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DI RITROVAMENTI (3)




<<Sicura di volerlo fare?>>

Nina scende lentamente con il busto, all'indietro, tenendo le braccia strette sul petto.

Sente i muscoli tirare, respira piano, profondamente.

Quando risale e incontra gli occhi della sua interlocutrice annuisce con fermezza prima di ripetere il movimento.

<<Ma Klay? Ancora disperso nel nulla?>> domanda ancora Benny, seduta per terra lì accanto e in pausa più o meno da quando sono arrivate in palestra.

<<Sì, sparito dopo la sera in cui mi ha mollata>> risponde Nina, concludendo la serie di addominali sulla panca. Si allunga per afferrare la borraccia da terra e beve un sorso abbondante prima di raggiungere Benny sul pavimento gommato e stendere lì l'asciugamano.

<<E tu sei convinta di voler uscire con un nuovo tipo dopo una relazione come quella con Klay?>> continua ad interrogarla l'amica, imitando i gesti di Nina nel momento in cui quest'ultima comincia a fare stretching.

<<Dopo una relazione lunga, noiosa e che in fin dei conti non vedevo l'ora finisse?>> chiede sarcasticamente la bruna, sedendosi sulle ginocchia e portando il busto ad allungarsi davanti a sé mentre cerca lo sguardo dell'amica da sotto il proprio braccio <<Non vedo l'ora di uscire con qualcun'altro>> le sorride poi, con entusiasmo.

Benny scuote la testa con rassegnazione, facendo ondeggiare le trecce rosse che le ricadono sulle spalle. Vorrebbe controbattere che una relazione di poco più di sei mesi non può considerarsi lunga, ma preferisce star zitta. Da un lato è contenta che la sua amica si sia liberata di quella palla al piede che era Klay, un ragazzo tedesco con un senso dell'umorismo e una voglia di vivere davvero inesistenti, d'altro canto però il fatto che sia tornata su piazza significa che ha ripreso a trascinarla in improbabili serate come quella che le attende subito dopo la palestra e di questo non riesce ad essere troppo entusiasta.

<<Ci divertiremo sta sera, dai>> aggiunge Nina, cambiando posizione.

<<Ricordami ancora perchè mi hai incastrata in questo appuntamento a quattro?>> controbatte l'altra, non troppo convinta.

La storia parla a favore di Benny, considerando che tutte le volte in cui Nina aveva provato ad organizzare cose del genere i risultati non erano stati troppo entusiasmanti. Anzi, hanno pressoché sfiorato il  disastro.

Nina però non ha mai abbandonato l'adolescenziale speranza di riuscire a farle uscire con due migliori amici. Non la considera una scemenza. Nei suoi pensieri, renderebbe tutto perfetto. Lei, Benny, due bei ragazzi e un'estate monegasca. Tutto ciò che potrebbe desiderare.

<<Il mio tipo sta cercando una ragazza seria per il suo migliore amico e, guarda caso, tu sei una ragazza serissima>>

<<Ora sì che ho seriamente voglia di conoscerlo>> la canzona Benny.

Nina fa una smorfia al loro riflesso nello specchio che in realtà non viene catturata dall'amica, dopo di che prova ad impegnarsi per i successivi minuti in una sessione di stretching che l'annoia terribilmente. Così passa il resto del tempo a disturbare Benny, già di suo non troppo intenzionata a rendere fruttuose quelle ore di palestra, finchè non decidono che forse è meglio non continuare a perdere tempo.

<<Ti ho portato gli appunti delle scorse lezioni>> la avvisa Benny una volta negli spogliatoi, tirando fuori dallo zaino in pelle un malloppo di fogli ordinatamente sistemati.

<<Io ti ho portato le nuove bozze della collezione>> controbatte Nina procedendo al solito scambio che, per motivi che non hanno ancora compreso, solitamente avviene sempre in quel luogo, in modo quasi losco.

Ride poi di quel pensiero mentre sistema il blocco nel proprio armadietto.

