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«Accidenti... non mi sarei mai aspettata un gesto del genere da parte di Blanca. Tu già conoscevi tutta la storia?» Dice Nicole aspettando una mia reazione, scuoto la testa pensierosa, continuando a fissare lo schermo.
Quella sera non so quante volte ho riletto la mail, mi sono sentita più leggera, ho visto improvvisamente tutto più chiaro. Avevo bisogno anche del consiglio della mia migliore amica che ne è rimasta sorpresa quanto me
«Hai risposto a Carlos poi?» Aggiunge lei
«No e suppongo che sia partito per gli Stati Uniti ormai...»
Nicole si fa spazio per utilizzare il computer. Dopo aver digitato qualcosa, si gira di scatto e mi lancia uno sguardo complice
«Sarebbe proprio il momento giusto per far visita ai tuoi nonni... Vivono vicino a Houston no?»
La guardo perplessa, perché dovrei andare improvvisamente in America? Mi farebbe piacere vedere i miei nonni ma non sono dell'umore adatto. Nicole mi mostra la sua ricerca e leggo che il circuito d'America è sito ad Austin e capisco la sua proposta.
«Nicole... Austin e Houston disteranno almeno tre ore di auto.»
Nicole digita qualcos'altro frettolosamente e mi mostra di nuovo lo schermo «In realtà molto meno di tre ore. Sarebbe fattibile.»
«Ti ricordo che dovrei prima raggiungere gli Stati Uniti. Non è proprio dietro l'angolo e ho tante cose da fare qui in scuderia. Non posso mollare tutto di continuo.»
«Hai la fortuna di non doverti perdere nella burocrazia avendo la cittadinanza. Hai il privilegio di poter fare questo viaggio anche last minute. E poi qui oltre ad Achille ci sono anch'io e sai benissimo che puoi sempre contare su di me»
«Lo so, grazie... ma non penso sia il caso... non mi sono fatta più sentire, ormai ha anche smesso di chiamarmi, poi mi presento dall'altra parte del mondo come se niente fosse? Sembrerei una pazza.»
Nicole alza gli occhi al cielo sbuffando «Al massimo penserà che sei pazza di lui.» Dice dandomi una spallata e poi aggiunge «Ma in tutto questo, cosa hai risposto a Blanca? Perché l'hai risposta vero? Non avrai rimandato all'infinito come tuo solito...»
Le racconto di averle risposto il giorno seguente ringraziandola per avermi pensata e per aver speso belle parole su di me. Oltre a questo le ho raccontato brevemente anche della mia storia con Peter per farle capire che capisco a pieno le dinamiche di una rottura complicata e che sono ancora scottata dalla delusione. Ho aggiunto poi alla fine della mail, scrivendo e cancellando ripetutamente, che anch'io tengo a suo fratello. Che in poco tempo ho capito quanto fosse speciale ma ero rimasta delusa dall'andamento delle cose.
«Hai fatto proprio bene. Però adesso dovresti fare uno sforzo per fargli capire che ci tieni a lui. Dai, compriamo un biglietto!»
Fermo Nicole nella sua ricerca del biglietto aereo «No, Nicole. Non so se sono pronta. Adesso andiamo ad allenarci, ci penso un po' su e magari stasera decido.»
Ovviamente per l'intera giornata non ho fatto altro che pensare alla possibilità di raggiungere Carlos in Texas. Guardo il pass rosso sulla scrivania sembra dirmi "dai, andiamo in Texas! Compra quel biglietto" scuoto decisa la testa e cerco di concentrarmi su altro, cucino il mio piatto preferito, ascolto della musica, stappo una bottiglia di vino, ma niente. Il mio pensiero torna sempre lì. Prendo tra le mani il cellulare, indecisa a contattarlo. Come al solito ha la meglio la mia cocciutaggine e decido di non farlo.
Mi ritrovo così dopo mille battaglie contro me stessa a controllare le date. La gara è questo week end e per riuscire a fare in tempo dovrei partire al massimo tra due giorni. Mi sembra una vera follia. Eppure quella vocina nella mia testa continua ad essere insistente.
