25
Carlos, Ginevra.
La scena di Dafne che vola da non so quanti metri di altezza continua a scorrere a rallentatore nella mia mente. Si è schiantata al suolo con un tonfo finendo con la testa su uno degli ostacoli. In quel momento intorno a me si è fermato tutto. Io e Achille siamo corsi in campo e quando Dafne continuava a rimanere priva di sensi ho sentito il mio cuore fermarsi. Non ricordo niente, né Achille che correva a recuperare Thunder, né la folla di persone intorno a noi e nemmeno l'ambulanza. Mi sono ritrovato qui su questa sedia di plastica blu in questo ospedale di Ginevra senza nemmeno ricordare come ci sono arrivato. È come se stessi in una bolla dove sento e vedo tutto ovattato e il tempo sembra essersi fermato.
Dovrei essere abituato agli incidenti, nel mio sport ne ho visti tanti, li ho anche vissuti sulla mia pelle eppure adesso mi sento morire dentro e mi sembra di non aver mai vissuto niente di peggio di questo momento.
Io, Achille e Nicole rimaniamo in un silenzio carico di tensione. Ci limitiamo ad alzare la testa solamente quando vediamo passare un'infermiera o un medico, nella speranza che ci dicano qualcosa.
Le ore passano lente, interminabili. Continuo ad avere il fiato corto e mi guardo nervosamente le mani intrecciate.
Quando un medico viene verso di noi ci alziamo tutti e tre di scatto.
Si avvicina con andatura lenta, ha uno sguardo serio che mi mette in allerta e si passa una mano tra i capelli brizzolati «Buonasera... Dafne è sveglia. Abbiamo fatto una tac e ha un leggero trauma cranico. Contro ogni nostra aspettativa non ha niente di rotto.»
«Siete sicuri che sta bene? Avete controllato bene tutto?» Achille fa un balzo in avanti e il medico lo guarda in maniera rassicurante
«La terremo sotto osservazione per ventiquattro ore. Ma sta bene per fortuna.»
«La possiamo vedere?» Aggiungo io
Il medico guarda l'orologio, poi guarda di nuovo verso di me.
«Faremo un'eccezione signor Sainz. L'orario di visita è finito un'ora fa»
«Io posso restare con lei?» Aggiunge Nicole
«Si certo, lei può restare con la paziente.» Vedo Nicole fare una carezza ad Achille per cercare di calmarlo e fa un cenno di ringraziamento al medico.
Il medico ci conduce verso un lungo corridoio, cammina talmente con calma che sento l'irrefrenabile voglia di superarlo e correre da Dafne.
Quando Dafne vede arrivarci, cerca di mettersi seduta, ma tutti noi la ammoniamo di non muoversi troppo. Mi avvicino piano a lei facendo attenzione alla flebo. Mi sembra così piccola e indifesa in questo letto, la vorrei stringere a me tutta la notte.
«Hey...» mi dice accarezzandomi la guancia
«Ci hai fatto prendere un bello spavento.» Ho la voce rotta, faccio del mio meglio per reprimere le lacrime che mi pizzicano gli occhi
«Sto bene adesso.» Vedo le sue labbra schiudersi e le do un leggero bacio. Lascio spazio ad Achille e la osservo dall'angolo della stanza. Mi sento svuotato. Sono così felice che sta bene.
Dopo pochi minuti ci invitano a lasciare la stanza. Achille si organizza con Nicole per portarle ciò che le serve per la notte e ci avviamo insieme verso l'uscita dell'ospedale. Il ritorno verso l'albergo è silenzioso, è stata una giornata pesante per tutti. All'improvviso Achille rompe il silenzio ed esclama
«Qualcuno ha fatto qualcosa a Thunder»
Sento la rabbia al solo pensiero che qualcuno abbia fatto accadere tutto questo di proposito e stringo forte i pugni
«Cosa te lo fa pensare?»
Achille rimane per un po' in silenzio a guardare la strada davanti a sé
«Ha avuto il tipico comportamento di un cavallo dopato. Sono stato uno stupido a non cogliere i segnali prima della gara ma non avrei mai potuto arrivarci. È tutto così assurdo»
Raggiungiamo l'hotel e ci diamo appuntamento per portare dopo mezz'ora il necessario in ospedale.
Faccio scorrere l'acqua bollente lungo la schiena e la mia mente inizia a macchinare pensieri. E se fosse stato Peter? Se avesse fatto qualcosa di proposito al cavallo sapendo che Dafne si sarebbe fatta male o ancora peggio con l'intento di ucciderla? Nonostante il getto bollente ho un brivido al solo pensiero.
Dopo aver lasciato il borsone a Nicole, Achille mi propone di andare alle scuderie «Ho una telecamera nel box di Thunder. Potrebbe svelarci qualcosa.»
«E secondo te se fosse davvero stato un malintenzionato non l'avrebbe messa fuori uso?»
