30
Non ho mai lasciato il letto così in fretta quando la sveglia suona all'alba. Ho dormito pochissimo e male e non vedo l'ora di mettermi in viaggio verso Monaco con Achille e Nicole. Quando penso a Carlos il respiro si fa più pesante. Mancano pochi giorni e sarebbero stati ufficialmente due mesi che non ci vediamo. Due mesi lunghi e pieni di silenzi rimbombanti.
Quando prepariamo la macchina, mi offro di guidare. Non riuscirei a star ferma senza fare niente per ore. Achille di buon grado accetta.
Me lo ricordo come se fosse ieri il viaggio verso Monaco mio e di Nicole. Che spensieratezza, l'aria era piena di aspettative. Io detestavo Carlos. Forse sarebbe stato meglio che i miei sentimenti negativi verso di lui fossero rimasti immutati.
Ma a chi prendo in giro. Nonostante tutto farei tutto daccapo.
Non so davvero cosa aspettarmi dal nostro incontro. Sarà imbarazzante? O forse lui in questo tempo di lontananza ha capito che non sono la donna per lui, a differenza mia che ancora ci spero.
Come si dice? Lo scopriremo solo vivendo. Ha proprio ragione Battisti.
Questa volta non saremo a casa di Nicole. Stare lì con i suoi genitori e per di più fargli sapere che sta con il "ragazzaccio tatuato" sarebbe una vera bomba ad orologeria e sia Achille che Nicole non sono pronti ad un passo del genere. Fanno bene: correre in una relazione a me non ha portato niente di buono. Così abbiamo prenotato una stanza in un albergo a Montecarlo e per fortuna il proprietario è un amico d'infanzia di Nicole, perché le stanze sarebbero costate veramente un occhio della testa.
«Nicole, ancora non capisco come tu abbia fatto a rinunciare a tutto questo per i cavalli» Achille guarda intorno rapito lo sfarzo della città e fa alzare gli occhi al cielo a Nicole
«Perché una gabbia d'oro rimane pur sempre una gabbia.» Mi guarda complice e io le do il cinque per questa risposta. I sacrifici per inseguire i propri sogni sono faticosi, ma una volta arrivati in cima riguardare indietro la strada che abbiamo fatto è assolutamente soddisfacente.
Raggiungiamo un delizioso palazzo bianco crema con i balconcini adornati da fiori coloratissimi. L'albergo affaccia sul mare e nonostante il freddo decido di godermi la brezza marina sul balconcino con un buon bicchiere di vino nella vana speranza di calmare i miei nervi a fior di pelle.
Rimango assorta a farmi cullare dal rumore del mare finché Nicole non piomba in camera dalla porta comunicante per chiedermi di prepararci assieme.
Quando raggiungiamo la sala in cui Charles ha organizzato la cena, rimango senza fiato. È una chiesa sconsacrata che è diventata un locale esclusivo. Le volte alte e gli affreschi sul soffitto sembrano quasi cozzare con la musica moderna e il tintinnio dei bicchieri al bancone dei drink sembra ovattato dalla sfarzosità del luogo. Al centro della sala troneggia un grande tavolo imperiale, con bicchieri e piatti di cristallo che sembrano assorbire tutta la luce. Devo dire che sono proprio senza parole. Chi ha avuto l'idea di fare un locale del genere in una chiesa è davvero un genio.
Charles e Charlotte ci raggiungono staccandosi da un gruppetto di persone che non conosco. Uno dei ragazzi nel gruppo però ha un viso familiare e mio fratello mi sussurra emozionato all'orecchio «Cavoli. C'è Verstappen! Il vincitore mondiale di quest'anno!» Lo guardo meglio e lo riconosco, lui ci fa un cenno con la testa tornando a parlare con quella che presumo sia la sua ragazza.
«Hey ragazzi! Che bello vedervi!» Charles fa un abbraccio di gruppo
«Auguri Charles. E complimenti per la scelta della location! Quando sono entrata sono rimasta senza parole!»
