//Capitolo 10
"Se potessi darti una cosa nella vita
mi piacerebbe darti la capacità di vederti
attraverso i miei occhi.
Così ti renderesti conto
di quanto sei speciale per me."
(Frida)
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«La signorina White»
Harry alzò gli occhi al cielo e Louis sbuffò infastidito.
Aisha.
«Non mi interessa quello che ti ha detto, tu non farla passare. Chiaro?» Sbottò Louis in tono autoritario, chiudendo la chiamata e lasciando il cellulare sul comodino.
«Ti lascerà mai in pace?» Chiese Harry retoricamente, trattenendo uno sbadiglio e accarezzando il petto nudo del maggiore.
Louis sbuffò, ma non rispose. Strinse Harry tra le braccia e gli lasciò un bacio tra i morbidi capelli ricci che profumavano di pesca.
«Non preoccuparti di questo, raggio di sole. Piuttosto, cerca di dormire»
«Mi hai davvero chiamato 'raggio di sole'*?» Domandò Harry con un sorriso, alzando lievemente il capo per poter guardare Louis. «Ma almeno sai cosa significa?»
«Certo che lo so» Disse Louis con ovvietà, lasciandogli un buffetto sulla guancia. «Non sarò mai stato in Italia ma qualche parola la conosco»
«Google traduttore?» Chiese Harry con un ghigno.
«Google traduttore» Si arrese Louis alzando gli occhi al cielo. «E tu sei un guasta feste»
Il maggiore iniziò a fargli solletico sui fianchi ed Harry, in tutta risposta, iniziò a ridere e a dimenarsi sul corpo del castano, il quale sorrise intenerito. Vennero interrotti da un piccolo suono della sveglia di Louis, che in quel momento segnava l'una di notte.
«Forza riccioli d'oro, a nanna. Sei ancora troppo piccolo per stare sveglio fino a quest'ora» Ghignò l'architetto, prendendolo scherzosamente in giro.
Lo fece riaccomodare sul suo petto, coprendo entrambi con il soffice piumone.
«Antipatico» Mugugnò Harry sbadigliando, mentre sistemava il viso nell'incavo del collo del maggiore, sentendosi leggermente un maniaco mentre annusava il suo buon profumo.
«Sei la prima persona che coccolo dopo aver fatto sesso, lo sai?» Mormorò improvvisamente Louis, dopo aver spento l'abat-jour a fianco al letto. «E anche la prima con cui dormo»
Harry si sollevò lievemente, cercando di guardare il viso di Louis fiocamente illuminato dalle luci delle auto e dei palazzi che entravano dalla vetrata.
«Davvero?» Si ritrovò a chiedere. «Ma... e Aisha?»
«Nel senso, abbracciato a qualcuno. Quando Aisha rimaneva qui a dormire sapeva di dover stare nella sua metà del letto; il solo pensiero di dover passare la notte stretto addosso a qualcuno mi ha sempre fatto venire un senso di claustrofobia»
«Per le coccole dopo il sesso, invece,» Continuò il più grande. «Non ne ho mai trovato il senso. Mi sembravano solo una perdita di tempo e di forze che avrei potuto usare per altro»
«Oh» Buttò fuori Harry, abbastanza ferito per ciò che Louis aveva detto.
Lui aveva sempre visto le 'coccole post sesso' come una cosa terribilmente dolce, un modo per dire al proprio partner 'ehi, non sto con te solo per il tuo aspetto o per la lunghezza del tuo pene, perciò stiamo qui tranquilli, a baciarci ed accarezzarci anziché scopare come due sconosciuti'
Un po' stupido? Forse. Ma Harry era Harry, un ragazzo terribilmente romantico che sognava di trovare quella persona che con un abbraccio e qualche carezza tra i capelli, la sera sotto le coperte, riuscisse a levargli di dosso tutto il peso di un'orrenda giornata.
La persona le cui braccia sarebbero sempre state il suo porto sicuro.
Ormai non poteva più negare che fosse proprio questo, ciò che provava quando Louis lo stringeva al suo petto. Ma a quanto pareva le sue sensazioni non erano ricambiate.