Apriamo contemporaneamente le portiere della macchina e saliamo velocemente
«Impossibile, nessuno sa della telecamera. Riprende solo l'interno del box ed è nascosta. Visto che vale molti soldi come cavallo averla quando siamo in giro mi rende più tranquillo.»
Quando arriviamo alla scuderia Thunder non è in piedi. Inizialmente ho un sussulto, pensavo che i cavalli non si stendessero invece Achille mi ha subito spiegato che è normale. Non oso immaginare cosa sarebbe successo se Dafne avesse saputo che fosse successo qualcosa a Thunder.
«Hey amico, che ti hanno fatto?» Achille accarezza dolcemente il cavallo che fa uno sbuffo. Devo ammettere di avercela avuta con lui, ma ora che so che forse è stato vittima di qualcosa quando lo guardo mi fa solo tenerezza.
Achille armeggia vicino alla sua mangiatoia ed estrae una piccola telecamera, quando con un clic estrae la memory card esclama «Bingo!»
Raggiungiamo velocemente l'albergo e Achille inserisce la memory card nel portatile. Scorre velocemente le immagini finché non vediamo un'ombra entrare nel box a tarda sera, ferma l'immagine per farla partire a velocità normale
«Pezzo di merda» sibila Achille
È Peter, lo riconosco subito anch'io. Sento ribollire la rabbia nel mio petto fino ad arrivare alla testa.
Entra guardingo nel box, un cappuccio gli copre il volto. Estrae qualcosa dalla tasca e inietta qualcosa nel collo di Thunder, il cavallo scuote subito energicamente il collo e cerca di girarsi per sferrare un calcio. Peter esce di soppiatto dal box guardandosi intorno e corre via. Nel girarsi, nell'ultimo frame del filmato si vede chiaramente il suo viso.
«Che facciamo?» Lo dico con una voca roca, sento la rabbia e la voglia di vendetta farsi largo dentro di me, quando Achille mi guarda negli occhi scorgo la mia stessa rabbia.
«Andrei volentieri ad ammazzarlo di botte ma ci rovineremo la vita per un essere insulso. No, lui deve pagare molto di più.» Achille batte un pugno sul tavolo «Già era sotto indagine per presunto doping ai suoi cavalli, questa è la prova schiacciante che detiene qualcosa di illegale. Con questo filmato la sua carriera è rovinata.»
Sento un moto di soddisfazione a sentire queste parole. Si merita di avere tutto il male che ha fatto indietro e con gli interessi. Si meriterebbe molto peggio.
Non chiudo occhio tutta la notte. Non vedo l'ora di rivedere Dafne, di sapere che sta bene e che può tornare a casa.
Quando ho sentito di perderla ho capito che non posso avere più remore, non possiamo andare avanti con il freno a mano tirato. Non nasconderò più i miei sentimenti. Io la amo. Non ho ancora avuto il coraggio di dirlo ad alta voce ma è un sentimento che si è ancorato in me dal nostro primo sguardo in Portogallo. Nonostante gli alti e bassi. Nonostante i nostri ex ingombranti, noi abbiamo lottato per questo amore e non permetterò mai più a nessuno di cercarmelo di portare via.
Lei ha bisogno di me, io ho bisogno di lei. Ci siamo trovati e completati ed è la sensazione più bella mai provata prima.
Achille bussa alla mia porta alle prime luci dell'alba. Già mi trova pronto e mi porge un bicchiere di caffè fumante. Faccio un lungo sorso per cercare di svegliarmi.
«Stamattina ho appuntamento con la FEI, la federazione equestre internazionale. Tu vai da Dafne, non dirle ancora niente. Potrebbe agitarsi troppo e magari non le fa bene.»
Do una pacca sulla spalla ad Achille e ci diamo appuntamento in hotel tra qualche ora.
Raggiungo l'ospedale con il cuore il gola. Spero che Dafne venga dimessa oggi come stabilito perché vorrà dire che sta bene. Salgo piano gli scalini dell'ospedale e appena entrato vengo assalito dal consueto odore pungente di questo posto. Chiamo nervosamente l'ascensore e raggiungo il terzo piano.
«Ma quello è Carlos Sainz!» Mi giro verso le voci dei ragazzini e quando li vedo sento il mio cuore fermarsi. Il loro bellissimo sorriso è contornato da un viso ceruleo e il capo privo di capelli. Mi pento di aver pensato tra me e me che essere riconosciuto a volte è una scocciatura. In questa situazione sono contento di sapere che vedermi ha reso felici questi bambini.
Rimango un po' a parlare con loro e facciamo qualche foto, finché un'infermiera non li vede e li riporta nel loro reparto. Quando si girano a salutarmi contenti cerco di fare un grande sorriso.
