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//Capitolo 14

«Niall! Non possiamo svegliarlo così!»

«Dai Teddy, io voglio sapere cos'è successo ieri sera»

«Lasciamolo dormire Nì, tanto tra mezz'ora si dovrà svegliare e poi potrai torturarlo»

«Uffa.. Sei un guastafeste»

Harry si voltò dall'altra parte, premendosi il cuscino sulle orecchie sperando di riuscire ad arginare i borbottii dei suoi migliori amici. Li adorava, certo, ma dopo un anno e mezzo di convivenza dovevano aver capito che svegliarlo la mattina, prima che suonasse la sveglia, era un suicidio.

Aveva avuto a mala pena cinque minuti di silenzio in cui stava per riaddormentarsi, quando il telefono poggiato sul suo comodino trillò rumorosamente.

DA: L
Buongiorno raggio di sole! xx

Il riccio cercò in tutti i modi di trattenere un sorriso da tredicenne alla prima cotta, ma ormai si era arreso all'essere una tredicenne alla prima cotta, così rimase disteso a godersi le farfalle che avevano invaso il suo stomaco, mentre rispondeva al messaggio.

A: L
Sarebbe buono se non mi avessi svegliato alle sei di mattina.
Sei una persona orribile

La risposta di Louis arrivò praticamente all'istante.

DA: L
Su piagnucolone, alza il tuo bel culetto.
Pensa a quei poveri ragazzi che sono già fuori dal loro ufficio e non hanno nemmeno ricevuto il buongiorno

A: L
Buongiorno mio adorato Boo! xx
Adesso va meglio?

DA: L
Molto meglio ;)

Harry alzò gli occhi al cielo, bloccando il telefono e rimettendolo sul comodino mentre si ributtava sul suo caldo cuscino. Finì per pensare a Louis e al bellissimo appuntamento che avevano avuto la sera prima.

Prima che si mettessero insieme, Nick l'aveva portato sempre e solo alle classiche e noiose cene nei ristoranti che accettavano i suoi buoni pasto. Louis era riuscito alla prima serata a creare l'appuntamento che il riccio sognava da una vita.

I suoi pensieri vennero interrotti dal fastidioso suono della sveglia, che Harry si affrettò a spegnere.

«Bene, ora è sveglio!» Esclamò una voce dal chiaro timbro irlandese fuori dalla stanza.

Harry non ebbe in tempo di dire nulla che la porta di spalancò e un biondo tinto saltò sul letto, esattamente addosso a lui.

«Allora?» Chiese innocentemente Niall, sedendosi a gambe incrociate nell'angolo del materasso.

«Allora cosa?»

«Scusa Haz, ho cercato di trattenerlo il più possibile» Disse Ed appoggiandosi allo stipite della porta.

Harry rise. «Tranquillo amico»

«L'appuntamento!» Li interruppe Niall eccitato. «Devi raccontarci ogni cosa!»

«Giusto per la cronaca, buongiorno anche a te, Nì! Giuro che dopo ti racconterò tutto, ma ora devo correre a farmi una doccia: i miei capelli puzzano di luna park e ieri sera ero troppo stanco per lavarli »

Harry scappò via dalla stanza, sentendo Niall urlargli un 'non potrai scappare per sempre, sappilo!' che lo fece ridacchiare affettuosamente. Uscì dalla doccia quindici minuti dopo, sentendo la porta dell'appartamento chiudersi con forza mentre qualcuno bussava contro quella del bagno, che si aprì di scatto dopo pochi secondi.

«Finito riccio?» Chiese Niall, infilando la testa dalla porta socchiusa. «Non volevo interromperti ma tra un'ora dobbiamo essere in classe e io dovrei farmi una doccia»

Glielo disse con un tono di scuse, a cui Harry rispose subito con un sorriso. «Tranquillo Nì, ho finito. Ed se n'è andato?»

