faccia, non avete più dieci anni santo cielo. Credi che lui non si faccia le stesse identiche domante continuamente?»
Louis sospirò, annuendo convinto. «Avete ragione, devo tentare. Io... grazie ragazzi»
«Siamo migliori amici dall'asilo, Tommo, sai che siamo sempre qui quando hai bisogno» Mormorò Zayn nel loro primo momento serio da anni.
Appoggiò una mano su quella del suo amico, dandogli una piccola stretta come a suggellare quelle parole. Liam annuì dichiarandosi d'accordo e i tre tornarono con molta più leggerezza all'argomento iniziale.
«Voglio che Harry sia il mio fidanzato, tipo ufficialmente, e credo di avere un'idea... Dimmi Zayn, tuo cugino ha ancora il negozio di tatuaggi a Brooklyn?»
«Sì, perché?»
«Credi che potrebbe farmi un tatuaggio prima delle sei di stasera?»
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Louis voleva organizzare qualcosa di romantico, davvero.
Aveva fatto la spesa e riempito il frigo e la dispensa di cose deliziose per il riccio, era passato da Niall e Ed a prendere la sua roba in modo che potesse restare nel suo appartamento per un po' al posto del solito paio di giorni, aveva sparpagliato dei petali di rosa sulle lenzuola pulite del suo letto e aveva addirittura fatto riparare l'idromassaggio della sua vasca da bagno. Voleva fare tutto nel massimo romanticismo, ma decisamente non aveva messo in conto quello.
Dalla parte opposta delle vetrata davanti alla quale era seduto Louis, Harry era immerso fino alla vita nell'acqua della piscina, circondato da bambini che gli sorridevano al di sotto delle loro cuffie rosso acceso—Harry gli aveva spiegato che i colori variavano in base ai livelli e quello era il più alto per i bambini—più o meno dello stesso colore delle guance di Louis.
Perché aveva avuto la brillante idea di andare a recuperare il minore alle sue lezioni, e così si era ritrovato davanti ad una delle scene più eccitanti che avesse mai visto.
Harry portava un paio di slip neri come costume, così attillati da non lasciare spazio all'immaginazione. La sua pelle chiara era costellata da goccioline luminose che scorrevano sul suo corpo tonico. I ricci appesantiti dall'acqua gli davano un aspetto più selvaggio e, dopo essere stati raccolti in uno chignon, mettevano in evidenza le sue spalle larghe dovute ad anni di nuoto. L'architetto poteva vedere ogni singolo muscolo del minore schizzare sotto pelle ad ogni suo movimento: quando si sollevava sul muretto per uscire dall'acqua, quando muoveva braccia e gambe per spiegare ai suoi piccoli pesciolini cosa dovessero fare, quando faceva alcune bracciate in giro per la grande vasca. E le sue labbra. Louis non le aveva mai viste così rosse e umide.
Iniziò ad immaginare di poter far scorrere le labbra su tutto il corpo del riccio, sentendo il sapore del cloro mischiato al suo solito profumo di vaniglia e pesca, ma dovette fermarsi quando si ricordò di essere seduto in mezzo alle mamme dei bambini in vasca. Non sarebbe stato carino farsi vedere da loro con un'erezione già completamente formata a causa della vista del corpo quasi nudo e bagnato dell'istruttore dei loro figli. Decisamente no.
Incrociò le gambe e appoggiò la sua giacchetta sul cavallo dei pantaloni, cercando di non far andare i suoi pensieri a lui che si scopava Harry sotto le docce degli spogliatoi, succhiandogli tutto il cloro via dalla pelle del collo e facendo uscire quei soliti suoni indecenti dalle sue grandi labbra rosse.
«Tu conosci il maestro Harry?» Chiese una vocina accanto a lui.
Louis si riscosse dai suoi pensieri, voltandosi verso il bambino in piedi accanto a lui, non poteva avere più di sei o sette anni, che alternava sguardi incuriositi a lui ad altri quasi nostalgici verso la vasca. Louis capì subito il motivo quando vide il suo piccolo braccino ingessato.