Nina e Benny, oltre ad essere grandi amiche da più di tre anni, sono anche socie in affari. Anche se di affari in giro ancora non se ne vedono.

Si sono conosciute durante i primi giorni del corso di Marketing dei beni di lusso, all'Università di Monaco, ma nessuna delle due voleva davvero essere lì. Benny però era stata quasi costretta ad iscriversi, complice l'azienda produttrice di Yacht della quale si occupa la madre, e Nina lo riteneva semplicemente qualcosa che le avrebbe potuto permettere di fare in futuro tanti soldi per raggiungere i propri obiettivi, rendendo al contempo felice suo padre, che non avrebbe accettato l'idea di avere una figlia non laureata.

Mentre i loro genitori le fanno ancora lì, Benny ha cambiato corso ed ora frequenta Marketing della moda e Nina ha lasciato l'università, mettendo da parte i soldi che il padre le dà per la retta per dare un giorno vita al suo grande progetto: fondare un brand d'alta moda.

Così le due sono in combutta, Nina disegna e progetta e crea, continuando comunque a sbirciare agli appunti dei corsi spacciati da Benny, e quest'ultima si impegna a studiare un piano finanziario e pubblicitario per sfondare quando la collezione sarà pronta. Hanno creduto l'una nell'altra, sin da subito, e un po' insieme sono convinte che riusciranno a fare grandi cose.

Nel frattempo si tengono strette, anche se questo per Benny significa essere trascinata in improbabili uscite a quattro e per Nina doversi rapportare con una persona molto meno positiva, avventurosa e dinamica di quanto è, invece, lei. 

Entrambe, però, sono consapevoli che è proprio questa diversità a farle funzionare, ad equilibrarle, e a farle divertire come matte. 

<<Adoro i colori>> afferma la rossa, raggiungendo l'altra nella zona delle docce.

<<Sicura? E se mi buttassi più su toni neutri?>>

<<E' perfetto. Il pastello potrebbe essere il must di quest'anno>>

La discussione prosegue per tutto il tempo che le ragazze impiegano nel darsi una sistemata e mettersi addosso qualcosa di diverso rispetto alla tenuta da palestra, così intonsa però che potrebbero persino decidere di tenersela.
Lasciano i borsoni nei rispettivi armadietti ed escono dalla palestra, mentre sul Principato di Monaco sta calando la sera. Generalmente Nina avrebbe gradito che il suo appuntamento di turno passasse a prenderla o alternativamente avrebbe chiamato un taxi, ma lui a quanto pare è già al Jack ad aspettarle con il suo amico e in quei primi giorni d'estate è così piacevole passeggiare per la città che quasi automaticamente cominciano a camminare verso il locale sul porto particolarmente in voga nell'ultimo periodo.

Le strade de Le Condamine, il quartiere nel quale vivono le due ragazze e che sfocia proprio nel porto d'Ercole, è gremito di gente e turisti. Essendo il giusto compromesso tra la città vecchia e Monte Carlo è spesso lì che si riversano tutti coloro i quali non possono permettersi una serata in grande stile nel quartiere più costoso ma vogliono comunque restare nelle zone più caratteristiche del Principato. A Nina quel via vai di gente è sempre piaciuto, almeno quanto i palazzi d'epoca dai colori chiari e le linee tondeggianti che caratterizzano la zona.

Percorrono la via principale fino a spuntare alle spalle della Rascasse, la famosa curva del Gran Premio di Monaco, che attraversano correndo lontano dalle strisce per arrivare prima alle scalette che le permettono di scendere verso il porto.

Benny quasi cade sui gradini e Nina scoppia a ridere, allungando frettolosamente una mano per sostenerla. Nel frattempo un gruppo di ragazzi che ha assistito alla scena comincia a fischiarle, più per apprezzamento che per scherno, e questo non fa che incrementare la risata della bruna.

<<Qui nel Principato non siamo abituate ad essere fischiati come cani>> grida invece la rossa, sistemandosi la camicia bon ton uscita dalla gonna e lanciando un'occhiataccia al gruppo di turisti lì vicino al molo <<Balordi>> borbotta poi, sottovoce.

