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Daniel: Sono già allo shooting fotografico. Arrivo in scuderia nel primo pomeriggio! Non essere troppo in trepidante attesa!

Mi immagino lo sguardo furbo e sorridente di Daniel mentre digita il messaggio e sorrido anch'io davanti alla mia tazza di cappuccino.

Dafne: Mi hai scoperta. L'attesa mi ammazzerà ;)

Mentre mi vesto per l'allenamento mattutino, il cellulare inizia a squillare. Non so perché, rispondo convinta che fosse Daniel senza nemmeno guardare lo schermo

«Guarda che scherzavo, mi troverai viva e vegeta al tuo arrivo!» Lo dico con una voce allegra e dall'altro capo c'è silenzio, solo in quel momento mi viene in mente di controllare lo schermo e quando leggo il nome di Carlos rimango interdetta anch'io

«Carlos...?»

«Scusami, forse aspettavi un'altra chiamata.»

Decido di rimanere vaga, il suo tono di voce infastidito e geloso mi provoca una certa soddisfazione

«Scusami tu, avrei dovuto controllare prima di rispondere. Di certo non mi aspettavo una tua chiamata»

Ancora silenzio, alzo gli occhi al cielo e sento un sospiro all'altro capo

«Sto ancora pensando all'altra sera. Vorrei che mi dessi modo di spiegare.»

Mi siedo a gambe incrociate sul letto e faccio un sospiro anch'io

«Non c'è bisogno di spiegare. La situazione era abbastanza chiara.»

«Non era quello...»

«No ti prego, risparmiami la manfrina di non era quello che sembra. Almeno non trattarmi da cretina, questo me lo devi»

«Ti voglio solo dire che tra me e lei non è cambiato niente. Si è avvicinata in un momento delicato, io l'ho lasciata fare e ho sbagliato»

Sento gli occhi pizzicare al pensiero di loro due insieme ma facendo fede alla promessa che ho fatto a me stessa, ricaccio indietro le lacrime e rispondo con voce ferma

«Carlos, ognuno si prende le responsabilità delle sue azioni. Ti ho visto a Monza con la lingua della tua ex in bocca e ti ho creduto, ho voluto darti fiducia e sono volata fino in Texas per te. Ti sei visto a mia insaputa con lei a Madrid e solo allora ti ho allontanato di nuovo perché non volevo più essere ferita. Io in questo periodo però ho lavorato su me stessa, ho cercato di migliorarmi e di fare pace con il mio passato per me ma anche per vivere una relazione serenamente. Tu nel frattempo non hai fatto niente. Mai una chiamata, mai un messaggio, mai un passo verso di me. Però hai avuto il tempo e la voglia di rivedere Nuria. Penso che siano superflue altre giustificazioni. Io mi prendo la responsabilità di essermi chiusa a riccio, sempre per proteggere i miei sentimenti con la conseguenza di allontanarti ma nonostante tutto ho sempre fatto un passo verso di te, tu invece sembra che sei incapace di mettere un punto nelle cose della tua vita. Non ti condanno, il mio unico risentimento è che sono stata delusa da una persona per cui avrei dato tutto.»

Faccio un lungo sospiro, le mani ormai sono piene di segni rossi per quanto le ho stritolate. Ma tengo duro, sono fiera di me stessa.

«Mi sembra di non averne fatta una giusta con te. Non immagini nemmeno cosa io provi per te, cosa farei per non fare scelte sbagliate. Non posso tornare indietro, ma so che ti amerò sempre. Mi prendo la responsabilità di tutti i miei sbagli ma non sai cosa darei per avere un'altra possibilità. Uno spiraglio di speranza per noi due. Mi sono fatto trascinare dagli eventi più e più volte come mi hai fatto notare tu e vorrei davvero avere il potere di cancellare tutto e darti solo quello che meriti. Non mi ritengo una persona incapace di mettere il punto, forse sono solo stato trascinato dagli eventi degli ultimi mesi. Io spero che un giorno riusciremo a ritrovarci.»

Non riesco a sostenere oltre questa conversazione, non voglio crollare. Non ora.

«Scusami Carlos, ma adesso devo proprio andare.»

Carlos sembra sul punto di aggiungere qualcosa, ma poi dalla sua bocca esce solamente un fievole

«Ciao Dafne.»

Non posso dire che la telefonata mi abbia lasciata indifferente, prenderei in giro me stessa. Le parole di Carlos mi rimbombano nella mente e anche Achille nota che durante l'allenamento sono piuttosto distratta.

«Se non avessi Thunder che ti salva con i pessimi tempi che stai facendo prima dei salti, con un altro cavallo già ti saresti trovata con il culo per terra!»

«Scusa Achille, hai ragione» dico mentre accarezzo Thunder «ho la testa da un'altra parte oggi.»

«Sarà mica per l'arrivo di Daniel? Ti prego, non mi dire che ti vuoi buttare subito su un altro pilota. Non sono pronto ad altri drammi.»