«Sì» Rispose subito il biondo, iniziando a spogliarsi mentre Harry si voltava verso lo specchio. «Ha detto che voleva approfittare della sua ora buca per passare dal locale dove si esibirà stasera. E' abbastanza nervoso»

Il riccio annuì, scordandosi che l'irlandese non potesse vederlo dato che era già sotto la doccia che canticchiava le canzoni di Justin Bieber.

«Come farà col gesso?» Chiese con un tono di voce abbastanza alto da sovrastare lo scroscio dell'acqua. Si passò velocemente l'asciugamano tra i capelli, cercando di asciugarli come meglio poteva.

«Stasera si limiterà a cantare. Ha detto che la figlia del proprietario, una certa Taylor, si è offerta di fare l'accompagnamento alla chitarra»

«Magari Ed si accorgerà finalmente di quanto quella ragazza sia cotta di lui. Comunque io vado a vestirmi, tu muoviti!»

«Non scappare via Styles, devi raccontarmi di ieri sera!» Urlò Niall da sotto la doccia.

Harry si richiuse la porta del bagno alle spalle, con un sorriso divertito sul volto. Niall Horan era l'essere più ostinato che conoscesse.

--

Alla fine avevano passato l'intera ora di inglese a chiacchierare dell'appuntamento che il riccio aveva avuto la sera prima. Niall aveva espressamente chiesto di sapere ogni particolare e Harry, che aveva bisogno di raccontare tutto al suo migliore amico, non aveva esitato a parlargliene.

«E' davvero preso da te, eh?» Disse Niall con un sorriso sincero, dopo essersi fatto dire ogni cosa.

Harry arrossì e sorrise lievemente compiaciuto. «E io lo sono da lui. Dio Niall ultimamente abbiamo passato insieme molto più tempo del solito, ma nonostante tutto ogni volta che non siamo insieme vorrei solamente correre da lui. Patetico, vero?»

«Affatto» Rispose il biondo in tono deciso, quasi fin troppo deciso, visto che alcuni loro compagni si erano voltati nella loro direzione.

Niall lanciò un'occhiata alla professoressa, impegnata nella lettura ad alta voce di un passo di Shakespeare, per controllare che non l'avesse sentito, poi appoggiò una mano sul braccio del riccio.

«Perché non lo inviti stasera al pub dove suonerà Ed? Tanto verrà comunque con mio fratello e con Zayn, ma almeno gli fai vedere che ti importa»

«Potrei chiedergli di andare prima a bere qualcosa insieme...» Disse Harry pensieroso. «Sei un genio Niall!»

«Dimmi qualcosa che non so già»

--

A: L
Hey Lou! Ti andrebbe di andare a bere qualcosa
insieme stasera prima dello spettacolo di Ed? xx

DA: L
Certo riccio! Dimmi l'ora e il posto.
E dì la verità, vuoi affrettare tutto per
arrivare subito al quinto appuntamento? ;)

A:L
Ti piacerebbe! :P
18:30 fuori dallo starbucks vicino al pub.
Puntuale!!!

DA: L
Non agitarti curly, ti farai venire le rughe su quel bel visino.
Devo scappare: riunione con Cowell e i dirigenti!!!
A stasera. xx

--

«Sei tu ad essere in ritardo!» Disse Louis allegramente appena vide Harry fermarsi accanto a lui, tutto trafelato e con un fiatone da maratona.

«Scusa» Farfugliò il minore cercando di riprendere fiato. «Ma alla fermata della metro mi sono accorto di aver lasciato la mia giacca negli spogliatoi, così sono dovuto tornare indietro a prenderla, poi però la mamma di un ragazzino mi ha fermato per parlare dei suoi miglioramenti e...»

«Sei troppo gentile per dire 'fanculo sono di fretta'» Concluse Louis per lui, passandogli una delle due tazze che reggeva in mano. «Non importa, tranquillo»

Harry mise il broncio mentre afferrava la sua tazza con su scritto 'ragio di soole'. «Toccava a me offrire, stasera»

«Potrai farlo subito. Ho voglia di una ciambella» Gli sorrise Louis.