Charles mi guarda soddisfatto «Bello vero? Sono socio anch'io di questo locale ma la mente è lui» dice mentre ci presenta il suo amico nonché socio e io mi dilungo nei complimenti.
Mentre beviamo qualcosa in piedi e facciamo aperitivo prima della cena, devo ammettere di essermi già girata almeno venti volte verso l'ingresso. Vorrei tanto chiedere di Carlos ma mi trattengo.
Dopo pochi minuti, sento il pesante portone aprirsi e mi giro di scatto. Una cioccia di capelli mi ricade sul viso e quando le porte automatiche a vetri oscurati si aprono ecco che arriva lui.
Quando il mio sguardo incrocia il suo, tutto intorno a me sembra fermarsi: la musica è improvvisamente ovattata, le persone intorno a me sembrano scomparire. C'è solo lui. Manteniamo entrambi il contatto visivo, come un animale spaventato dalla luce, immobili, come se non riuscissimo più a muovere un muscolo ed è in quel momento che mi sento bruciare dentro. Non riesco più a reggere il suo sguardo intenso e quindi distolgo lo sguardo concentrandomi sul bicchiere che ho tra le mani.
Quando sento la scia del suo profumo muschiato proprio accanto a me, trattengo il respiro. Fa male, fa troppo male. Alzo lo sguardo quando saluta Nicole e Achille e lo scruto mentre è di spalle. Quando si gira verso di me mi rendo conto che è nervoso almeno quanto me
«Ciao Dafne.» Mi poggia una mano sulla spalla nuda e si sporge per schioccarmi due baci sulle guance, io rimango pietrificata senza proferire parola. Come sempre ho il super potere di fare la figura della cretina.
Quando ci invitano a prendere posto a tavola, noto che non ci sono segnaposti. Seguo Achille e Nicole bisbigliando a entrambi di sederci lontani da Carlos. Achille sbuffa, Nicole mi fa segno di non preoccuparmi.
«Ragazzi! Venite qui vicino a noi! Grida Charles dal capotavola all'estremo opposto. Charlotte è alla sua destra e Carlos alla sua sinistra. Io rimango bloccata al centro della sala, spaesata. Non vorrei fare la figura dell'infantile ma passare l'intera serata con Carlos di fronte o al mio fianco non è per niente allettante.
Non mi accorgo che la bellissima ragazza che ho visto accanto a Max Verstappen poco prima si è alzata dal suo posto di fianco a me
«Se vuoi qui c'è un posto libero.» Dice indicando la sedia accanto a lei. Rimango incantata dai suoi tratti perfetti, i capelli scuri quanto i miei e gli occhi di ghiaccio. È davvero stupenda. Mi fa un sorriso rassicurante e sposta la sedia accanto alla sua «Grazie.» Le sussurro mentre prendo posto e sorridendole anch'io.
Durante la cena sono piuttosto silenziosa, sono tesa e mi pento di non essere accanto ai miei amici a causa del mio stupido orgoglio.
«Io sono Kelly comunque» mi rendo conto di essere stata una perfetta maleducata e mi scuso con lei
«Scusami davvero, stasera sono abbastanza tesa. Piacere mio, io sono Dafne.»
Lei fa una risatina portando indietro il collo lungo e magro e facendo dondolare i pendenti di brillanti che ha ai lobi. Mi chiedo in quel momento se non sia una modella.
«Lo so bene chi sei. Non ci siamo mai presentate ma ti ho vista spesso al paddock Ferrari. Stai con Carlos, giusto?»
«Kelly, non essere impicciona.» Le borbotta Max.
Faccio un sorriso ad entrambi «Non fa niente Max, sono felice che Kelly mi ha invitata a sedermi accanto a voi. Comunque ci siamo lasciati due mesi fa.»