«Mi sembravano, Harry» Disse dolcemente Louis, riprendendo a passare le dita tra le ciocche ricce del minore, sottolineando il tempo al passato. «Poi è arrivato un tenero gigante dai grandi occhi verdi che passerei il resto della vita a baciare e coccolare»
E il riccio non poté fare a meno di arrossire, sentendo quelle parole.
«Soprattutto quando arrossisce» Aggiunse il maggiore con un sorriso, lasciandogli un bacio sui capelli.
«Ma come...» Iniziò a chiedere Harry: erano al buio, sperava che Louis non si accorgesse del rossore comparso sulle sue guance.
«Ho capito che sei arrossito?» Concluse Louis. «Il tuo cuore batte più velocemente e sei appoggiato a me, la pelle della tua guancia è più calda rispetto a prima»
«Tu ne sai una più del diavolo»
«Assolutamente» Gongolò Louis compiaciuto. «Ma ora basta chiacchiere, a nanna!»
Harry avrebbe davvero voluto ribattere, ma in quel momento tutta la stanchezza per quella lunga e intensa giornata gli si riversò addosso—unendosi ai suoi muscoli piacevolmente intorpiditi e alla sonnolenza derivante dalle pigre carezze di Louis sulla sua cute—facendolo addormentare placidamente subito dopo aver mormorato un 'buonanotte, Boo'.
«Buonanotte, mio bel raggio di sole» Sussurrò Louis, sentendo il respiro di Harry farsi più lento e pesante sul suo collo.
Ci mise un po' ad addormentarsi, non riuscendo a levarsi dalla mente il pensiero della sua ex fidanzata. Continuava a chiedersi quale potesse essere il motivo di tutte quelle chiamate e a quanto la situazione dovesse essersi fatta grave se Aisha aveva addirittura iniziato a presentarsi sotto Casa sua.
Louis cadde in un sonno agitato e pieno di incubi.
Era quasi l'alba quando si svegliò definitivamente, sentendo Harry muoversi agitato sopra di lui e temendo che se ne stesse andando via. Spalancò gli occhi con il cuore che batteva furiosamente, per poi accorgersi che il riccio—ancora profondamente addormentato—si era solamente spostato per poter stringersi ancora di più a lui.
Louis sbuffò sollevato e lo strinse a sé, mentre osservava il volto calmo del più piccolo illuminato dalle prime luci del sole che stava per sorgere.
Dopo anni di tentennamenti e di paure, non avrebbe permesso a nessuno di allontanarlo ancora da Harry, soprattutto non in quel momento, quando le cose stavano iniziando a prendere la piega che Louis sognava praticamente da anni.
Si addormentò di nuovo, questa volta profondamente e senza sogni, fino ad alcune ore dopo, quando il sole era già alto nel cielo e Harry non era più accoccolato sul suo petto.
Louis all'inizio rimase stordito dai raggi del sole che passavano dalla vetrata finendogli direttamente sul viso, disturbandogli la vista. Ci mise qualche secondo a mettere a fuoco la stanza luminosa ma, ancora prima che potesse svegliarsi definitivamente, una scossa di piacere gli riempì di brividi la spina dorsale, facendolo gemere.
La convinzione di essere in uno dei suoi sogni erotici prese il sopravvento, e Louis si accasciò sul materasso, buttando la testa all'indietro sul cuscino e mordendosi il labbro per evitare di gemere oscenamente mentre la sua erezione mattutina già ben formata veniva completamente avvolta da labbra soffici.
Dietro le palpebre serrate di Louis si formò subito l'immagine di Harry, con le labbra rosse che avvolgevano il suo membro duro e gli occhi verdi a guardarlo languidi, la stessa che da tempo compariva di frequente nei suoi sogni.
Louis ansimò sentendo una lingua umida accarezzare prima la sua punta poi tutta la lunghezza, soffermandosi sulle vene sporgenti. Non riuscì a trattenersi e iniziò a spingere i fianchi verso l'alto, scopando quella magnifica bocca umida. Solo quando sentì la sua erezione libera da quella stretta calda mentre qualcuno tossicchiava tra le sue gambe, si svegliò completamente.
Capendo di non star sognando, Louis spalancò gli occhi, ignorando la forte luce del sole e fissando invece lo sguardo sull'enorme bozzolo che si era formato sotto il piumone, esattamente in mezzo alle sue gambe.
«Harry» Gemette, mentre il più piccolo portava nuovamente le labbra sulla sua erezione, iniziando a succhiarne piano la punta rossa.
Con un ultimo briciolo di lucidità—Harry aveva inglobato completamente la sua lunghezza per poi iniziare a succhiare energicamente—portò una mano a scostare il piumone che copriva completamente ciò che stava succedendo lì sotto.
Era terribilmente eccitante lasciarsi trasportare solo dalla sensazione della lingua quasi ruvida di Harry contro la pelle tesa del suo membro eretto, ma mai quanto poteva esserlo vedere con i suoi occhi la sua erezione affondare tra le labbra del riccio e le pupille di quest'ultimo diventare scure mentre si fissavano sul suo viso.
Louis strinse i ricci scuri di Harry tra le dita, tirandoli e gemendo forte mentre questo portava una mano a stringergli la base dell'erezione, in modo da poter concentrare le attenzioni della sua bocca sulla punta rossa. Sentiva un familiare pizzicore piacevole risalirgli gli arti abbandonati sul materasso, mentre il calore nel suo bassoventre si intensificava sempre di più, facendolo impazzire dal piacere. Era già così terribilmente vicino al limite dopo solo pochi minuti.
«Ha-harry» Ansimò pesantemente Louis, mentre il minore avvolgeva uno dei suoi testicoli tra le labbra scure, stuzzicando il maggiore per evitare che venisse all'istante.
«Hazza, t-ti prego» Gemette il castano con la voce spezzata e gli occhi lucidi. Stava davvero per esplodere e al momento l'unica cosa che voleva era che Harry smettesse di giocare con lui e tornasse a dedicarsi alla sua erezione, che ormai era fradicia di liquido preseminale.
Harry gongolò internamente per essere riuscito a far pregare il maggiore. Non perse altro tempo e inglobò subito il membro duro di Louis tra le labbra, iniziando a succhiare forte mentre stuzzicava la punta con la lingua e aiutandosi con la mano, che continuava a massaggiare la base.
«Hai una bocca perfetta, Harry... Uh ci sono quasi» Mugugnò Louis con la voce terribilmente acuta, mentre stringeva tra le mani i capelli del riccio, che non accennò a spostarsi dalla sua erezione. Louis venne pochi secondi dopo tra le labbra del minore con un forte gemito, buttando la testa all'indietro e inarcando la schiena.
Rimase qualche secondo con gli occhi chiusi e il respiro affannato, godendosi quegli attimi di tranquillità che seguivano ogni orgasmo.
Aprì gli occhi appena in tempo per vedere una delle scene più erotiche che potesse trovarsi di fronte: Harry nudo, inginocchiato tra le sue gambe con l'erezione già rossa e bagnata, che si passava l'indice su un rivolo del suo sperma mischiato alla saliva che gli sporcava il mento, portandoselo poi tra le labbra rosse e succhiandolo piano, guardandolo con gli occhi resi scuri dall'eccitazione.
Louis ansimò piano e avvolse le braccia alla vita di Harry, tirandoselo addosso e coinvolgendolo in un bacio languido. Portò una mano a stringere l'erezione del minore, iniziando a masturbarlo velocemente mentre gli baciava il collo, lasciando un paio di succhiotti sulla pelle chiara.
Harry buttò la testa indietro con un gemito, lasciandosi andare al tocco del maggiore. Venne con gemito più forte degli altri, accasciandosi stanco tra le braccia di Louis mentre questo univa nuovamente le loro labbra in un bacio, molto più dolce rispetto a quelli precedenti.
«Buongiorno Lou» Mormorò il minore con un sorriso, lasciando un bacetto sulla guancia ispida del maggiore.
Louis gli sorrise a sua volta, passandogli una mano tra i capelli e facendogli appoggiare la testa sul suo petto, nella stessa posizione in cui avevano dormito tutta la notte.
«Buongiorno anche a te, raggio di sole»
«Posso chiederti una cosa?» Chiese Harry, pulendo il petto sporco di Louis con un fazzoletto recuperato dal comodino.
«Uhm, anche due» Rispose il maggiore, gli occhi chiusi e il capo rilassato sul cuscino mentre si godeva i tocchi gentili del riccio su di lui.