«Hey Carlos!» Mi giro verso Nicole, avrà dormito pochissimo. Ha le occhiaie marchiate e lo sguardo stanco. La raggiungo e la saluto e raggiungiamo insieme la camera di Dafne «Sta meglio. Stanotte ha dormito ma ogni ora doveva essere svegliata. Stamattina presto le hanno fatto nuovamente la tac e sta bene» sorridiamo entrambi felici e quando entriamo nella camera troviamo Dafne seduta sul letto con i piedi per terra. Quando mi vede vedo i suoi occhi illuminarsi e sono sicuro di avere anch'io lo stesso sguardo. Ci abbracciamo forte e inalo il suo profumo.
«Ho qualche angelo che mi assiste. Ho rivisto la caduta e mi poteva andare molto peggio. Qualche giorno a riposo è una passeggiata.» Si alza piano per indossare la felpa e firmare per essere dimessa.
Mi rendo conto di essere molto apprensivo. È un lato del mio carattere che non conoscevo. La ammonisco se fa scatti troppo repentini e la accompagno in ogni passo. Lei mi guarda riconoscente e ogni tanto mi schiocca un tenero bacio.
Io e Achille decidiamo che è meglio parlarle di tutto quello che è successo a casa.
Raggiungiamo la scuderia nel tardo pomeriggio e il primo pensiero di Dafne è andare dal suo cavallo.
«Dafne!!! Non correre. Ti accompagno» le dico raggiungendola con passo veloce
«Sei molto protettivo...» mi sussurra. Quando sento il suo respiro caldo sul collo ho un brivido.
Thunder quando la vede drizza le orecchie e le spinge il muso contro la testa. Come se sapesse. Come se stesse chiedendo scusa. Questa scena mi sconvolge e mi fa capire ancora più a fondo quanto questi animali abbiano un'intelligenza e una sensibilità superiore anche ai cani. Soprattutto il rapporto tra Dafne e Thunder è davvero speciale, me ne accorgo anch'io che non sono esperto.
Quando ritorniamo allo chalet troviamo Achille e Nicole seduti al tavolo, si girano a guardarci. Vedendo lo sguardo di Nicole capisco che Achille le ha raccontato tutto. Dafne si rabbuia in viso, guarda me e poi Achille e Nicole
«Dovete dirmi qualcosa?» Suo fratello le fa cenno di sedersi e la raggiungo anch'io.
Osservo il suo sguardo mentre guarda il video. Prima è incredula, poi i suoi occhi si stringono in un moto di rabbia per poi iniziare a scendere copiose delle lacrime dal suo viso. Scendono perfette prima di fermarsi sulle labbra carnose, mi viene voglia di portargliele via con i baci. Le stringo una coscia e lei sembra avere un sussulto, come se si fosse ripresa da uno stato di trance.
«Sono stato alla FEI stamattina. Non si mette bene per lui. Probabilmente verrà sospeso dalle competizioni internazionali per almeno due anni. Abbiamo fatto i prelievi di sangue a Thunder e sono state trovate le stesse tracce di un forte eccitante che hanno trovato anche nei suoi cavalli in Belgio quando lo hanno sospeso. Mi hanno consigliato di denunciarlo anche alla polizia, magari metteranno un'ordinanza restrittiva nei tuoi confronti. Ma questa è una decisione che devi prendere tu.» Achille la guarda intensamente, come se aspettasse solamente un suo cenno di assenso.
Dafne si alza di scatto «Andiamoci subito. Ha davvero superato il limite questa volta. Ha messo a rischio la mia vita e quella di Thunder. Non lo perdonerò mai e non mi sento sicura a sapere che è libero di fare quello che vuole senza rischiare gravi conseguenze.»
Accompagniamo Dafne alla polizia e entra accompagnata da Achille, passano circa due ore quando li vediamo uscire con alcuni fogli tra le mani.
Dafne ha un atteggiamento combattivo e soddisfatto. In quell'istante capisco che ha davvero chiuso per sempre con il suo passato.
Ho già saltato un giorno di appuntamenti di lavoro a Imola quindi una volta tornati a casa a tarda sera sono costretto a mettermi in viaggio. Mi sento esausto, sia nel corpo che nella mente ma estremamente felice di vedere Dafne in salute e soprattutto con uno sguardo sereno. C'è un'alta possibilità che mettano un'ordinanza restrittiva a Peter nei confronti di Dafne e anche io lascio la scuderia con il cuore più leggero.
«Non te ne sei ancora andato e già mi manchi. Spero che verrai a qualche altra gara, non sono sempre così movimentate e drammatiche.»
Le sorrido accarezzandole una guancia e mi perdo nei suoi occhi color miele «Ci sarò sicuramente. Anche se adesso guardo con un po' più di timore i cavalli»
Dafne mi fa un cenno con la mano «quando li guardi pensa alle tue monoposto. Quando ti schianti contro un muro o hai un incidente anche tu torni subito in pista... Adesso quando ci vediamo?»
Lei non può saperlo ma sto organizzando una sorpresa per il suo compleanno tra una settimana già da un po'. Me ne vado con un'aria di mistero e con l'augurio che questa settimana passi veloce e... senza intoppi.
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