5 • ANGELO BLU
Il Luxury hotel era circondato da un enorme parco. Una moltitudine di sentieri che si snodavano tra prati ben curati, cespugli e piante rigogliose.
La coppia Stella-Doms, seguita da un cameraman, imboccarono uno di questi. Ubriachi, barcollanti, fuori di sé.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Tutto gira. Scorre a rallentatore. Le nostre risate, le parole insensate, sono i pensieri sconnessi di due pazzi i cui destini si sono incrociati per sbaglio, per caso.
Siamo simili. Affamati di libertà. Due farfalle con le ali spezzate che provano a volare.
Siamo sulla più pericolosa giostra di un luna-park, fuori controllo.
Ma non mi importa se sto giocando col fuoco. Non mi interessa cosa penseranno gli altri. Che dicano pure "quei due si sono imboscati, chissà le zozzerie!"
Me ne frego.
Formulo quell'unico pensiero lucido, e poi più niente. Tutto si mescola. La mia mente è un quadro astratto dove i colori si muovono, fondendosi pian piano in un unico: il nero.
Nelle tenebre mi perdo.
Ma l'angelo-demone del sogno all'improvviso compare e mi prende per mano. È vestito elegante. Ha i capelli azzurri.
«'A bambolì, sei sicura de volé entrà?»
Il nostro cammino è sbarrato da una staccionata, oltre alla quale tutto diventa rosso. I lampioni paiono soli al tramonto.
«Dove si va?» Biascico, senza nemmeno comprendere ciò che dico.
Tra una risata e l'altra lui farfuglia qualcosa, ma non lo capisco. Mi limito ad annuire, scostando il cancelletto.
Il cameraman a quel punto se ne va. Doms mi segue.
Entriamo nelle terre del peccato.
[Segue sotto]
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Proseguirono il loro cammino zigzagante per un centinaio di metri, lungo un tortuoso sentiero, costeggiato da due file di lampioni che emanavano una luce rossastra. Pareva di essere all'inferno. Il girone dei lussuriosi.
«So' tarmente 'mbriaco che nun me ricordo manco come me chiamo.» Farfugliò Doms a un certo punto, aggrappandosi, anche un po' per gioco, alla compagna, che a fatica lo sostenne.
In un attimo, senza nemmeno rendersene conto, si trovarono avvinghiati. Le braccia di lei strette attorno alle spalle di lui.
Quando recuperarono stabilità, e i loro sguardi s'incontrarono, i due fuggiaschi si fecero seri. Il cuore di Stella partì immediatamente, e inspiegabilmente, per una folle Parigi-Dakar, verso le subdole lande del desiderio.
Si sentiva confusa, spiazzata di fronte alle emozioni che stava provando in quel momento.
Era quel ragazzo. La sua vicinanza, il suo tocco. Quegli occhi che dentro di lei stavano scatenando una tempesta, risvegliando sensazioni ormai sopite.
Anche grazie alle abbondanti quantità di alcol, frenarsi fu impossibile.
Allora chiuse gli occhi e lo baciò. Veloce, improvvisa, come un lampo a ciel sereno.
Si scostò da lui solo dopo qualche secondo, questa volta con delicatezza. La testa sgombra da ogni pensiero lucido e razionale.
«Mi' moje me ucccide.» Biascicò Doms, continuando a guardarla, completamente disorientato da quel gesto che l'aveva colto alla sprovvista. «Qanno torno a ccasa me tira ceffoni a caterve.»
Ma lei non si fermò. Posò una mano dietro alla sua nuca, traendolo a sé, e unendo le loro labbra in un bacio sfrenato.
Passione, desiderio. Un disperato bisogno di un vero uomo, capace di farla sentire donna, dopo anni di fredde carezze e insipide unioni.
Lui, dopo aver indugiato per qualche istante, ricambiò, stringendola forte a sé e lasciandosi trasportare dal momento.
Si scostarono solo per pochi secondi, per riprendere fiato. Le loro bocche impiastricciate di rossetto.
«Se ce fermiamo qui...»
Ma Stella lo interruppe, riprendendo quel contatto da dove l'avevano interrotto. Si lasciò guidare dall'istinto. Gli infilò le mani tra i capelli, spettinandoli, poi spostò la destra sotto la camicia, toccandolo con dolcezza e allo stesso tempo con bramosia. Sotto le dita percepì gli addominali e il petto scolpiti, la pelle calda e liscia, madida di sudore.
Non perse tempo. Gli strappò l'indumento di dosso, lasciandolo cadere a terra. Poi, tra un bacio e l'altro, passò alla cintura, ai pantaloni, fu rapidissima.
So' proprio matto, pensò Doms, mentre la guardava, estasiato, sfilarsi il vestitino di paillettes colorate.
