⏩ SECONDO QUADRO: REGGAETON
3 • SGUARDI
Sin Island era un popolare reality show pensato per le coppie in difficoltà. Un'occasione per ricucire i rapporti col proprio partner, o per trovare il coraggio di spezzarli definitivamente e ricominciare una nuova vita.
La quarta edizione, condotta da Ilaria Blasi, si sarebbe svolta all'interno di un lussuoso e confortevole resort situato sulla costa Sud della Sardegna, precisamente a Santa Maria di Pula, in provincia di Cagliari.
Una volta approdate sulle magnifiche spiagge sarde, le cinque coppie, dopo essersi salutate, si divisero, entrando nei rispettivi villaggi per conoscere i giovani single che avrebbero condiviso con loro quell'esperienza.
Si partì dal gruppo delle fidanzate.
Era stato richiesto loro di disporsi in un'ordinata fila, di fronte ai cinque single, che davano le spalle al mare, immobili.
Misteriose figure fasciate in un mantello nero, col volto coperto da una maschera bianca.
Le riprese iniziarono.
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Non percepisco la tensione nell'essere ripresa da una telecamera. Non odo le parole della conduttrice... non la vedo nemmeno. Nella mia testa c'è solo confusione. La folle idea che sotto una di quelle maschere bianche ci possa essere l'angelo-demone del sogno, è una luce che lampeggia a intermittenza.
Ormai non lo ricordo nemmeno più com'era. Il tempo si sta mangiando i dettagli. Chissà se me lo trovassi davanti, se lo riconoscerei, in mezzo a tutto questo marasma che si agita nella mia testa.
Quel pensiero s'interrompe quando vedo le mie compagne avanzare verso di loro. Le mie gambe le seguono come se fossero dotate di volontà propria. Scelgo il tizio davanti a me perché è l'unico che rimane. Quando arrivo di fronte a lui gli sfilo il mantello, poi la maschera, con le mani che tremano e col cuore che galoppa come i cavalli di una Ferrari.
Scopro il suo volto. L'assurdità della scena per un attimo mi fa credere di essere intrappolata in un sogno.
"Ma che cosa ci faccio qui?" Mi ripeto, mentre l'osservo.
I suoi occhi chiari impiegano qualche secondo per abituarsi alla forte luce. Ha i capelli biondi, un taglio particolare, una sorta di caschetto. Ha dei tatuaggi sulla faccia: delle scritte e un pugnale conficcato in un cuore.
Mi guarda in un modo strano. Uno sguardo che scava, scava, scava, scava, e mi incasina ancora di più la testa. Mi mette a disagio. Avrei voglia di correre via. Nascondermi sott'acqua, in apnea. Dove la mente si svuota e tutto tace.
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La conduttrice ordinò alle cinque ragazze di indietreggiare di qualche passo, tornando alle loro postazioni, poi, dì lì a poco, di scegliere un compagno con il quale avrebbero condiviso un aperitivo in spiaggia.
Stella si fiondò su un tipo magro coi capelli azzurri. Non perché l'avesse particolarmente colpita... ma per non ritrovarsi col biondo tatuato.
Mentre ad avvicinarsi a Lauro fu Marilù. Alla loro coppia fu assegnato il colore verde. Seguiti dalle altre, camminarono fianco a fianco sulla battigia, scambiandosi timide occhiate e sorrisi, in silenzio, diretti verso il loro gazebo.
Lauro si sentiva smarrito, frastornato. Aveva scelto di partecipare a quel reality show per staccare un po' dalla solita routine. Per rilassarsi, divertirsi. Ma soprattutto per cercare di alleggerirsi da quei due macigni che portava costantemente sulle spalle: la spinosa questione dei messaggi anonimi, e il doloroso ricordo del suo amore perduto.
E i reality show erano esperienze forti, intense, che possono cambiarti la vita. L'aveva imparato a sue spese.
Ma ahimè la sua avventura a Sin Island non era iniziata come sperava.
La ragazza che l'aveva liberato da mantello e maschera gli aveva lasciato addosso una strana sensazione.
Quando i loro sguardi si erano incontrati il cuore di Lauro era rotolato in fondo allo stomaco. Un tuffo da un grattacielo.
Ora si sentiva solo confuso.
Quegli occhi erano i suoi. Quelli di Stella, la donna che quattro anni fa aveva amato, e che per troppo tempo aveva cercato invano di dimenticare.
Le sue iridi erano del colore del mare. I lunghi capelli castani un bacio in un giardino di gelsomini.
Aveva il volto di un angelo. I lineamenti delicati esprimevano un'idea di purezza, e la pelle liscia e chiara sapeva di casa e d'amore materno, morbida e profumata come pane.
Erano i suoi occhi.
Ma quella tizia sciatta e trasandata non poteva essere lei, pensò.
Aveva l'aspetto di chi non si voleva più bene. Una zazzera bionda e arruffata sulla testa. Il viso deturpato da bruciature e cicatrici, nascoste sotto i tatuaggi. Gli zigomi alti, troppo alti per essere naturali, e le labbra rigonfie come canotti. Non c'era nulla di puro, di bello, di dolce in quella donna.
Sul volto di Lauro comparve un sorriso amaro. Come aveva potuto pensare, anche solo per un attimo, che quella tipa potesse essere la sua Stella?
Con quei pensieri, assieme a Marilù raggiunse il piccolo gazebo dalle tende e dal tettuccio verde. Quando entrarono si trovarono di fronte a un tavolino imbandito. Patatine, popcorn, salatini, tramezzini, e due enormi bicchieri colmi di un drink rossastro, con fragole e una fetta d'ananas incastrati sul bordo. Una cannuccia verde e l'immancabile ombrellino colorato.
Si sedettero, seguiti ovviamente dal cameraman che stava procedendo con le riprese.
E mentre Lauro, immerso nei suoi pensieri, continuava a essere freddo e distante nei confronti di quella ragazza, Marilù era emozionata. Stava per condividere quell'aperitivo in riva al mare con Ettore Lauro, da un paio d'anni uno dei suoi più grandi idoli nel campo musicale. E non ci poteva credere di essere lì.
Sorseggiando il suo drink, di tanto in tanto gli lanciava fugaci occhiate, guardandolo sgranocchiare patatine, cupo, turbato.
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