<<Che ci puoi fare, ci hai visto?>> controbatte Nina, scrollando le spalle e intavolando il discorso con finta diplomazia <<Probabilmente anche io ci fischierei per strada>> esclama, scuotendo la testa e spalancando gli occhi.

In risposta, si becca una mezza spinta non appena l'amica ritrova un suo equilibrio. Poi ride e corre via, saltellando per gli ultimi scalini con leggerezza.

Anche se per l'appuntamento di quella sera ha abbandonato i suoi amati colori, preferendo il nero e una mise più elegante, non perde l'aria sbarazzina data dai capelli a caschetto con la frangetta disordinata e da quella luce negli occhi che la caratterizza. Nina è un concentrato d'energia e vitalità, coperto da un primo strato di superficialità che viene smascherato non appena incontri per la prima volta il suo sguardo e lei ti guarda davvero

Benny, che le persone superficiali proprio non le tollera, aveva in un primissimo momento creduto che Nina sarebbe stata la sua nemesi, in un'aula piena di altrettante persone con le quali sentiva di non avere niente da spartire.

Poi le ha scroccato una sigaretta in un caldo giorno di Settembre davanti alle porte dell'Università di Monaco, l'attimo dopo sono diventate migliori amiche.

Perché per volere bene a Nina basta scrutarle le sue iridi scure eppure accese come fari, farsi abbindolare dalla sua parlantina, lasciarsi coinvolgere anche solo per qualche minuto da tutte quelle idee che le frullano in testa.
Benny è più pragmatica, una sognatrice razionale, come le piace definirsi. E anzi di solito è lei quella alla quale si fatica a voler bene, ma Nina con le persone così va particolarmente d'accordo. 

Le piace essere quella parentesi di fantasia anche nelle vite più logiche, e le persone più logiche trovano in lei una piacevole pausa dalla realtà.

Così la bruna prende l'amica a braccetto e affrontano la banchina del Porto d'Ercole, camminando per qualche minuto ancora, fino a raggiungere le eleganti transenne che segnano l'entrata del Jack.

<<Se non mi piace il tipo posso scappare?>> si informa Benny, mentre Nina si accinge a raggiungere il maître che controlla le prenotazioni per informarlo che i loro accompagnatori sono già all'interno.

<<Tu prova a resistere>> controbatte l'altra una volta entrate in sala, girandosi a guardare l'amica <<Se proprio non va, procediamo con il piano di evacuazione base>>

Benny annuisce e Nina sorride, contenta, poi attraversano il locale fino a raggiungere la vetrata che affaccia sul giardino esterno, sulla banchina del porto, arredato con alti tavoli, luci fucsia e imponenti vasi a delimitarne il perimetro. L'atmosfera è da locale notturno più che da bar, il sottofondo musicale è jazz, con le sue note frizzanti e accoglienti come l'aria di quella sera.

Nina ci mette un po' ad individuare il biondino che, seduto su uno sgabello alto e intento a sorseggiare un cocktail, si guarda attorno ansioso. Tutti e tre gli sgabelli al
suo fianco sono vuoti.

<<Ciao>> saluta la ragazza, approdando al tavolo e mettendo su il suo miglior sorriso.

<<Ciao, siete arrivate>> esclama il ragazzo con foga, scendendo frettolosamente dalla seduta e allungandosi per baciare le guance della bruna. Nina non può fare a meno di apprezzare il suo buon profumo e il suo genuino entusiasmo <<Sono Serge>> si presenta poi all'altra, porgendole la mano.

<<Siamo solo noi tre?>> chiede allora Nina, aggrottando le sopracciglia.

<<Oh no, Max era qui>> risponde lui, aspettando che le ragazze prendano posto prima di risedersi. <<Si è allontanato un attimo, tornerà. Credo. Spero.>> scherza, con un certo nervosismo nel tono <<Nel frattempo, gradite qualcosa da bere?>> domanda poi, attirando l'attenzione del cameriere più vicino e cercando di cambiare discorso.