Ma che ce faccio qui?
Fu quello il suo ultimo pensiero lucido, prima di ritrovarsi steso sul prato, con quella sconosciuta, completamente nuda, seduta sul suo bacino.
E in modo passionale, disperato, violento, fecero l'amore.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Mi sveglio nel mio letto, con il mal di testa, la gola secca e tutto che gira.
I ricordi della sera precedente fanno irruzione nelle stanze della mia psiche. Aprono porte, m'investono come una gigantesca onda.
Vaneggio tra immagini annebbiate, confuse, frammentate. Sono frasi sconnesse. Risate. Baci rubati. Infine i nostri corpi nudi.
Mi rendo conto che in pochi minuti quello sconosciuto mi ha dato ciò che mi è mancato per un'intera esistenza.
Tre anni di vuoti, di buchi neri che a volte inghiottivano anche quel poco che c'era. Poi quattro anni di finte carezze, sorrisi come maschere, e baci al sapore di veleno. Spazzati via in un'unica notte. Folle, selvaggia, la più bella della mia vita.
"Vorrei vivere qui." Mi ritrovo a pensare. "Fare l'amore tutte le notti con quell'estraneo."
Meglio una bruciante passione destinata a diventare polvere, che un finto amore, che è già nulla.
Ma ben presto torno coi piedi sulla terra.
È finita.
Vedendo le riprese, nel weekend Francesco richiederà un falò di confronto. Sospettoso, geloso marcio. Ce ne torneremo a casa. Nel nostro nulla. Tornerò alla mia solita inutile vita. Con quell'unico meraviglioso ricordo a cui aggrapparmi, sempre più simile a un sogno. Un'utopia.
Tra cinque giorni potrebbe finire tutto.
A volte vorrei poter fermare il tempo.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Stella si alzò dal letto, si vestì con una semplice canottiera e un paio di pantaloncini. Erano le undici del mattino e tutte le altre erano già sveglie da una buona mezz'ora.
Marilù stava scegliendo un costume, Camilla la consigliava. Gaia si pettinava i capelli davanti allo specchio, mentre Paola, appoggiata contro lo stipite della porta, si lavava i denti, osservando i numerosi bikini che l'amica aveva esposto sul proprio materasso.
Non appena Camilla vide la compagna finalmente in piedi, si fiondò su di lei come un avvoltoio, abbracciandola da dietro. Era molto appiccicosa ma a Stella non dispiaceva. Dopo il matrimonio aveva perso tutte le amiche che aveva.
«Dimmi che è successo quel che penso.» Le sussurrò in un orecchio, con un sorriso malizioso cucito sul volto.
L'amica si immobilizzò, strabuzzando gli occhi. «Ma no... ma che dici...» rise, imbarazzata, arrossendo da capo a piedi.
«Siete spariti per ore e gira voce che siate entrati all'interno del Red Park.»
«Il Red Park?» Bisbigliò.
«Sì, la zona senza telecamere.»
Ecco perché il cameraman se n'era andato, pensò Stella.
A quel punto si voltò, posandole una mano sulla spalla e fissandola negli occhi. «Amica mia, tu hai una fervida immaginazione.»
Quella frase, pronunciata a un volume un po' troppo alto, attirò l'attenzione delle altre tre ragazze, che non aspettavano altro che la giusta occasione per impicciarsi in quell'affare.
«Tu non ce la racconti giusta tesoro!» Intervenne Gaia, lanciandole una veloce occhiata attraverso lo specchio, mentre Gaia, ridendo, entrava in bagno a sputare i residui di dentifricio.
Quando vi uscì si sentì in dovere di dire la sua. «Io fossi stata in te avrei approfittato della situazione!»
«Io ragazze ve lo dico, stasera ci provo con Doms. Non lo facevo così audace e la cosa mi intriga parecchio!» Commentò Marilù, slacciandosi il reggiseno e osservando la reazione di Stella. «Mi sa che Marco nel giro di poche ore si ritroverà con un bel paio di corna.» Aggiunse dopo un po'.
Camilla non riuscì a trattenere una risata sguaiata.
«Mary puoi fare quello che vuoi, non c'è niente tra me e Domenico.» Rispose prontamente Stella.
«E allora perché vi siete imboscati?» Insisté, continuando a spogliarsi.
«Mary eravamo ubriachi fradici, okay? Non lo sapevamo nemmeno che quella fosse una zona senza telecamere. Volevamo semplicemente fare una camminata nel parco dopo aver mangiato a crepapelle e bevuto troppo. Tutto qui.»
Dopo quelle parole Stella si diresse verso il bagno, credendo di averle zittite. Ma purtroppo le domande continuarono.
Convincere Francesco sarebbe stato impossibile.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro