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1.FUTURO | Mancanze




Giugno 2023

NINA

Lo Yacht Club del Principato di Monaco brulicava di spettatori. Signore ingioiellate in abiti haute coture e uomini in completi impeccabili orbitavano attorno alle sedute disposte lungo la passerella buia, intenti a trovare il posto loro assegnato. Dal backstage, Nina li osservava trepidante, con le dita che tormentavano nervosamente le maniche del suo vestito scuro.

Alcuni dei quei volti non le erano estranei: erano i soci dello Yacht Club, il luogo dov'era cresciuta. Riconobbe persino un'amica di sua madre fasciata un abito della collezione passata di Cloud Nine, quella ispirata ai Giardini Esotici.

Eppure, ciò che catturava davvero la sua attenzione era una sedia vuota in prima fila.

Nina continuava a scrutare la folla, cercando disperatamente d'individuare una testa bionda e un paio di occhi freddi e seriosi. Invece, il suo sguardo intercettò quello di Benny, che si muoveva a suo agio tra gli ospiti assicurandosi che venisse rispettata la disposizione delle sedute. Seppur trafelata, la sua socia appariva impeccabile. La sua camminata era veloce e fiera, l'espressione del volto assorta.

Quando lei e Nina si guardarono, da lontano, Benny scosse la testa, quasi rispondendo alla domanda implicita che sembrava disegnata sulla fronte dell'altra. 

«Verrà,» le aveva assicurato Nina solo poche ore prima. Benny, sebbene poco convinta, non l'aveva contraddetta.

«Verrà, ne sono certa,» aveva poi ribadito con determinazione, prima che l'amica si allontanasse per occuparsi dell'accoglienza. «Sa quanto è importante per me».

Il volto di Benny, però, tradiva una convinzione diversa, riflessa nello sguardo che le rivolse anche in quel momento. Un misto di scetticismo e compassione, e di incertezza, come se stesse cercando il coraggio di dire a Nina che stava solo inseguendo un'illusione. Benny glie l'aveva già fatto capire tante volte, eppure anche lei sapeva che quella sera era diversa.

E Nina non era disposta a cedere, a smettere di credere che sarebbe arrivato. 

Si costrinse a distogliere lo sguardo dalla passerella per immergersi nel caos del backstage, dove decine di modelle affollavano gli angusti spazi in attesa degli ultimi ritocchi prima di uscire di scena. Il suono dei tacchi sul pavimento di legno creava un'armonia dal ritmo frenetico, come scandendo la scena. L'aria era un turbinio di odori diversi, inebrianti. Profumi floreali, lacca, creme idratanti. Era come un sogno, nel quale Nina fluttuava. Attenuta a tutto, eppure senza focalizzarsi su niente. Fu Manu, il suo improvvisato assistente, a riportarla subito alla realtà con un problema dell'ultimo minuto. L'abito scelto per una delle modelle sembrava non calzarle a pennello, e secondo Manu sarebbe stato meglio scambiare il suo look con quello di un'altra ragazza, più versatile.

«No, non cambiamo nulla,» disse Nina, categorica. Ogni dettaglio era stato accuratamente pianificato nelle settimane precedenti, con la mente molto più lucida. Doveva attenersi alle scelte che la Nina che sapeva quello che stava facendo aveva preso, e non farsi coinvolgere dal momento.

I dubbi di Manu furono solo uno dei tanti imprevisti che richiesero la sua attenzione quella sera. Nina correva da una parte all'altra del backstage, trasportando accessori, sistemando dettagli, persino spazzolando capelli qua e là.

Avrebbe potuto farlo per il resto della vita, entusiasta com'era. La collezione di Cloud Nine che stava per sfilare quella sera era il suo capolavoro, e ogni volta che vedeva i vestiti fluttuare addosso alle modelle sospirava, apprezzandone la bellezza. Era così orgogliosa di sé stessa, di quello che aveva creato, del coraggio e della follia che aveva abbracciato nel voler stravolgere tutto.

Sarebbe stato tutto perfetto, se solo non avesse sentito quell'irrazionale bisogno di girarsi continuamente verso gli accessi al backstage, sperando di vederlo arrivare. In vano.

Quel vuoto, quel viscerale senso di mancanza, si faceva strada dentro di lei ogni volta che rimaneva delusa nel non scorgere il suo volto tra la gente. Ogni volta che quella sedia in prima fila si ostinava a rimanere vuota.

Eppure, era ancora convinta che sarebbe arrivato. Convinta davvero.

