28
Rimango con il cellulare tra le mani in silenzio. Osservo le foto mentre sento nel mio petto formarsi un cratere, un buco nero capace di fagocitare tutta la mia felicità. Gli occhi iniziano a pizzicarmi e la delusione bruciante mi fa avere un capogiro.
«Dafne... tutto bene?» Mi chiede mio fratello facendomi tornare alla realtà. Carlos, che stava chiacchierando con le sorelle e Charles si gira verso di me, ci guardiamo intensamente per qualche secondo e ho subito la sensazione che abbia capito cosa ho ricevuto.
«Dafne...» sussurra alzandosi e tutti iniziano a guardarmi in maniera preoccupata. Non riesco a parlare, non voglio mettere in pubblica piazza quello che sta succedendo, quindi mi alzo di scatto e sento Carlos seguirmi all'uscita.
«Perché lo hai fatto?» Urlo mentre gli mostro le foto. Lui e Nuria sono stati fotografati da alcuni paparazzi pochi giorni fa, i loro visi sono a pochi centimetri, lei sorride soddisfatta, lui la guarda negli occhi
«Ho sbagliato a non dirtelo ma non è successo niente, te lo giuro!» Mi giro di spalle, lui mi prende tra le braccia e io cerco di divincolarmi «Dafne, guardami. Ti prego. Non è successo niente.»
Mi divincolo tra le sue braccia e sentire la scia del suo profumo sembra farmi ancora più male.
«Hai tradito la mia fiducia. Se non fosse successo davvero niente sono sicura che me lo avresti detto!»
«Non è così! Devi ascoltarmi Dafne! Non puoi scappare ogni volta che abbiamo un problema!» Carlos alza la voce e io mi blocco, lo guardo con un sopracciglio alzato e incrociando le braccia e lui continua dopo aver fatto un sospiro
«Ci siamo incontrati per caso, ha detto che doveva parlarmi ma l'unica sua intenzione era creare trambusto tra di noi e vedo che ci è riuscita.»
«Carlos, non puoi uscirtene ogni volta con questa scusa. Anche tu sei responsabile delle tue azioni. Il mio problema non è che l'hai incontrata, anche se vedervi così avvinghiati non può di certo farmi piacere. Quello che non mi va giù e mi ha molto delusa è che me l'hai tenuto nascosto. Adesso lasciami stare.»
Vedo gli altri in lontananza alzarsi e guardare verso di noi. Mi faccio forza e rientro per salutare tutti.
«Aspetta Dafne. Non puoi guidare! Hai anche bevuto un po'.» Mi dice Daniel.
«Voglio solo andare a casa» dico in un sussurro
«Vengo con voi.» Aggiunge seria Savannah.
«Dafne aspetta!» Carlos corre verso di me, vedo i suoi occhi spenti rispetto al solito
«Cosa devo aspettare? Cosa?» Grido io
«Lo so che sembra tutto assurdo ma cerca di capirmi! Sono stato uno stupido a non averti detto di averla incontrata a Madrid ma quelle foto non significano niente!»
«Non mi interessa Carlos. Non c'è molto da capire. Eravate molto... intimi.» Devo sforzarmi a fare uscire le parole dalla bocca, fa davvero male.
Apro con forza la portiera e sento il mio braccio stretto nella sua mano
«Non te ne puoi andare così.»
«Vai dalla tua ragazza.»
«Lei non è la mia ragazza! Vuole solo rovinare il nostro rapporto.»
«E tu glielo permetti!» Gli grido a un centimetro dal viso
«Io ti amo Dafne.» Dice in un sussurro
Chiudo la portiera e faccio un profondo respiro.
Mentre Daniel fa manovra senza proferire parola vedo Achille e Carlos parlare animatamente. Ana e Blanca rimangono in disparte con Charlotte di fianco che le sussurra qualcosa. Cerco di estraniarmi da tutto. So che potrei crollare da un momento all'altro.
Carlos, Madrid.
Qualche giorno prima...
Il mese appena passato è stato intenso. Sotto tanti punti di vista. Le ultime tappe del gran premio, l'inizio delle prove con la nuova monoposto, l'incidente di Dafne.
Dafne.
Dafne è davvero un uragano. Sembra prendere tutte le mie energie e spremerle fino al midollo, in senso positivo.
Non c'è emozione, esperienza condivisa, un momento con lei che non sia maledettamente amplificato.
