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19

Quando sento un rombo sferzare l'aria, mi giro di scatto. Il cuore inizia a battermi più forte e non riesco a reprimere un sorriso. Gli corro incontro e poggio il viso nell'incavo del suo collo, inalando l'ormai familiare profumo muschiato. Mi è mancata questa sensazione. Mi è mancato sentire le sue braccia muscolose intorno a me, sentirmi protetta.

Non so per quanto tempo rimaniamo così, immersi in un silenzio che vale più di tutte le parole. Soprattutto più valevole delle urla che ci siamo riservati stamattina.

«Ehm ehm...» sentiamo una voce alle nostre spalle, è nonno Spence. Quando vede in faccia Carlos, sgrana gli occhi.

Non penso di aver mai visto mio nonno impacciato, soprattutto con di fronte un ragazzo giovane. Mio nonno per forza di cose, è sempre stato autoritario, tranne con noi nipoti. Quando lo vedevo nelle vesti di colonnello della U.s Army mi faceva sempre un po' soggezione. La cosa più divertente è che continua a chiamare Carlos 'signor Sainz'

«La prego, mi chiami Carlos. Solo Carlos.» Dice Carlos nel suo perfetto italiano dall'accento spagnolo

«Certo Carlos... tu chiamami Spence.»

Carlos si avvicina alla macchina e prende qualcosa dalla portiera

«Questi sono per te Spence. Ti aspetto domenica con tua moglie o qualche tuo amico.»

Mio nonno prende incredulo i biglietti e da un mezzo abbraccio a Carlos,

«Grazie Carlos. Non ho mai avuto modo di vedere una gara da vicino. Mi hai proprio fatto un bel regalo! Adesso vi lascio soli...» nonno Spence si allontana guardando ancora i biglietti e si chiude la porta di casa alle spalle.

Tra di noi cala un silenzio imbarazzato, entrambi non sappiamo da che parte cominciare e riesco a percepire la sua tensione. Non posso evitare di pensare che vederlo arrivare mi ha resa davvero felice. È il minimo che poteva fare dopo stamattina, ma non è di certo un gesto scontato. Sono felice che sia capace di mettere da parte l'orgoglio, di essere capace di dimostrare che a noi ci tiene. Su questo aspetto è sicuramente più bravo di me. La vecchia Dafne dopo le parole di Carlos di stamattina sarebbe rimasta a pregarlo e a dare spiegazioni ma preferisco questa nuova me. Capace di amarsi e rispettarsi.

Non so tutto questo dove ci porterà ma so che al momento è capace di rendermi felice anche con un semplice gesto come questo. Non sono abituata alla gentilezza, all'amore incondizionato. È davvero difficile mettere da parte il passato, a non farsi condizionare da esso. E questo lo sappiamo bene entrambi. In Carlos vedo qualcosa che non ho mai conosciuto, un uomo che non ha paura di amare. È già amore? Questo non lo so, però so che io farei di tutto per lui e lui farebbe di tutto per me.

«Carlos...» la mia voce è arrochita dalla tensione, cerco di schiarirmela ma mi perdo un attimo nei suoi occhi scuri, il suo sguardo si sposta dalle mie labbra ai miei occhi e ho un sussulto.

Cerco di continuare, tenendo a freno le emozioni

«Io non ti ho mai paragonato a Peter... e mai lo farò. Sarebbe davvero impossibile visto che tu sei la persona che mi ha fatto aprire gli occhi, mi hai fatto capire con che razza di uomo sono stata. Se non avessi conosciuto te probabilmente non avrei mai aperto gli occhi o almeno ci avrei messo più tempo. Qualsiasi direzione prenderanno le cose tra di noi, io ti sarò sempre grata per questo.»

Carlos si avvicina piano a me, mi trovo a fissare le sue labbra carnose con la bramosia di baciarle. Mi accarezza lentamente la guancia, i brividi mi attanagliano il corpo. Mi stringo forte a lui e ci perdiamo in un bacio lento e dolce capace di dissipare tutte le tensioni accumulate.

