//Capitolo 17
See the flames inside my eyes
It burns so bright I wanna feel your love
Oh oh easy baby maybe I'm a light
Before tonight I wanna fall in love
And put your faith in my stomach
(Ed Sheeran - I'm a mess)
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Fu un fastidioso raggio di sole—e no, non Harry—a svegliare Louis la mattina successiva. Il ragazzo spalancò gli occhi azzurri mugugnando infastidito, mettendoci qualche secondo a capire perché fosse nella camera di Harry, con il riccio che lo schiacciava contro al materasso sbavandogli sul petto nudo.
Passò una mano tra i capelli scompigliati del minore, accarezzandoglieli con dolcezza mentre allungava il braccio libero verso il comodino. Dopo numerosi tentativi riuscì ad afferrare il suo cellulare, dove i grandi numeri bianchi dello schermo bloccato segnavano le sei del mattino.
Louis sbuffò, ributtando la testa sul cuscino e osservando il soffitto. Se fosse stato per lui non si sarebbe più alzato da quel letto, ma sfortunatamente gli toccava una delle mattinate più impegnative da quando aveva iniziato a lavorare per Cowell.
Alle sette avrebbe avuto un incontro con Simon ed il rettore della New York University per firmare il contratto della costruzione del nuovo atrio, e alle nove avrebbe dovuto presentare l'intero progetto in una riunione con tutte le figure più importanti della direzione scolastica. Come se non bastasse quella notte aveva dormito a mala pena quattro ore, dopo essersi ubriacato ed aver fumato come non faceva dai tempi del college. Non sarebbe stato il massimo presentarsi con gli abiti stropicciati, la barba che copriva metà del viso e l'aspetto da scappato di casa. Decisamente no.
Pensò all'espressione orgogliosa e felice di Harry quando gli aveva detto di aver ottenuto l'incarico, e si alzò sbuffando dal letto, ben deciso a volerla rivedere ancora.
Iniziò a raccogliere i suoi vestiti sparsi a terra, indossandoli mentre guardava con tenerezza la figura del riccio—ancora profondamente addormentato—girarsi a pancia in sotto e abbracciare uno dei cuscini, mugugnando qualcosa.
Louis rimase qualche minuto incantato ad osservare la pelle chiara della schiena di Harry sollevarsi e abbassarsi, mentre i piccoli sbuffi che il minore produceva gli alzavano uno dei ciuffi che ricadevano disordinatamente sulla fronte. Si chinò, lasciando un lieve bacio a stampo sulle labbra del moro—sorridendo alla smorfia infastidita di Harry quando la barba del maggiore grattò la sua guancia—per poi attraversare la camera il più silenziosamente possibile. Era appena arrivato alla porta, quando gli venne un'idea.
Tirò fuori il suo iPhone dalla tasca e scattò una foto al riccio, inquadrando bene il suo fianco nudo ed il braccio tatuato che stringeva il cuscino, su cui era appoggiato il viso rilassato. Impostò l'immagine come sfondo per lo schermo bloccato e lanciò un ultimo sguardo al minore, prima di chiudersi la porta alle spalle ed uscire silenziosamente dall'appartamento.
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DA: L
Buongiorno, raggio di sole!
Sono dovuto scappare via presto per prepararmi per una riunione e non ho potuto svegliarti.
Pizza e film a casa mia, stasera?
L. xx
A: L
Devo studiare, Lou ☹
tra una settimana esatta iniziano gli esami
ed io me la sto facendo sotto.
DA: L
Bene, io ho un paio di progetti da controllare, vieni, tu studi, io lavoro, poi ci mangiamo un pizza e torniamo a sfacchinare. Che te pare?
A: L
Detta così sembra allettante ;)
Stacco alle 19 dalla libreria,
arrivo a casa tua per le 19,15/19,30.
A dopo xxx
H.
DA: L
Tre x, riccio? Vuoi mettere alla prova
il mio autocontrollo?
A: L
Vincerò quella scommessa!