I due si incamminarono verso la pasticceria più vicina e il maggiore non perse tempo, intrecciando subito le dita delle loro mani libere, come se quello ormai fosse un gesto spontaneo.

«Allora, come va con le piccole pulci d'acqua?» Chiese l'architetto, buttando via il suo bicchiere vuoto.

Harry aveva nuotato a livello agonistico fino ad un anno prima, quando dopo un incidente alla spalla aveva dovuto smettere di gareggiare. A quel punto, non riuscendo a stare lontano dall'acqua, si era offerto come sostituto dell'insegnante di nuoto per i bambini più piccoli, iniziando a lavorare nella piscina dove si era innamorato di quello sport.

«Alla grande» Sorrise il più piccolo. «Molly ormai non ha più paura di venire con noi nell'acqua alta e il piccolo Benjamin non vede l'ora di imparare lo stile libero. Sono diventati davvero bravissimi, sono molto fiero di loro»

«E io sono fiero dell'insegnante» Gli disse Louis con un sorriso, accarezzandogli il dorso della mano con il pollice mentre continuava a stringerla.

Si ricordava ancora quando il riccio era andato da lui disperato dopo la prima lezione, perché le pulci d'acqua urlavano e piangevano dalla paura di entrare nell'acqua.

Harry arrossì fino alla punta dei capelli, non sapendo cosa rispondere. Per sua fortuna arrivarono davanti alla pasticceria preferita del maggiore, che si fiondò subito all'interno del negozio, trascinandolo davanti alla vetrina dei dolci. Presero due grandi ciambelle ricoperte di cioccolato e scagliette di zucchero colorato, sedendosi ad uno dei tavoli e mangiandole mentre chiacchieravano del progetto che Louis stava mettendo a punto per la sede della New York University.

«Spero che tu abbia un ombrello» Commentò il maggiore, guardando attraverso la vetrina del negozio la pioggia che aveva iniziato a cadere fittamente.

Il 'cavoletti di Bruxelles!' mugugnato da Harry accanto a lui bastò come risposta.

«'Cavoletti di Bruxelles'?»Rise Louis, guardando il minore, che si giustificò con un'alzata di spalle. «Ci sono dei bambini qui, Lou»

«Mi sa che ci tocca corre» Disse Harry mortificato, accorgendosi solo in quel momento che mancavano cinque minuti all'inizio dell'esibizione di Ed.

«Speravo lo dicessi!» Rispose Louis sorridendo e afferrando il riccio per un polso, trascinandolo fuori dal negozio.

Iniziarono a correre sempre tenendosi per mano, zigzagando tra la folla e passando dal tendone di un negozio all'altro, cercando di bagnarsi il meno possibile mentre ridevano come ragazzini.

«Ci siamo, ci siamo!» Esclamò Harry fermandosi davanti all'entrata del pub con il fiatone. Sentì il cuore profondargli nel petto sentendo la musica e le urla provenienti dall'interno.

«Mi dispiace ragazzi, il locale ha superato la portata massima di persone, dovevate essere qui prima» Disse loro un omone piazzato davanti alla porta.

I due ragazzi tentarono in tutti i modi di spiegare la situazione ma l'uomo non volle sentire ragioni, e alla fine Harry proruppe con un «Per me lei può benissimo andarsene a fanculo! Buona giornata!» frustato, andando a ripararsi nel vicolo accanto al locale.

Louis fece un sorrisetto all'uomo, rivolgendogli il dito medio, prima di seguire il riccio, che si era seduto su uno sgabello malmesso, appoggiando i gomiti alle ginocchia e coprendosi il volto con le mani.