«Ho sbagliato, a volte mi sembra di non fare mai la cosa giusta con te. Ci sono veramente rimasto male per il tuo comportamento dopo la serata a Monza ma non avrei dovuto trattarti così dopo il viaggio che ti sei fatta per raggiungermi...» Tiene la sua fronte attaccata alla mia, sento il suo respiro caldo e vorrei rimanere così per sempre. Lo lascio continuare godendomi questa nostra vicinanza «Non avrei dovuto dire quelle cose. Dobbiamo imparare entrambi a far pace con il nostro passato. Sono sicuro che insieme ci riusciremo. Quello che provo per te è forte e so che ne vali la pena.»

Alzo lo sguardo su di lui e lo bacio nuovamente. Vorrei essere in un posto lontano da tutto e da tutti, solo io e lui e fare l'amore scrollandoci di dosso tutta la negatività.

«Tu ne vali la pena.» gli sussurro a fior di labbra.

Veniamo interrotti dal rombo di un'auto, è tornata nonna Jane, che ci guarda incuriosita.

È davvero strano vedere Carlos nel mio ambiente familiare. Non avrei mai immaginato che le cose sarebbero andate così, la nonna mi lancia degli sguardi eloquenti mentre prepariamo il the come a farmi capire che ci aveva visto lungo. Nonno Spence e Carlos si perdono nei racconti dei grandi della formula uno e Carlos è ben felice di raccontare tutti gli aneddoti divertenti del dietro le quinte.

Lo osservo e come sempre mi incanta il suo modo gentile verso tutti. Pur essendo arrivato alla vetta nella sua carriera, è sempre umile e alla mano. Nel suo modo di fare non c'è mai spocchia o senso di superiorità. Questa è una delle cose che più ammiro in lui. I nonni sembrano ammirarlo quasi quanto me e lo convincono a rimanere a cena. Per tutta la serata non faccio altro che immaginare noi due da soli. Ci scambiamo sguardi intensi e molto spesso mi ritrovo a tenere a bada il familiare calore che mi tinge le guance.

Dopo aver aiutato la nonna a sparecchiare, raggiungo Carlos e nonno Spence in veranda. Il nonno sembra intuire qualcosa e borbottando una scusa rientra in casa

«I tuoi nonni sono davvero speciali. Mi ricordano tanto i miei.» Annuisco guardando all'orizzonte e sento la mano di Carlos sfiorare la mia

«Vorrei tanto portarti con me ad Austin ma questa volta siamo nei nostri alloggi mobili e non ho molta privacy. La stanza è molto piccola.» Ho un sussulto, mi sembra incredibile che ci ritroviamo spesso a pensare o desiderare le stesse cose. Con ogni probabilità abbiamo pensato alle stesse cose per tutta la sera. Un fremito mi attanaglia il basso ventre al pensiero dei nostri corpi intrecciati.

«Tranquillo, per quanto sia chiaro anche a loro come stanno le cose tra di noi, non mi sarebbe sembrato il caso...» gli stringo entrambe le mani mettendomi di fronte a lui «...ma sappi che mi manchi molto»

Vedo la mascella di Carlos serrarsi, un guizzo illumina i suoi occhi scuri e poggia lentamente le sue labbra su di me.

«Ti faccio una proposta, visto che i tuoi nonni verranno alla gara di Domenica, porta con te la valigia così rimani ad Austin, magari prenoto un posto più tranquillo per noi due e Lunedì mattina partiamo insieme per l'Italia»

Ci penso un po' su, avevo prenotato il volo di ritorno Martedì mattina ma la voglia di stare con lui prevale su tutto. Domani dedicherò la giornata ai nonni e Domenica raggiungerò Carlos ad Austin. Mi sembra un buon compromesso.

Carlos è entusiasta della mia scelta e ci diamo appuntamento a Domenica.

La giornata di Sabato passa veloce e lenta al tempo stesso. Veloce perché desideravo tantissimo dedicare un'intera giornata ai nonni e il tempo con loro è sempre prezioso, lenta perché d'altra parte non vedo l'ora che arrivi domani per rivedere Carlos. Appena mi fermo a pensare non riesco a togliermi dalla mente i momenti passati insieme fin ad ora e quelli che verranno. A volte il futuro fa paura, ci ritroviamo a farci attanagliare da problemi inutili o immaginiamo finali disastrosi quando l'unica cosa da fare sarebbe fare un respiro profondo e concentrarsi sul presente. Il presente è il dono più prezioso, in cui siamo capaci di scrivere una nuova pagina della nostra vita.