A stasera, Loulou xxx
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Erano le otto meno un quarto quando Harry bussò alla porta di Louis. Sarebbe dovuto essere lì prima, ma per la strada aveva incontrato Zayn che—sapendo dove stava andando—l'aveva fermato per parlare, iniziando a dirgli quanto fosse importante arrivare un pelino in ritardo agli appuntamenti per 'farsi desiderare'.
Il riccio non aveva avuto argomenti per ribattere, così era rimasto a chiacchierare tranquillamente con il suo amico, accorgendosi troppo tardi di aver leggermente superato la soglia del 'farsi desiderare'.
«Finalmente>> Disse Louis allegro, aprendo la porta di Casa. <<Iniziavo a pensare di dover denunciare la tua scomparsa all'agente P»
Harry sollevò un sopracciglio, entrando nel grande appartamento. «Agente P? Hai ricominciato a guardare i cartoni animati, vero?»
«Non è colpa mia» Protestò lievemente il maggiore, chiudendo la porta ed appoggiandosi ad essa con la schiena. «Lottie continua a postare snap con i bimbi che guardano Phineas e Ferb»
Il riccio lasciò il suo zaino a terra e gli sorrise comprensivo. Si avvicinò, appoggiando una mano sulla guancia liscia e morbida, e gli lasciò un bacio a fior di labbra. «Ti mancano tanto, vero?»
Louis si strinse piano nelle spalle, lasciandosi abbracciare dal più piccolo. «Quelle piccole pesti hanno quasi tre anni ed io li avrò visti una decina di volte. Non abbandonerei mai New York perché amo la vita che faccio qui, con voi... con te... però sì, ogni tanto mi manca davvero avere le mie sorelle tra i piedi. Probabilmente Ernest e Doris non si ricordano nemmeno di avere un fratello, per il poco che mi vedono»
Il tono dispiaciuto con cui il maggiore disse l'ultima frase fece sentire ad Harry un buco nello stomaco. Appoggiò il viso sulla spalla di Louis, stringendolo saldamente a sé mentre osservava il suo profilo illuminato dalle luci dell'appartamento.
«Non ci si può dimenticare di te, Boo» Sussurrò il più piccolo prima di unire le loro labbra in un bacio lungo e dolce.
Io non ci sono mai riuscito.
«Hai ragione, insomma io sono fantastico» Rispose subito Louis baciando la fronte del riccio, che ridacchiò. «Sono felice di andare a Miami tra tre settimane, con te e i ragazzi»
«Anche io non vedo l'ora!>> Esclamò Harry esaltato. <<Non ho mai visto Miami, sarà una vacanza memorabile. Poi Jay e Dan sono stati così gentili ad invitare anche noi al loro matrimonio!»
«Non esserne così sorpreso, mia mamma vi adora. Per lei siete praticamente parte della famiglia, ogni volta che mi chiama chiede sempre di voi. E Dan, beh lui la ama perciò non credo sia stato un grande problema»
Rimasero ancora una decina di minuti abbracciati contro al legno della porta, a chiacchierare riguardo alle imminenti nozze della mamma di Louis a Miami.
Il maggiore aveva ragione quando diceva che Jay adorava i ragazzi. La donna non aveva esitato nemmeno un attimo ad invitare tutti al suo grande giorno, offrendo a suo figlio e ai suoi migliori amici una settimana in un grande hotel della zona. Diceva che era il minimo che potesse fare dopo il primo anno di lavoro di Louis, Liam e Zayn; e dopo l'esame dell'ultimo anno di Harry, Niall e Ed. Certo, magari sarebbero stati catastroficamente bocciati, ma da quasi-mamma Jay era sicura che anche i tre pargoli del gruppo sarebbero riusciti a farcela. Aveva persino ingaggiato Ed per cantare e intrattenere gli invitati durante il ricevimento, dopo essersi assicurata che tra gli ospiti fosse presente un produttore discografico amico del suo futuro sposo.
«Sai, credo che mia mamma avrebbe adorato Jay» Disse Harry mentre Louis giochicchiava con una delle sue ciocche ricce, attorcigliandosela attorno al dito. «Riesco persino a immaginarmele mentre bevono il thè scambiandosi le ricette per le torte»
Louis concordò subito con lui. «Poi però sarei arrivato io a dire loro che tu rimani lo chef migliore di tutti, mia madre mi darebbe dell'ingrato e tu saresti arrossito abbassando lo sguardo a terra»
Mormorò piano il maggiore, posando una mano sotto al mento del riccio per fargli alzare il viso verso di lui, per poi accarezzargli la guancia chiazzata di rosso e appoggiare le labbra sulle sue.