Sono tornato a Madrid per qualche giorno per alcune faccende burocratiche con alcuni sponsor e sembra che staccare un attimo dopo un periodo frenetico mi stia ricaricando le energie.
Nonostante questo Dafne mi manca, ogni attimo. Quando ci vediamo in videochiamata vorrei prendere il primo aereo e stringerla tra le mie braccia. Tra pochi giorni è il suo compleanno e ho in serbo per lei una giornata davvero speciale. Mi rendo conto quanto sia diventata parte integrante della mia vita, qualsiasi cosa faccio mi fa pensare a lei. Mi alleno? Penso a quando le ho insegnato la boxe. Quando passo davanti alla camera in cui è stata a Natale si sente ancora il suo profumo. Mi preparo un caffè? Vedo davanti ai miei occhi la sua faccia contrariata davanti a un caffè all'americana. Insomma, in ogni piccola cosa sembra esserci un pezzetto di lei.
Esco nel gelo di questa buia mattina di Gennaio. Amo correre, soprattutto nei parchi intorno la mia casa a Madrid. Mi concentro sui miei respiri e sul battito, il freddo mi sferza il viso ma è una sensazione che mi piace, mi fa sentire vivo.
Lungo il sentiero sento all'improvviso una voce che urla il mio nome ovattata dalla musica delle cuffie. Mi giro continuando la corsa sul posto e vedo venirmi incontro Nuria. Sento l'istinto di andarmene e ignorarla ma già so che sarebbe inutile. Rispetto alle ultime volte che ci siamo visti ha uno sguardo sereno e gentile, mi sembra di scorgere lo sguardo della vecchia Nuria, ma so quanto è brava a nascondere i suoi veri sentimenti.
«Ciao Carlos! Non sapevo fossi qui!» Mi affianca nella corsa quindi mi sfilo le cuffie rassegnato lasciandomele intorno al collo.
«Sai che dopo un anno sballottato per il mondo, amo starmene un po' rilassato e staccare. Anche se sono qui anche per questioni di lavoro.»
Vedo un ghigno divertito sul suo viso «Che c'è?»
Nuria si ferma indicando una panchina, non mi siedo di fianco a lei e inizio a fare un po' di stretching
«Beh, se hai già bisogno di prenderti una pausa dalla tua amazzone, forse le cose non vanno come speravi!»
Le sue supposizioni mi infastidiscono «Se sei qui a giudicarmi o a ritornare alle cose passate, ti saluto.»
Faccio per andarmene ma lei alza le mani in segno di resa «Okok! Come vuoi tu. Ma ti conosco. O almeno credevo di conoscerti.»
«Nuria...» la ammonisco nuovamente
«Quello che volevo dire, è che è normale a volte fare errori di valutazione. Io ad esempio ho sbagliato con te, prendendo decisioni troppo affrettate. Tu magari hai sbagliato ad immergerti subito in una nuova relazione.»
La guardo contrariato, la sua insistenza è asfissiante «Non mi serve una valutazione psicologica da te, Nuria. E poi stai parlando di cose che nemmeno conosci. Stai creando castelli di carta solamente perché sono qui da solo. Pensavo ci fossi passata sopra ormai. Ho pensato per un attimo che dopo tanti anni di amicizia e altrettanti di relazione potessimo avere un rapporto civile, ma forse mi sbagliavo.»
Nuria fa un risolino e si alza incrociando le braccia al petto «Ok, ho toccato un nervo scoperto. Anche io voglio un rapporto civile con te. Vediamoci oggi pomeriggio al nostro solito bar. Ricordati che con me puoi parlare di tutto.»
Mi sfiora il braccio e corre verso l'uscita del parco, senza nemmeno aspettare una mia risposta.
Mi passo la mano tra i capelli dannandomi del fatto che mi metto sempre nei casini.
Forse è davvero cambiata. Forse vuole solamente che rimaniamo amici.
Ma come la prenderebbe Dafne?
Decido di andare all'appuntamento ancora pieno di dubbi, ma speranzoso che Nuria per una volta voglia parlare per mettere la parola fine a tutto quello lasciato in sospeso per colpa sua.
Arrivo all'appuntamento con un po' di ritardo e trovo Nuria seduta al solito posto di questo bar che frequentavamo di solito un tempo. È così strano avere davanti una persona con cui hai condiviso un grosso pezzo di vita e sentirla ormai sconosciuta, come se non ci fossimo mai appartenuti. Continuo a sentirmi stranamente in colpa, come se sapessi che sarebbe meglio non essere qui. Nuria mi fa un gran sorriso, a differenza mia sembra essere a suo agio, vedo che si guarda stranamente intorno, come se cercasse qualcosa o qualcuno
«Aspetti qualcun altro?»
«Ma no!» Mi viene incontro e mi stringe più del dovuto, io mi irrigidisco. Quando avvicina il suo viso al mio sento alcuni scatti alla mia destra e lì capisco.
Quando vedo i paparazzi e Nuria con uno sguardo fintamente sorpreso devo fare fede a tutto il mio autocontrollo per non sbottare
«Mi hai invitato qui solo per far uscire uno schifosissimo gossip? Ma a cosa ti sei ridotta?» Dico in un sibilo
«Carlos, stai esagerando! Non sono stata io! Ti avranno seguito mentre venivi qui!»
«Nuria smettila con questa farsa! Perché vuoi rovinarmi la vita? Cosa cazzo ci guadagni?»
Il suo sguardo si incupisce, gli occhi azzurro cielo sembrano diventare di ghiaccio, li stringe in due fessure «Ne guadagno che forse riesco a toglierti dalle grinfie di quella stronza!»
Alza la voce e ho un sussulto. Sono profondamente deluso dal suo comportamento, sono stato un ingenuo a credere che saremo potuti in qualche modo rimanere in buoni rapporti.
Nuria è accecata dal suo desiderio di primeggiare su una donna che con lei non è mai stata in competizione.
Quando torno a casa ho ancora l'affanno dal nervoso. Rimango in macchina con il cellulare tra le mani chiedendomi se fosse una buona idea raccontare il tutto a Dafne.
Non saprei da dove iniziare, non saprei proprio come dirglielo. Decido di pensarci un po' su e rientro in casa.
«Hey! Dove sei andato? Vuoi un the?» Mi dice Blanca. Quando nota la mia espressione truce poggia il bollitore sul ripiano da cucina e viene verso di me
«É successo qualcosa?» Mi chiede seria
Le racconto, vedo la sua espressione diventare sempre più arrabbiata
«Devi assolutamente dirlo a Dafne. Avevi buone intenzioni, volevi chiarire. Lei capirà. Sarebbe peggio se lo venisse a scoprire improvvisamente!»
Annuisco piano e prendo la tazza che Blanca mi sta porgendo
«Lo farò. Devo solo decidere come.»
La sera del compleanno di Dafne...
Guardo l'auto di Daniel sfrecciare via. È successo tutto così in fretta, ho sbagliato ancora una volta, dovevo dirle tutto. Dovevo ascoltare Blanca.
«Adesso falla sbollire, sono sicuro che chiarirete. Tanto non hai fatto niente, no?»
Guardo Achille con aria truce. Gli voglio bene, so quanto ami sua sorella ma a volte è una presenza davvero ingombrante.
«Dovevamo solo parlare.» Dico in un sibilo «E mi ha fatto trovare lì fuori i paparazzi per mettere in atto un gossip squallido.»
Blanca mi guarda come a dire "Te lo avevo detto'' ignoro il suo sguardo accusatorio e stanco di tutta quella pressione, decido di andarmene in un albergo e non tornare alla scuderia.
Dopo tre giorni di assordante silenzio, prima di tornare a Sassuolo decido che è il momento di tornare in scuderia e cercare di chiarire con Dafne. Più mi avvicino al grande cancello in ferro battuto nero, più il mio cuore accelera. Ho bisogno di sapere che le cose tra di noi si possono aggiustare, non possono essere delle incomprensioni a far spegnere la fiamma del nostro amore.
Quando arrivo, il suo chalet è chiuso, quindi mi incammino verso le scuderie. Questo posto diventa per me sempre più familiare, l'aria odora di erba appena tagliata e la brina fa risplendere le foglie dei salici piangenti.
Apro la porta scorrevole in legno della scuderia e molti box sono vuoti. Vedo però fare capolino dal suo box Thunder, quando mi avvicino, vedo la porta della selleria socchiusa. All'interno vedo Dafne e Daniel.
Piccola nota dell'autrice: il POV di Carlos continuerà nel prossimo capitolo!
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