Alla fine, dopo ore di insonnia in cui mi sono girata e rigirata nel letto, in piena notte raggiungo il computer e clicco su acquista biglietto. Ho il batticuore. Sono consapevole di star facendo una follia totale ma non riesco a fermarmi.
Faccio un veloce calcolo con la mente per capire se posso chiamare i nonni, in Texas sarà ora di cena. Decido di connettermi a Skype e mandargli una telefonata.
«La mia principessa!» Mio nonno si appiccica con la faccia allo schermo e vedo i suoi baffi in primo piano
«Nonno! Spostati più dietro che non ti vedo»
Mio nonno si siede e inforca i suoi occhiali da vista Rayban a goccia con montatura argento, non penso di averlo mai visto con un paio diverso da quelli. «E lo so bella mia ma tuo nonno sta invecchiando e non ci sento bene. Jane! Vieni qui! C'è Dafne!»
Vedo mia nonna raggiungere il computer mentre si asciuga le mani sul grembiule a quadri, ha sempre i capelli tinti di biondo ordinati in uno chignon e gli occhi color miele che ho ereditato da lei brillano nel vedermi «Che urli Spence? Guarda che bella che è. Ciao tesoro! Che bella sorpresa ci hai fatto!»
«Ho una sorpresa più grande in realtà...»
I miei nonni mi guardano impazienti.
Li guardo per un attimo lì, seduti uno accanto all'altra. Spencer e Jane, il mio esempio di amore vero. Se i miei genitori sono stati un disastro con la vita di coppia, loro sono quelle coppie che credi esistano solo nei film. Non ricordo esattamente da quanti anni stanno insieme, sicuramente almeno cinquanta e il loro amore ha resistito davvero a tutto. Alle missioni di mio nonno in parti del mondo lontane, senza tutta la tecnologia di oggi, mesi e mesi senza sentirsi, senza vedersi, eppure il loro amore è stato più forte di tutto, conservano ancora gelosamente tutte le lettere che si sono spediti in quegli anni.
Nonna Jane ha seguito il nonno ovunque, compresa Napoli, ci sono rimasti fin quando mio nonno non è andato in pensione e hanno comprato una piccola tenuta in Texas. Amo quel posto, una ranch immerso nella natura dove si dedicano all'orto e agli animali. Era il grande sogno di nonna Jane da sempre, da lei e da mamma ho sicuramente ereditato anche l'amore infinito per gli animali. Per ovvie ragioni non ci vediamo spessissimo, ma ricordo ogni istante con loro con immenso affetto.
«Dopo domani chi di voi due mi viene a prendere all'aeroporto?» Nonno Spence sgrana gli occhi, nonna Jane si porta le mani alla bocca e gli occhi le si inumidiscono
«Stai scherzando Dafne?» Prendo il foglio della prenotazione dalla stampante ed esultano gioiosi. Quanto è bello saper di rendere felici le persone che ami, per forza di cose mi ritrovo con gli occhi lucidi anch'io.
Il giorno seguente è un totale caos. Con l'aiuto di Nicole, che è visibilmente compiaciuta dalla mia scelta di partire, preparo velocemente la valigia. Nella mia camera da letto sembra essere scoppiata una bomba: ci sono vestiti e cosmetici ovunque, devo stare via solo quattro giorni esclusi i due di viaggio, eppure sono troppo indecisa su cosa portare.
«Non dimenticare il passaporto e soprattutto il pass per entrare al circuito» Nicole me li porge e subito dopo cerca di darmi una mano per lasciare la camera in ordine. Quando chiudo la zip della valigia, mi manca l'aria. Sta succedendo davvero.
Quando mi siedo al mio posto in aereo, sento di essere totalmente nel panico. Tranquilla Dafne, se con Carlos dovesse andare male, almeno hai visto i tuoi nonni.
Mi rasserena il pensiero. Qualche giorno al loro ranch mi avrebbe fatto bene, svegliarmi presto al mattino e aiutare il nonno a dar da mangiare agli animali, bere il the alla cannella in veranda con la nonna e farmi viziare con tutte le specialità che ogni volta mi prepara. Si, mi avrebbe fatto proprio bene.