«Oh sì, e anche molto bene» Gli sorrise Louis, aiutandolo ad arrampicarsi sulla sedia accanto alla sua. Lo osservò spostarsi il ciuffo ci capelli biondo cenere dalla fronte, ripensando a quanto gli ricordasse il suo fratellino, seppur Ernest fosse molto più piccolo. «Anche tu lo conosci, eh?»
«Certo, è il mio maestro da tre anni!—Esclamò il bambino alzando tre dita—Dice che sono il bambino più bravo che abbia mai visto, anche più bravo di Phelps!» Concluse gongolando contento, facendo ridacchiare Louis.
«Come ti chiami?»
«Louis» Rispose l'architetto, porgendo una mano al piccolo e spostando per una frazione di secondo lo sguardo dal riccio—ancora intendo a spiegare il dorso—al bambino.
«Io non so il francese, ti chiamerò Lewis» Disse quello stringendogli allegramente la mano. «Piacere Lewis, io mi chiamo Thomas»
«Sai Thomas, non dovresti parlare con gli sconosciuti. Io potrei essere un grande uomo cattivo» Lo ammonì Louis velatamente, nascondendo però un pizzico di divertimento.
«Oh no—Obiettò il bambino guardandolo—Sei troppo basso per essere un uomo nero. E poi nessuno che vuole così bene al maestro Harry può essere cattivo»
«Come?» Schizzò Louis, spostando tutta la sua attenzione a Thomas.
«Lo guardi come mia mamma guarda il mio papà sugli spalti quando lui ha le sue partite di calcio» Disse candidamente il bambino, fissando i suoi grandi e svegli occhi grigi sul viso di Louis che, rimasto senza parole e non potendo più sopportare quello sguardo di sincera curiosità addosso a sé, si mise a guardare gli allenamenti del riccio senza più riuscire a dire una parola.
Dieci minuti dopo, alle sei spaccate, Louis iniziò a vedere la quindicina di bambini in acqua riversarsi sulla scaletta per uscire dalla vasca. Non era minimamente pronto allo spettacolo che gli si sarebbe parato davanti, perciò si ritrovò a spalancare la bocca quando vide Harry fare forza sulle braccia per sollevarsi dal muretto e uscire tranquillamente dalla vasca, il costume ancora più aderente e il corpo completamente bagnato dall'acqua.
Nonostante la voglia che avesse di correre negli spogliatoi e chiudere Harry in una delle docce, Louis rimase seduto al suo posto, chiamando a raccolta tutta la sua forza di volontà—inesistente quando si trattava del riccio—e mettendosi a giocare col cellulare per tentare di distrarsi da quel piccolo diavolo tentatore.
«Dovresti muovere le tre caramelle rosse, così potresti far cadere subito la ciliegia!» Disse Thomas, avvicinandosi a Louis e muovendo le sue piccole ditina sullo schermo del suo cellulare, aiutandolo a completare uno dei livelli di Candy Crush—Harry gli aveva attaccato la fissa per quel giochino idiota.
«Wow ragazzino! Facciamo una bella squadra noi due!» Esclamò Louis, battendo il cinque al bambino e proseguendo con la nuova partita.
Riuscirono a completare una ventina di livelli prima che il riccio uscisse dagli spogliatoi. Questo sentì un moto di tenerezza alla vista dei due che giocavano allegramente. Si avvicinò silenziosamente a loro, fingendo un colpo di tosse per attirare l'attenzione dei due bambini.
«Maestro Harry!» Esclamò Thomas alla vista del suo istruttore mentre questo si inginocchiava a terra spalancando le braccia. Il bambino si fece abbracciare, stringendo il braccio sano attorno al collo di Harry mentre questo alzava lo sguardo verso Louis, che si era alzato in piedi avvicinandosi a loro.
"Ciao" Mimò con le labbra, rivolgendo a Louis un sorriso a trentadue denti che venne subito ricambiato dal maggiore. Questo si chinò lasciando un bacio sulla nuca del riccio, sussurrando un "ciao anche a te, raggio di sole".
«Ma quindi, vuoi due siete fidanzati?» Domandò candidamente Thomas una volta che Harry ebbe sciolto l'abbraccio e si fu alzato in piedi accanto a Louis, spostando lo sguardo da uno all'altro.