E mentre continuava, come in un loop, a trasportare accessori, aiutare con i ritocchi e spazzolare capelli, sognava ad occhi aperti l'arrivo di Theo. Sognava il sapore di un bacio improvviso nel backstage, tanto inteso da far invidia a tutte le modelle; un mazzo di fiori che portava un bigliettino con il suo nome, scritto con una calligrafia incomprensibile eppure familiare, fatto di ramoscelli di lavanda che Theo sapeva quanto adorasse; di sentire Benny annunciare: "E' seduto al suo posto".

Realisticamente, era consapevole che Theo avrebbe fatto, come sempre, l'unica cosa che Nina non avrebbe mai potuto prevedere.

Tranne non esserci.

«Si va in scena» annunciò Sandra, l'art director dell'evento, con il suo marcato accento monegasco e l'espressione severa. Il raccoglitore che stringeva tra le braccia sembrava far parte della camicetta di seta bianca che indossava, tant'era la forza con cui lo stringeva al petto.

«Che?» domandò sottovoce Francis, la modella a cui Nina stava sistemando il complesso sistema di nastri sulla schiena. Lei indossava il capo migliore della collezione, quello che Nina aveva originariamente disegnato per sé.

Nina rise, cercando di nascondere il nervosismo, mentre i nastri di raso frusciavano tra le sue dita. Tradusse l'ordine impartito da Sandra in un francese più fluente. Francis non mancò di commentare con sarcasmo come l'inflessione monegasca storpiasse gran parte delle parole, ma l'attenzione di Nina fu subito catturata altrove.

Uno sfarfallio della tenda che conduceva alla passerella catturò il suo sguardo, e per un istante si convinse di aver visto Theo.

I suoi capelli biondi, gli occhi tanto chiari da sembrare vetro.

Ma era anch'esso un sogno.

A varcare la tenda, in realtà, fu Benny.

«È il tuo momento» disse l'amica, allungando una mano per strizzarle la spalla. «Ci sono anche i tuoi».

Nina rispose con un sorriso forzato.

Stava riuscendo a malapena a gestire la tempesta di emozioni del momento, e la prossimità dell'inizio della sfilata si tramutò in un groppo in gola fatto di adrenalina e ansia.

Fino a quel giorno, Nina aveva vissuto l'evento come una scommessa che sapeva di non poter perdere. Un'occasione importante, ma anche un gioco che sapeva come giocare.

Ma ora si rendeva conto di quante poche certezze avesse davvero quella sera. E lei, che di certezze ne aveva bisogno più dell'ossigeno, rimase spiazzata davanti alla realtà.

Decise di affidarsi alle poche che possedeva, a quelle che non avrebbe mai perso.

«Manu!» gridò, cercando il suo assistente nella caotica folla del backstage. Il ragazzo emerse da dietro un appendiabiti poco distante, i lunghi capelli biondi prima raccolti in una crocchia ordinata erano ora sciolti e formavano una criniera attorno al suo viso androgino.

«Mi sta venendo voglia di rifare tutto» disse, la voce stridula e il tono esasperato, «quindi prendi in mano le redini e finisci il giro di controlli prima che le modelle escano in passerella».

Manu, che nella vita faceva tutt'altro e lì, in quel backstage, ci si era ritrovato solo perchè era il meglio che Nina potesse avere, annuì come se gestire il pre-sfilata fosse il suo pane quotidiano. Si mise all'opera con una disinvoltura sorprendente.

Nina, dal canto suo, quasi ebbe un mancamento quando il presentatore invitò il pubblico ad accomodarsi per l'inizio dello show. Cercò la mano ossuta di Benny, la strinse con forza, e dopo uno sguardo condiviso carico di speranza, gioia e parecchia ansia, andarono a cercare uno scorcio del backstage dal quale sbirciare le modelle che avrebbero calcato in passerella.

Inconsciamente, Nina controllò ancora una volta il posto riservato a Theo. Ancora vuoto.

«Se non arriva entro cinque minuti, farò riempire il suo posto» la avvisò Benny, con un tono che cercava di essere rispettoso nonostante l'imposizione.

Nina annuì, senza distogliere lo sguardo.

«So che arriverà» rispose, con una sicurezza che improvvisamente ricordò più un'eco disperata che una reale convinzione.

Benny non replicò, limitandosi a mantenere un'espressione neutra.

Con il cuore che le rimbombava nelle orecchie, più forte della musica che d'improvviso vene liberata dagli altoparlanti, Nina osservò le luci abbassarsi e il primo capo della sua collezione fece il suo ingresso in passerella.

Allo Yacht Club di Monaco.

Durante la Monte Carlo Fashion Week, riscaldando il palco per i grandi nomi che sarebbero seguiti.

