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Per molti tornare alla normalità e alla routine lavorativa dopo delle giornate di vacanza è deprimente, invece per me da quando ho la scuderia e ho Thunder ad aspettarmi è sempre confortante tornare a casa e riprendere le mie abitudini. Quando alla sera faccio la consueta videochiamata con Carlos sento la sua mancanza ma in questi giorni siamo entrambi impegnati: io per l'imminente gara a Ginevra del Global Champions tour dove verrà anche Carlos e nel frattempo lui è impegnato a Fiorano con le prove sulla nuova monoposto. Sono emozionata al pensiero che Carlos sarà ad una mia gara. Non ha mai avuto ancora modo di vedermi dal vivo e immergersi come ho fatto io con lui nel mio sport e conto i giorni che ci separano da questa nuova avventura.
Thunder è in ottima forma. Abbiamo un feeling sempre più forte e ho grandi aspettative su questa gara. Quando arriva il momento di farlo salire sul van ho il cuore a mille. Il campo gara di Ginevra mi ha dato sempre grandi soddisfazioni anche con altri cavalli e quindi dal nostro binomio mi aspetto grandi cose.
Come da tradizione, la sera prima della partenza Nicole è venuta da me e siamo sul divano già in pigiama a guardare La risposta è nelle stelle, è uno dei nostri film romantici preferiti e spesso prima di una gara lo riguardiamo.
«Sei emozionata che domani ci sarà anche Carlos?» Mi chiede Nicole mentre soffia nella sua tazza di tisana
«Tantissimo. Spero tanto che non si annoi. Ma mi sembra sempre interessato ai miei racconti sull'equitazione, quindi chissà.»
«Sarebbe interessato anche se leggessi la lista della spesa, Dafne!»
Ridiamo entrambe ma Nicole si fa improvvisamente seria
«Come ti comporterai se dovessi vedere Peter?»
Faccio un sospiro rumoroso e prendo la mia tazza dal tavolino
«In realtà voglio solo ignorarlo. Devo per forza abituarmi al fatto di vederlo ma sappiamo bene che alle volte non ci si incontra nemmeno durante le gare. In tutti i casi lo ignorerò. Ormai non fa parte più della mia vita.»
Nicole annuisce e mi stringe in un forte abbraccio. Le cose tra lei e Achille sembrano andare bene e il loro rapporto non ha intaccato in nessun modo la nostra amicizia e la nostra routine. Sono felice per lei, le brillano gli occhi quando vede mio fratello e per lui è altrettanto.
Quando arriviamo a Ginevra c'è un gran fermento. Thunder come sempre quando mi vede raspa con lo zoccolo in cerca di uno zuccherino che io gli prendo prontamente dal baule. Al pensiero di rivedere Carlos a breve mi batte forte il cuore.
Quando lo vedo arrivare, sono intenta a salire su Thunder. Mi viene incontro e scorgo nei suoi occhi l'emozione di essere qui. Accarezza il manto lucido di Thunder e io mi abbasso per schioccargli un bacio sulle labbra. Una scarica di adrenalina mi pervade il corpo.
Mentre sono nel campo prova, Carlos è vicino a una delle staccionate assieme ad Achille. Sentiamo chiamare in campo gara Peter e il mio cuore sembra saltare un battito. Mi giro verso Achille che mi fa un cenno con la testa e mi sussurra «Concentrati» annuisco piano e ripeto nella mente la sequenza dei salti.
Quando Peter finisce il percorso, passa accanto a me e Thunder che drizza subito le orecchie, per poi rivolgere il suo sguardo verso Carlos e fare una risata beffarda. Non mi farò influenzare dalla sua presenza negativa. Lo scaccio con tutte le mie forze dalla mente e mi dirigo verso il campo gara.
Io e Thunder facciamo un percorso perfetto in un tempo record. Vedo Carlos applaudirmi felice e io ho il cuore che mi scoppia dal petto. Viene fermato da tante persone incredule e felici di vederlo qui, anche alcuni giornalisti gli scattano delle foto e gli chiedono curiosi il perché della sua presenza. Lui sorride imperscrutabile senza rilasciare dichiarazioni.
Quando ritorniamo al mio box sentiamo una voce in fondo al corridoio
«Bene, bene, bene...»
Quando vedo Peter decido di impulso di andargli incontro e bloccarlo per non permettergli di raggiungere Carlos e Achille che già sono neri in viso. Mi giro verso di loro e gli faccio cenno di aspettare lì. Li vedo rimanere entrambi vigili e la tensione è palpabile.