Louis guardò con dolcezza Harry che arrossiva fino alla punta dei capelli e iniziava a balbettare cose senza senso. Senza doverci pensare due volte si avvicinò a lui, circondandogli il fianco con un braccio e tenendolo contro di sé.
«Lo siamo»
Harry si strozzò con la sua saliva mentre Louis ridacchiava. «Noi...ehm... lo siamo?»
Tentò di ignorare il battito frenetico del suo cuore, che rischiava di uscirgli dal petto, e il suo respiro affannoso mentre fissava lo sguardo in quello di Louis, intendo a cogliere ogni minimo accenno di scherzo o di ironia nel cristallino dei suoi occhi. Ma gli occhi azzurri dell'architetto brillavano di determinazione e speranza.
«Lo siamo» Ripeté Louis, alzandosi sulle punte e lasciandogli un bacio a fior di labbra. «Se lo vuoi anche tu»
«Lo siamo!» Esclamò allora Harry, stupidamente, sentendo solo la voglia di mettersi a saltellare dalla gioia, mentre Louis sorrideva felice, affondando il dito nella sua fossetta.
Se solo non fossero stati davanti ad un bambino di sette anni, Harry si sarebbe buttato sulle labbra fini del maggiore. Louis parve capirlo, perché gli lanciò uno sguardo così malizioso che Harry si sentì fremere; una sorta di "una volta a casa ci occuperemo di questo".
«Sembrate Topolino e Minnie!» Esclamò Thomas guardandoli contento. Si stava facendo firmare il gesso dai due ragazzi quando sua mamma uscì dallo spogliatoio insieme a una bambina identica a lui, chiamandolo per andare a casa. Il bambino abbracciò entrambi "ciao Haz! ciao Lou! ci vediamo appena tolgo il gesso!" prima di andarsene via.
«Beh, Minnie, andiamo a casa?» Chiese Louis divertito, stringendo la mano di Harry e prendendo il suo borsone. Il riccio rise, seguendolo nel parcheggio. Si era ripromesso di aspettare fino a quando fossero arrivati a casa, ma una volta che Louis si fu accomodato davanti al volante non riuscì a resistere.
«E così noi siamo... ecco... fidanzati?»
Louis gli sorrise, voltandosi a guardarlo. «Ad essere sincero volevo chiedertelo una volta a casa, magari dopo una deliziosa cena a lume di candela... Avevo anche già preparato tutto il necessario»
«Tutto il necessario?» Chiese Harry con un velo di confusione in volto.
Louis si slacciò la cintura in modo da essere più comodo nei movimenti e gli sorrise enigmaticamente, slacciandosi la giacca e tirando fuori dalla tasca interna di essa una piccola bustina di carta bianca. La porse ad Harry, che la guardò confuso prima di aprirla con mani tremanti.
«Wow Lou» Soffiò piano, guardando il ciondolo della collanina argentata che aveva in mano. Era un aeroplanino di carta azzurro, con un piccolissima pietra color smeraldo incastonata sulla punta. Verde e azzurro. «E' stupenda»
Louis si offrì di mettergliela, sistemando il piccolo gancio attorno al suo collo chiaro prima di fermarsi ad ammirare come cadesse alla perfezione sopra la felpa blu della piscina. Immaginò come sarebbe stata contro la pelle candida del petto del riccio, vederla rimbalzare esattamente sopra al battito del cuore quando il minore indossava una delle sue orrende camicie, tenute aperte fino agli addominali. Perfetta.
«Voglio ufficializzare ciò che siamo, Harry. Cazzo, sai che sono un fottuto disastro in queste cose...»
Harry sorrise, appoggiandogli una mano sulla guancia come a dirgli che qualunque cazzata Louis avesse potuto dire lui sarebbe sempre e comunque crollato ai suoi piedi.
«Comunque... voglio poterti prendere per mano e baciarti ovunque e davanti a chiunque; voglio poter fare con te tutte quelle orribili cose disgustosamente sdolcinate che odio fare, perché tu mi fai venire voglia di farle; e voglio che tutti sappiano che tu, il ragazzo più bello, dolce e intelligente, sei mio, così come io sono tuo. Perciò, Harold Edward Styles, sarai il mio fidanzato?»