Quel bacio—iniziato come una cosa dolce—divenne ben presto più frenetico, e i due ragazzi si ritrovarono schiacciati contro ad una delle pareti dell'ingresso, le lingue che si cercavano quasi disperatamente e le mani che accarezzavano ogni punto dell'altro che riuscissero a raggiungere.
«Quello era un messaggio subliminale per farmi capire che vorresti una torta?» Chiese Harry sorridendo.
«Forse» Rispose Louis, facendogli l'occhiolino e lasciandogli un bacio a stampo, prima di allontanarsi dal corpo del minore e iniziare a camminare attraverso il soggiorno. «Forza raggio di sole, ci attende una grande serata di studio!»
Harry sospirò, ma raccolse il suo zaino e seguì il ragazzo dagli occhi azzurri fino al suo studio, accomodandosi sul grande divano in pelle nera accostato accanto ad una delle pareti della stanza.
Sapeva di aver un importante esame da passare, ma non riusciva a staccare gli occhi dall'elegante figura del maggiore, seduto sulla sua sedia girevole davanti alla grande scrivania in mogano, con un paio di occhiali appoggiati sul naso che lo rendevano estremamente sexy.
Si morse il labbro, cercando di frenare la voglia che aveva di saltargli addosso e levargli la vecchia tuta che indossava—quasi fuori luogo in quella stanza dall'aspetto così serio—iniziando a baciare la sua pelle abbronzata. Scrollò la testa come a liberarsi di tutti quei pensieri che gli incasinavano il cervello, cercando invece di concentrarsi sul suo libro di storia americana.
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I due ragazzi passarono le successive due ore in un quasi completo silenzio, interrotto solo mezz'ora prima quando erano arrivate le loro pizze, di cui erano ben presto rimaste solo le croste bruciacchiate che in quel momento giacevano abbandonate nei due cartoni appoggiati a terra.
Harry chiuse di scatto il suo libro. Durante quelle due ore, mentre tentava di memorizzare infiniti e noiosissimi capitoli, aveva avuto modo di pensare, e aveva deciso che era stufo della piega che stavano prendendo gli eventi tra lui e Louis.
Louis l'aveva baciato, Louis gli aveva fatto un pompino, Louis l'aveva portato a due appuntamenti, Louis, Louis, Louis. Era stato il ragazzo dagli occhi azzurri a fare tutto, ed Harry non poteva sopportare tutto questo. Era innamorato del maggiore da anni, eppure non aveva mai fatto nulla per farglielo capire, era stato fermo ad aspettare che fosse lui a fare la prima mossa.
Si chiese fino a quanto Louis sarebbe andato avanti prima di stufarsi di lui, e il solo pensiero di perderlo fece venire la nausea ad Harry.
Si alzò di scatto dal divano, ben deciso a voler essere lui a fare la prima mossa, per una volta.
Camminò furtivamente verso la scrivania, approfittando del fatto che il maggiore fosse troppo concentrato sui suoi progetti per far caso a lui. Si mise accanto alla sua sedia, passandogli una mano tra i capelli tirati su con del gel e cercando di attirare la sua attenzione.
Louis gli sorrise, appoggiando la schiena allo schienale foderato della sua poltrona in pelle e allontanandosi lievemente dalla scrivania.
«Che c'è, piccolo?» Chiese piano, aggiustandosi gli occhiali sulla punta del naso.
Harry, che si stava mordendo il labbro pensieroso, gli sorrise maliziosamente prima di levarsi in un gesto fluido la maglietta, rimanendo a petto nudo. Ignorò l'espressione sorpresa di Louis e si sedette a cavalcioni sulle sue gambe, appoggiando le ginocchia ai lati del maggiore e portando le dita tra i suoi capelli lisci e morbidi.
