Un nuovo membro
Capitolo 4
Kurt, colto di sorpresa, rimase impietrito per qualche istante a fissare la mano di Elliot posata dolcemente sulle sue. Sapeva di dover muoversi, di dover fare qualcosa e subito. Si rendeva conto di dover spostare quella mano e mettere Elliot al suo posto, ma tuttavia non gli risultava così facile. Sentiva le sue mani pesanti come macigni e gli occhi penetranti del ragazzo di fronte scrutarlo attentamente. Poi, finalmente, qualcosa fece riscuotere Kurt dal torpore. Un'immagine, un volto, per la precisione, quello di Blaine. Fu quello a spingerlo a reagire e sottrarre le mani dal tocco di quella di Elliot. - Scusa, non volevo darti fastidio, Kurt - disse Elliot in tono dolce. Kurt si schiarì la voce. - Tranquillo, non è successo niente. - Cosa prendi? - domandò in tutta fretta per cambiare argomento. - Io penso di farmi bastare un... - Kurt. - La voce di Elliot adesso si era fatta più seria. - E' giunto il momento di dirti la verità. Il cuore di Kurt iniziò a martellargli nel petto furiosamente. Non sapeva cosa pensare in quel momento e nemmeno in che modo reagire. - Io provo qualcosa per te - riprese Elliot, facendo sprofondare Kurt in un tunnel senza via d'uscita. - Qualcosa di forte, di importante. So che tu sei già impegnato... - Sì - gracchiò Kurt. - sono già impegnato e dovresti fermarti qui e non dire altro. - No - ribattè Elliot. - Devi sapere che io ti penso ogni giorno e ogni momento della mia vita e che quando non sei con me non vedo l'ora di poterti rivedere. Kurt si alzò dalla sedia di scatto senza neanche accorgersene. Alcune persone si girarono a guardarlo. - Dove vai? - chiese Elliot. - Non ho finito. - Mi dispiace, Elliot, devo andare. - Kurt girò sui i tacchi e uscì fuori dal locale. Fuori, all'aria aperta, Kurt inspirò profondamente, poi prese a camminare in direzione della fermata del bus. L'unica cosa che desiderava in quel momento era andare a casa, sdraiarsi sul suo letto e rintanarsi sotto la protezione delle soffici coperte.
Rachel uscì dalla doccia con l'asciugamano avvolta a mò di turbante sulla testa. Aveva sentito il portone d'ingresso aprirsi. Probabilmente Santana era di ritorno dal lavoro. Andò in salotto e si ritrovò Kurt appollaiato sul divano con i gomiti sulle ginocchia e il mento appoggiato alle mani incrociate. Una strana espressione corrucciata gli contorceva il viso giovane e curate dalle migliaia di creme per il viso di cui faceva uso quotidiano. - Kurt - chiamò Rachel con voce sorpresa. - Come mai sei qui? Dovresti essere a cena con Elliot e Santana. Kurt non rispose nè alzò lo sguardo verso l'amica. Rachel s'insospettì immediatamente. Se Kurt si comporta in questo modo significa che qualcosa è andato storto, pensò Rachel, mentre si avvicinava al ragazzo e gli si sedeva accanto sul divano. - Ehi - sussurrò in tono dolce. - Hai voglia di dirmi cosa è successo? Kurt prese un lungo respiro e alzò lo sguardo davanti a sè. - Ho tradito Blaine. Non fisicamente,ma in qualche modo l'ho fatto. - La voce ruvida e piena di amarezza. Rachel si sentì presa alla sprovvista. Insomma, tutto si aspettava di sentire, ma non quello che il suo migliore amico le aveva appena confessato. - In che senso, Kurt? - domandò per saperne di più. -Elliot mi ha accarezzato le mani e mi ha confessato che prova qualcosa di più di una semplice amicizia nei miei confronti. - Kurt continuava a guardare davanti a sè, scrutando la falce di luna che illuminava il salotto semibuio, gli luccicanti di lacrime inespresse. - E tu? Cos'hai fatto? - Niente. Rachel iniziava a sentirsi un pò confusa. - E se non hai fatto niente, dov'è il problema? Kurt, finalmente, si girò a guardarla. - E' proprio questo il problema, non ho fatto niente. Avrei dovuto respingerlo immediatamente e dirgli che il mio cuore apparteneva ad un'altra persona e invece non l'ho fatto, almeno non subito. - Spiegati meglio. Kurt si mise le mani affusolate fra i capelli, scompigliando la cresta ben curata fino a un attimo prima. - Quando mi ha accarezzato con la mani ho provato anche io qualcosa, ma non sono sicuro cosa. Poi dopo qualche secondo mi è apparso nella mente il viso di Blaine e ho detto a Elliot che doveva smetterla, dopodichè mi sono alzato e sono andato via. - Oh, Kurt, ma questo non vuol dire che hai tradito Blaine - , lo rincuorò Rachel, passandogli sulle spalle e infine attirarlo a sè in un abbraccio. - Forse sei solo confuso perchè tu e Blaine siete lontani, ma ciò non vuol dire che provi qualcosa per Elliot. - Io amo Blaine - disse Kurt, ormai in lacrime. - E di questo ne sono certo, ma evidentemente, non abbastanza. Rachel volse il viso dell'amico verso di sè, tenendolo per le guance arrossate. - Non dire così. Tu e Blaine siete fatti per stare insieme e queste piccole cose sono soltanto prove da superare. I ragazzi restarono abbracciati ancora un pò. Poi, Rachel ruppe il silenzio. - Ehi, ma Santana non era con te? - No - rispose Kurt in tono irritato. - Era ancora impegnata al lavoro. - Oh, so che adesso non conta parecchio, ma mi dispiace non essere venuta all'appuntamento - disse Rachel sinceramente dispiaciuta. - Non importa - tagliò corto Kurt. - Credi che dovrei raccontare a Blaine quello che è successo? Rachel ci pensò sù un attimo. - La sincerità è la migliore amica dell'amore - disse, infine.
