19. Parole confuse
«È... morto?», domandò Miwa avvicinandosi con cautela all'uscita e ai suoi compagni. Il corpo dell'orso giaceva a terra inerte e non sembrava stesse respirando.
«Direi di sì», disse Kyle perplesso.
«Ma come è possibile?», domandò Christian più a sé stesso che agli altri.
«Che importa? Siamo vivi!», esultò Miwa ma non convinse gli altri due, che invece volevano conoscere il vero motivo per il quale non aveva attaccato.
«Aveva... aveva paura», disse Alex a bassa voce cercando di racimolare un po' di energie.
Christian la zittì per impedirle di fare sforzi non necessari; in un secondo fu accanto a lei percorrendo la poca distanza ad ampie falcate.
«Alex, sei molto pallida», disse preoccupato accarezzandole la fronte imperlata di sudore. La ragazza tossì nel tentativo di dire qualcosa.
«Che c'è?», fece Christian con tono calmo.
Alexandra sorrise: «È stata la prima volta che mi hai chiamata così... che hai abbreviato il mio nome. Lo hai fatto di nuovo».
Il ragazzo sorrise a sua volta e abbassò leggermente lo sguardo: era davvero la prima volta che non la chiamava "Alexandra".
«Bisogna fare qualcosa per quella ferita», disse Miwa spezzando il silenzio appena creato.
«Hai qualche idea?», rispose Christian voltandosi verso di lei.
«Forse una», con fare pensieroso la ragazza esaminò la situazione e fece un po' di mente locale.
Si avvicinò a Christian con l'aria di chi si aspetta palesemente qualcosa.
«Ti dispiace?», fece alludendo al borsone che portava ancora in spalla.
Il ragazzo lo appoggiò a terra e Miwa ci mise le mani dentro. Ne estrasse un coltellino dall'aspetto arrugginito che avevano reperito nel rifugio del cacciatore.
Successivamente Miwa si inginocchiò accanto ad Alex e, dopo averle slegato la camicia a quadri dalla vita, iniziò a farla a strisce.
Il resto del gruppo la guardava con sgomento domandandosi cosa mai potesse avere in mente.
Quando Miwa ebbe finito di tagliuzzare i vestiti di Alex iniziò a bagnare le fasce con l'acqua e ad avvolgerle attorno alla ferita, circondando le spalle e passando sotto entrambe le braccia. Quando fu soddisfatta del lavoro, una volta giunta al termine della fascia provvisoria, infilò l'ultimo lembo sotto uno degli strati precedentemente avvolti e si assicurò che quello scarso bendaggio servisse almeno a tamponare il sangue.
«Così dovrebbe andare», disse infine rialzandosi in piedi.
«Wow, sono davvero davvero stupito», commentò Christian.
«Ti ringrazio Miwa», balbettò Alex ancora seduta a terra.
«I tuoi vestiti ringraziano un po' meno, direi».
Il sarcasmo di Christian non poteva mancare neanche in una situazione del genere. Alex fece per ridere ma il dolore alla spalla la costrinse a modificare la risata in una smorfia.
«Molto divertente, Chris», scherzò Alex marcando il "Chris" più di quanto avrebbe voluto, tanto che provocò all'istante un silenzio imbarazzante.
«Bene, io e Christian andiamo a controllare la bestia», disse Kyle per evitare a tutti l'imbarazzo della situazione.
Alexandra lo ringraziò mentalmente per aver spezzato quel silenzio fastidioso.
Ormai aveva smesso di piovere e il cielo scuro era quasi sgombro di nuvole.
«Come va la ferita? Mi dispiace aver dovuto usare questo rimedio estremo. Dovrebbe aiutare a fermare l'emorragia ma... non sono garze sterili, ecco. L'acqua dovrebbe evitare che si incollino alla ferita in modo che non ti faccia troppo male», disse Miwa.
Purtroppo non potevano che accontentarsi di quello che avevano a disposizione in quella situazione. Alexandra sentiva che il dolore non era mutato ma solo leggermente diminuito, fortunatamente godeva di una soglia del dolore non troppo bassa e questo la aiutava a sopportarlo meglio.