Senza aspettare ulteriormente premette le sue labbra contro quelle del più grande, baciandolo piano per qualche secondo prima di passare la lingua sul suo labbro inferiore, ottenendo un ansimo da parte di Louis che gli fece contorcere l'addome. Approfondì il bacio, stringendo le ciocche del maggiore tra le dita, sentendo la pelle d'oca diffondersi sul suo busto nudo sotto alle carezze attente dell'altro.
Quel bacio, iniziato dolcemente, divenne sempre più passionale, e mentre la frenesia del bacio aumentava, aumentavano anche gli ansimi e i tocchi, così roventi che Harry poteva quasi sentire la pelle del proprio petto andare a fuoco. Iniziò a muovere il bacino sempre più velocemente, oscillando sull'erezione di Louis, sempre più piena, mentre dalle loro labbra iniziavano ad uscire gemiti sempre più forti.
«Pensavo dovessi studiare» Mormorò Louis col respiro lievemente accelerato, iniziando a succhiare un lembo del collo del minore, che ansimò.
«Credo che per oggi possa bastare» Rispose Harry, sollevando i lembi della t-shirt bianca dell'architetto e sfilandogliela per poi lanciarla da qualche parte nella stanza.
«Uhm... Perderai la nostra scommessa così» Disse piano il più grande, mentre Harry iniziava a tracciare una scia di baci lungo il suo petto.
Il riccio sollevò lo sguardo, puntando i suoi grandissimi occhi verdi in quel dell'altro. Fermandosi così da poter esprimere bene ciò che si teneva dentro da tempo e che non aveva mai avuto il coraggio di dire.
«Non mi interessa—Disse piano—Tu mi piaci Louis. Io... dalla prima volta in cui ti ho visto, da quando sei entrato nella nostra aula il mio primo giorno di liceo, non sono più riuscito a levarti dalla mia testa. C'eri solo e soltanto tu, sempre. Era per te che ho passato tutta la prima a setacciare i corridoi negli intervalli con la speranza di vederti, o a venire ad ogni singola partita della squadra di calcio. Era per te che assillavo Niall perché mi portasse nei locali in cui andavi con suo fratello ed era sempre per te che ho iniziato a frequentare così tanto quei posti che non mi piacevano nemmeno»
Harry cercò di resistere all'enorme voglia di ascoltare la sua parte più bambinesca e abbassare lo sguardo. Aveva diciannove anni, e ormai erano passati i tempi in cui poteva lanciare alla sua cotta il classico bigliettino 'vuoi essere il mio fidanzato?' per poi nascondersi mentre questo rispondeva. Perciò continuò a mantenere gli occhi puntati in quelli del maggiore, che lo scrutavano impenetrabilmente.
«Persino stare con Nick non mi ha fatto passare ciò che provo per te. Stavo con lui, eppure una parte di me continuava ad immaginare che ci fossi tu a baciarmi e a stringermi la mano per le vie di Central Park. Ho tentato di nasconderlo, di ignorarlo, persino di sopprimerlo quando ti sei fidanzato con Aisha, ma non è servito a nulla. Dio, non so nemmeno se quello che sto dicendo ha senso, ma voglio che tu sappia che mi piaci Louis, mi piaci e chi se ne frega della scommessa, io ti voglio subito»
Ed Harry, il timido e insicuro Harry, non avrebbe mai creduto possibile arrivare a desiderare qualcosa così tanto. Ma ormai si era reso conto di bramare il tocco del maggiore come se fosse vitale. Perché era così che Louis lo faceva sentire: vivo, come non gli succedeva da davvero troppo tempo.
Louis, che era rimasto in silenzio ad osservarlo, si sciolse in un sorriso a trentadue denti, che gli illuminò il volto facendo comparire le solite piccole rughette ai lati dei suoi raggianti occhi azzurri.
«Oh, Harry» Mormorò piano, stringendo forte i fianchi del minore—ancora seduto a cavalcioni su di lui—e avvicinandolo per un bacio lento e dolce. Le loro lingue si sfiorarono con delicatezza mentre il riccio posava una mano sulla guancia ruvida dell'altro, godendosi il calore della pelle dell'architetto mentre questo massaggiava piano la sua schiena facendo piccoli cerchi con le dita.