«Perché mi chiami così?» Domandò quest'ultimo, non potendo fare a meno di arrossire lievemente.
«Perché tu sei il mio raggio di sole» Rispose Louis, come se fosse la cosa più ovvia del mondo, aprendo gli occhi azzurri e puntandoli sul viso del più piccolo. «E' passato un casino di tempo, e tu mi prenderai per pazzo, ma ricordo che cinque anni fa, durante l'ultima partita del campionato, aveva diluviato per tutto il primo tempo e noi eravamo sotto di tre goal. Prima di rientrare nello spogliatoio ti avevo visto seduto in tribuna e tu mi avevi sorriso. Quindici minuti dopo tutte le nuvole scure erano sparite, lasciando spazio ad un cielo limpidissimo. Avevamo vinto quella partita cinque a tre e io non ho potuto fare a meno di collegare il tuo sorriso al sole che era uscito all'inizio del secondo tempo»
«Oh...»Disse Harry, incapace di aggiungere qualsiasi altra cosa a causa del groppo che gli si era formato in gola. Louis aveva davvero fatto caso a quel sorriso che gli aveva rivolto cinque anni prima?
«Se avesse iniziato a piovere, mi avresti chiamato 'tempesta'?»
Louis alzò gli occhi al cielo, iniziando a ridere.
«Guastafeste» Disse, prima di baciarlo di nuovo.
«Vado a preparare la colazione» Annunciò Harry, interrompendo il bacio mentre il suo stomaco iniziava a brontolare dalla fame. «Dovresti andare a farti una doccia, comunque. Sei ancora un po' appiccicoso»
«Chissà per colpa di chi» Sorrise Louis, seguendo con lo sguardo il minore, che stava saltellando sulla moquette cercando di infilarsi i suoi strettissimi skinny jeans neri.
Harry gli lanciò un paio di boxer puliti in faccia, prima di uscire dalla stanza con un sorriso a illuminargli il volto.
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«Non è giusto!» Esclamò Harry offeso, abbandonando il suo joystick in un angolo del divano. «Tu bari!»
«Harold, non è barare battere un calcio di rigore perché tu anziché prendere a calci il pallone ti sei messo a colpire la mia faccia» Rispose Louis allegro, ghignando mentre leggeva il risultato nell'angolo in alto a sinistra del televisore, dove un tabellone indicava che lui stava vincendo con tredici goal di vantaggio sul riccio, alla fine del secondo tempo.
«Beh, tu hai scelto Fifa proprio perché sai che è l'unico gioco in cui io faccio pena» Si lamentò il riccio mettendo su il broncio e incrociando le braccia davanti al petto.
«L'hai scelto tu il gioco, Haz. Dopo che ti ho stracciato in tutti gli altri» Disse Louis con un sorrisetto furbo sul viso.
Dopo aver fatto colazione con i pancakes preparati da Harry, il riccio aveva scommesso una cena nel loro locale preferito che sarebbe riuscito a battere Louis in almeno uno dei suoi videogiochi. Ne avevano già provati una decina, e il maggiore l'aveva sempre stracciato in ogni cosa.
Harry fece un verso indignato, e si alzò dal divano, andando invece a sedersi sulla poltrona, lontana da Louis.
«Aww, il mio piccolo Hazza» Lo prese in giro Louis, rimanendo però intenerito dal broncio che stava facendo il minore.
Si alzò anche lui dal divano, raggiungendo Harry sulla poltrona e sedendosi a cavalcioni su di lui. Cinse il collo del più piccolo con le braccia e inclinò il viso verso il suo, guardandolo per qualche secondo negli occhi verdissimi prima di unire le loro labbra in un bacio delicato.
Harry si dimenticò del motivo per cui si era offeso nello stesso momento in cui le labbra fini di Louis sfiorarono le sue e rispose subito al bacio, stringendo i fianchi del maggiore.
Louis aveva appena iniziato a far scontrare languidamente il suo bacino contro quello del riccio, quando il suono del citofono li interruppe.
«Sarà Rosy» Disse Louis alzandosi. «Vado ad aprirle e torno»
Si infilò la maglietta—dopo la seconda sconfitta di Harry si erano lievemente distratti dal gioco, finendo a fare sesso sullo stesso divano sul quale erano seduti—ammiccando verso il riccio, per poi annullare la partita che stavano facendo.
