30 • REGALO INDESIDERATO
Mi infilo sotto la doccia, sorridendo come una stupida mentre fantastico su noi due.
Il getto bollente mi massaggia il collo e mi scalda. Con la mente volo lontano. Col cuore viaggio a bordo di una Porche.
Mi sono innamorata, mi dico. È successo per davvero!
Sono innamorata!
Prendo un po' di bagnoschiuma e mi insapono, inebriandomi di quel pensiero.
I suoi occhi fissi nei miei. Le sue labbra contro le mie. Mi divorano. Si nutrono di paure, incertezze, dell'oscurità che mi avvolge, sciogliendola come cera di una candela.
Rido.
Felice come non lo sono mai stata.
È reale, non è un sogno.
Perché se abbasso le palpebre e lui è qui, di fronte a me. Mi dice: "Bruceremo Roma. New York. Parigi. L'occidente e l'oriente. Bruceremo l'intero pianeta, il sistema solare, e balleremo tra la cenere. Brinderemo alla faccia loro. Tra galassie di stelle splendenti. Alla faccia di chi ci ha raccontato che erano troppo lontane da raggiungere".
Quando riapro gli occhi chiudo il getto d'acqua ed esco dalla doccia, decisa a comunicare a Lauro la mia decisione. Voglio andarmene da questo programma assieme a lui. Oggi stesso.
Avvolta dai vapori e dal buon profumo di miele e fragola, mi rivesto in fretta, con le mani che tremano e le gambe molli come gelatina. L'adrenalina è a mille.
«È ancora occupato questo cavolo di bagno!?» Grida Marilù da fuori.
«Ho quasi fatto!» Le rispondo, ridendo.
«Dai muoviti che ho lasciato dentro le mie creme!»
Apro bruscamente la porta ed esco sghignazzando, sotto il suo sguardo perplesso. Abbandono a terra l'asciugamano che mi avvolge i capelli e corro verso la villa degli uomini come una pazza.
È la corsa della mia vita.
Forse domani sarà troppo tardi.
Voglio un confronto adesso, prima con Lauro, poi con Francesco per lasciarlo.
Raggiungo la villa, spalanco la porta d'ingresso.
Ma dentro non c'è nessuno.
Oh, e invece sì. C'è Doms, spaparanzato sul letto.
«Ehi, dov'è Lauro?» Mi avvicino a lui.
Volge il capo in mia direzione, biascicando qualcosa, ubriaco fradicio.
«Hai visto Lauro?» Riprovo.
«Nun me 'o ricordo.» Torna a fissare il soffitto, le palpebre pesantissime.
«Eddai, devo dirgli una cosa importante.»
«È 'ncazzatissimo. Torna domani 'a bambolì!»
«Con me?»
«No.»
«E allora perché non posso vederlo?»
«Mejo domani.»
«Allora glielo puoi dire tu?»
«Mmh.»
«Io lascio Francesco e l'aspetto fuori.»
«Mmh.»
«Hai capito? Voglio uscire da questo programma assieme a Lauro.»
«Seh.»
«Diglielo okay?»
«Che rompipalle.» Si gira dall'altra parte.
«Dai, ripigliati e diglielo.» Accenno una risata che si spegne immediatamente.
Lui in risposta grugnisce.
«Grazie Doms.»
Esco dalla stanza con un grande punto interrogativo che mi vortica sopra la testa. Lauro "incazzatissimo"... ma che diamine è successo ora?
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Per cena Lauro non si presentò, e Stella, preoccupata, chiese a Doms maggiori spiegazioni. Ma Domenico non le rivelò nulla, continuando a risponderle in modo scontroso e vago.
"Nun so niente."
"Nun me fa' 'ste domande."
"È sparito da ore."
Il cantante Romano rincasò in tarda nottata e nessuno lo vide fino al mattino seguente. Ma purtroppo i due amanti non ebbero modo di confrontarsi in privato, non ancora.
Era giunto il momento delle visite.
Dopo la colazione Stella fu convocata per prima nella hall del Luxury hotel.
Non appena la porta a vetri si aprì, Luna scattò in piedi e le corse incontro, in bilico su un paio di décolleté altissime, marcate Chanel, come il tubino nero che indossava. Le saltò tra le braccia, inebriandola col suo delizioso e inconfondibile Gucci Guilty. Stella la strinse a sé, felicissima di rivederla.
«Come stai sorellona? Ti stai divertendo?»
«Sto benone! Tre settimane in questo paradiso sono praticamente volate!»
Quando l'abbraccio si sciolse, con le mani posate sulle sue spalle, Luna la squadrò con un sorriso a trentadue denti.
«Lo vedo che ti stai divertendo! Sei radiosa!» Proseguì.