«Anche per me è così, lo sai» Sussurrò Louis, una volta interrotto il bacio a causa della mancanza d'ossigeno. Harry annuì, le guance rosse e gli occhi sorridenti. Si chinò nuovamente verso il viso del maggiore, passando la lingua sulle sue labbra fini e prendendo quello inferiore tra i denti, tirandolo piano qualche secondo prima di riprendere a baciarlo, questa volta con più frenesia, mentre ricominciava a strusciarsi piano contro la sua tuta.
Detto tutto a Louis, si sentiva infinitamente più leggero: potevano davvero dare il via alla loro relazione, seriamente e in modo più adulto, senza doversi nascondere o imbarazzare.
Harry riprese la scia di baci che aveva interrotto poco prima, leccando e succhiando varie porzioni del collo del maggiore prima di scendere e prendere tra le labbra il capezzolo sinistro, passandoci sopra la lingua più volte prima di mordicchiarlo leggermente.
Louis gemette sonoramente: quello era uno dei suoi punti deboli. Infilò una mano tra i ricci scuri del più piccolo, premendolo contro il suo petto e buttando la testa indietro al pensiero della bocca di Harry che succhiava con dedizione qualcos'altro.
«Harryyy» Si lamentò quando l'erezione nei suoi pantaloni iniziò a diventare davvero troppo stretta.
Il riccio capì all'istante e gli sorrise maliziosamente mentre tornava a raddrizzare la schiena, in modo da avere il viso all'altezza di quello del maggiore. Si baciarono oscenamente, con le lingue che si intrecciarono ancora prima che le labbra avessero modo di scontrarsi, e i nasi premuti contro le guance. Louis prese subito le redini del bacio, mordendo il labbro minore del riccio e stringendolo contro di sé mentre Harry mugolava per la presa dell'altro sui suoi glutei.
Non avevano nemmeno iniziato e lui era già creta tra le mani del maggiore.
Si staccò con uno schiocco, il respiro leggermente accelerato a causa della mancanza di ossigeno—o forse era solo l'effetto della vicinanza dell'architetto, chi poteva dirlo. Muovendosi velocemente scese dal grembo di Louis e spinse piano la sua sedia in pelle in modo da potersi inginocchiare davanti a lui. Gli sfilò con non poca fatica i pantaloni della tuta, facendoli calare lungo le gambe toniche e abbronzate del maggiore, dove lasciò un paio di succhiotti.
«Qualcuno qui è impaziente?» Ghignò Harry, puntando lo sguardo sul viso dell'architetto mentre iniziava a lasciare piccoli baci a labbra aperte sulla sua erezione, ancora coperta dalla stoffa dei boxer.
«Harold» Mugugnò Louis in tono d'avvertimento, la voce rotta dagli ansimi.
Harry ridacchiò, guardando innocentemente il maggiore. Dopo aver deciso di averlo torturato a sufficienza abbassò anche l'elastico delle mutande scure dell'altro, liberando il suo membro, che svettò subito parallelamente all'addome. Il riccio non diede nemmeno il tempo a Louis di gemere per la sensazione del suo cazzo finalmente libero, che ne avvolse la base con una mano, schiudendo le labbra sulla punta e lasciando un piccolo bacio.
«Cazzo» Mormorò Louis, gemendo sonoramente mentre Harry iniziava a passare lentamente la lingua sulle vene sporgenti, fissandolo con i suoi grandi occhi verdi, quasi fin troppo innocenti per quello che stava facendo.
«Uh... Prendilo in bocca piccolo» Ansimò il maggiore, stringendo i capelli del riccio in una mano e avvicinandogli ancora di più il viso alla sua erezione. Il più piccolo spalancò le labbra, avvolgendole attorno al membro pulsante di Louis e cercò di rilassare la gola il più possibile mentre questo guidava i suoi movimenti.
Harry cercò di ignorare la sua fastidiosa erezione, che premeva contro la patta dei jeans in modo quasi doloroso, concentrandosi invece su quella del maggiore. Appoggiò una mano sulla sua coscia muscolosa, tenendosi in equilibrio mentre l'architetto iniziava a spingere i fianchi verso l'altro, scopandogli velocemente la bocca.