Guardo Peter in cagnesco e lui alza le mani in segna di resa
«Volevo solo complimentarmi con te per il tuo percorso e fare un saluto al tuo adorabile fidanzatino.» Il suo ghigno beffardo mi da sui nervi e gli darei volentieri uno schiaffo. Ho le mani chiuse a pugno e sento le unghie conficcate nei palmi
«Te lo dirò una volta soltanto. Devi far finta che io non esisto. Non voglio più vederti e non voglio che porti scompiglio nella mia vita.»
L'espressione di Peter cambia e non riesco a decifrarla «Come puoi pensare di cancellare gli anni passati insieme?»
Io veramente non riesco a capire se si prende gioco di me o è solamente idiota, lo prendo per il bavero della giacca e lo scuoto, sentendomi disgustata dal suo atteggiamento.
«Hai distrutto tutto tu. Mi hai lasciata da un giorno all'altro. Non hai nemmeno avuto le palle di dirmi che mi hai tradita. Con tutta probabilità c'è la tua donna e tuo figlio ad aspettarti a casa e continui a fare lo stronzo! Tu per me sei morto! Anzi, ho davvero cancellato come hai detto tu sei anni della mia vita. E sai che ti dico? In fondo hai fatto proprio bene a mollarmi, ero troppo cieca per capire da sola che razza di persona sei realmente» Faccio un respiro profondo e sento dei passi dietro di me, non mi giro solo perché ho paura di crollare e non voglio dare questa soddisfazione a Peter
«Sparisci Peter.» Sento la voce di Nicole alle mie spalle e sento gli occhi diventare lucidi
«Me ne vado. Io non volevo che andassero così le cose Dafne.» Mi guarda dritto negli occhi. Quegli occhi blu che tanto amavo, adesso mi sembrano solo freddi e inespressivi.
«Se ci tieni davvero a me lasciami in pace.» Gli sussurro con un filo di voce.
Senza dire altro se ne va da dove era arrivato. Appena gira l'angolo sembra dissolversi il groppo che avevo sul petto.
Corro verso Nicole e l'abbraccio, veniamo poi raggiunti da Carlos e Achille
«Grazie per non essere intervenuti.» Dico ad entrambi abbracciandoli.
Quando ritorniamo in albergo, mi butto sotto la doccia bollente per cercare di sciogliere i nervi. Quello che mi rincuora è stato constatare che io per Peter non provo più alcun tipo di sentimento, né positivo né negativo. Non sono più arrabbiata, non lo odio, né porto rancore. Voglio solo che sparisca dalla mia vita. Raggiungere questa consapevolezza porta in me un nuovo benessere. Mi sento liberata da catene che mi portavo dietro da mesi, forse da anni.
Quando raggiungo Carlos in camera, noto subito che è pensieroso. Ha un'espressione corrucciata e gli giro intorno guardandolo interrogativa. Quando si accorge della mia presenza cerca di cambiare espressione ma ormai sento di conoscerlo ogni giorno di più e il suo umore non mi passa inosservato. Mi siedo accanto a lui tamponandomi i capelli e aspetto che mi dica qualcosa. Il silenzio tra di noi sembra essere sempre più pesante quindi decido di essere io la prima a romperlo.
«Carlos... c'è qualcosa che non va?»
Noto che evita di guardarmi, in me inizia a farsi largo una sensazione di panico
«Non sei tu il problema...»
Lo guardo interdetta, gli prendo le mani tra le mie «Ti prego non continuare la frase con "non sei tu il problema, sono io'' perché è la frase più scontata del mondo per mollare una ragazza» cerco di sembrare disinvolta ma in fondo mi sto sentendo morire dentro.
Carlos si gira di scatto verso di me «Perché hai pensato che volessi lasciarti?» Il suo sguardo si fa serio, non penso di averlo mai visto così e mi sento un po' a disagio non sapendo come comportarmi. Ci pensa lui a continuare il discorso
«Peter ha qualcosa che non va. Una malsana ossessione verso di te e io sono preoccupato per la tua incolumità.»
Mi sento immediatamente più leggera. Vorrei tanto capire perché la mia mente macchina subito i finali più tragici
«Sai cosa? Ci pensavo proprio prima. Io invece mi sento benissimo. Mi sono resa conto che mi è completamente indifferente, non provo né risentimento né rabbia nei suoi confronti. Ti vorrei dire che lo conosco ma dopo tutto quello che è successo non ne sono sicura nemmeno io. Ti vorrei dire che magari oggi è stata davvero la fine e che si dia una regolata ma non sono sicura nemmeno di questo. Posso solo dirti che non mi spaventa più. Voglio cancellarlo dalla mia vita e basta. Possiamo provarci insieme? Non voglio che ci roviniamo la serata a causa sua.»
Lo sguardo di Carlos si addolcisce e mi accarezza una guancia per poi passare un dito sulle mie labbra
«Sei la cosa più bella che mi sia capitata.»