«Ehi, è tutto okay?» Chiese preoccupato, abbassandosi in modo da poter avere il viso alla stessa altezza di quello del minore. Gli accarezzò piano i capelli, stupendosi di trovare i grandi occhi verdi di Harry umidi di lacrime.

«Tu ieri mi hai dato l'appuntamento che sognavo da una vita... I-io volevo poter ricambiare oggi, ma è stato tutto solo un grande disastro. Dovevo arrivare prima, passare a prenderti le ciambelle e offrirti il caffè da starbucks facendo a gara per chi inventava il nome più idiota da mettere sul bicchiere. Poi potevamo andare al parco a fare dei tiri a pallone dove tu avresti inevitabilmente vinto, allora io avrei messo il broncio e mi sarei fatto coccolare da te sotto al nostro albero» Harry arrossì all'ultima parte. «Invece è stato tutto un fottuto disastro, e ora ci stiamo anche perdendo Ed!»

«Ehi ehi ehi» Lo richiamò Louis, avvolgendogli le guance con le mani e accarezzandogli lentamente gli zigomi con i pollici. «Sarebbe stato stupendo, Harry davvero. Ma io mi sono divertito veramente molto con te, e non hai idea di quanto io sia stato felice di leggere il tuo messaggio oggi. Mi hai illuminato la giornata, raggio di sole»

Continuarono a guardarsi negli occhi, in un modo così intenso che Harry sperava sarebbe rimasto un po' del suo verde in quelle pupille di un azzurro quasi glaciale.
Perché di sicuro nel suo verde sarebbe sempre stato impresso quell'azzurro.

«Non te l'ho detto» Continuò Louis dopo un paio di minuti di silenzio. «Ma tu sei il mio appuntamento perfetto. Che lo sfondo sia un luna park, una pasticceria o un vicolo puzzolente con un barbone che vomita a venti metri da noi. Finché sono con te non mi importa di nient'altro»

«Davvero?»Chiese Harry con voce tremolante, il cuore che batteva forte nel suo petto.

Louis si limitò ad annuire, sorridendogli come se fosse la cosa più preziosa al mondo. Harry ci credette davvero.

«C'è solo una cosa per cui devo rimproverarvi, Mr Styles» Disse il maggiore con un finto tono severo, porgendogli una mano e facendolo alzare in piedi. Harry lo guardò interrogativo e il maggiore gli rivolse un sorriso enigmatico. «Non mi avete ancora baciato»

Il riccio ridacchiò, sporgendosi premendo le sue labbra su quelle del ragazzo dagli occhi azzurri, che rispose immediatamente al bacio. Le loro lingue si scontrarono con passione mentre loro si stringevano, i corpi premuti uno contro l'altro.

Vennero interrotti dal rumore di una porta arrugginita che si apriva accanto a loro.

«Per tutti gli hot dog! Il vostro migliore amico sta per esibirsi e voi state qui in un vicolo sudicio ad accoppiarvi?»

«Come sei fine, Niall» Mugugnò Louis sarcasticamente, stringendo la vita di Harry.

«Sono cresciuto con te, Liam e Zayn a girare per casa, che ti aspettavi? Muovete il culo, adesso!»

I due lo seguirono subito all'interno del locale, scoprendo che la musica che sentivano da fuori era ancora quella registrata, e che c'era stato uno slittamento dell'esibizione di Ed. Niall spiegò loro come li avesse trovati e li accompagnò al tavolo dove Liam e Zayn erano già seduti, mano nella mano, ad aspettarli.

«Ecco i piccioncini numero due» Borbottò l'irlandese, prendendosi una birra.

I cinque ragazzi, dopo i vari saluti, si accomodarono, passando una serata stupenda, bevendo e fumando mentre ballavano e cantavano sulle note di Ed, che stava andando alla grande.

«Vi state divertendo ragazzi?» Domandò Ed dal palco mentre tutti urlavano in assenso. Cercò con lo sguardo Harry e Louis, non sorprendendosi di trovare il braccio del maggiore agganciato alla vita del riccio, e sorrise prima di continuare.