Vedo lo sguardo di Kelly che è un misto tra il compassionevole e il rassicurante «Sai, non è semplice mantenere una relazione salda con questi qua» dice indicando Max e poi gli altri piloti presenti in sala, facendo fare un risolino soffocato a Max «Io mi sono ritrovata in una tempesta. Stavo con un altro pilota prima di Max, non faceva per me eppure continuavo a stare in quella relazione, ho avuto anche una bambina...» continuo ad ascoltare rapita questa ragazza che si sta aprendo con me come se fossimo vecchie amiche «Poi è arrivato Max, è anche più giovane di me, pensavo non avrebbe mai funzionato e invece...» stringe la mano Max che la guarda con occhi rapiti. Il loro amore mi commuove e mi fa sentire ancora più sola. All'improvviso Kelly prende le mie mani tra le sue «Ti starai chiedendo perché ti dico questo. Vi ho visti prima quando lui è arrivato e vi ho visti alla premiazione in Texas. Il vostro è un amore vero e profondo, lo percepisco. Anche io e Max abbiamo avuto tanti alti e bassi, tantissimi litigi. Soprattutto all'inizio, ma dall'amore vero non si può sfuggire.» Sento i miei occhi farsi pian piano più pesanti, pieni di lacrime, cerco con tutta me stessa di ricacciarle indietro e smetterla di fare brutte figure per stasera
«Grazie per le tue parole Kelly. Sono felice che stasera ci siamo conosciute. Scusami, ma devo prendere una boccata d'aria.» Finisco in un sorso il mio calice di vino e raggiungo in fretta il portone da dove ho visto arrivare Carlos.
Il vento freddo mi sferza il viso e sento un brivido lungo la schiena nuda. Faccio scendere le lacrime copiose noncurante del trucco, sono talmente presa dai miei pensieri che non sento nemmeno il portone aprirsi alle mie spalle
«Perché stai piangendo?» La sua voce profonda mi fa avere un sussulto. Cerco di asciugarmi alla meglio il viso e mi giro facendo un sorriso, sperando di non assomigliare a Joker
«Stavo parlando con Kelly della sua storia d'amore e mi sono commossa. Lo sai che ho la lacrima facile.» Tiro su con il naso sapendo di non essere per niente convincente.
«Allora, sei pronto per la nuova stagione di campionato?» Cerco in tutti i modi di stemperare la tensione e sviare l'attenzione su un altro argomento ma con scarso successo: Carlos mi guarda con la testa girata verso destra e un sopracciglio alzato
«Vuoi davvero parlare di questo... ora?» Si toglie la giacca vedendomi intirizzita dal freddo, questa volta, rispetto alla prima volta che me l'ha porsa la accetto volentieri e vengo abbracciata dal suo calore e dal suo profumo quando me la appoggio sulle spalle
«Perché ti sembra così strano che ti chiedo come va il lavoro?» Quando vede il mio sguardo accigliato fa un sorrisetto e il mio stomaco inizia a fare le capriole
«Non ci sentiamo da due mesi e il primo pensiero è chiedermi del lavoro. Io ti avrei chiesto, come stai? E voglio saperlo per davvero.»
Distolgo lo sguardo dai suoi occhi scuri. Non ti dirò che mi manchi, Carlos Sainz.
«Torniamo quindi sempre sullo stesso argomento. Mi sono dedicata al lavoro in scuderia e ho fatto delle gare con buoni risultati.»
«Lo so, e complimenti. Ma volevo sapere come stai tu.»
Quindi si è interessato a quello che facevo, interessante.
«Sto bene Carlos. Non tutti i giorni sono uguali, ma sto bene.»
Lo vedo annuire in silenzio, abbassando lo sguardo «E tu?» Questa domanda mi spaventa, perché so bene quanto lui, a differenza mia, sia capace di essere cristallino con i suoi sentimenti e invece anche questa volta riesce a spiazzarmi, rispondendomi freddamente con «Sto bene anch'io.»