«Ce l'abbiamo fatta,» mormorò Nina, senza riuscire a distogliere lo sguardo dai tessuti scuri, dai dettagli scintillanti che prendevano vita sotto le luci soffuse. Il sound che accompagnava lo spettacolo era elettronico, una musica carica di bassi, che sembrava provenire da un altro pianeta.

Nessuno che conoscesse Cloud Nine, o Nina stessa, si sarebbe mai potuto aspettare da lei quelle linee trasgressive, quei toni cupi. La passerella sembrava un buco nero finché le stelle non passavano ad illuminarlo.

«Ci ho creduto dal giorno zero» replicò Benny, con la voce carica d'emozione.

Si scambiarono uno sguardo nella penombra del dietro le quinte. Benny le sorrise e Nina, forse per la prima volta da quando si conoscevano, non ebbe la forza di ricambiare. Quel groppo che le si era formato in gola era cresciuto, alimentato dall'assenza di Theo. Avrebbe voluto scacciare dalla testa la negatività e concentrarsi sulla grandiosità del momento, ma non ci riusciva. Non importava quanto meravigliosi fossero i vestiti che aveva disegnato, che aveva creato. Lo sguardo veniva sempre attratto dalla sedia vuota, e non poteva ignorare ciò che rappresentava.

Una presa di posizione.

Non solo una mancanza di rispetto, era la dispersione dell'ultima goccia di speranza che Nina aveva cercato di difendere con tutte le sue forze, da tutto e da tutti.

E allora comprese. Comprese che quel groppo in gola non era ansia, o paura.

Era la verità.

La realizzazione che, per quanto fosse fiera di sé stessa, per quanto fosse bello condividere quel momento con Benny, con i suoi genitori, con un pubblico che l'applaudiva, non era abbastanza.

L'unica persona che desiderava vedere applaudire, che sognava di trovare lì a sostenerla, non c'era.

Theo non c'era mai, davvero.

E non ci sarebbe mai stato.

Quando Benny si allontanò per dar ordine di riempire il posto vuoto, Nina strinse le dita attorno alle maniche lunghe del vestito. Poi, assicurandosi che nessuno la stesse guardando, scostò leggermente il tessuto per osservare un segno che le cingeva il polso come un bracciale.

Nei lividi che Theo le aveva lasciato la scorsa notte, tant'era la forza con cui lui l'aveva stretta, lui c'era.

Ed era nel suo cuore, e nella sua testa.

Ma non dove lei l'aveva quasi pregato di essere, come ennesima dimostrazione della differenza che c'era tra il Theo che immaginava e ciò che lui era davvero.

Così, più tardi, Nina camminò da sola lungo la passerella per la chiusura della sfilata. Senza nessuno sguardo speciale addosso.

Si assicurò che le maniche le coprissero i polsi mentre chiamava sul palco le modelle e Benny, mentre salutava il pubblico, le telecamere.

La sua socia le prese la mano e, comprendendo il suo stato d'animo, la sollevò dall'onere di dover interagire con il presentatore. Divenne il volto estroverso di Cloud Nine, dispensando sorrisi e belle parole.

Nina, invece, rimase impassibile.

Aveva sognato quel momento un'infinità di volte e un po' di più. La sua prima sfilata.

Mai, però, in nessuno di quegli ipotetici scenari, si era immaginata così. Indifferente. Con una gran voglia di tornare a casa e mettere fine ad ogni farsa.














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Eccoci qui,

chi mi segue sui social o sta leggendo Bad Royals, saprà perchè siamo qui. Onestamente non volevo condividere così presto i capitoli revisionati de I Nervi, ma ho sempre preferito le scelte di pancia alla razionalità e dovevo, DOVEVO, pubblicare qualcosa per festeggiare il quarto titolo di Max. Su cui, è chiaro, Theo è ricamato.

Così, perchè non pubblicare in questi giorni, mentre si svolge l'ultimo WE di gara, i capitoli pronti?

Non sono tanti. Parliamo di quattro capitolo (FUTURO - PRESENTE - PASSATO - PASSATO). Ho scelto di mantenere l'ordine di pubblicazione sparso, come nella FF originale, perchè ormai ci sono affezionata. Un po' di nomi sono diversi, e forse sarà difficile riabituarsi, ma questo è un assaggio di quello che questa storia sarà.

Fatemi sapere se vi piace in queste nuove vesti! Dovrei riuscire a pubblicare un capitolo al giorno, da oggi sino a domenica. Nel frattempo vi abbraccio tutti e vi ringrazio per il sostegno. A domani <3

Vostra,

Donna.

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