Continuò a succhiare energicamente, ignorando il dolore alle ginocchia e le lacrime che avevano iniziato ad appannargli la vista, mentre osservava la figura di Louis, completamente persa nel piacere. Aveva la testa buttata indietro e la bocca spalancata, da cui uscivano forti gemiti, alternati a vari 'sì Harry, così ah.. ah...' ogni volta che la sua punta colpiva il retro della gola del minore.
Poteva sembrare strano, ma Harry non voleva più sentire il suo nome pronunciato da una voce che non fosse quella ansimante di Louis.
Quando Harry iniziò a sentire delle gocce di liquido preseminale scivolargli in bocca, si staccò dal maggiore, non volendo ancora farlo venire.
«Scopami Louis» Sussurrò mentre questo si alzava di scatto dalla poltrona, facendolo alzare e premendo le loro labbra. Si liberò dei boxer e della tuta, ammucchiati sulle sue caviglie, e spinse il più piccolo contro alla scrivania, slacciandogli il primo bottone dei jeans mentre continuava a far scontrare le loro lingue.
«Sì sì sì» Mugugnò Louis, infilando le mani nei boxer del minore e stringendo quel piccolo sedere tondo e sodo che l'aveva sempre fatto impazzire. Si baciarono per minuti interi, le lingue che si cercavano insistentemente e le loro erezioni—quella di Harry ancora coperta—che sfregavano.
«Voltati» Disse Louis dopo aver sgomberato velocemente il ripiano in mogano buttando tutto a terra. Harry eseguì all'istante, cercando di trattenersi dal portare uno mano a stringere la propria erezione dolorante.
Non potè trattenersi dal gemere quando Louis slacciò completamente i suoi pantaloni, sfregando per qualche secondo la patta gonfia dei suoi boxer prima di tirargli giù i jeans strettissimi.
«Piegati a novanta» Ordinò il maggiore, prendendosi lentamente il tempo di spogliare l'altro di pantaloni e calze per poi accarezzare piano le sue gambe nude.
Harry eseguì velocemente, fremendo alla sensazione del legno freddo della scrivania contro la sua pelle ardente.
«Solo tu potevi indossare questi boxer» Commentò Louis divertito, riferendosi alle mutande che il minore aveva addosso: rosa shocking con stampe di piccoli coni gelato.
Ma Harry non fece caso alle sue parole, troppo distratto dall'erezione libera del maggiore che sfregava lentamente nel solco tra le sue natiche facendolo impazzire ogni volta che la punta umida premeva contro la sua apertura, mandando scosse di piacere in tutta la sua spina dorsale nonostante ci fosse ancora il tessuto dei boxer a dividerli.
Boxer che Louis fece scivolare velocemente mentre tirava i ricci del minore con una mano, tenendogli il volto fermo mentre immergeva la lingua tra le sua labbra gonfie. Una volta che entrambi ebbero finito tutto il fiato nei polmoni, Louis iniziò a scendere, lasciando una scia di baci bagnati seguendo la colonna vertebrale dell'altro, arrivando a inginocchiarsi con il viso all'altezza dei glutei del maggiore.
Harry si ritrovò ad ansimare pesantemente, premuto contro il ripiano della scrivania. Tutto il suo corpo era concentrato sugli studiati tocchi della dita di Louis, che gli stava massaggiando piano il sedere, sfiorandolo appena con la punta delle dita.
«Oh sì» Sospirò di piacere, quando sentì le mani del maggiore separargli le natiche.
Harry si aspettava che Louis lo penetrasse subito con un dito, perciò rimase completamente sconvolto quando sentì il suo fiato caldo contro la propria apertura. Non ebbe nemmeno il tempo di realizzare pienamente cosa stesse succedendo, che il maggiore iniziò a passare la lingua nella striscia di pelle che dai suoi testicoli andava alla sua apertura; ripetendo velocemente quel tratto diverse volte.
«Uh Lou, cazzo» Gemette Harry, sentendo le gambe cedere e l'erezione pulsare, perché non aveva mai ricevuto il rimming e ora Louis aveva iniziato a passare la lingua esattamente lì, girandola in cerchio e lubrificandolo con la propria saliva mentre si divertiva a stuzzicarlo, irrigidendola e penetrandolo appena per poi tornare a lasciare piccole leccate.