Nina e Benny non se lo fanno ripetere due volte e, anche se il comportamento di questo Max non promette bene, la compagnia di Serge anche da solo è più che piacevole.

Lei l'ha conosciuto solo pochi giorni prima, ai Japanese Garden. Serge aveva portato sua madre lì per fare una passeggiata, Nina semplicemente adora quel posto e quando è alla ricerca di ispirazione ci si fa un giro. Lui l'aveva scambiata per una dipendente e le aveva chiesto curiosità da raccontare alla madre alle quali lei aveva comunque saputo rispondere, essendo più che ferrata sulla storia del luogo. Quando poi gli aveva spiegato di non lavorare, ecco che lui aveva insistito per offrirle un caffè, come scusa per il qui pro quo, e dopo un piacevole pomeriggio avevano deciso di rivedersi.

Questa è la loro terza uscita.

Per qualche motivo Nina continua a credere che lui non sia il tipo giusto per lei, per quanto rifletta a pieno quelli che sono sempre stati i suoi standard in fatto di ragazzi: buono, educato e piacevole agli occhi. Che poi, più che standard, semplicemente sono le caratteristiche con cui si è sempre trovata ad interfacciarsi.

Qualcuno con un sorriso dolce, che le dia certezze. Possibilmente, qualcuno che i suoi genitori approverebbero. Serge è tutto questo.

Eppure qualcosa non la convince.

Però la fa ridere, questo le basta almeno per dargli una chance.

Certo gli amici dovrebbero sceglierseli meglio, dato che è solo dopo aver finito il loro primo giro di cocktails che le ragazze lo sentono esclamare <<Eccolo, è arrivato>>.

Serge si sbraccia verso qualcuno alle spalle delle due ma loro non si girano, pensando piuttosto a scambiarsi uno sguardo furtivo. Nina è quasi convinta che Benny, con quell'occhiata, le stia ricordando della possibilità del piano di fuga base. In tutta risposta, lei sta cercando di infonderle speranza.

<<Antonia>> afferma nel frattempo una voce, facendo spalancare gli occhi di Nina ed estinguendo qualsiasi pensiero.

La ragazza gira lentamente il viso, come avesse paura della persona che potrebbe effettivamente ritrovarsi davanti.

Il ragazzo ora comparso davanti al tavolo la osserva con un che di divertito sul viso.

<<Emilian>> quasi grida la bruna, portandosi una mano sulla bocca spalancata per la sorpresa <<Non ci credo>>

<<Emilian?>> domanda subito Serge, guardando la scenetta davanti ai suoi occhi con le sopracciglia aggrottate.

<<Antonia?>> lo segue a ruota Benny, stranita, lasciandosi però sfuggire una risata.

Nessuno dei due interessati però può rispondere. La ragazza si è già fiondata tra le braccia del nuovo arrivato, impegnato invece a riempirla di pacche impacciate sulla schiena.

<<Chi poteva immaginare che Max fossi tu?>> esclama Nina, preda di un'euforia che difficilmente l'abbandonerà per quella sera.

Si allontana leggermente dal ragazzo trattenendogli le mani sugli avambracci, quasi come avesse paura di vederlo andar via, e si prende un attimo per osservare l'uomo che è diventato, mentre quasi vorrebbe continuare a gridare per la gioia di averlo incontrato.

L'ultima volta che si sono parlati lei aveva sedici, forse diciassette anni, lui era un ragazzino in piena adolescenza con la faccia ricoperta di brufoli e dei buffissimi capelli a spina, più chiari di quanto lo siano in quel momento, ed era il bulletto della comitiva. Non che Nina fosse da meno. Un tormento con una quindicina di chili sovrappeso e la puzza sotto il naso che si divertiva a combinare guai e darne la colpa a Max.

Gli occhi di lui, però, sono sempre gli stessi.