«Vengo anche io di là» Disse Harry alzandosi e rimettendosi la camicia che aveva la sera prima. «Dovrei controllare se Niall o Ed mi hanno chiamato o lasciato qualche messaggio»
Seguì il maggiore fino in soggiorno, recuperando il cellulare dalla sua borsa a tracolla e sedendosi a fianco al bancone mentre leggeva i messaggi.
Louis aprì la porta, trovandosi davanti l'ultima persona che si aspettava sarebbe arrivata.
«Immagino che avrei dovuto aspettarmelo» Sbuffò l'architetto, più sconsolato che arrabbiato. «Cosa ci fai qui?»
Harry sollevò lo sguardo, alzando gli occhi al cielo quando vide Aisha entrare nell'appartamento e andare a sedersi sul divano in pelle nera, accavallando le gambe.
Cercò di non soffermarsi sul fatto che, seppur odiosa, lei rimanesse pur sempre bellissima. Aveva la pelle abbronzata, grandi occhi color nocciola e labbra carnose. Il viso era tondo ma elegante e il suo fisico era ciò che qualunque uomo etero—o bisex, come Louis—sognava. Era magra, ma non eccessivamente. Ogni curva era al posto giusto: nel seno prosperoso, nella vita sottile e nei fianchi leggermente più larghi. Persino Harry, da gay, non poteva negare il fatto che fisicamente fosse decisamente bella. Ovviamente il suo carattere rovinava tutto.
«Accomodati pure» Disse Louis sarcastico, chiudendo la porta e andando a sedersi accanto ad Harry, su una delle sedie del bancone.
Il riccio gongolò internamente quando vide l'espressione irritata che comparve sul viso della ragazza, si dovette trattenere dal farle la linguaccia come i bambini delle elementari.
«Dobbiamo parlare, Louis» Esordì Aisha, alzandosi e avvicinandosi ai due ragazzi. «Da soli»
«Io non mi muovo di qui» Disse Harry.
Non gliel'avrebbe assolutamente data vinta, soprattutto in quel momento, quando finalmente la situazione tra lui e Louis si stava sbloccando.
«Sparisci Styles, sono la sua ragazza»
«Ex ragazza» Sottolineò Harry sorridendole tranquillo. «E tra l'altro sono amico di Louis da molto prima che arrivassi tu»
«Forse, ma fino a prova contraria sono stata la prima a baciarlo»
«Fossi in te non ne sarei così sicura» Ribatté Harry, ricordando il bacio nel locale anni prima.
Aisha stava per rispondere, ma Louis si mise in mezzo, interrompendo la loro discussione bambinesca, prima che questa degenerasse.
«Aisha, non credo che tu abbia da dirmi nulla che non possa sentire anche Harry» Disse risoluto, appoggiando una mano sul ginocchio dell'amico e sorridendogli leggermente.
«Oh! Ne sei così sicuro?» Chiese la ragazza, con un irritante sorriso furbo sul volto.
Harry si voltò subito verso il suo migliore amico, rimanendo sbigottito quando lo vide quasi sbiancare.
«I-io...» Mormorò Louis, per la prima volta incerto, abbassando lo sguardo.
«Louis?»
Il più grande stava per rispondergli, quando il cellulare del riccio iniziò a squillargli tra le mani.
«Sì, Niall?» Rispose, irritato per l'interruzione.
Si alzò dallo sgabello spostandosi nella sala, mentre Louis e Aisha iniziavano a discutere sottovoce.
«Oh Hazza, meno male che hai risposto» Disse Niall, lievemente sollevato. Aveva il respiro affaticato e la voce sottile, come se si stesse trattenendo dallo scoppiare in lacrime.
«Nì, cosa succede?» Chiese Harry, sentendo una strana ansia assalirlo.
«Sono in ospedale, Harry... Devi-devi venire subito» Rispose Niall velocemente, prima che una voce lo interrompesse.
Harry, incurante di Louis e Aisha che continuavano a battibeccare, afferrò velocemente la sua borsa a tracolla, appoggiata nell'ingresso.
«Ed ha avuto un incidente»
***
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