Lo guardo tra lo sconcertata e sorpresa

«Uno sei proprio fuori strada e due ma da dove spunta fuori tutto questo senso dell'umorismo?»

Achille fa una fragorosa risata «Volevo vedere la tua reazione. Tu e Nicole vi siete coalizzate contro di me e non mi dite cosa cavolo è successo con Carlos ma stai ben certa che so che prima o poi vi ritroverete.»

«Si certo, i tuoi poteri da gemello.»

«Sfotti pure, verrai da me un giorno e dirai: Achille hai proprio ragione, dovrei darti retta nella vita.»

Alzo gli occhi al cielo e torno in scuderia. Mentre mi occupo degli altri cavalli e aiuto Achille in campo con alcuni allievi, passa l'ora di pranzo senza nemmeno accorgermene. Sto sistemando i finimenti in selleria quando due grosse mani mi si parano davanti agli occhi. Dopo un piccolo sussulto girandomi mi trovo davanti Daniel con uno dei suoi sorrisoni.

«Eccoti qua!»

Ci abbracciamo velocemente e mi schiocca un bacio sulla guancia

«Ti sono mancato vero?»

«Guarda, non sai quanto!»

Ridiamo entrambi e raggiungiamo Nicole e Achille al suo chalet

«È permesso???» Daniel entra come se fosse a casa sua, completamente a suo agio. È una dote che gli invidio, è in grado di essere se stesso e far sentire gli altri completamente rilassati e divertiti quando c'è lui nelle vicinanze.

Quando ci sediamo in salone, Nicole e Achille si accoccolano sul divano, io mi siedo sulla poltrona a destra e Daniel, vedendo la poltrona vuota al lato opposto, senza fare cerimonie la sposta per sedersi al mio fianco.

Noto lo sguardo furbo di Nicole, ma cerco di ignorarlo. So già a cosa sta pensando. Qualsiasi siano le intenzioni di Daniel, le mie non sono corrisposte. E non solo a causa della burrascosa situazione sentimentale che mi porto dietro. È proprio che lo vedo come un amico. E spero sempre che anche lui possa essere della stessa opinione.

«Dafne ha davvero bisogno di staccare, perché stasera non andiamo al locale in centro?»

«Achille!» Dico io stizzita, intimandolo con lo sguardo a stare zitto.

Dopo quello che è successo al mio compleanno, mi ero aperta molto con Daniel ma questo non vuol dire che voglio spiattellare tutto quello che è successo, anche perché Achille continua ad esserne allo scuro.

«Cosa mi sono perso?» Dice Daniel senza smettere di sorridere. Il sorrisetto è diverso dal solito, vedo una nota di soddisfazione e compiacimento al suo interno e mi irrigidisco.

«Non c'è niente da sapere. Con Carlos è finita. Definitivamente. Ma adesso non mi va di parlarne.» Mi alzo di scatto anche se gli altri mi intimano a rimanere

Nicole mi rincorre all'ingresso «Scusalo, sai meglio di me che a volte sa essere indelicato...» poi aggiunge sussurrandomi all'orecchio «In fondo non sa nemmeno tutta la storia, è in parte da compatire.»

Annuisco sbuffando «Ci vediamo stasera. Dici a quello scemo di Achille che ci andrei volentieri a ballare. Ho proprio bisogno di liberare il cervello.»

Sul volto di Nicole si spalanca un grande sorriso «Perfetto! Ci divertiremo»

Prima della serata, sbocconcello una focaccia per cena e faccio un lungo bagno caldo. Sento i nervi talmente distesi che quasi mi dispiace dovermi vestire e lasciare il tepore dello chalet per raggiungere il locale. Ma ho passato abbastanza serate nell'apatia più totale e non voglio essere scortese con Daniel che in tutta questa storia non c'entra assolutamente niente.

Scelgo un tubino corto e scintillante e opto per i lunghi capelli corvini leggermente mossi alle punte. Quando raggiungo il salotto ho un sussulto al vedere Daniel che si aggira vicino all'angolo studio dove ho esposte tutte le coppe.

«Mi hai fatto prendere un colpo!»

Daniel rimane per qualche secondo a fissarmi, con la bocca semichiusa. Sembra riprendersi dallo stato di trance quando lo guardo alzando un sopracciglio.

«Scusami, non volevo! Ho bussato il campanello più volte e tuo fratello mi ha fatto entrare, stavo venendo a chiamarti ma la mia curiosità ha avuto la meglio e stavo ammirando tutti i trofei»

«Non dovrebbero impressionarti così tanto...» dico io imbarazzata

«Ammiro sempre il talento e la dedizione. Perché so bene quanto lavoro c'è dietro.»

Non amo gli elogi, e le troppe attenzioni di Daniel sembrano imbarazzarmi, quindi dopo averlo ringraziato velocemente cambiando argomento gli chiedo

«Gli altri sono pronti?» Nello spavento non mi ero resa contro che anche lui vestito un po' più elegante rispetto al solito non è niente male. Le lunghe gambe sono avvolte in un pantalone nero dal taglio classico, una camicia bianca e delle sneakers un po' sopra le righe, come lui d'altronde.