Le lunghe ore di viaggio non possono che portare il mio pensiero a Carlos, nelle cuffie parte Heat waves dei Glass animals
"Sometimes all I think about is you...''
Magari lo pensassi solo qualche volta. Non è passato nemmeno un istante che non mi sia venuto in mente un nostro momento insieme, il suo sguardo su di me, i suoi sorrisi, le mani forti che mi stringevano, la nostra notte insieme... al pensiero sento un brivido e stringo forte le gambe.
Sono orgogliosa, lo so. Forse avrei dovuto rispondergli, anche solo per urlargli contro di non chiamarmi più. Ma in fondo so che non era quello che volevo, per questo non ho mai avuto il coraggio di premere "accetta" a quella chiamata o a rispondere a un messaggio, sapevo che sarei stata debole, tanto che mi trovo su un aereo diretto in Texas a causa delle mie debolezze.
Le ore passano prevalentemente veloce, ho un po' sonnecchiato quando non ero intenta a perdermi nei miei pensieri o ad ascoltare canzoni romantiche e struggenti e qualche film sullo stesso genere.
Il Texas mi accoglie con un sole splendente e un clima decisamente più mite rispetto al rigido clima Svizzero. Trascino la pesante ed esageratamente grande valigia verso l'ingresso dell'aeroporto di Houston. I nonni, viste le dimensioni del bagaglio, potrebbero pensare che mi stabilirò da loro. Preparare la valigia non è sicuramente il mio forte.
Vedo nonno Spence con un cartello tra le mani: leggo Principessa Dafne, una piccola corona è disegnata sulla E del mio nome. Sorrido divertita, è sicuramente opera di nonna Jane. Quando il nonno mi vede il suo viso viene illuminato da un contagioso sorriso che fa alzare all'insù i baffi, gli corro incontro un po' goffamente essendo rallentata dalla valigia.
«Ti trasferisci da noi?» Dice il nonno mentre trascina la valigia verso il suo pick up Ford rosso amaranto «Ci avrei scommesso che lo avresti detto!» Rispondo divertita.
Durante il tragitto verso il ranch mi perdo nei miei pensieri e guardo assorta il panorama dal finestrino. Amo il Texas. Forse se ne avessi avuto l'occasione mi sarei trasferita anch'io qui. Il paesaggio incontaminato, la natura selvaggia, gli spazi ampi e i colori della terra del canyon. Per non parlare del fatto che qui è ben radicata la cultura e l'amore per i cavalli, la terra dei cowboy.
Quando arriviamo al ranch noto che dall'ultima volta che ci sono venuta, hanno fatto dei lavori di ristrutturazione. Il fienile è stato rimesso a nuovo e il legno scuro risplende della sua bellezza originale, di fianco al fienile vedo in lontananza un paddock con due mustang dal manto pezzato e la struttura della casa a due piani in legno è stata ridipinta di bianco, adornata dalle aiuole e dai rampicanti di cui la nonna si prende cura.
«Avete preso questi bei cavalli nonno?» Mi dirigo subito verso i due mustang, che mi annusano curiosi. Quando vedo i cavalli ho un richiamo particolare, non riesco a non andargli vicino e sentire la loro energia. Vengo distratta dal border collie dei nonni, Jay, che mi salta addosso in cerca di attenzioni. Mi abbasso ad abbracciarlo e finisce per leccarmi tutta la faccia. Mentre rido divertita vedo la nonna in veranda «Ma insomma! Sempre prima gli animali eh?» Le corro incontro con Jay affianco e la abbraccio forte
«Sono così felice di essere qui nonna!»
Mi schiocca un bacio sulla guancia e mi invita a seguirla in casa. Sento subito l'odore familiare dei biscotti al cioccolato appena sfornati, mi sembra di tornare indietro agli anni della mia infanzia.