«Grazie», disse Alex tirando un sospiro di sollievo.
«Come ti senti?», chiese Miwa con un tono che non sarebbe mai stato riconducibile a lei.
«Meglio... ma fa comunque male», rispose cercando di cambiare posizione ma senza risultati.
La fasciatura le dava una sensazione di maggiore sicurezza e sostegno nella zona interessata. Le strisce di tessuto si erano impregnate di sangue non appena ne erano entrate in contatto.
«E a parte quello - iniziò alludendo alla spalla - come va?».
«A cosa alludi?», domandò nonostante già sapesse di che si trattasse.
«Lo sai che voglio dire, si vede lontano un chilometro», disse indicando con un lungo cenno del capo l'uscita della grotta.
Alex accolse il tentativo della compagna di distrarla dal dolore parlando d'altro e colse l'occasione per iniziare un discorso da donna a donna. In diverse circostanze non avrebbe mai e poi mai immaginato di condividere certi dettagli della sua vita con una persona come Miwa ma non si era mai resa conto di chi fosse veramente la ragazza che aveva di fronte.
«Lui... non lo so. Non ci ho capito molto», ammise la ragazza.
«Oh mio dio, quindi voi...», fece gesticolando e una piccola lucina si accese nei suoi occhi.
In quell'istante Alex riconobbe la ragazza altezzosa e amante del gossip.
«No, no, c'è stato solo un bacio. Anzi, per la verità: due», concluse Alexandra.
«Wow», commento Miwa facendo una strana espressione con il viso.
«E se fosse stato solo un momento di debolezza? Insomma, con tutto quello che stiamo passando lo capirei. Ora però mi sento in colpa perché lui è fidanzato...», non fece a tempo a finire la frase che Miwa la interruppe: «Aspetta, hai detto che ti senti in colpa: spero che non sia stata una cosa spiacevole allora».
Alex sorrise chiudendo gli occhi e scuotendo leggermente la testa.
«Certo che non mi ha dato fastidio, insomma... lo hai visto?», scherzò Alex.
Ridere le pizzicava la spalla ma non voleva rovinare il primo momento allegro che passava con Miwa.
***
«Cazzo - fece Kyle ridendo e allungando la lettera "a" - lo hai visto?».
I due si erano avvicinati considerevolmente al corpo ormai privo di vita dell'orso.
«Perché non gli stacchi le zanne e ti ci fai una collanina», lo canzonò Kyle dandogli una scherzosa pacca sulla spalla che quasi gli fece perdere l'equilibrio.
«Io potrei farlo eh: guarda qua», riprese il moro.
Subito dopo estrasse da una tasca dei pantaloni l'artiglio dell'animale che era volato via dopo che Miwa lo aveva colpito con la katana. Lo esibì tenendolo con due dita come un trofeo, un cimelio di guerra e, sotto un certo punto di vista, lo era davvero.
«Grande!», esclamò Kyle spalancando la bocca e gli occhi e avvicinandosi all'amico per osservare meglio l'artiglio.
«Se non fossimo bloccati in una misera foresta lo userei come tappeto oppure ci farei una pelliccia che regalerei a Miwa per il suo compleanno», scherzò Kyle tastando la pelle coperta di peli morbidi dell'orso.
I due continuarono a ridere e scherzare come se si conoscessero da sempre. Da fuori potevano passare per due ragazzini che avevano appena fatto una bravata da idioti, ragazzini che però erano riusciti ad abbattere un orso rabbioso.
Spazio autrice 🪐
Ciao a tutti, perdonatemi se ci ho messo tanto a pubblicare questo capitolo. Mi farò perdonare, promesso. In compenso sono andata avanti con i capitoli successivi.
Quindi non vi resta che commentare scrivendomi cosa pensate che accadrà d'ora in poi.
Non dimenticatevi di mettere una bella stellina, non vi costa niente e mi farà capire che la mia storia vi piace.
A presto
Emma
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