L'ho vissuto sulla mia pelle. Inutile stare lì a progettare tutto nei minimi dettagli, a cercare di avere tutto sotto controllo, se il destino sta riserbando qualcosa di diverso per te, stravolgerà tutti i tuoi piani e le tue certezze da un giorno all'altro.

È ormai sera quando sono intenta a preparare la valigia. Vedo nonna Jane fare capolino alla mia porta, si appoggia allo stipite e mi osserva

«Mi dispiace che la tua permanenza qui sia già finita...»

Piego una camicetta e le vado incontro per stringerla forte «anche a me nonna, a volte sapervi così lontani fa male. Ma so che per me ci siete sempre.»

«Fino all'ultimo respiro tesoro mio...» si siede all'angolo del letto e mi scruta con i suoi occhi color miele, prende alcuni vestiti e mi aiuta a piegarli «Allora... tra te e Carlos c'è qualcosa di speciale. È inequivocabile»

Sento il familiare calore alle guance e mi siedo accanto a lei «è stata una cosa talmente inaspettata e improvvisa che a volte mi spaventa...»

La nonna mi sorride complice «succede così quando si tratta del vero amore. Arriva quando meno te lo aspetti e magari nel periodo in cui proprio non lo stavi cercando. Ma siete entrambi innamorati, questo te lo assicuro.»

Abbasso lo sguardo, fingendomi impegnata a sistemare gli ultimi vestiti «Non ne sono così sicura. A volte non lo capisco. Un attimo prima mi sembra preso dalla nostra conoscenza e quello dopo mi sembra di essermi sbagliata o illusa.»

«Dafne, a volte siamo ciechi davanti all'amore. Sei stata con una persona che tutti avevamo inquadrato in un certo modo, eppure tu l'avevi plasmata con gli occhi dell'amore. Dopo la delusione stai avendo il comportamento opposto, ti vuoi convincere che quello con Carlos non sia amore ma stai ben certa che la nonna Jane non sbaglia mai. Poi detto tra noi, è proprio un bel ragazzo» mi da una spallata facendomi l'occhiolino facendomi sorridere. Le sue parole sembrano avermi scavata dentro e mi lasciano un po' destabilizzata. È proprio vero che con Peter tendevo a ingigantire i suoi gesti, seppur minimi mi sembravano sempre delle grandi dimostrazioni d'amore e ogni suo sbaglio ero sempre pronta a giustificarlo. Con Carlos tendo a fare il contrario: più mi dimostra, più mi chiudo e se veniamo travolti da qualche difficoltà o incomprensione, vorrei solo scappare.

La domenica mattina raggiungiamo un circuito delle Americhe gremito, ci facciamo largo tra la folla evitando una fila di curiosi che si chiedono perché abbiamo una corsia preferenziale. I nonni raggiungono i loro posti nelle tribune vip (Carlos sa proprio come fare bella figura) e io mi incammino verso i box Ferrari. Oggi c'è grande trepidazione, Carlos per la prima volta partirà in prima fila e si aspetta il meglio da questa gara e io sono agitata quasi quanto lui.

«Dafne!» Sento la sua voce calda e avvolgente alle mie spalle e mi giro riservandogli un sorriso affettuoso. Ci abbracciamo brevemente

«Ero a fare le interviste mentre facciamo il giro per salutare i tifosi»

«Allora, sei emozionato?»

Si gira brevemente verso la sua monoposto «Molto, mi aspetto tanto da questa gara. È uno dei circuiti che più preferisco e spero che partire in P3 mi dia lo slancio giusto.»

Annuisco ma vengo distratta da una figura alta venire verso di noi, quando si avvicina abbastanza riconosco subito il sorriso contagioso di Daniel e gli sorrido anch'io, ma girandomi verso Carlos mi rendo conto che ha repentinamente cambiato espressione

«Ciao Dafne!» Come sempre mi abbraccia più del dovuto e io mi ritrovo a staccarmi da lui imbarazzata «Non ci siamo più sentiti dopo la festa!»