«La prossima canzone mi è stata ispirata da due dei miei migliori amici, che magari hanno finalmente messo un po' di sale in zucca e capito quello che noi invece sappiamo da secoli. Si chiama 'Friends'. Spero vi piaccia»

Fece un cenno a Taylor, seduta su uno sgabello dietro di lui che suonava le canzoni con la chitarra, la quale iniziò subito con le prime note.

«We're not, no we're not friends, nor have we ever been.
We have just try to keep those secrets in a lie
And if they find out, will it all go wrong?
And Heaven knows, no one wants it to»

Harry e Louis si lanciarono uno sguardo confuso, mentre Niall arrivava in mezzo a loro, avvolgendogli le spalle con le braccia e urlando per sovrastare tutti i suoni del locale.

«Nel caso non l'aveste capito, zucche vuote, è per voi. Su! Andate a ballare»

Li spinse verso la pista da ballo mentre i due sorridevano. Louis portò le braccia ad avvolgere la vita di Harry, il quale si sporse verso di lui per urlare nel suo orecchio.

«Abbiamo amici molto più svegli di quanto sembrino, no?»

Louis annuì. «O molto impiccioni»Disse sorridendo.

Il riccio alzò le spalle e sorrise, prima di circondare con le braccia il collo del maggiore, lasciandogli un bacio casto sulle labbra. Iniziarono a dondolarsi sul posto, in mezzo a tutte le altre coppie presenti nel locale, mentre la dolce voce del loro amico continuava a cantare.

»Friends just sleep in another bed,
And friends don't treat me like you do
Well I know that there's a limit to everything
But my friends won't love me like you
No, my friends won't love me like you»

Quel pazzo di Ed aveva davvero capito tutto. Ancora prima che lo facessero loro stessi.

--

Era mezzanotte passata mentre Louis usciva dall'appartamento di Harry, dove avevano festeggiato ancora con Ed per la riuscita della sua serata.

Stava attraversando l'atrio per uscire dal palazzo, quando vide una lettera appoggiata sopra allo spazio riservato al riccio e ai suoi due coinquilini. Pensando che fosse stata lasciata lì per sbaglio, il ragazzo dagli occhi azzurri la afferrò e, leggendo che il destinatario era Harry Styles, decise ti tornare a dargliela di persona. Una buona occasione per passare ancora un paio di minuti con lui, no?

Era arrivato agli scalini, quando l'occhio gli cadde sul sigillo. Sentì il respiro bloccarsi in gola.

Oxford University.

Sapeva di star per fare una cosa assolutamente sbagliata, ma non riuscì a trattenersi. Aprì velocemente la busta e lesse la scritta scura con il cuore in gola.

Egregio signor Styles,
dopo aver preso visione dei suoi eccelsi voti in ambito scolastico e dei suoi meriti sportivi e lavorativi, siamo lieti di informarLa che la sua richiesta per una borsa di studio totale è stata pienamente accettata dal corpo docenti dell'Università di Oxford.
La invitiamo pertanto a presentarsi il giorno 30 settembre nella sede principale, al fine di sostenere un ultimo test, del quale potrà trovare i dettagli che Le servono nella scheda allegata.
Le lezioni avranno inizio dal giorno 5 ottobre. E' pregato di mandare una sua risposta entro e non oltre il 15 settembre.
Cordiali saluti.*

Louis rimase immobile per diverso tempo, cercando di rielaborare il significato delle parole scritte sul foglio ormai stropicciato nel suo pugno.

Non aveva senso.

Harry voleva studiare ad Oxford, in Inghilterra.

Lontano da New York, lontano dai suoi amici, lontano dalla sua vita.

Lontano da lui.

*(Tutto ciò che riguarda l'università è inventato per la storia, non mi sono minimamente basata sui dati realistici)

***

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