Mentre siamo seduti tutti e tre in veranda a bere il famoso the alla cannella di nonna Jane accompagnato dai biscotti al cioccolato, arriva la fatidica domanda di nonna Jane. È curiosa di sapere come mai ho deciso così improvvisamente di fare questo lungo viaggio e soprattutto per così pochi giorni. Non so proprio dove iniziare e decido di tenermi vaga
«In realtà è stata una cosa improvvisata anche per me. Nonno tu guardi la formula uno?»
Il nonno cerca di prendere un altro biscotto prima di rispondermi ma nonna Jane gli da uno schiaffetto sulla mano, non riesco a non trattenere una risata
«Certo che seguo la formula uno. Ma che c'entra con te questo?»
«Ecco... in Portogallo qualche mese fa ho conosciuto i due piloti Ferrari. Uno dei due, Charles è fidanzato con un'amica di Nicole. Abbiamo stretto amicizia anche con l'altro pilota, Carlos e ho saputo che il circuito d'America dista poco da qui. Ho deciso quindi di approfittare per venirci...»
«Che bello Dafne. Quei due ragazzi sembrano essere tipi a posto. Mi fa piacere che hai fatto nuove amicizie!» Aggiunge nonno Spence
Nonna Jane mi scruta in silenzio, non le deve essere sfuggito il rossore alle guance quando ho nominato Carlos «Come è andata a finire con quel furfante di Peter?»
Prendo tempo mangiando un altro biscotto, poi faccio un lungo respiro e racconto ad entrambi tutti i dettagli da quando mi ha lasciata fino alla sua ultima scenata al mio chalet. Ometto che avevo passato la notte con Carlos ma il succo rende ugualmente l'idea
«I tedeschi... brutta gente. Io te l'ho sempre detto.» Borbotta il nonno
«Spence... non è buona cosa fare tutta l'erba un fascio. Per quanto riguarda Peter è davvero pessimo Dafne. Stagli alla larga il più possibile. So che è difficile durante le gare ma fai sempre attenzione. Non farmi stare in pensiero. Non mi è mai piaciuto quello lì. Sempre autoritario e freddo. Sono felice che tra voi sia finita, anche se inizialmente hai sofferto adesso ti vedo rifiorita.» Nonna Jane mi stringe la mano facendomi l'occhiolino e io abbasso gli occhi imbarazzata.
Un po' a causa del jet lag, un pò a causa dell'agitazione di rivedere Carlos, mi sveglio prima del sorgere del sole. Rimango per un po' alla finestra a guardare la natura risvegliarsi, i primi uccellini iniziano a cantare e nel recinto degli animali qualcuno inizia a fare capolino in cerca di cibo. Mi infilo una felpa e scendo in cucina, dove trovo i nonni già svegli.
«Il jet lag è terribile!» La nonna mi mette davanti una tazza fumante di caffè all'americana e il mio pensiero va alla serata a Monaco con Carlos. È curioso quanto anche una piccola cosa, un dettaglio per altri trascurabile, può essere così forte. Nella mia testa sembra quasi ritrovarmelo davanti con le tazze tra le mani. Mi manca terribilmente, non vedo l'ora di vederlo.
Faccio qualche sorso, proprio non riesco a farmelo piacere. Prendo con più entusiasmo una ciambella spalmando al centro burro e marmellata alle ciliegie.
«Nonna, potete prestarmi la macchina per andare ad Austin?»
«Ma certo tesoro, forse il nonno voleva accompagnarti però se preferisci andare da sola sei libera.»
Vedo il nonno guardarmi da sopra il giornale e mi rivolgo a lui «Oggi preferisco andare da sola, non mi va che devi rimanere fuori e non so per quanto mi tratterrò. Domenica visto che le corse ti piacciono vedo di rimediarvi dei biglietti!»
Annuiscono entusiasti e accompagno il nonno a dar da mangiare agli animali. Una volta finito, corro su per le scale per farmi una doccia e prepararmi all'incontro con Carlos.
Visto che le temperature lo permettono, decido di indossare un abitino leggero bianco con le maniche a sbuffo, mi sistemo i capelli e prima di prendere la borsa e le chiavi del pick up, faccio un lungo respiro.
Sono pronta.
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