Vedo la mascella di Carlos serrarsi, così decido di passargli un braccio intorno ai fianchi, a questo mio gesto lo sento sussultare

«Vero Daniel, purtroppo sono stata molto impegnata e poi ho fatto una sorpresa a Carlos. Mi sembra proprio di avergli portato fortuna non trovi?»

Daniel continua a guardarmi ammiccante «Allora cerca di portare fortuna anche a me! Oggi ne ho bisogno. Vi lascio ragazzi, ti contatto in questi giorni Dafne!»

Si allontana sul suo monopattino elettrico e scorgo sul suo viso un'espressione soddisfatta. Ho capito benissimo che il suo intento era far ingelosire o infastidire Carlos e devo dire che ci è riuscito.

«Quindi vi siete sentiti...»

Mi giro verso Carlos guardandolo negli occhi «Punto primo, devi concentrarti. Lo ha detto solamente per infastidirti e non gli puoi dare questa soddisfazione. Punto secondo: si. L'ho sentito ma solo prima della festa, mi contattò su Instagram per darmi l'indirizzo. Niente di più.»

Lo sguardo di Carlos non mi convince, quindi continuo «Ricordati cosa ci siamo ripromessi ieri. Io voglio fidarmi di te e tu devi fare lo stesso con me.»

Carlos mi prende la mano e mi conduce sul retro dei box, il mio cuore inizia a battere sempre più forte. Nei suoi occhi riesco a scorgere il desiderio. Mi prende il viso tra le mani e spinge il mio corpo con le spalle al muro facendo peso con il suo. Mi bacia con foga, sento le nostre lingue intrecciarsi e un violento brivido fa fare le capriole al mio stomaco. Vorrei che non smettesse più. Lo stringo forte a me e ricambio il bacio con lo stesso trasporto.

«Adesso sono pronto per andare a vincere.» Mi lascia con il fiato corto nel retro del box. Cerco di ricompormi per poi raggiungere i nonni alle tribune.

«Dafne, tutto bene?» Devo avere ancora un aspetto scosso. Questo è quello che mi destabilizza di Carlos, non so mai cosa mi aspetta con lui. Il Carlos dolce, il Carlos divertente, il Carlos chiuso e schivo o ancora il Carlos passionale e geloso? Tutte queste sfumature del suo carattere mi fanno volere sempre un pezzettino in più di lui. Non ne è mai abbastanza, il tempo con lui sembra non essere mai abbastanza, quello che mi fa provare sembra non essere mai abbastanza. Lui è troppo di tutto, un vortice da cui non voglio più uscire.

La gara è un crescendo di emozioni, Carlos riesce a mantenere la sua posizione tra i primi posti e si ritrova davanti solo Lewis Hamilton. Durante le mie varie ricerche per saperne un po' di più su questo mondo, ho letto che è l'attuale possessore del titolo di campione del mondo e ha vinto sette titoli fino ad ora, manca poco e potrebbe perfino superare il grande Schumacher. La lotta è sempre più tesa. Carlos è a pochi millesimi di secondo di differenza rispetto a Lewis e tra una strategia e l'altra riesce a tenere brillantemente testa a Lewis. Io ormai ho smesso di respirare, so quanto sarebbe importante per lui alzare quella coppa sul podio. Posso capirlo, so bene cosa si prova.

Finalmente arriva l'ultimo giro, Carlos cerca sul rettilineo di superare Lewis e rimangono spesso testa a testa, mi porto le mani davanti alla bocca, a volte le ruote delle loro auto sono così vicine che temo uno scontro.

Quando arrivano finalmente al traguardo, mi sembra di riuscire di nuovo a respirare. Sono così felice per Carlos, si sta impegnando duramente e tutti i sacrifici fatti fino ad ora stanno portando i suoi frutti. Dopo le foto di rito alla pole position vedo Carlos dire qualcosa al suo team, pronto a festeggiarlo. Tutti i meccanici e ingegneri alzano lo sguardo verso di me e urlano

«Dafne, Dafne scendi!!!» Tutte le persone intorno a me iniziano a fissarmi e i miei nonni ridono divertiti del mio imbarazzo. Completamente paonazza in volto, scendo i gradini di ferro degli spalti e raggiungo Carlos che mi stringe forte e io gli scocco un bacio sul casco, all'altezza delle labbra. Sento migliaia di clic e flash intorno a noi e questa situazione un po' mi spaventa, ma non m'importa, sono felice di condividere questa vittoria con lui.

