lettera a cuore aperto
Al "mio" Max,
perché tutte le storie riportano a te
e non sono altro che la ricerca di un mondo
nel quale potremmo essere giusti
senza farci male.
Al "vostro" Max,
perchè abbiate la forza, quando lo troverete,
di saper scegliere,
di sapere quando stringergli la mano,
di sapere quando lasciarlo andare.
Questo è difficile. Davvero, ci sono stati capitolo difficili ne "I Nervi" difficili da scrivere, difficili da immaginare, ma alla fine la cosa più difficile è questa. Tirare le somme. Durante questo anno (e qualche mese) ho pensato tanto a quanto sarebbe stato bello, finalmente, parlarvi di questa storia a cuore aperto, senza la paura di "rivelare" qualcosa. Parlarvene stando allo stesso punto, conoscendo entrambi tutto. Invece, non trovo più le parole.
Max e Nina me le hanno tolte tutte.
Ma, alla fine, il mio vero augurio è proprio questo: che sia stata una storia difficile.
Che vi abbia fatto male.
La mia speranza è che ad un certo punto vi si sia arrovellato lo stomaco, che vi sia scesa più di qualche lacrima, che abbiate avuto voglia di entrare nella storia e prendere a pugni qualcuno dei personaggi. Se è stato così, allora saprò di aver raggiunto il mio obiettivo.
Volevo parlarvi di Nina e Max, tanto.
Parlarvi della Nina che è nata nella mia testa è che poi si è sviluppata, come sempre accade, in tutt'altro modo. O del Max che tanto aspettavo di poter descrivere, un Max finalmente duro e senza cuore per davvero, così diverso da quello che è stato il Max di The three of us.
Alla fine però mi sento solo di dover dire grazie.
Grazie a chi ha voluto bene a Nina, nonostante la sua realtà costruita di sogni e bisogni talvolta superficiali, nonostante le sue manipolazioni, nonostante la sua impossibilità di voltare le spalle a chi le stava facendo del male.
Grazie a chi ha cercato di capire Max, e a chi ha smesso di provare a capirlo. A chi ha accettato il suo essere, a chi non ha provato ad incasellarlo in degli stereotipi. A chi ha smesso di cercare in lui la normalità, perchè il fulcro di tutto è esattamente qui: quello che è normale per gli altri, per Max non lo è. Non lo è mai stato. Non lo è nella vita quotidiana, non lo è nella gestione dell'amicizia, dell'amore.
E allora in uno strano punto d'incontro tra universi che sembravano paralleli, si trovano loro.
Lei, per lui, è qualcosa di normale in una vita che non lo è. E quindi, come tale, fuori dai suoi schemi. Lui, per lei, è l'unica virgola anormale di una vita apparentemente tranquilla, e come tale assomiglia ad un grido d'aiuto.
Attaccandosi a Max, Nina mostra quanto fragile sia la perfezione che tutti vedono attorno a lei. Ma nessuno coglie il messaggio.
Accettando la presenza di Nina, Max lascia lo spazio ad una scintilla di speranza. Accetta una briciola d'affetto. E quella briciola basta a distruggere tutti i suoi equilibri.
Ma poi, diciamocelo, oltre lo spiegabile, oltre qualsiasi motivazione possa dietro il loro controverso rapporto, c'è davvero bisogno di una motivazione perché due persone riescano ad incastrarsi alla perfezione?
Il problema è al di fuori di questo.
Il problema è quando l'amore diventa dolore.
Vi dicevo all'inizio della storia di non giudicare i personaggi prima di aver ascoltato tutto. Alla fine, è chiaro che sulle spalle di Max pesa il peccato più grande. E pagherà le conseguenze con se stesso, per ciò che ha fatto a Nina.
Ma anche Nina, dal canto suo, ha le sue colpe. Che non giustificano ciò che Max le ha fatto. Assolutamente. Ma la rendono parte della follia del tutto. E' facile, a volte, scaricare tutto l'odio nei confronto di una persona. Più difficile farsi un esame di coscienza. Più difficile capire quanto il proprio carattere contribuisca alla tossicità di un rapporto.
E quindi abbiamo due personaggi che sono l'uno la vittima e il carnefice dell' altro.
Che non possono stare insieme ma che senza l'altro sono persi, soli, incapaci di stare al mondo. E che scelgono di stare soli alla fine, almeno per un po', per quanto basta. Soli per guarire, soli per leccarsi le ferite. Soli in attesa di un giorno che chissà se arriverà.
Due personaggi che hanno il coraggio, alla fine, di salvare l'altro e loro stessi. Perchè si amano. Perchè si vogliono bene.
Avrei voluto dirvi tante cose. Avrei voluto parlarvi a fondo della ciclicità della storia, di come tutto, se ci fate caso, in qualche modo torna. Tornano le parole. Tornano le scene. E tutto, vissuto in momenti diversi della vita, ha un significato diverso, viene vissuto in modo diverso. I personaggi cambiano, evolvono. Prendete la prima e l'ultima scena, la sfilata e la festa in ricordo di Susie, e vedrete che hanno la stessa struttura, ma quante cose sono cambiate? Quegli stessi cambiamenti che Nina non voleva accettare, alla fine sono necessari per far ritrovare loro la pace. Ma ve la ricordate la scenata che Nina fa quando si rende conto che Max ha smesso di chiamarla Antonia quando litigano? E Nina che non voleva accettare l'idea di aver perso tutte quelle piccole cose che hanno sempre fatto parte del loro rapporto? Nina si aggrappava a tutto ciò che sapeva come vivere con lui, per non doversi buttare nell'ignoto. Per la paura di scoprire che, oltre le loro abitudini, oltre le loro piccole cose, non c'era più niente. E invece è proprio la promessa di cambiare che la salva. Che li salva. Che riaccende quella piccola scintilla di speranza alla quale entrambi si aggrappano.