Non si è mai dimenticata la freddezza con la quale l'hanno guardata quell'ultimo giorno passato insieme, prima di perdersi. Anche in quel momento, nonostante abbia davanti questo Max più grande, probabilmente più maturo, diverso da quello che lei conosceva così bene, non riesce a non pensarci, sentendo un brivido salirle su per la schiena.

<<Sicuramente il Max migliore che potesse capitarvi>> afferma lui, esuberante.

Muove un passo all'indietro, costringendo Nina a far cadere le mani dalle sue braccia, e dopo essersi presentato con una frettolosa stretta di mano a Benny prende posto accanto all'amico.

<<E quindi, Emilian, già conosci la bella Nina>> esclama Serge, incrociando le dita davanti al mento e continuando a fissare i due ad intermittenza, sospettoso nonostante il sorriso di cortesia che si impone di mantenere.

I due ragazzi, ora seduti vicini, non potrebbero essere più diversi.

Nonostante i colori chiari di entrambi, uno sembra disegnato tra pennellate morbide e linee tondeggianti, l'altro è un ammasso di spigoli e tratti duri, marcati.

<<Quando ci conoscevamo noi, era Nena>> lo corregge quest'ultimo, cercando lo sguardo di lei che ancora non riesce a togliergli gli occhi di dosso <<Ha cominciato a chiamarla così un ragazzo spagnolo che ha passato tutta l'estate a provarci con lei e per prenderla in giro alla fine siamo finiti tutti a chiamarla Nena. Antonia, invece, quando mi faceva arrabbiare>>

<<Il che significa che passava la maggior parte del tempo a chiamarmi Antonia, esattamente come io lo chiamavo Emilian>> aggiunge la ragazza in questione, sollevando un sopracciglio.

Vorrebbe aggiungere altro ma Max distoglie lo sguardo per far segno al cameriere di portare altro da bere. Nina ne approfitta per guardare prima Serge e poi Benny, ricambia le loro occhiate stranite, infine scrolla le spalle.

Certamente quell'appuntamento a quattro aveva preso una svolta del tutto inaspettata.

<<Io però ti conosco, anche se non nel modo in cui ti conosce Nina>> dice Benny, portandosi un dito davanti alle labbra e assottigliando lo sguardo nello studiare il nuovo arrivato.

Quest'ultimo alza gli occhi al cielo, come a dire è ovvio.

<<Tu corri in Formula Uno>> statuisce la ragazza.

<<E vinco anche parecchio, lo sai?>> domanda subito lui, guardando Nina con un che di soddisfatto nell'espressione.

Nina riconosce quella come una tipica mossa di Max per apprendere informazioni senza chiedere direttamente, allora si dice che forse non è poi cambiato così tanto. La domanda implicita, ciò che gli interessa davvero sapere è: anche se non ci parliamo da anni, ti importa ancora di me abbastanza da sapere cosa faccio?

La ragazza decide di dargli quell'informazione, annuendo tanto convinta che la frangia finisce a coprirle lo sguardo.

<<Ti ho anche visto correre dal vivo, qualche anno fa, qui a Monaco>> dice, ripescando i ricordi e le emozioni contrastanti di quella giornata <<Andasti a podio>>

<<Allora è vero che non siamo proprio più niente>> commenta lui, scuotendo la testa <<Eri lì e non sei venuta a cercarmi, a farmi i complimenti>>

<<Certo, come se fosse facile entrare nel paddock ed avvicinarsi ad un pilota dopo una gara>> controbatte la ragazza, agitando la mano e facendo quasi cadere il vassoio con i bicchieri pieni che il cameriere stava per lasciare a tavola.

Non è solo quello, ovviamente, il motivo per cui non si era avvicinata.

Nina ha sempre pensato a come sarebbe stato rincontrarsi, rincontrarlo. A volte, nei momenti più improbabili della sua vita, ha pensato a lui e si è domandata cosa avrebbe fatto, come avrebbe reagito, come avrebbe agito lui una volta ritrovato faccia a faccia. Le immagini, inizialmente, erano ben lontane dall'improvvisato incontro di quella sera. Assomigliavano più ad una bomba fatta di occhiate taglienti, parole fredde e cuori mezzi infranti. Poi, lentamente, hanno cominciato a diventare più positive. Forse si sarebbero concessi un ciao, un mezzo sorriso. Perchè no, un "come stai?".

Dopo sei anni di chissà come sarà, alla fine ci si è semplicemente gettata tra le braccia.

Con una persona come lui, che analizza e pondera qualsiasi cosa, parola o gesto, forse avrebbe dovuto studiarsela meglio, ma non è mai riuscita a somigliargli in questo, non ha mai saputo come non essere spontanea davanti a quegli occhi.

<<I signori gradiscono qualcosa da mangiare?>> domanda l'addetto al servizio dopo aver - con successo - servito i cocktail.

Serge consiglia loro di prendere un aperitivo, aprendo bocca forse per la prima volta negli ultimi dieci minuti.

A Nina dispiace averlo totalmente messo da parte così cerca il suo sguardo, dopo aver ordinato, per regalargli un sorriso dolce. La sua attenzione viene presto catturata però nuovamente da Max.

<<Mi sorprende il fatto che tu sia ancora a Monaco, non volevi andare a vivere in Italia?>> domanda quest'ultimo, finendo in un sorso metà del suo drink.

<<Mi sorprende il fatto che tu sia a Monaco>> esclama lei in risposta, facendo rimbalzare la palla.

<<Ci vivo da qualche mese, volevo investire un po' di soldi e ho comprato casa qui. Tocca a te>>

<<Alla fine mio padre mi ha incastrato con l'università, ma ho trovato il modo di gestirla>> risponde, lanciando uno sguardo d'intesa alla ragazza al suo fianco.

Benny le fa un timido sorriso, non smettendo però di muovere nervosamente la gamba sullo sgabello.

<<Benny invece è una futura manager di successo>> cerca di darle il giusto appoggio Serge, dimostrando così anche la grande attenzione posta nell'ascoltare i loro discorsi prima dell'arrivo di Max.

Quest'ultimo la guarda per pochi attimi solo per poi tornare a cercare Nina, con nonchalance.

<<Quindi continui ad essere una principessina?>> le domanda.

Nina gli lancia un'occhiataccia, più per il modo in cui ha silenziosamente rifiutato ogni conversazione con la sua amica che per quell'insinuazione. Max in risposta fa un mezzo sorriso, non sentendosi offeso da quella bacchettata silenziosa. Anzi, probabilmente gli mancava anche quel modo in cui Nina lo metteva in riga con un solo sguardo. O almeno in cui ci provava, a metterlo in riga. Non è mai stato un affare semplice.

<<Ho imparato, a volte, a non esserlo>> risponde poi lei, con forse un po' di malizia nel sorrisino che le si dipinge sulle labbra. <<Tu un bulletto scontroso lo sei ancora>>

Max scrolla le spalle, come fosse un'attestazione totalmente scontata.

<<Con il genere femminile come procede? Hai imparato a tollerarlo?>> domanda allora la ragazza, mettendosi in ascolto e pronta a farsi qualche risata.

Non si aspettava certo che Serge quasi rischiasse di sputarle addosso il drink che stava bevendo, andatogli improvvisamente di traverso.

<<Tutto apposto?>> si preoccupa, allungandosi frettolosamente verso la pila di fazzoletti poggiata al centro del tavolo per passarglieli mentre il ragazzo osserva il disastro appena avvenuto sulla sua camicia bianca. Max nel frattempo ridacchia.

<<Perdonatemi>> esclama Serge, tamponando il fazzolettino sul tessuto mentre subito arriva un cameriere ad asciugare le gocce finite sul tavolo <<E' che quando sento certe domande già mi immagino le risposte e preferirei scomparire piuttosto che sentirle davvero>>

<<La situazione è davvero così tragica?>> chiede allora Benny, non lasciando però l'affermazione di Serge senza una risata.

Ovviamente, Nina è convinta che la ragazza lo chieda più per fare conversazione che per interesse personale. Il ruolo di Max come appuntamento di Benny è cominciato male e procede anche peggio e probabilmente non ha ancora attuato il piano di evacuazione solo per non farla rimanere male.