Durante la premiazione, rimango in prima fila assieme al suo team, vengo ripresa spesso dai giornalisti che mi fanno domande ma io cerco di ignorarli e concentrarmi solo su Carlos.

Una volta finita la premiazione, raggiungo di nuovo i nonni sugli spalti per condurli nella zona Ferrari, ci tenevano a congratularsi con Carlos.

Quando lo vedo arrivare, mi salta irrimediabilmente un battito. Il suo sorriso dritto fa da cornice a un volto estremamente felice e nell'euforia mi abbraccia di nuovo con trasporto

«Mi hai portato veramente fortuna.» Mi sussurra tra i capelli

«Al diavolo la fortuna, hai lavorato duramente per arrivare a questi risultati!» Mi guarda felice e mi da un leggero bacio sulla guancia per poi rivolgersi ai miei nonni, che continuano a ringraziarlo per questa giornata e a congratularsi con lui.

Quando saluto i nonni, non ho tanto tempo per essere malinconica, l'allegria di Carlos è contagiosa. La cosa più bella è vedere che anche Charles lo sostiene ed è felice, senza rivalità né rancore. Nel mondo dello sport non è sempre facile instaurare amicizie, lo so bene anch'io. Quando ti capita, ti ritieni davvero fortunato. Io ho Nicole come compagna di vita e di sport e Carlos ha persone splendide come Charles e Lando, anche se i rapporti con quest'ultimo non sono più gli stessi rispetto a quando erano nella stessa scuderia, so che lui gli vuole un gran bene.

«Ciao Dafne!» Mi giro verso questa voce sconosciuta, nel suo inglese riconosco subito l'accento britannico, estremamente diverso dal mio americano.

Mi ritrovo davanti Lewis Hamilton, un sorriso bianchissimo fa da cornice alla sua carnagione cappuccino e i capelli sono sistemati in delle perfette treccine. Non posso negare che sia un bellissimo ragazzo.

«Ciao Lewis! Piacere di conoscerti!»

«Passavo qui davanti e ho pensato di vedere chi era la famosa Dafne che hanno chiamato tutti a gran voce!» Dietro le sue gambe fa capolino un bulldog inglese, mi abbasso subito ad accarezzarlo mentre mi fa le feste

«Difficile che Roscoe faccia le feste a qualcuno! Gli piaci!» Gli sorrido mentre continuo ad accarezzare Roscoe e nel frattempo veniamo raggiunti da Carlos. Si danno il pugno e si complimentano per la gara.

«E quindi Dafne, tu cosa fai nella vita?» Mi ricompongo alzandomi e rimanendo al fianco di Carlos

«Sono un'amazzone, pratico salto a ostacoli a livello internazionale e ho una scuderia dove allevo cavalli di alta genealogia e una scuola di equitazione.»

Lewis fa un fischio e si complimenta con me «Allora ci vediamo qualche altra volta! Buona serata ragazzi.»

Carlos si gira verso di me «Mai visto Lewis passare di qui dopo una gara.»

Lo guardo interdetta «Vabbè dai è stato carino, in fondo avete condiviso il podio di oggi»

Carlos mi intreccia le braccia dietro al collo e ci guardiamo dritti negli occhi, poi scorgo un guizzo divertito nel suo sguardo

«O forse hai uno strano ascendente sui piloti di formula uno.»

Porto dietro il collo e mi lascio andare in una sonora risata, noto Carlos guardarmi felice.

Quanto ho desiderato una tale complicità per un uomo? Scherzare con la gelosia, ridere insieme, condividere i successi. Pensavo che non avrei mai avuto niente del genere con un uomo fino a che non è arrivato questo spagnolo a rimescolare tutte le carte in tavola.