Avrei voluto parlare degli affetti di Max, della sua famiglia, del suo rapporto con Susie. Ho lasciato, però, che fosse lui a tirare delle - seppur generiche - somme, e non è giusto che io aggiunga altro.
Vorrei fare un applauso a Benny, che è stata il personaggio più odiato della storia e, alla fine, ha ottenuto la sua redenzione. La sua presenza nella vita di Max è la cosa forse più importante di quell'ultimo capitolo. Lei, che ha sempre combattuto contro di lui, alla fine riconosce in quegli occhi tormentati i suoi demoni. Lo ammira, quando lui decide finalmente di lasciar andare Nina. Gli diventa amica, quando lui accetta di farsi curare. Benny si redime tendendo la mano a Max, accompagnando lui verso la propria redenzione. Che poi, se ci pensate, non è tanto lei ad averne bisogno quanto lui, di essere perdonato.
Ma davanti ai sentimenti di Max e Nina, è sempre stata Benny il nemico. Benny quella da odiare. Quando, andiamo, chi di voi non sarebbe stata Benny? Io lo sarei stata di certo.
E' che quella scintilla di speranza, davanti ad amori così, la facciamo nostra. Ci fa sperare che, anche due persone che sanno solo farsi del male, alla fine, se si amano davvero, riusciranno a trovare il modo di star bene insieme.
Ed è per questo che I Nervi non avrà un Epilogo.
Per lasciare accesa la speranza.
Per non chiudere niente, per affidare tutto ad un chissà. Ad una scintilla.
Ad una stella filante, come quelle che probabilmente avrete acceso ieri notte, in attesa della mezzanotte.
Allora approfitto del primo giorno del nuovo anno per scrivere tutto ciò e dirvi che avrei tante altre cose da dirvi, ma non voglio far altro che liberare Max e Nina a tutti i forse e a tutti i ma che ogni nuovo anno porta, come quello prima e quello prima ancora.
Auguro a tutti voi di tenere in mano quella stella filante, di vederla bruciare sempre.
Abbiate speranza.
Abbiate coraggio.
Abbiate tante storie meravigliose da raccontare, e tante altre, come questa, da buttar giù per liberarsi, per sbrogliarsi la mente dai brutti pensieri, per salvarsi.
Vorrei dire, una volta per tutte, grazie a Max. Scrivere di te è stato un modo di processare ed accettare l'idea che non tutti sono come uno vorrebbe che fossero. E bisogna farsene una ragione.
Grazie a Nina. Tu solo sai quanto ti ho odiato. Hai preso un pezzo di me e l'hai reso te. O forse, hai elaborato cose, che erano in me, e le hai messe su carta, così che potessi finalmente riconoscerle, riconoscermi. E per questo, te ne sono grata.
Grazie alla persona, sempre la stessa, che ha ispirato il Marc di Yung God ormai cinque anni fa ed ha dato vita al Max de I Nervi. Il tempo passa ma noi ci ritroveremo come sempre, in altre situazioni, in altri posti, uguali eppure diversi. Tanto lo so che mi sarai riconoscente per sempre per quell'orrendo tatuaggio che ti ho impedito di fare. E per tutte le altre cose che sappiamo soltanto noi.
Grazie a voi. Grazie a chi ha avuto la cura e la sensibilità di arrivare fino in fondo a questa storia. Grazie a chi ha trovato il tempo di scrivere due parole e a tutte le belle chiacchierate nate da Max e Nina e virate sui massimi sistemi del mondo. I Nervi l'avete modellata voi. Le avete dato una forma, quando io non sapevo come fare. Mi avete dato coraggio quando io volevo mollare. Non l'avete mai saputo, ma anche il più piccolo dei commenti, il più semplice, nei momenti più difficili, è stato tutto per me.
Spero di potervi avere sempre con me, in ogni futura avventura. Vi sarò riconoscente per sempre.
Auguri di Buon Anno a tutti.
Dal profondo del cuore.
Sempre vostra,
Donna.
***
Se avete voglia di leggermi ancora, sul mio profilo trovate queste storie sulla F1:
CAROLINA // Daniel Ricciardo
<<Non ti rendi conto che saremmo un cliché vivente? Sei il migliore amico di mio fratello e il fratello della mia migliore amica, sei il mio vicino di casa e sei il testimone del matrimonio dove io sono la damigella. Ti ho persino fatto da babysitter. E' ridicolo.>>
<<E non pensi che tutti questi cliché ci stiano suggerendo che siamo fatti per stare insieme?>>
THE THREE OF US // Maxiel
<<Ma di tutte le cose inimmaginabili che mi sono accadute da quando le nostre vite si sono incrociate, forse quella che pensavo più improbabile era in fondo la più vera: nessuno si sarebbe mai amato, come ci amavamo noi 3>>
CE QUI RESTE // Charles Leclerc
<<Tutto ciò che mi rimaneva di Charles era un mucchio di registrazioni>>
Ma anche GOLDEN BOYS (MaxxCharles) e tante altre One Shot
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