<<Quando io e Max ci conoscevamo, io ero l'unica ragazza con la quale interagiva. Oltre la sua sorellastra>> spiega Nina, giustificando la sua domanda <<Aveva proprio un'avversione. A che servono le ragazzine quando puoi guidare una macchina veloce? Te lo ricordi? Me lo dicevi sempre>>

Nina, in realtà, è sempre stata felice di essere la sua eccezione.

<<Diciamo che ho trovato dei buoni motivi per farmele andare a genio>> controbatte il ragazzo in questione con un sorrisino sfrontato <<Degli ottimi motivi>> aggiunge poi, aggrottando le sopracciglia mentre lo sguardo si sposta sullo schermo ora illuminato del suo cellulare.

<<Max>> esclama Serge, cominciando a guardarlo male ancor prima che l'amico si alzi da tavola.

<<Il dovere chiama>> si giustifica quest'ultimo, sotto le occhiate leggermente stranite delle due ragazze. <<E' stata una bella serata>>

<<Serata? A malapena sei stato mezz'ora>> controbatte l'altro, quasi con disperazione. Una vena ha cominciato a pulsagli sulla fronte e Nina ha lo strano presentimento che sia una specialità di Max farla venire a galla. <<Perchè devi farmi fare queste figure di merda>>

<<La rossa si è scansata una bella rogna non conoscendomi>> afferma Max, lanciando uno sguardo alla ragazza prima di circumnavigare il tavolo per ritrovarsi proprio davanti a Nina <<E Nena, Nena mi perdonerà sempre qualsiasi cosa>> dice, facendole quasi venire i brividi per la familiarità di quella frase.

Per lei, è come risentire una vecchia canzone che non pensava sarebbe mai riuscita a ricordare. Una di quelle che ti sono sempre piaciute, che una parte di te ha sempre cercato di ritrovare, senza risultato.

Poi così, d'improvviso, ti risuona nelle orecchie.

E insieme a lei, porta con sé tutti i sentimenti a cui è legata.

<<Come tu la perdoneresti a me>> lo rimbecca Nina, tenendo per sé quelle considerazioni e azzardandosi a toccare scherzosamente la sua spalla.

Quello è il loro modo silenzioso di perdonarsi ancora una volta. Perdonarsi tutto ciò che è accaduto quell'ultima sera, e la mattina dopo, e il silenzio di tutti gli anni a venire.

Il ragazzo annuisce prendendosi un momento per guardarla in silenzio, con un'insolita serietà. I suoi occhi chiari la scrutano e chissà cosa ci vedono nelle iridi di lei, perchè poi le regala una strana espressione che forse, forse, vorrebbe assomigliare ad un sorriso.

<<Ci sentiamo>> le dice.

La ragazza non riesce a capire se è davanti ad un'affermazione o ad una domanda, fatto sta che lui non sembra aspettare risposta. Dà loro le spalle, allontanandosi con passo rilassato, e Nina non riesce a smettere di guardarlo andar via.

<<La rossa si è scansata una bella rogna>> lo scimmiotta subito dopo Benny, prendendo finalmente un sospiro di sollievo per la ritrovata tranquillità.

<<Non so come scusarmi, davvero. Pensavo che, visto il ritardo, almeno avrebbe avuto la decenza di rimanere fino alla fine>> si appresta a dire Serge, portandosi le mani sul petto e guardando le due ragazze con estremo rammarico.

Benny gli fa segno di lasciar perdere, pensando piuttosto a finire il suo drink come a suggerirgli che la serata non deve finire solo perchè è spirata l'idea di un appuntamento a quattro.

<<Ma quindi come vi conoscete?>> domanda il ragazzo lui rivolto alla bruna, curioso.

Nina scrolla le spalle, indecisa su cosa dirgli.