Raggiungiamo in tarda serata dopo aver festeggiato a cena con il team la vittoria di Carlos, il four season al centro di Austin.

«Ho evitato accuratamente alberghi troppo antichi.» Mi sussurra Carlos quando entriamo nel sontuoso ingresso dal marmo pregiato nei toni del beige e oro. Trattengo a stento una delle mie sonore risate per non fare brutta figura in questo posto elegante. Amo il fatto che ricordi ogni dettaglio di quello che dico, di quello che ci succede. Ogni volta rimango colpita da questo suo lato.

La nostra suite, se così si può chiamare perché in realtà sembra un vero e proprio appartamento, ha un ampio salone dalle pareti color crema con le tende dello stesso colore, un arredamento pregiato ma spigoloso e minimalista dai toni del tortora e del nero e tappeti scuri dalle forme geometriche. Apro piano una delle pesanti tende e trattengo il fiato alla vista del fiume Colorado illuminato dalla città.

Mi giro vero Carlos che mi osserva appoggiato a un muro con le braccia conserte, la testa è appena girata di lato e mi fa un mezzo sorriso

«È stupendo qui...» gli dico con un filo di voce. Pensare che ha fatto tutto questo per me mi emoziona, condividere una serata speciale solo noi due

«È un bellissimo modo per concludere una giornata perfetta.»

Mi strige da dietro e rimaniamo entrambi affacciati alla finestra. Dopo poco mi giro verso di lui e mordicchio il suo carnoso labbro inferiore, sento che ha un fremito e finisco per averlo anch'io. Senza aggiungere altro gli prendo la mano e raggiungiamo la camera da letto. Carlos mi guarda nella penombra, mi sfila piano il vestito e segue le mie forme con il dito provocandomi un brivido. Gli sfilo la felpa e poi i pantaloni per baciargli ogni centimetro del corpo, al contatto delle mie labbra sul collo mi stringe forte i fianchi per buttarmi sul letto. Intreccio le gambe per sentire la sua eccitazione e senza resistere oltre ci perdiamo l'uno nell'altra. Riesce ad essere addirittura più intenso della prima volta, il suo modo di possedermi non fa che eccitarmi ancora di più ma decido di prendere le redini della situazione mettendomi sopra di lui. Non è una leggenda o una battuta di cattivo gusto pensare che chi va a cavallo ci sa fare anche a letto. Riesco a tenere un ritmo che ero sicura avrebbe fatto impazzire Carlos e non mi sono sbagliata. Si alza verso il mio busto e mi bacia i seni, facendomi perdere completamente i freni inibitori.

Non pensavo si potesse raggiungere un tale livello di piacere, un'estasi totale che ti svuota totalmente. C'è solo lui, scompare tutto intorno a me e spero che non smetta mai. È peggio di una droga.

Rimaniamo a guardarci e ad accarezzarci ancora affannati. Mi scosta i capelli dal viso e segue il contorno delle mie labbra.

Dopo un po', Carlos si alza stiracchiando le braccia, rimango a guardare incantata il suo corpo asciutto ma curato e muscoloso. Sprizza mascolinità e fascino latino da tutti i pori. Quando si accorge che lo stavo scrutando, si sporge verso di me con un sorrisetto divertito.

«Attenta che finisci per consumarmi.»

Lo guardo con aria di sfida, prendo un cuscino e glielo lancio in testa. La sua risata riempie la stanza, è contagiosa e divertente, sembra uno di quei dinosauri in Jurassic park, rido da sola per questo confronto e per la sua contagiosa allegria.

Passiamo la notte completamente in bianco, avremo modo di dormire viste le numerose ore di aereo che ci attendono. Ci godiamo a pieno ogni ora che ci resta prima del ritorno a casa, apriamo una bottiglia di champagne, utilizziamo la jacuzzi nell'elegante bagno in marmo perdendoci di nuovo nella passione, ci sussurriamo parole dolci e ci raccontiamo aneddoti della nostra infanzia. Penso che non dimenticherò mai questa serata. Ogni attimo, dal primo all'ultimo è stato speciale e pieno di emozioni. Mi sto innamorando di lui, ma ho davvero paura a dirlo ad alta voce.

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