«Non sei niente male in camicia Ricciardo...» dico sorridendogli

«A saperlo l'avrei indossata prima...» dice lui avvicinandosi un po' troppo. Mi allontano sedendomi sul divano per infilare i tacchi e prendo il cappotto dal ripostiglio. Vedo Daniel indugiare sulle mie gambe nude e quando percepisce che me ne sono accorta, distoglie lo sguardo schiarendosi la gola.

Lo prendo sottobraccio «Dai, andiamo a divertirci.»

Arriviamo al locale nel pieno della serata e raggiungiamo il tavolo riservato facendoci largo tra la folla e fermandoci di continuo per permettere ai fan di fare una foto con Daniel. Noto mio malgrado che vederci insieme provoca sguardi interrogativi e bisbiglii concitati. Mi sento per un attimo a disagio ma scrollo via la sensazione, stasera non voglio pensare a niente. Per rendere viva la serata abbiamo invitato altri amici di Lugano e ci ritroviamo tutti intorno al tavolo a bere e festeggiare.

La musica mi rimbomba nelle orecchie e più passano le ore più mi sento viva e leggera. Daniel continua a non togliermi gli occhi di dosso e spesso si avvicina a me. Io lo lascio fare e ballo con lui o con Nicole e le altre amiche.

Al quarto gin tonic sono profondamente brilla. Tutto intorno a me sembra ovattato e il mio entusiasmo non fa che aumentare.

Quando parte this is what you came for mi blocco. Ho come un crollo emotivo, forse dovuto anche all'alcool e mi siedo trattenendo a stento le lacrime

«Quella sera a Monaco non avrei dovuto lasciarti tra le sue braccia»

Alzo lo sguardo verso Daniel, è serio e risentito. Il solito sorriso ha lasciato spazio a uno sguardo contrito.

"Fanculo'' penso io e mi lascio stringere tra le sue braccia

Siamo sempre più vicini, le sue spalle larghe mi sovrastano. Mi rimbombano in mente le sue parole.

Come nel film sliding doors, dove un evento imprevedibile, può cambiare la vita di una persona in modo altrettanto imprevedibile. Cosa sarebbe successo se avessi lasciato perdere Carlos sin dal principio vedendolo arrivare alla festa con la sua ex e mi fossi concentrata su Daniel?

La Dafne che da una possibilità a Daniel sarebbe stata più felice? Un ragazzo sicuramente libertino ma che dal principio le ha dimostrato un sincero interesse. Non posso darmi una risposta, non posso viaggiare nel tempo o negli universi paralleli, so solo che in quel preciso istante il suo respiro caldo sul collo mi provoca un brivido.

Continua a sussurrarmi parole all'orecchio, come un diavolo tentatore e sento i nostri corpi sempre più appiccicati. Allungo le mani sul suo collo e lo tengo stretto a me. Daniel sa muoversi, la pressione delle sue dita sul mio corpo mi fanno capire le sue intenzioni. Continuiamo a muoverci nonostante gli occhi indiscreti, nonostante la mia situazione sentimentale disastrosa che mi rende instabile, soprattutto per l'alcol. Mi faccio prendere dal momento e schiudendo piano le labbra ci guardiamo dritti negli occhi

«Dafne...» mi sussurra lui. Mi avvicino ancora di più e in quel momento le nostre labbra si intrecciano.

Quando chiudo gli occhi nella mia testa iniziano a lampeggiare immagini di me e Carlos in quello stesso locale. Mi blocco. Il sangue mi si gela nelle vene. Ma cosa cazzo sto facendo?

È come se una cascata gelida di ricordi si fossero fatti spazio nella mia mente. Le labbra carnose, di Carlos, quegli occhi scurissimi, il suo mezzo sorriso, i suoi atteggiamenti spesse volte indecifrabili. Il suono del mio nome sulle sue labbra, quell'accento spagnolo e sensuale. Tutto con lui sembrava perfetto. Eppure...

Ti detesto Carlos, esci dalla mia testa!

Improvvisamente mi sento accaldata e non solo nel corpo, ma anche nel cuore, tutti i ricordi sembrano avermi trafitta. Questa sensazione di oppressione è un vero schifo.

Metto le mani sul petto di Daniel per rimettere una distanza tra noi, lui se ne accorge subito e allenta la presa sui miei fianchi

«Mi dispiace Daniel... io...» lunghe lacrime mi solcano le guance, lui me le asciuga con un pollice

«Shhh, non devi dirmi niente. Tranquilla...» mi abbraccia forte e io rimango in quel caldo abbraccio, calmandomi pian piano. Nel frattempo si aggiungono all'abbraccio Achille e Nicole, tenendomi in un cerchio sicuro. Mi sento una stupida. Una debole, stupida ragazza.

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