Spencer Porter si era appena trasferito alla McKinley High School e il cambiamento non era stato tanto facile. Doveva iniziare da capo, trovarsi nuovi amici e abituarsi ai nuovi professori. L'unica costante nella sua vita era il football. Il suo nuovo coach, Shannon Beiste, lo aveva immediatamente ammesso alla squadra per le sue grandi doti atletiche. Inoltre, Spencer aveva subito messo in chiaro con i suoi compagni di squadra che lui era gay e che se avevano qualcosa in contrario potevano dirglielo direttamente di persona. Difatti, lui si considerava gay in maniera differente. In tutta la sua vita aveva lottato, letteralmente, per non farsi mai calpestare da nessuno. Era pronto a difendersi o attaccare per primo se la situazione lo richiedeva. Per questo non era mai stato importunato da nessuno. Su questo andava fiero di se stesso. Però una cosa che in lui non andava c'era: l'arroganza. Il doversi proteggere dalle discriminazioni e dalle etichette applicate fin troppo facilmente gli avevano indurito il carattere creando un muro tra sè e il mondo. Un muro che in pochi erano riusciti ad abbattere. Tuttavia, era una persona dolce e sensibile anche se non lo dava a vedere. E adesso, eccolo lì, che camminava per i corridoi della scuola diretto verso l'aula di scienze. Quando entrò in classe si sedette alla terza fila vicino a un tizio col berretto in testa e uno sguardo da babbeo. E proprio mentre osservava gli altri alunni entrare in aula, uno in particolare attirò la sua attenzione. Era bello, con un naso grazioso, labbra carnose, capelli neri ultra gelatinati e degli enormi occhi nocciola spruzzati di verde. L'abbigliamento invece, non era altrettanto bello: una polo nera, pantaloni beige che scoprivano le caviglie, mocassini e un papillon viola. Comunque sia, il ragazzo si accomodò al primo banco, dopodichè il professore entrò e richiamò l'attenzione della classe. Alla fine della lezione Spencer seguì il ragazzo nel corridoio. Lo vide scambiarsi qualche chiacchiera con il suo quaerterback della squadra di football, Sam Evans, uno dei pochi ragazzi con cui era riuscito a parlare. Un attimo dopo una ragazza di origine asiatica si avvicinò a i due e Spencer si ricordò di averla già vista. Faceva parte del glee club e anche Sam ne faveva parte, quindi probabilmente,ne faceva parte anche quel ragazzo. Spencer morso dalla curiosità di conoscere quel ragazzo misterioso decise di iscriversi al Glee Club. Non era un ottimo cantante, ma se la cavava abbastanza bene. Così, fece il provino e risultò idoneo. Il professore William Schuester, colui che dirigeva il glee club gli disse di andare il giorno seguente in aula canto per seguire la sua prima lezione e inoltre, aggiunse che il programma era appena iniziato quindi non sarebbe stato difficile per lui mettersi in pari. Il giorno seguente, Spencer si affrettò a raggiungere l'aula canto, entusiasta di conoscere quel ragazzo dagli occhi magnetici. In realtà, non gli importava granchè frequentare il glee club, ma se quella fosse stata un'opportunità più semplice per conoscere il ragazzo senza sembrare un gay stalker dell'era moderna, allora l'avrebbe colta al volo. A lui non piaceva andare a caccia di etero da convertire, non era quel tipo di ragazzo. Perciò si disse che se il ragazzo non fosse stato gay e neanche minimamente interessato avrebbe mollato immediatamente l'osso. Appena Spencer varcò la soglia dell'aula canto si ritrovò di fronte diverse persone. Il suo sguardo individuò subito il ragazzo che sedeva, tra la ragazza asiatica e Sam Evans. Il professor Schuester fece cenno a Spencer di avvicinarsi. - Lui è un nuovo membro del Glee Club, Spencer Porter. Accoglietelo come solo il glee sa fare!
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