Ci sarebbero cose da raccontare, alcune delle quali non gli piacerebbero per niente. Altre che li farebbero ridere. Altre che forse darebbero un'altra chiave di lettura del ragazzino scorbutico la cui sedia è ormai rimasta vuota.

Decide però di tenerli per sè, gelosa nonostante tutto di quei ricordi.

<<Ero amica della sua sorellastra>> spiega semplicemente, sentendo del retrogusto amaro nel pronunciare quella frase <<Il padre di Max, Jos, era fidanzato con la madre della mia amica. Lui e Max hanno passato nel principato un paio di estati a casa di questa ragazza, una villa stupenda alle porte di Monaco Ville dove Susie organizzava delle feste spettacolari. Susie ci ha messo settimane prima di decidersi a presentarci il suo nuovo, scontroso, fratellastro olandese e quando l'ha fatto si aspettava fiamme e scintille, invece io c'ho fatto amicizia subito. Credo sia una mia dote speciale fare amicizia anche con le persone più ostili>> ride poi, indicando scherzosamente con la testa la ragazza al suo fianco.

<<Benny non mi sembra affatto una persona ostile>> Serge risponde alla provocazione, poi però torna subito sulla questione centrale del discorso <<Questa storia ha dell'incredibile>> ripete più volte.

<<Certamente non ostile come Max>> scherza poi Benny, sorridendo <<Tu invece, come ti ci sei ritrovato con un amico così?>>

<<Questa è una bella storia>> afferma il ragazzo, preparandosi a condividerla.

Il racconto ha un che di divertente, Nina deve ammetterlo. Sopratutto, sentir parlare di Max fa rivivere in lei tutti quei tratti della sua personalità che conosce benissimo ma che il tempo le aveva fatto quasi dimenticare. Certe cose le fanno drizzare i peli, ricordandole quanto Max possa essere fastidioso e intollerabile, la tipica persona che se ci stai troppo dietro ti manda fuori di testa.

Nina si è sempre chiesta come facesse a sopportarlo, ma le bastano pochi minuti in realtà per ricordarsi quella che è sempre stata la sua risposta a quella domanda.

Perchè più di lui, è insopportabile il peso della sua assenza.

Serge infatti, prima che Max arrivasse, sembrava un ragazzo con il quale Nina avrebbe volentieri passato del tempo.

Ora lo guarda, improvvisamente silenziosa, e non riesce a pensare ad altro se non al fatto che da quando Max è andato via la serata ha perso senso, Serge è diventato insipido e vorrebbe andarsene anche lei, o raggiungere Max ovunque esso sia.


***


<<Certo che Serge è proprio un bravo ragazzo>> commenta Benny una volta che le due ragazze rimangono finalmente sole, camminando lungo il marciapiede mentre con le braccia fa dondolare la borsetta <<E che tipaccio Max>>

Il primo aveva insistito per accompagnarle ma, consce di aver bisogno di metri da macinare per poter commentare la serata, avevano declinato e sono ora intente a passeggiare verso il punto equidistante tra le loro case dove generalmente si salutano.

<<Ho scollegato il cervello dopo che lui è andato via>> confessa Nina incrociando le braccia sul petto dopo una leggera folata di vento tiepido, cercando di riscaldarsi.

<<L'ho notato>> afferma l'altra, dandole una leggera spallata <<Quando era al tavolo non ti ha staccato gli occhi di dosso neanche per un istante, quasi fosse un ossesso>>

<<Avevamo un rapporto particolare. O forse ce l'abbiamo ancora, chissà>> spiega lei, con gli occhi scuri puntati per terra e ancora persi tra i meandri dei loro ricordi.

<<Tipo?>>

<<Tipo che lui è incapace di amare, non solo le donne. Qualsiasi essere umano>> dice prima di prendere un grosso respiro <<Tranne me, lui amava me>> sussurra <<E io gli ho spezzato il cuore>>



🤍
È un'improvvisata, lo so. Ma a volte ci vogliono ed oggi ne avevo bisogno. Godetevi il loro primo ma non primo incontro, scoprirete di più dopo.

Su Instagram trovate il trailer, ciao🌸

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