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12 • LETTERE

Erano seduti su una panchina, all'ombra di un maestoso fico magnolide dai tronchi scuri e intrecciati, e dall'ampia chioma che regalava loro una confortevole ombra.

«Il tutto è iniziato tre mesi fa, durante l'ultima serata del festival di Saremo.» Incominciò a raccontare Lauro, tornando con la mente a quel giorno.

Per quell'anno era stato scelto come presentatore, in sostituzione dei due precedenti: Amadios e Fiorenzo. Aveva accettato senza pensarci due volte, felicissimo di potersi avventurare in quella nuova esperienza.

Durante le prime serate era filato tutto liscio. Tra l'altro la gente si era rivelata molto entusiasta di quel nuovo e insolito conduttore. Ma poi, durante l'ultima puntata, poco prima dell'annuncio dei vincitori, era successo un qualcosa di sconvolgente.

Sul palco, accanto a Lauro vi erano i due finalisti: Fred di Parma, con il suo singolo ti ho raggiunta ma da vicino non sei un granché, e Pio&Amedeo, fasciati nelle loro tutine a scacchi, con la canzone intitolata Toyota Yaris ibrida.

Il pubblico era in fremente attesa. La busta era appena stata consegnata al presentatore da un addetto.

Dopo la frase di rito, l'aveva aperta lentamente, accrescendo la suspense.

Ma sul cartoncino non vi era il nome del vincitore... bensì un inquietante messaggio rivolto a lui.

«Me 'o ricordo quer momento! C'avevi l'occhi sbarrati come 'n gufo, sembrava che dentro 'a busta c'avessi trovato er Santo Graal!» Lo interruppe Doms.

Per fortuna Lauro era riuscito a riprendersi dallo shock in tempi brevissimi.

«Scusate, ho letto il foglietto sbagliato.» Aveva esibito un sorriso nervoso, finto come una banconota da undici euro.

A quel punto aveva estratto l'altro cartoncino, quello bianco (l'aveva notato subito che ce n'erano due), e aveva letto il nome.

«Pio&Amedeo!»

C'erano stati grandi festeggiamenti, coriandoli dorati dal cielo, pubblico in delirio.

L'unico a non riuscire a godersi il momento era Lauro.

E non era finita lì.

Per la trasmissione il peggio era arrivato dopo, tra tutte le polemiche e le accuse. La gente lo credeva un programma pilotato: a causa di quel disguido, molti erano convinti che il vincitore fosse in realtà Fred di Parma, e non il duo Pio&Amedeo.

«E che c'era scritto ner messaggio?» Gli chiese Doms.

«Per Ettore Lauro. Da oggi sarò il tuo incubo. Firmato: la tua scoiattolina.»

Doms aggrottò leggermente le sopracciglia, perplesso.

«Il tutto composto con lettere ritagliate da fogli di giornale.» Aggiunse dopo qualche secondo. «È stato inquietante e sconvolgente, anche se lì per lì...»

L'amico scosse il capo. «Ma pecché nun me l'hai mai detto?! M'avevi detto che c'avevi trovato scritto er nome de l'eliminato de 'a prima sera!»

«Ho pensato a uno scherzo, inizialmente. E poi non volevo stressarti con altri problemi dopo tutto ciò che hai fatto per me in questi ultimi anni.»

«Sei fori come 'n barcone! Queste so' cose serie!» Si passò una mano tra i capelli, azzurri come un mare caraibico e come la montatura squadrata dei suoi occhiali da sole.

«Ma non è finita qui.»

«Immaginavo.»

«La settimana dopo, su instagram degli account anonimi hanno iniziato a tempestarmi di like e commenti. Ne ricevevo a migliaia.»

«E che dicevano?»

«Erano cuoricini o roba simile. Ovviamente dopo tre-quattro giorni ho bloccato tutti gli account.»

«La gente è popo fori...»

«E te la ricordi Giada, quella ragazza conosciuta durante il nostro ultimo tour?»

«Sì, me 'a ricordo.»

«Mi ha ricontattato per una cena e due chiacchiere e...»

«Siete finiti in camera da letto.»

«Hai indovinato. L'ho portata a casa mia.»

«E hai fatto 'na cazzata.»

«Quando lei si è addormentata nel mio letto, sono andato a farmi la doccia. Il messaggio l'ho trovato scritto sullo specchio annebbiato dal vapore. Recitava: con te fino alla fine. Firmato anche questa volta: la tua scoiattolina

«E lei? Sparita immagino.»