Gli prendo il viso tra le mani e lo bacio con passione ma quando cerca di sfilarmi l'accappatoio gli fermo le mani anche se con un grande sforzo
«Faremo tardi a cena...»
Il suo sguardo è ardente ma anche divertito «Se voglio so andare molto veloce...»
Rido di gusto portando la testa all'indietro e mi lascio andare a questa nostra travolgente passione.
Il mattino seguente nonostante le poche ore di sonno mi alzo all'alba. Oggi è la giornata decisiva per aggiungere altri punti e un cospicuo montepremi alla mia carriera. Ho saputo che oggi ci saranno parecchi sponsor e voglio cercare di fare il mio meglio.
«Già sveglia?» Dice Carlos con una voce arrochita. Lo vedo osservarmi mentre mi abbottono la camicia e infilo la giacca da concorso «Ieri non ho avuto modo di dirti che il vostro abbigliamento da gara è davvero sexy»
«Spero che tu abbia guardato solo il mio!» Gli lancio un cuscino e lui mugugna qualcosa. Mi avvicino a lui per un fugace bacio «Dormi un altro po' dico ad Achille che venite insieme. Io e Nicole ci avviamo prima per controllare i cavalli e vedere se ci serve qualcosa all'ultimo minuto.»
Quando arriviamo al campo gara vengo accerchiata da alcuni paparazzi. In un primo momento questa cosa mi spaventa, non sono abituata a questo tipo di attenzioni. Nella mia vita ho rilasciato sempre e solo interviste inerenti al mio sport ma a nessuno è mai importato molto della mia vita privata. Mi copro il viso con le mani e gli addetti alla sicurezza vedendo me e Nicole in difficoltà ci scortano all'interno
«Dafne!!! Dafne!!! Solo qualche domanda su di te e Carlos!»
«Ci sarà anche oggi?»
Quando entriamo nelle scuderie mi gira la testa «Ma sono impazziti quelli lì fuori?»
«Non sapevo che anche i piloti di formula uno fossero così il centro dei gossip!» Aggiunge Nicole
Quando arrivo al box di Thunder, è stranamente irrequieto. Lui ha un carattere forte ma solitamente con me è sempre molto mite, oggi sembra strano. Chiedo al mio stalliere se ha notato qualcosa di insolito ma cerca di tranquillizzarmi dicendo che a volte può capitare dopo i viaggi, un po' di stress dice, niente di più.
Continuo per tutta la mattinata ad avere una strana sensazione e quando arriva Achille mi sento sollevata, gli corro incontro e lui mi guarda preoccupato
«Vieni a controllare Thunder, stamattina ha un comportamento strano.»
Achille inizia a fare tutti i controlli del caso, noto che il suo sguardo è tranquillo e inizio a tranquillizzarmi anch'io
«Dafne, penso ci sia solo qualche giumenta in calore nelle vicinanze, stai tranquilla. Ricordati che Thunder è un esemplare giovane ed è anche uno stallone.»
«Lo so, lo so. Però non l'avevo mai visto così.» Quando mi avvicino a lui scatta indietro con la testa facendomi sussultare, il mio cuore inizia a battere più forte e un senso d'ansia si attanaglia dentro di me
«Dafne...» mi giro verso Carlos, che stava osservando silenziosamente la scena
«Capita a tutti di avere una giornata che non sembra partire nel migliore dei modi, soprattutto in gara. Stai tranquilla. Come mi hai insegnato tu se sei agitata ne risente anche il cavallo»
Mi giro di nuovo verso Thunder e faccio un respiro profondo, poi prima di salire in sella stringo forte Carlos che ricambia l'abbraccio.
Sin da bambina mi hanno insegnato a non far prevalere l'emotività prima di una gara, ma oggi è davvero difficile. Thunder sembra irrequieto, quasi ho la sensazione di non riuscire a gestirlo. Ha scatti improvvisi e cerca di continuo di impennare. Mi aggrappo al suo collo e stringo forte le gambe. Quando arriva il mio turno, raggiungo il campo gara e non faccio nemmeno in tempo a fare il saluto alla giuria che Thunder parte all'impazzata, il suo collo è molto rigido, non riesco a tenerlo alle redini. Salta sempre prima rispetto ai miei comandi e finiamo per fare salti ben più alti dell'ostacolo che rischiano di disarcionarmi. Cerco di tenere duro, cerco di instaurare con lui la nostra solita connessione ma non riesco. Siamo al terzultimo salto, posso farcela.
Thunder però dopo il salto irrigidisce ancora di più il collo e parte in un galoppo impazzito fino a sgroppare facendomi fare un volo di diversi metri.
Sento un forte botto alla testa e intorno a me diventa tutto buio.
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