18. La forza del lupo
Lo aveva mancato.
Se prima i ragazzi si sentivano terrorizzati da quella presenza ora pensavano che gli si sarebbero sciolte entrambe le gambe nel giro di qualche secondo.
Tra le loro emozioni riconoscevano solo panico.
L'orso aveva visto Alex che non aveva fatto a tempo a tornare dietro l'albero e ora sembrava sul punto di attaccare.
Inevitabilmente il pensiero che potesse trattarsi dello stesso orso citato nella lettera sfiorò le menti dei ragazzi. Tuttavia già sapevano che una cosa del genere non sarebbe mai stata possibile e che quello che avevano davanti era un altro esemplare infuriato.
Alexandra lanciò uno sguardo interrogativo ai compagni, i quali lo ricambiarono con uno di disperazione.
Nessuno di loro osava neanche lontanamente immaginare come agire e la paura offuscava la loro capacità di giudizio.
Ormai l'animale era certo della loro presenza, perciò, fare silenzio non era più necessario.
«Ci attaccherà fra un paio di secondi: dobbiamo fare qualcosa», esclamò Alex rimettendo in tiro la corda della sua arma.
«Non vorrai mica ucciderlo?», domandò Miwa con una nota di tristezza nella voce.
«Sarà lui a uccidere noi in alternativa», disse la ragazza frettolosamente.
I ragazzi si erano decisi: lo avrebbero affrontato, dopotutto loro erano quattro, quasi tutti armati, contro uno.
Rifletterono sul fatto che l'orso era circa il doppio di tutti loro messi assieme e nessuno ardì a stimarne il peso.
I ragazzi abbandonarono i loro posti nascosti dietro i tronchi.
Miwa con un movimento sorprendentemente agile sfilò la katana dalla corda che teneva in vita, impugnandola con due mani e tenendola alta.
Christian aveva velocemente infilato un paio di cartucce nelle canne della doppietta da cui non si era mai separato e aveva fatto poi scattare i cani esterni per prepararsi a sparare.
Kyle si era munito di un grosso e robusto bastone che aveva recuperato alla sua sinistra.
Alex aveva puntato la balestra dritta sull'animale tenendola saldamente vicino al volto. Avrebbe preso bene la mira e questa volta non avrebbe sbagliato.
Quella formazione aveva scaturito in loro l'adrenalina necessaria e un senso di maggiore sicurezza.
La reazione dell'orso all'improvviso e coraggioso schieramento dei quattro fu un altrettanto improvviso ed energico rugliare che fece tremare le punte degli alberi spingendo gli uccelli, che lì si posavano, a volare via impauriti.
Il verso dell'animale, che nell'emetterlo si era alzato su due zampe, intimorì anche i ragazzi che per un momento si sentirono scoraggiati e troppo esposti.
L'orso si era rimesso su quattro zampe mostrando le zanne. La bestia si sentì attaccata e attaccò a sua volta.
I ragazzi si spinsero avanti nel piccolo spazio senza alberi che precedeva una montagnola coperta di muschio. Lì il terreno non presentava ostacoli, perciò, avrebbe facilitato il movimento ai ragazzi.
Alex pensò che forse l'orso fosse più preparato di loro poiché disponeva di zanne e artigli e di un peso e una possenza notevoli. Forse non era stata una grande idea contrattaccarlo e sperò davvero con tutte le sue forse di uscire illesa da quello scontro insieme ai suoi compagni.
La prima ad attaccare fu Miwa ma gli altri tre capirono subito che lo aveva fatto perché si era lasciata prendere dal panico agendo istintivamente di conseguenza. Ciò aveva fatto sì che la ragazza agisse senza avere la mente lucida.
Aveva lanciato un grido prima di tentare di colpire l'orso con la lama.
Quest'ultimo però si era spostato agilmente di lato facendo pericolosamente sbilanciare la ragazza. Tutto ciò che la ragazza era riuscita a infliggergli era una grave sciabolata sulla zampa che gli aveva fatto perdere uno degli artigli.
Successivamente a causa di una zampata della bestia Miwa cadde a terra priva di sensi con ancora la katana stretta in una mano.
Improvvisamente, come se non abbastanza disgrazie fossero già cadute su di loro iniziò nuovamente a piovigginare.
I ragazzi guardarono il cielo sconcertati. A quanto pareva la recente tempesta non si era consumata del tutto e altre nuvole, delle quali i ragazzi non avevano avuto nessuna chance di prevedere l'arrivo, erano in procinto di rovesciare ancora acqua a terra.
Alexandra non poté fare a meno di sperare che la pioggia si verificasse meno drastica possibile. Reduci ancora della precedente esperienza i ragazzi non avevano la minima voglia di trovarsi sotto ad un temporale.
All'istante, Kyle si lanciò sull'animale colpendolo con il grosso bastone. Stordito per il colpo l'orso sembrò essere disorientato e Alexandra ne approfittò per conficcargli una freccia sul dorso.
Il dolore provocato dalla punta metallica che aveva perforato la sua pelle fece tornare l'orso in sé, che, girandosi, colpì Kyle con una fiancata. Il ragazzo perse l'equilibrio cadendo a terra di schiena e si affrettò a rialzarsi.
L'animale sembrò non far più caso alla freccia ancora conficcata nella sua carne, era troppo concentrato sui piccoli umani.
Christian tentò un paio di spari in direzione dell'animale ma solo uno lo colpì.
Quest'ultimo gemette di dolore ma ancora non si diede per vinto, era deciso più che mai proprio come i ragazzi.
Alex preparò un altro dardo, mentre le gocce d'acqua le bagnavano il viso, e si avvicinò notevolmente al bestione per avere più chance di ferirlo. Tuttavia l'orso fu più svelto di lei e con un colpo di zampa la fece cadere sulle mani e sulle ginocchia davanti a lui costringendola a mollare l'arma.
Con un'altra zampata invece colpì la ragazza che ora gli rivolgeva la schiena. Questa volta però gli artigli si conficcarono nella sua spalla inferendole delle ferite profonde all'altezza della scapola.
Alex lanciò un urlo per il dolore così forte che, alle orecchie dei compagni, risultò disumano.
«ALEX!», urlò Christian vedendo il sangue fuoriuscire dalle ferite bagnando gli indumenti della ragazza.
Kyle era corso a soccorrere Miwa cercando disperatamente e in tutti i modi di ridestarla lasciando l'orso agli altri due.
Alex si spostò dalla portata dell'animale prima che la colpisse di nuovo rotolando su sé stessa nel fango.
Christian ricaricò velocemente il fucile per sparare di nuovo sull'animale. Fu troppo lento a sganciare i cani esterni e l'orso ebbe il tempo di accorgersi di lui. Si buttò addosso al ragazzo di peso dandogli una spinta così forte che lo fece andare a sbattere di faccia contro il primo tronco che si trovò davanti per poi cadere a terra disorientato e con il naso sanguinante.
Alex, che era lì vicino, strisciò aiutandosi con i gomiti, spostandosi goffamente. Il dolore era insopportabile tanto da farla gemere ancora e ancora.
Avvertiva il bisogno di urlare come se così facendo un po' del suo dolore potesse dissolversi.
Fece appello a tutte le sue forze per far sì che i suoi muscoli non smettessero di reagire. Non avrebbe mai avuto il tempo e la forza per caricare una freccia sull'asta della balestra.
Ma la doppietta di Christian era vicina e due cartucce erano già in canna. Lo afferrò e con un colpo secco lo chiuse. Prese la mira alzandosi faticosamente in piedi, ciò la costrinse a stringere i denti per soffocare il bisogno di urlare lasciandosi sfuggire un gridolino e con le lacrime che le offuscavano la vista.
Sparò e poi sparò ancora mentre la pioggia la inzuppava completamente. Subito dopo raccolse da terra un paio di cartucce e agilmente le infilò nelle canne del fucile e sparò ancora.
Per rialzarsi e per riprendere l'arma aveva usato una forza sovraumana che nemmeno lei credeva di avere. Sapeva di per certo che non le era data dall'adrenalina: c'era qualcosa di più ma in quel momento non le importava saperlo.
Era arrabbiata e sentiva dolore. Aveva paura che quella ferita le sarebbe costata la vita se si fosse infettata e se non fossero mai usciti vivi da quella stramaledetta foresta. Sentiva la rabbia scorrerle calda nelle vene fino ad arrivare al cuore e questo le diede la forza di sparare ancora e ancora.
Non si preoccupò di controllare che i colpi andassero a buon fine e proprio per questo circa tre quarti dei bossoli saltarono a vuoto.
Fortunatamente Kyle aveva mollato la borsa lì vicino e ciò le dava accesso alla scorta di proiettili di cui si era occupato Christian.
Il ragazzo, dopo essersi ripreso dallo schianto, recuperò la balestra di Alex e tentò alcuni colpi. Non aveva una grande mira e solo un dardo colpì l'animale.
Alexandra continuava a sparare infilando munizioni nelle canne del fucile senza fare caso alle parole dei compagni che nemmeno si sforzava di capire.
Sparava per la rabbia, per il dolore, per la paura, per la stanchezza, per la voglia di mollare tutto che si faceva sentire in parte e per il desiderio di tornare a casa senza accorgersi che pian piano l'orso cominciava a dare segni di debolezza poiché non tutti i colpi di Alex andavano a vuoto.
Kyle aveva preso in braccio Miwa che ancora era troppo debole per camminare e Christian aveva abbandonato il combattimento.
«ANDIAMO!», gridò tirando la ragazza per un braccio.
Afferrò meglio il braccio di Alex e se lo portò dietro sulle spalle offrendo alla ragazza un ausilio per andarsene velocemente, con l'altro braccio invece il ragazzo le cinse la vita per evitare che cadesse. In una mano aveva ancora la balestra di Alex.
I ragazzi scapparono tra gli alberi per evitare che l'orso attaccasse ancora.
Più che un orso a loro era sembrato un mostro, un cane rabbioso che prova ad uccidere anche nei suoi ultimi istanti di vita.
I ragazzi scapparono con un'andatura a metà tra la camminata e la corsa. Kyle era affaticato dal portare in braccio Miwa mentre Christian sorreggeva Alex con tutte le sue forze.
Sentivano l'animale dietro di loro rantolare e spostarsi a fatica nel tentativo di seguirli.
Alexandra iniziava a sentire che le forze stavano abbandonando il suo corpo. Immaginò che ciò fosse dovuto al fatto che stava perdendo tanto sangue. Se lo sentiva colare addosso caldo e denso. Le inzuppava interamente e completamente tutta la schiena e la parte bassa dei capelli. La invase il desiderio di fermarsi e di chiudere gli occhi, anche solo per un minuto.
«FORZA! Forza!», la incitò Christian sentendo il suo peso aumentare gravandogli sulla schiena.
Per il ragazzo non sarebbe stato un problema trascinarla di forza poiché era abituato al sollevamento di pesi in palestra ma era indispensabile che la ragazza non si abbandonasse al dolore.
Trascorsero un paio di minuti che ai ragazzi sembrarono ore. Raggiunsero una montagnola più alta e imponente rispetto a quella dove era collocata la tana dell'orso ma questa era decisamente più rocciosa. Si avvicinarono ad essa e notarono una piccola cavità come un buco abbastanza grade da permettere ad un uomo di passare senza accucciarsi.
Il buco fungeva da entrata per una specie di grotta nella roccia.
Alex si soffermò a lungo a osservare l'incisione su pietra appena sopra l'entrata di quella caverna che riportava una quercia celtica, la stessa del ciondolo che aveva in tasca e che era incisa su alcuni bossoli nel rifugio del cacciatore. L'incisione era grande e circondata da muschio ma era comunque ben visibile.
«Nascondiamoci qui», suggerì Christian entrando nella grotta senza pensarci una seconda volta.
Si liberò dal peso della ragazza adagiandola su una sporgenza rocciosa all'interno della cavità. Kyle, stremato, si accertò che Miwa fosse in grado di stare in piedi e non appena lei glielo fece capire con un cenno del capo si sentì improvvisamente sollevato.
Alex se ne stava in silenzio dove Christian l'aveva mollata, incapace di muoversi, parlare e di pensare.
I ragazzi si erano accostati all'entrata della caverna buia per verificare di aver seminato l'animale o quantomeno che quest'ultimo non fosse in grado di trovarli lì dentro.
Per un paio di secondi non sentirono alcun rumore ma poi il rantolio dell'orso si fece sempre più vicino finché i due ragazzi non riuscirono a vederlo.
«Direi che ha notevolmente perso le forze», sussurrò Sam.
«Per forza, Alexandra gli ha scaricato una tonnellata di cartucce addosso», disse a bassa voce lanciando un'occhiata alla ragazza immobile dietro di lui.
«Shh! Non muovetevi», fece Kyle abbassando ancora di più la voce tanto che i compagni lo sentirono a malapena.
L'orso aveva seguito le loro tracce, forse le impronte oppure l'odore.
I due ragazzi si appiattirono dietro la roccia sperando così di non doverlo affrontare di nuovo.
Fu quando l'orso rugliò nella loro direzione che capirono di essersi messi in trappola da soli. Ora non solo avevano poche munizioni e alcuni di loro erano feriti ma si trovavano anche in un vicolo cieco: da lì non avrebbero avuto scampo.
Di lì ad un paio di secondi ne ebbero la conferma: ora l'orso conosceva la loro posizione e li avrebbe sicuramente massacrati.
Era incredibile, pensarono, come l'orso fosse riuscito a corrergli dietro fino a lì ma non ci voleva un genio a capire che aveva seguito la scia del sangue di Alexche era gocciolato a terra e che ora colava rulla roccia.
L'orso sembrò sulpunto di caricare e attaccare più spietato che mai ma improvvisamente qualcosalo bloccò, come se qualcuno gli avesse sparato in testa o come se avesse vistola cosa che gli fa più paura al mondo.
Improvvisamente si ritrasse, quasi contorcendosi su sé stesso.
I giovani amici si guardarono sconcertati non riuscendo a capire cosa stesse succedendo. Solo Alex si accorse che lo sguardo dell'animale era fisso verso l'altro, non certo sui compagni. Si ricordò del simbolo inciso all'esterno della caverna come un'insegna e notò che la sua posizione corrispondeva con quella dello sguardo dell'orso.
L'animale parve abbandonarsi alla stanchezza: i quattro lo avevano gravemente ferito e i colpi esplosi da Alex gli avevano dato il colpo di grazia.
Sembrò accorgersene solo in quel momento e nel tentativo di andarsene da quel luogo cadde su un fianco ad una decina di metri dalla grotta.
Spazio autrice 🌙
Ed ecco a voi il capitolo 18
Spero davvero che vi piaccia anche perché penso sia uno dei miei preferiti.
Fatemi sapere cosa ne pensate con un commento e non dimenticate di mettere una bella stellina... Non vi costa niente e mi regala un sorriso.
A presto con il prossimo capitolo!
(Vi ricordo che la prossima pubblicazione sarà martedì e non venerdì)
Emma
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