«Introvabile.»

«Ma quindi era lei 'a tipa dei messaggi?»

«Aspetta, c'è dell'altro.» Lauro tirò fuori dalla tasca dei suoi pantaloncini un foglietto ripiegato, aprendolo e mostrandolo a Doms.

Si trattava di un breve messaggio firmato Bonnie Vegas.

Lei era una ragazza americana che i due avevano conosciuto sulle spiagge cubane, circa due anni fa, durante una vacanza con dei loro amici.

È bellissima. Aveva pensato Lauro, non appena si era seduta tra lui e Doms (ignara fossero due famosi artisti musicali italiani). Aveva lunghi capelli rossi e il volto puntellato di lentiggini. Erano costellazioni di stelle in un cielo bianco.

A colpire Bonnie erano stati invece i tatuaggi che il cantante romano esibiva su quasi tutto il corpo. La conversazione, infatti, era iniziata proprio da lì, in quanto la giovane aveva da poco deciso di farsi un tatuaggio, ma aveva un po' paura.

Avevano finito per chiacchierare tutto il pomeriggio. Poi lei e Lauro erano finiti a letto. Era l'ultima notte per lui, ma avevano deciso di tenersi in contatto. Bonnie era una ricca ereditiera che trascorreva la sua vita viaggiando, e l'Italia era una tra le sue mete preferite.

Si erano visti dopo un mese, a Roma.

Lauro aveva trovato un'amica. Una sorella. Un'amante. Ma nessuno dei due intendeva impegnarsi.

Volevano vivere la loro "storia" in maniera completamente libera. Lei arrivava e partiva senza dire niente. Spariva per un po', poi dopo mesi tornava con la pelle scottata e strani vestiti addosso, raccontandogli le sue avventure alle Seychelles, in Thailandia, in Cina. Poi dopo una settimana partiva di nuovo.

«Sei speciale.» Lesse Doms a voce alta, dopo un po'. «È 'n messaggio d'amicizia, cor disegno de due bambocetti che se tengono pe' mano e tante stelline gialle. Nun capisco che ce trovi de strano.» Gli riconsegnò il foglio, ma continuò a osservarlo.

«È la lettera che ho trovato ieri sera nel forziere. Lo so che può sembrare una frase carina, ma non lo è. Stesse lettere ritagliate da fogli di giornale e poi incollate, e questo può voler dire una sola cosa.»

«L'avevo notato. Questo però nun prova che lei e er maniaco de Saremo siano 'a stessa persona. Nun c'è manco 'a solita firma de 'a scoiattolina.»

«Non credo alle coincidenze.»

«Pe' questo hai deciso de rimané qui?»

«A casa non mi sentirei sicuro.»

«Me sembra esagerato. Magari voleva solo esse' originale. Magari ha preso spunto da quer film, come se chiamava già?»

«The bodyguardian?»

«Sì, quello lì.»

Lauro sospirò, ripiegando il foglietto e rimettendoselo in tasca. «Mi sembra proprio di essere in quel film, in questo momento. Forse dovrei valutare l'idea di assumere un bodyguard.»

«Quindi 'e due pazze secondo te sono Giada e Bonnie.»

«Probabilmente sono entrambe due pedine in mano a qualcuno che ha parecchi contatti e conoscenze.»

«Bonnie è 'na brava ragazza. Giada l'ho vista solo 'na volta e nun mi era piaciuta.» Concluse Doms, alzandosi dalla panchina. «Torniamo dai artri prima che prendano 'a nostra storia d'amore troppo sur serio?»

Lauro lo imitò. «Di questo passo presto ci faranno trovare un anello da qualche parte, come fecero con Ignazio Mosè e Cecilia Rodriguess

Risero, incamminandosi in direzione del Luxury Hotel.

«Ascolta... se dovessimo parlarne davanti alle telecamere, usiamo nomi e parole in codice.» Disse Lauro, dopo qualche minuto di silenzio.

«Tipo? Bonnie 'a chiamiamo Ariel, che c'ha li stessi capelli rossi, e Giada 'a chiamiamo Diamante, pe' restà a tema pietre preziose?»

«Ci sta.»

Continuarono a camminare senza aggiungere altro, riflettendo su quella bizzarra e inquietante situazione.

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