E Harry, che a quel punto—dopo aver ascoltato tutto il discorso con gli occhi pieni di lacrime e il cuore che batteva forte contro il ciondolo—non era sicuro di riuscire a tirare fuori una risposta sensata in quel travolgente mare di emozioni, semplicemente si sporse verso il maggiore, circondandogli il collo con le braccia e unendo le loro labbra in un bacio dolce.
«Aspetta» Mugugnò Louis, separandosi dal riccio per pochi secondi.
Lanciò via la sua giacca, rimanendo con la maglietta a maniche corte, e tirò una levetta per far andare indietro il suo sedile, in modo da avere più spazio tra lui e il volante.
«Perfetto» Disse a quel punto, sorridendo maliziosamente al minore prima di farlo sedere a cavalcioni sul suo grembo.
Ripresero da dove si erano interrotti, le mani di Harry sulle guance di Louis e le braccia di Louis attorno al busto di Harry. Si baciarono in modo frenetico ma dolce, con le lingue che danzavano e si intrecciavano.
«Sì sì sì sì» Mormorò Harry contro le labbra di Louis, in risposta alla fin troppo solenne domanda dell'architetto, prima di riprendere a baciarlo passionalmente.
«Ho un'altra cosa da farti vedere» Ammiccò Louis qualche minuto dopo, mordendo piano il labbro inferiore di Harry prima di separarsi definitivamente. Afferrò l'orlo della maglietta, sollevandola praticamente fino ai capezzoli, lasciandola arrotolata sotto alle ascelle e rimanendo semi nudo davanti ad Harry, che lo fissava con un misto di confusione ed eccitazione negli occhi scuri.
Il più piccolo appoggiò subito le dita sui fianchi morbidi di Louis—che rabbrividì all'istante—iniziando ad accarezzare la parte più morbida dell'addome mentre si chinava a succhiare un piccola porzione di pelle del collo caldo dell'architetto, assaporando il profumo di colonia mentre questo ansimava piano a causa dei piccoli sfregamenti tra le loro erezioni appena accennate.
Harry si staccò dal collo di Louis solo quando, salendo ancora con le mani, arrivò a toccare una sorta di grande cerotto quadrato, attaccato al centro del petto all'altezza dei capezzoli.
«Toglilo pure» Gli sorrise enigmatico Louis mentre si spostava il ciuffo di capelli dagli occhi.
Harry lo guardò con un filo di dubbio, poi però fece come gli era stato detto, rimuovendo il cerotto bianco con dita tremanti cercando di non strappare troppo forte. Una volta staccato rimase a bocca aperta davanti al disegno che si ritrovò davanti.
Grande esattamente quanto quello che aveva lui al collo, sul petto di Louis c'era il tatuaggio di un aeroplanino di carta con la punta in direzione del cuore, impresso con fitte linee scure sulla pelle ancora arrossata dell'architetto, seguita da una piccola linea curva tratteggiata come a simboleggiarne il tragitto.
Louis rimase col fiato sospeso in attesa che Harry dicesse qualcosa, anche se il riccio non sembrava intenzionato a farlo, troppo occupato a fissare il tatuaggio con il cuore che batteva forte contro al petto. Solo dopo, passando piano il dito per sentire il lieve spessore delle linee, si accorse di una piccola decorazione all'interno del perimetro della figura. Una lettera. H.
«Dio Lou... E'...» Mormorò Harry senza trovare le parole adatte.
Louis si limitò a sorridergli, stringendogli un braccio dietro al collo e avvicinandolo a sé per un altro bacio. Passò una mano al di sotto della felpa del minore, accarezzandogli la pelle fredda della schiena mentre Harry fremeva contro di lui. Le loro lingue si cercavano e si accarezzavano dolcemente, la dita scorrevano sulla pelle e stringevano i capelli mentre dalle loro bocche uscivano ansimi sempre più decisi: Harry continuava a far scontrare i loro bacini, muovendosi contro il corpo caldo del maggiore, con il ciondolo azzurro che ad ogni movimento sbatteva contro il petto di Louis, esattamente sopra al tatuaggio.
«Siamo in un parcheggio» Mormorò Harry contro le labbra del maggiore, sperando che almeno lui riacquistasse un po' del buon senso che avevano indubbiamente perso.