«Sarò meglio entrare...» dico io dopo un silenzio pesante. Mentre apro il pesante portone Carlos aggiunge
«Per quanto tempo ancora vuoi combattere contro i tuoi sentimenti?»
Mi giro seria, il suo sguardo è cupo e deluso e questo mi stringe il cuore.
«Fino a quando non riuscirò ad essere più forte di loro e ad avere di nuovo fiducia.» La risposta sorprende sia me stessa che lui e in silenzio ritorniamo in sala dividendoci e prendendo posto. Kelly mi sorride come se sperasse in un nostro chiarimento ma io faccio no con la testa senza aggiungere niente. Kelly senza intromettersi ulteriormente mi riempie il calice di vino, devo dire che sa davvero capire cosa provano le persone e di cosa hanno bisogno. Mi riprometto che se in un futuro dovessi di nuovo frequentare l'ambiente della formula uno, sarebbe davvero una buona amica
«Se alla tua bambina piacciono gli animali, ti aspetto alla mia scuderia in Svizzera Kelly.»
«Ma sarebbe meraviglioso! Accetto volentieri il tuo invito Dafne!»
Dopo la cena e dopo il consueto momento della torta, la sala viene sgombrata velocemente dal tavolo imperiale e la musica inizia a diventare assordante. Mi avvicino a Nicole e Charlotte scusandomi con loro per essere stata dall'altra parte della sala come una reclusa e loro mi abbracciano senza aggiungere altro ma anzi mi trascinano in pista e iniziamo a ballare.
Non pensare più a niente per un attimo diventa liberatorio. Mi godo il momento e mi diverto con le mie amiche, questo finche due mani non si poggiano sulle mie spalle facendomi fare una giravolta. Avevo già riconosciuto il suo profumo e la sua presa su di me, non avevo bisogno nemmeno di vedere chi fosse.
Iniziamo a ballare senza dire nulla e mi fa sempre ridere il suo modo impacciato di muoversi
«Andiamo a bere qualcosa!» Dico io
«Non hai già bevuto abbastanza?» Alzo gli occhi al cielo e lo trascino al bancone del bar ordinando due gin tonic.
Dopo aver fatto due generosi sorsi, che sembrano arrivare dritti alla testa che inizia a girare, presa da un impeto di coraggio mi giro verso Carlos «riusciremo mai a rincontrarci io e te o ci rincorreremo per sempre?» Mi rendo conto di biascicare le parole, lui mi guarda con il bicchiere a mezz'aria «Hai voluto tu chiudere la nostra relazione, io ho solo rispettato i tuoi spazi.»
«Tu pensi che una relazione sia una tua fottuta corsa con la monoposto. Credi che tutto possa essere calcolato, tutto deve essere ben incasellato nella tua mente. Ma l'amore non è così. L'amore è un fottuto casino e forse se non ti fossi arreso al primo no adesso staremo qui a questa festa insieme e non a trattarci da perfetti sconosciuti.»
Vedo la mascella di Carlos serrarsi «Tu mi hai trattato da sconosciuto, sedendoti perfino dall'altro capo del tavolo pur di non stare vicini»
«La smetti di rigirare tutte le colpe su di me? Hai pur sempre visto la tua ex di nascosto!»
«Sei troppo brilla per questa conversazione Dafne.»
«No, sto benissimo!» Dico alzando la voce sia per la musica sia per il mio umore alterato dall'alcol
«Adesso ce ne andiamo.» Il suo sguardo serio e autoritario mi blocca e non faccio resistenza quando mi conduce fuori, l'aria fredda sembra farmi riprendere un minimo di lucidità
Quando arriviamo alla macchina, Carlos mi sussurra
«Con te sembra tutto un déjà vu»
Non ha tutti i torti, sembra essere improvvisamente ritornati alla sera a Monza. Io avevo visto Nuria baciarlo, io inizio il dramma, io mi ubriaco e lui mi riporta a casa. Devo dire che do sempre il meglio di me.
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