Harry si voltò, sollevando lo sguardo oltre la propria spalla per cercare di vedere Louis, inginocchiato dietro di lui. Se ne pentì all'istante, quando i suoi occhi incrociarono quelli del maggiore—del colore del mare in tempesta—che lo stavano fissando con l'espressione più sporca che potessero fare.
Un gemito ancora più forte si riversò dalle labbra di Harry quando l'architetto si decise finalmente a scoparlo con la lingua, iniziando a muoverla con decisione all'interno dell'orifizio stretto del minore. Louis fece passare ancora poco tempo—era davvero troppo eccitato per stuzzicare Harry come avrebbe voluto—prima di sostituire la sua lingua con due dita lubrificate, iniziando subito a spingerle fino in fondo.
«Ah, Lou, di più di più di più» Gemette forte Harry, iniziando a muovere i fianchi verso le dita del maggiore e portando una mano a stringere i suoi capelli, tenendogli in viso premuto contro alle sue natiche. Sentiva di star per venire, ma sentire la lingua e le dita dell'architetto era così infinitamente bello che solo il pensiero del grande suo grande cazzo dentro di lui riuscì a trattenerlo dall'esplodere nell'orgasmo più travolgente della sua vita.
«Merda Louis, sono pronto, scopami» Ansimò forte, girando il più possibile il collo e voltandosi verso il più grande.
Louis non se lo fece ripetere, nonostante morisse dalla voglia di vedere il riccio venire solo con la sua lingua a scoparlo. Mosse le due dita all'interno dell'orifizio del minore ancora per qualche secondo—colpendogli la prostata e godendosi i suoi gemiti eccitati—prima di sfilarle, alzandosi da terra e mettendosi in piedi dietro all'altro. Lo fece sollevare in modo che la schiena nuda di Harry fosse a contatto con la sua pelle sudata e gli afferrò l'erezione viola e bagnata—che non era ancora stata sfiorata—accarezzandola lentamente mentre si chinava a prendere un preservativo dalla scatola che teneva nell'ultimo cassetto della scrivania.
Harry buttò indietro la testa, appoggiandola alla spalla del maggiore e ansimando per i suoi tocchi, sentendo per un attimo la soddisfazione invaderlo alla vista della scatola ancora sigillata.
Louis si infilò velocemente il preservativo, lasciando poi un bacio sul collo di Harry.
«Pronto?» Chiese, mentre il riccio inarcava la schiena, sporgendo il sedere in modo che l'erezione di Louis raggiungesse facilmente la sua apertura.
«Sì, fottimi Louis» Ansimò Harry, il fiato già corto.
Louis non esitò, iniziando a spingere il suo membro dentro all'orifizio del più piccolo, gemendo sonoramente alla sensazione della sua carne che si stringeva meravigliosamente attorno a lui. Harry buttò nuovamente la testa indietro, irrigidendosi inevitabilmente a causa del dolore iniziale. Fece passare un paio di minuti, in modo da abituarsi a quella grossa intrusione—era più o meno la sesta volta che faceva il passivo.
Una volta che il dolore divenne meno intenso, Harry spinse piano i fianchi verso il maggiore, inglobando interamente il suo membro e eccitandosi ulteriormente quando questo gli morse una spalla, sibilando dal piacere.
«Sei.così.fottutamente.stretto» Ringhiò Louis, accompagnando ogni parola con una spinta profonda dentro il minore che, non riuscendo più a reggersi sulle gambe a causa di tutto il piacere provato, si sdraiò nuovamente col petto sulla scrivania, gemendo e andando incontro alle spinte del maggiore.
«Ah Lou... Sì cazzo, più forte» Mugugnò Harry mentre Louis dietro di lui gli stringeva i fianchi con le mani, iniziando a muoversi sempre più velocemente.