«Huh-uh» Mugugnò questo, totalmente indifferente, riprendendo a baciarlo.
«In un parcheggio dove tra poco passeranno decine di bambini per andare alle loro macchine e tornarsene a casa» Continuò Harry, non riuscendo però a trattenersi dal prendere il labbro inferiore dell'architetto tra le sue labbra prima di far nuovamente scontrare le loro lingue.
«Tanto prima o poi verranno a sapere a cosa serve il gingillo che hanno tra le gambe. Meglio adesso dal loro istruttore che tra qualche anno da uno squallido film porno»
«Louis!»
«Okay!» Disse allora l'architetto sconfitto, massaggiandosi il punto in cui Harry gli aveva tirato uno schiaffetto. «Io ci ho provato» Mormorò mentre il riccio tornava a sedersi sul sedile del passeggero dopo un ultimo bacio a stampo.
Louis sistemò il suo sedile e accese il motore dell'auto. Stava per iniziare le manovre per uscire dallo stretto parcheggio quando sentì una grande mano posarsi sul suo interno coscia, dannatamente vicino al punto che gli dava fastidio da quando aveva messo piede nella piscina.
«Possiamo sempre continuare nel garage a casa» Sussurrò Harry seducente, sentendosi arrossire fino all'attaccatura dei capelli per ciò che aveva detto.
L'immaginazione di Louis volò immediatamente a tutti i modi in cui avrebbe potuto scopare Harry nello stretto abitacolo della sua auto. La sua gola si seccò all'istante mentre la patta dei suoi jeans si stringeva in modo sempre più deciso.
Fu il brontolio dello stomaco del riccio a rovinare il momento, facendo ridacchiare Louis.
«Prima sarà meglio nutrirti, le persone svenute non mi eccitano particolarmente»
Harry sbuffò, tentando di trattenere un sorriso. Non ci riuscì.
«Sai, non ho mai fatto sesso in macchina» Disse pensieroso.
Louis lo guardò con gli occhi luminosi di divertimento.
«Avremo entrambi la nostra prima volta, allora» Rispose, prendendo la mano che il riccio aveva appoggiato sulla sua coscia e baciandone il dorso.
Anziché lasciarla, come Harry temeva avrebbe fatto, intrecciò le loro dita appoggiandosi al bracciolo tra i due sedili, guidando con una sola mano—entrambi ringraziarono chiunque avesse inventato il cambio automatico.
«La prendo come una promessa» Disse Harry solennemente, voltandosi a guardare il profilo del maggiore.
Louis si limitò a sorridere, dando una piccola stretta alla mano del riccio mentre proseguiva lungo le trafficate strade newyorkesi. All'ennesimo semaforo rosso si voltò a guardare Harry, non sorprendendosi quando lo vide già voltato verso di lui. Si sorrisero, illuminati dalle calde luci del sole che tramontava dietro i palazzi.
Quando Harry strinse ancora più forte le mani già intrecciate e appoggiò la testa sulla sua spalla, la verità colpì Louis in pieno petto. Lo sapeva da quando aveva diciotto anni, ma non aveva mai voluto ammetterlo; ormai non aveva più scelta. Harry Styles, il suo raggio di sole, era esattamente la persona con cui Louis voleva passare il resto della sua vita.
***
Ehilà💕
Guardate un po' chi è resuscitata dal regno dei morti? Mi dispiace tantissimo di averci messo così tanto, ma quest'anno a scuola ci stanno davvero massacrando.
Anyway, il capitolo doveva avere anche un altro pezzo, ma ho deciso di dividerlo perché non volevo farvi aspettare ulteriormente. Commentate, stellinate e ditemi i vostri pareri su quei due pirla che finalmente ce ne combinano una giusta. Spero di riuscire a postare il prossimo capitolo il prima possibile😘
All the love, Alex xx.
(Ps, per chi segue "50 modi per dire ti amo" preso aggiornerò anche lì)
Piccoli spoiler del prossimo capitolo:
Louis scopre che gli piace cucinare e Harry scopre che gli piace coccolarlo mentre lo fa. Inoltre una nuova lettera sconvolgerà la vita dei nostri due piccioncini.
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