«Lo sei anche tu!» Le fece l'occhiolino.
Dopo quello scambio di battute Stella lanciò un'occhiata ai genitori, che la salutarono con un debole sorriso. Erano seduti attorno a un tavolino, su una delle tante sedie in legno laccato e velluto bianco, che riempivano l'elegante salone.
L'assenza di Pierfausto e i tanti dubbi che Lauro le aveva instillato, fecero sì che il suo entusiasmo si spegnesse. Ma cercò di non darlo a vedere. «Mamma, papà... che bella sorpresa.» Disse, raggiungendoli.
«Ciao, cara. Siamo felici che tu stia bene.» Rispose mamma Daniela.
Le due sorelle si accomodarono di fronte a loro.
«Pierfausto dov'è?»
«Non stava tanto bene e abbiamo preferito lasciarlo a nonna Giuseppina.» Replicò il signor Carlo. «Niente di grave, non ti preoccupare, è solo un po' raffreddato.»
La figlia maggiore annuì, torturandosi nervosamente le dita.
"Un reality show a cui partecipai quattro anni fa."
"Durante quei pochi giorni è successo di tutto e di più, come hanno potuto non parlartene?!"
"È stato grazie a quel reality show che tu e lui vi siete conosciuti, e vi siete innamorati."
«Ti abbiamo portato un piccolo regalo.» I pensieri di Stella vennero interrotti dalla voce della donna, che sollevò un grosso pacco da terra e lo appoggiò sopra il tavolo. «Io e tuo padre abbiamo pensato potesse tornarti utile.»
«Un regalo? Che cos'è?»
Non ricevendo alcuna risposta, non fece altre domande. Sciolse il fiocco dorato e strappò con delicatezza la carta color magenta.
"Ecco perché la mia famiglia non mi ha mai parlato di te. Ho tradito mio marito in quel reality show."
"Io credo che le cose non stiano proprio così."
"Dopo la fine del reality, quando ci siamo visti a casa tua, tu abitavi coi tuoi e tua sorella."
"Abbiamo fatto l'amore. Era la tua prima volta."
Si alzò in piedi e aprì il pacco.
«Che diavolo è questo coso?»
Schifata e confusa, vi estrasse un aggeggio arrugginito che assomigliava a una specie di collare, con un grosso lucchetto.
«È una cintura di castità.» La signora Daniela incrociò le braccia al petto, sopra la sua preziosa collana di perle.
Stella rise. «Che cosa?!»
«Hai capito benissimo, è una cintura di castità.» Ripeté.
«Ma dove l'avete presa? Ma che diavolo dovrei farci con questa cosa?!» La ripose nel cartone, disgustata. «Dio... spero di non essermi presa il tetano.» Si portò le mani sul capo. «Ma come diavolo...»
«Stella, tua madre non ha affatto voglia di scherzare.»
«Papà... non penserete mica che indosserò questo aggeggio!?» Lo indicò con fare teatrale. Gli occhi sgranati e la bocca spalancata in un'espressione sconcertata.
«Calmati, non voglio che tu lo indossi.» Intervenne mamma Daniela. «Ma voglio che tu lo tenga nella tua stanza, come un bel soprammobile.»
«Ma perché?!»
«Perché, lei mi chiede. Non ci arriva da sola.» Sbuffò la donna, lanciando una veloce occhiata al marito. Entrambi si stavano innervosendo. «Per ricordarti che fuori di qui hai un compagno, un figlio e una famiglia!» Tornò a fissarla.
«Io non ho un marito!» Sbottò Stella. Sollevò il pacco e lo lasciò cadere a terra. Un rumore metallico echeggiò nella sala. «Io non ho un marito!» Urlò di nuovo, ma questa volta scandendo parola per parola e battendo i pugni sul tavolo.
Suo padre scattò in piedi. «Signorina, vedi di moderare i toni!»
«Non sono più una bambina!»
«E allora spiegaci che cosa significa tutto questo!» Sibilò la donna.
La giovane pugliese si afflosciò sulla sedia, cercando di calmarsi. «Non ho mai amato Francesco.» Incominciò, incrociando le braccia al petto. «E il vero motivo per cui sono qui non è per le telecamere, ma per trovare il coraggio di lasciarlo.»
«Perché non ce ne hai mai parlato?» La signora Daniela corrugò leggermente le sopracciglia.
«Per Pierfausto. Per il bene di nostro figlio.» Si stropicciò le palpebre con pollice e indice. «Ma ora le cose sono cambiate.»
«Che cosa starebbe a significare?»
«Papà, io mi sono innamorata di un altro uomo.» Lo fissò dritto negli occhi. Per la prima volta nella sua vita. «Voglio lasciare Francesco e stare con Lauro.»
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