L'architetto non se lo fece ripetere, iniziando a muovere il bacino in modo così veloce e frenetico che i testicoli iniziarono quasi a fargli male per la forza con cui si scontravano contro i glutei del minore ad ogni spinta. Comunque non ci fece caso, totalmente stordito dal tremendo calore che si accumulava nel suo bassoventre e dalle scosse di piacere che gli attraversavano la spina dorsale ogni volta che la carne di Harry si stringeva attorno alla sua erezione.
Louis ci mise decisamente poco a trovare la prostata del minore, iniziando ad affondare con sempre più forza verso quel punto mentre piantava le unghie nella liscia e muscolosa schiena del riccio—amando il modo in cui i suoi muscoli guizzassero sotto ai suoi graffi—cercando un appiglio per non sprofondare in quel mare di emozioni che solamente Harry poteva provocargli.
«Sì sì sì» Gemette forte il riccio appena il maggiore iniziò a colpire il suo punto, abbandonandosi completamente ai tocchi e alle spinte di Louis, che lo stavano facendo completamente impazzire.
Non era lento, delicato o attento, e decisamente Harry non voleva che lo fosse. Perché era così che lui si era innamorato di Louis, in modo veloce e travolgente, quasi un fulmine a ciel sereno, improvviso e totalmente inaspettato.
E Harry amava Louis, mentre questo gli immergeva una mano nei capelli, tirandolo su in modo da farlo alzare fino a che la sua schiena non combaciasse col proprio petto. Amava Louis, mentre questo spingeva forte dentro di lui, gemendo il suo nome contro l'orecchio. Amava Louis, mentre questo girava il viso, baciandolo passionalmente, e portava una mano a stringere la sua erezione viola e fradicia.
Amava Louis, mentre veniva nella sua mano con un urlo quasi disumano, i capelli che gli ricadevano sudati sulla fronte e sul collo e il cuore a battere furiosamente nel petto, come specchio di quello che sentiva contro alla schiena.
«Sì Ha-arry, cazzo» Ansimò Louis, venendo pochi secondi dopo grazie alla meravigliosa ultima contrazione dei muscoli del minore attorno a lui, dando ancora qualche spinta mentre cavalcava l'onda del suo orgasmo.
La mente di Harry rimase offuscata per qualche secondo. Non fece caso a Louis che usciva delicatamente da lui mentre gli baciava piano una spalla, buttando poi il preservativo nel cestino sotto alla scrivania. Si fece sollevare inerme mentre il maggiore si sedeva sulla sua poltrona con lui in braccio, emettendo un lungo sospiro prima di iniziare a ridacchiare.
Harry lo imitò, mentre si accoccolava contro al suo petto sudato, appoggiando il viso nell'incavo del collo. Inspirò l'odore di colonia del maggiore, misto a ciò che avevano appena fatto—quello che era diventato il loro odore—mentre si rilassava.
«Mi devi venti dollari, raggio di sole» Disse Louis dolcemente dopo qualche minuto, accarezzando i ricci sudati del minore e stringendolo contro di sé, riscaldando i loro corpi completamente nudi.
Harry sorrise contro il suo collo e chiuse gli occhi.
«Ti devo tutto, Boo»
***
I know, sono una persona orribile. Più di un mese per un capitolo (che è anche un po' bruttino), mi dispiace moltissimo. È che ogni volta che tentavo di mettermi al computer per scrivere qualcosa, boom vuoto totale. Ho riscritto questo capitolo almeno dieci volte prima che uscisse qualcosa di decente e per un giorno ho davvero pensato di cancellare la storia.
Ovviamente non lo farò mai perché ci tengo troppo, ma -proprio perché ci tengo davvero molto- ho bisogno che voi mi diate più pareri sui capitoli. Perciò vi prego commentate e ditemi cosa ne pensate della storia, se vi piace, se vi fa schifo, quali aspetti dovrei approfondire di più e quali invece sono troppo sviluppati.
Ho davvero bisogno di qualche critica costruttiva, perciò fatevi sotto! Giuro che non mi offendo né nulla.
Spero di riuscire a postare il prossimo capitolo entro una decina di giorni, nel frattempo se vi va andate a leggere le altre due larry (una os e una long) che ho pubblicato.
Scusate ancora per il mega ritardo, vi manderò tante cioccorane per farmi perdonare. Alla prossima💕
~Alex
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