17. Il colpo
«Che cosa hai fatto?!», fece Miwa isterica.
Effettivamente sembrava che stesse tentando di gridare sottovoce.
Dopo lo sparo la foresta era tornata ad essere silenziosa tanto che per un istante parve che non ci fosse stato nessun colpo.
Kyle sbiancò.
«Come potevo sapere che era carica? Perché mai avrebbe dovuto esserci un proiettile in canna?».
«Ma tu credi che se ci fosse stata un'emergenza avrei perso tempo ad infilare la cartuccia?», sbraitò Christian cercando di celare il terrore ma con scarsi risultati.
«Ma potevi dirmelo, cazzo!».
«Datevi una calmata voi due», esordì Alexandra.
«Quel che è fatto è fatto ma questo, Kyle, non ti giustifica né ti rende meno incosciente ai miei occhi, è chiaro? - fece una pausa e tutti rimasero in silenzio - Ma questo mi sembra il momento peggiore delle nostre vite per sprecare energie a litigare quindi per favore rinviate la scazzottata a quando saremo usciti da questo inferno.».
Nessuno aggiunse altro.
Improvvisamente sentirono un forte ruglio alle loro spalle.
Alexandra vide Miwa quasi svenire dal terrore.
«Oh merda! - fece Christian - Dobbiamo andarcene da qui!».
Subito dopo afferrò Alex per un braccio e fece per trascinarla tra gli alberi mentre con l'altra mano si caricò il borsone su una spalla.
«Kyle, Miwa, forza sbrighiamoci! Svelti!», urlò lei alla coppia immobile dal terrore.
Miwa iniziò a piangere.
Iniziarono a correre cercando di non perdersi di vista gli uni gli altri.
Alexandra era così spaventata da non riuscire a lasciare a nessun'emozione lo spazio di proliferare nella sua mente.
Christian la tirava con forza mentre lei controllava gli altri due a pochi passi di distanza.
Iniziava a crescere la consapevolezza che non ce l'avrebbero mai fatta di quel passo.
In quelle condizioni nemmeno un velocista sarebbe riuscito a mantenersi abbastanza lucido da scappare alla svelta.
Un animale di grossa taglia era alle loro calcagna e sapevano che qualsiasi strategia avessero adottato o in qualunque posto avessero tentato di nascondersi, li avrebbe raggiunti ugualmente.
All'improvviso Alexandra si illuminò: «Fermi tutti, forse lo sparo può averlo spaventato, qualsiasi animale sia. Forse non vuole attaccarci e forse non ci sta nemmeno correndo dietro».
«Ci sono troppi "forse" in quello che dici, io non voglio rischiare, cazzo!», urlò Miwa spaventata.
Alex pensò che fosse la prima volta in cui sentiva Miwa inveire in quel modo. Il panico aveva cancellato il suo autocontrollo, già messo eccessivamente alla prova dalla situazione.
Il terrore era tanto intenso da impedire ai ragazzi di riflettere.
«No, forse Alexandra ha ragione», ribatté Christian mollando finalmente la presa dal braccio della compagna.
«Non credo proprio: guardate lì», Kyle indicò un punto a poca distanza dai ragazzi.
Si trattava di un enorme buco nel terreno rialzato. Una cavità delineata principalmente da tronchi spezzati e rami di grossa dimensione.
«È la sua tana; quindi, se ci vede qui crederà di doverci attaccare», concluse Kyle.
Christian imprecò.
Alexandra si rese conto che erano troppo vicini all'animale per allontanarsi senza dare nell'occhio. Lanciò un'occhiata interrogativa verso i compagni mentre in lei il panico cominciava a crescere.
Si sentì un forte ruglio avvicinarsi verso la loro direzione.
Ricordò il racconto sulla lettera che avevano trovato nel borsone nero e ciò che era successo alla ragazza di nome Kelis dopo che si era per sbaglio imbucata in una tana come quella.
Quando una figura imponente si parò davanti a loro, ebbero la certezza che la creatura li avrebbe attaccati. Si trattava di un orso bruno così grande che i ragazzi si stupirono di non averlo avvistato prima.
Il manto marrone scuro contornava uno sguardo apparentemente spietato.
Alexandra si chiese se fosse solo una loro sensazione dettata unicamente dalla paura: e se l'orso non avesse davvero intenzione di ucciderli? Se fosse spaventato quanto loro? In fin dei conti era solo un animale.
Ma il suo improvviso rugliare contro di loro le tolse ogni dubbio.
Fu spaventoso tanto che la giovane arrivò a credere che il suo cuore non avrebbe retto.
Con uno sguardo i quattro capirono che la loro sopravvivenza nei minuti successivi sarebbe dipesa interamente dalle armi che portavano addosso e dalla loro abilità di sfuggire al fato, che, in quel momento, aveva la forma di uno feroce orso bruno.
E se l'orso avesse contratto la rabbia e fosse impossibile per lui evitare di attaccarli? Alexandra parve fermarsi a riflettere ma la sua impulsività non le consentì di formulare pensieri con ordine e senso compiuto.
Christian le indicò la balestra che teneva legata in vita e la sacca di pelle con dentro i dardi.
Gli altri due non dissero nulla mente la ragazza cercando di mantenere i nervi saldi e fare meno rumore possibile si slegava la corda dalla vita.
Intanto i ragazzi si appostarono dietro ai tronchi degli alberi più grossi così da essere maggiormente coperti.
Sfilò la balestra e si preparò a tirare la corda per inserire il dardo. Le tremavano le mani, mai avrebbe immaginato di imbattersi in un orso ma soprattutto di dargli la caccia con una balestra.
Fece un respiro profondo poi si mise di traverso tra due alberi e prese la mira.
L'animale era di schiena e la ragazza non sapeva quante possibilità avrebbe avuto di ucciderlo al primo colpo o quantomeno di colpirlo.
Le sue mani non avevano smesso di tremare.
Aveva forse paura?
Non fece caso agli sguardi pesanti dei compagni che gravavano su di lei: aveva bisogno di radunare la maggior concentrazione possibile.
Esitò più di una volta prima di decidersi a premere il grilletto e scoccare la freccia.
Sentiva una sensazione di calore avvolgerla in una morsa sempre più stretta ma infine Alex premette il grilletto che fece sì che la corda che aveva messo in tiro si sganciasse lanciando il dardo davanti a sé come un siluro.
La punta di metallo tagliò l'aria fino ad arrivare vicino al corpo dell'oro il quale però, con un movimento puramente naturale si spostò.
La freccia andò a colpire in pieno un tronco poco distante dalla testa dell'animale.
L'orso si girò di scatto, i suoi occhi erano iniettati di rabbia.
Vide Alex che non fece in tempo a nascondersi dietro l'albero.
La ragazza atterrita guardò i compagni altrettanto terrorizzati.
Lo aveva mancato.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro