8. elisir
Una folata di vento sbatté violentemente la tela intessuta ad arte. Ogni passaggio rivelava un lavoro meticoloso e preciso. Chi l'aveva fatta si era preso tutto il tempo necessario, non aveva fretta evidentemente, quasi come se poi avesse dovuto esporla in un museo sotto gli occhi critici della gente. Un ragnetto, spuntò su di essa camminando in punta di piedi e mostrando orgogliosamente la sua creazione, frutto di una notte di intensa attività.
Marie fissò il piccolo aracnide mentre passeggiava, forse in cerca di un insetto da ricevere come premio per la sua eccellente opera artigianale. In quell'angoletto che si era scelto accuratamente, sarebbe passato inosservato agli occhi di chiunque ma non a lei visto che ormai era lì chissà da quanto tempo e aveva avuto modo di osservare ogni centimetro di quella stanza.
Si alzò e chiuse la finestra allorché la ragnatela cessò di ondeggiare. Marie pensò che per quanto potesse sembrare fragile, quella bella trama, cucita così in quel modo, sarebbe stata indistruttibile. Rifletté che in quel momento anche lei si sentiva così. Quelli erano i suoi sentimenti. Avrebbe voluto cedere, crollare ma sapeva che il suo senso di giustizia era troppo elevato per rimanere impassibile dinanzi alle cose storte.
-Aspettami qui finché non torno... -le aveva detto sua nonna Giovanna. Quella donna tanto forte quanto incomprensibile.
-Nonna... perché hai deciso di ringiovanire? E come hai fatto... Ti sei fatta mordere dai pipistrelli? -le aveva detto sommersa da mille perplessità.
-No tesoro. -le aveva risposto semplicemente.
Si erano conosciute solo due giorni prima ma dopo aver appreso dalla nipote quello che il suo ex marito aveva fatto, sua nonna si era messa in mente di risolvere tutta la questione. Dopotutto la figlia stessa, Sunny, si trovava lì dentro, chiusa nel mondo bianco, prigioniera di un pazzo.
Prima di andare via e lasciare Marie sola, in compagnia di un minuscolo ragno, Giovanna era uscita in giardino e aveva prelevato diversi pezzi di una pianta grassa. Aveva parlato di "baratto", o qualcosa del genere. La ragazza non era stupida. Aveva capito che era quella "la fonte della giovinezza" di sua nonna, erano le piante. Chissà, visto che Drave era guarito dalla sua malattia ma ormai si trovava agli ultimi giorni della sua vita perché era molto vecchio, forse sapere come ringiovanire lo avrebbe scoraggiato dal continuare a sperimentare l'elisir della giovinezza su quelle persone chiuse lì dentro.
Marie sospirò stanca di aspettare. Forse era tutto inutile. Aveva spiegato a sua nonna come arrivare al grosso portone del mondo bianco ma se l'avesse trovato chiuso a che sarebbe valso andare lì? Ripensò a Frank. Lui era l'unico che poteva aiutarla, ma sua nonna le aveva detto di non parlare di quella storia con nessuno.
Intanto fissò il ragnetto che scivolando giù velocemente, finì in un attimo tra i suoi capelli. Marie cercò di scuoterli per liberarsi dell'animale che per quanto fosse un bravo intessitore, la disgustava. Preferiva guardarlo da lontano, lì dov'era prima. Fu costretta a togliersi il fiocco, che le cadde a terra, mentre passava e ripassava le mani tra le lisce ciocche finché il ragno finì intontito sul pavimento. Marie sollevò un piede furiosa poi si bloccò mentre le sbocciava un sorriso.
-Per questa volta vai! -disse all'animale che intanto si era messo a correre muovendo velocemente le otto zampette.
La porta scricchiolò e si aprì.
-Mi spiace Marie! -disse sua nonna entrando in casa. -Ho fatto un buco nell'acqua... Sono riuscita a trovare il portone, ma è chiuso e anche se ho bussato non mi è stato aperto. E adesso?
-Io so come fare, nonna.
-No cara, no. Non conosco questo Frank e non ho idea se possiamo fidarci di lui... E se poi chiudesse anche noi in quel posto?
-Capisco la tua preoccupazione, ma... io lo conosco. Sono sicura che non ci farebbe mai del male. Ne sono certa.
-Dici?
-Fidati di me. Proviamoci... ormai non abbiamo niente da perderci.
Un attimo dopo erano a casa di Frank.
-Che succede? -chiese lui guardando Marie e poi la donna che aveva di fianco.
-Lei è Giovanna... mia nonna.
Lui le fece entrare. Ormai era chiaro che Marie aveva riferito ogni cosa a sua nonna, ma lo sguardo del ragazzo pareva turbato. La sua espressione di ghiaccio.
-Ho visto mio padre. -irruppe lui passandosi le mani tra i capelli.
-Drave? ...E' di Drave che stai parlando? -chiese Giovanna con una nota di nostalgia per quell'uomo che aveva tanto amato.
-Sono entrato nel mondo bianco... -continuò lui ignorando la domanda della donna. -...le persone... le persone chiuse lì ...mi hanno detto che erano un paio di giorni che non si faceva vedere da loro. Così sono andato nella stanza dove fa gli esperimenti e l'ho trovato accasciato sulla sedia incapace di rialzarsi. Sta morendo. Mi ha chiesto pure di aiutarlo! -disse tutto d'un pezzo senza lasciar trasparire alcun sentimento.
-E cos'hai fatto? -domandò Giovanna toccandogli un braccio. Frank la guardò con gli occhi avvelenati.
-Cosa dovevo fare?! -urlò.
-Ma è tuo padre! -esclamò Giovanna con tono di rimprovero.
-Ah, è mio padre?! Non me ne ero accorto, sai?
-Ascolta... -continuò Giovanna supplicandolo. -...Marie mi ha raccontato tutto.
Frank si voltò a guardare la ragazza che sentendosi esageratamente a disagio fissava il pavimento.
-Capisco come ti senti... Drave non ha fatto del male solo a te... Ma è un uomo! E' una persona e se non lo aiutiamo ci mettiamo al suo stesso livello! Tu vuoi essere come lui?! Vuoi essere spietato, cinico e... stupido... com'è quell'uomo?! E se poi dovesse morire cosa accadrebbe alle persone lì dentro?!
-E cosa possiamo fare? -riprese il ragazzo con lo stesso tono. -Sta morendo di vecchiaia. Vuoi che facciamo ringiovanire anche lui come hai fatto tu?!
Giovanna abbassò la testa mortificata. Si fece forza poi e riprese a parlare.
-Sbagli a giudicare le persone quando non conosci tutti i fatti! Io non volevo diventare più giovane. Non l'ho fatto apposta! Quando Drave mi ha lasciata ero così ingenua! Pensavo... anzi ero sicura che fosse andato via perché non gli piacevo più. Credevo che... -disse trattenendo le lacrime. -...che il motivo fosse qualche piccola ruga... qualche... chilo di troppo...
-E così hai pensato bene di ritornare una ragazzina! Di non invecchiare più...! -l'accusò lui amareggiato.
-Non parlare così a mia nonna! -irruppe Marie offesa. -Mi ha raccontato tutto e non è come pensi tu!
-Infatti le cose non sono andate così! -alzò lei la voce. -Non sapevo ancora di essere incinta... Avevo Sunny dentro di me... quando lui andò via. Volevo solo... volevo non esistere più...! E' andata proprio così. Volevo togliermi la vita... -continuò mentre le si rigava una guancia.
Frank si sedette sospirando. Alzò gli occhi profondi verso la donna quasi volesse darle l'opportunità di spiegare.
-...In quei giorni collaboravo alle ricerche che faceva la dottoressa Brooks. Insieme scoprimmo che alcuni tipi di pianta grassa avevano proprietà miracolose. Testandole su alcuni animali avevamo avuto risultati sorprendenti... Purtroppo alcuni di essi invece morirono all'istante, perché una specie di pianta quasi identica a quella che guariva, era invece tossica e quindi mortale.
Frank scosse la testa poi si alzò puntandole un dito.
-E tu vuoi farci credere che hai mangiato la pianta sbagliata per puro errore?!
-Potete anche non credermi... -continuò lei guardando la nipote. -...ma è andata esattamente così... E ciò che ho mangiato ha annullato gli effetti della pianta tossica, perché quando mi sono accorta di aver assunto quella che aveva proprietà curative, ho preso un pezzo dell'altra, ma non mi ha fatto niente!
-...Io ti credo. -disse Marie. Si rivolse poi a Frank. -Ora ciò che conta non è accusare mia nonna di chissà quale terribile azione abbia compiuto! La priorità è salvare i nostri cari... che sono chiusi là dentro! Se vuoi puoi aiutarci. Altrimenti lascia perdere e continua a vivere nel risentimento e nella rabbia visto che ormai ne sei prigioniero! Noi ora andiamo nel mondo bianco. -continuò prendendo il sacchetto di plastica azzurra che aveva sua nonna. -...tu resta qui se non hai intenzione di venire ma dicci almeno come aprire il portone, visto che tu ne hai accesso.
-Che avete lì dentro? -indicò lui la busta. -...Le piante di cui parlava tua nonna?
-Sì. Faremo ringiovanire Drave se ciò fosse necessario a salvare delle vite innocenti.
-Non so se si lascerà ricattare da voi...
-Non è un ricatto. -disse Giovanna. -...e un'occasione per lui. E' un modo per sconfiggere il suo nemico... la vecchiaia! Non si lascerebbe mai scappare un dono simile!
-Ok. Non andrete da sole però... Verrò anch'io con voi...
Frank guardò Giovanna. Lei fece un mezzo sorriso. Il suo viso apparve soddisfatto. La donna in effetti aveva raggiunto il suo scopo: andare da Drave. Frank titubante restò a fissarla tentando di capire quali potessero essere i suoi fini. Poco prima aveva fatto proprio un bel discorso. Aveva tentato di convincere il ragazzo a non scendere allo stesso basso livello di quell'uomo crudele. Ora però l'espressione beffarda raccontava un'altra verità. Che si trattasse di vendetta? Con l'aria di chi aveva capito tutto, Frank pensò che Giovanna avesse in mente qualcosa e qualsiasi essa fosse stata, non era poi tanto diversa dai suoi piani, quindi l'assecondò.
Arrivarono al portone. Non indugiarono un attimo ed entrarono. La luce accecante pervadeva ogni cosa procurando bruciore agli occhi. Incuranti di ciò e risoluti, non si fermarono a pensare a quale reazione avrebbero avuto nel rivedere quelle persone che ormai erano sparite da anni. Da lontano videro la casa dove un po' di tempo prima Marie aveva potuto scorgere seppur per poco, i suoi genitori. Le persiane erano chiuse. Passarono oltre, con Frank a capo della fila che evidentemente le stava portando da Drave. La porta che dava ingresso al laboratorio dove lo scienziato faceva esperimenti fu aperta.
-E così me l'hai portata...! -si udì una voce dall'interno.
-Sì, l'ho trovata. -disse Frank abbassando la testa.
-Ci hai messo un bel po'! -lo rimproverò la voce maschile e piuttosto affaticata che gli parlava. -Ci hai messo ancor più tempo di quei pipistrelli che avevo mandato perché me la portassero! E chissà perché questa volta hanno fallito!
Giovanna e Marie tentarono di vedere nella stanza, ma il ragazzo fermo all'ingresso nascose quello che quasi certamente era Drave.
-Sono quasi morto a causa tua e quelle bestiacce nere meritano di essere accatastate in un bel mucchio e bruciate! -esclamò il vocione rintonando. -...portami qui la ragazza! Mi appartiene!
-A una condizione. -fu categorico Frank.
-Come?! Tu poni condizioni a me?!
-Sì papà.
Marie si sorprese di come l'avesse chiamato. In quel momento non le parve il Frank amareggiato perché maltrattato dal padre e privato di una grossa fetta della sua vita a motivo del suo egoismo. Piuttosto pareva sottomesso. Giovanna prese la mano di Marie stringendola e provando timore. Anche lei si era accorta che qualcosa non andava per il verso giusto.
-E sentiamo! Cosa cerchi?! -continuò l'uomo dalla stanza.
-Devi restituirmi la vita che mi hai rubato!
-Pensavo che fossimo già d'accordo! -allentò la tensione Drave. -Se è questo che vuoi... sarai accontentato... la ragazza basta per tutti e due! Ora portamela!
-C'è un'altra cosa! -continuò Frank deciso. -...Voglio sapere dov'è mia madre.
-Oh, povero piccolo! Pensi ancora alla mammina!?
-Devi dirmi dov'è...! -gli tremò la voce.
-Ok, te lo dirò. Ora va a prendere Marie!
Frank si voltò a fissarla con un'insolita espressione. Pareva spietato. Pareva un uomo deciso a rivendicare qualcosa. La ragazza tremante lo fissò tentando di riconoscerlo.
-Non preoccuparti... -le sussurrò lui allentando i muscoli del viso che un attimo prima era contratto e prendendole la mano come per invitarla ad entrare. Giovanna lo bloccò.
-No! Cosa volete farle! -disse tentando di tenere bassa la voce.
-Fidatevi di me. -disse Frank con tono rassicurante. La ragazza prese coraggio e gli permise di portarla da Drave. Giovanna rimase sulla porta dopo che il ragazzo le aveva fatto cenno di aspettare lì.
E così finalmente Marie si ritrovò per la prima volta a vedere Drave, suo nonno, anche se non lo sentiva tale. Era lì, proprio di fronte a lei, adagiato su una poltrona girevole, nera di pelle. Le braccia che gli scendevano giù, lunghe e quasi immobili, come se non avesse più il controllo su di esse. Gli occhi bianchi, il viso aggrinzito. Tanti capelli privi di cheratina, bianchissimi com'era quel mondo, che formavano onde accavallate e parevano infrangersi scivolando in basso ed essendo domate solo da un elastico che le raccoglieva in una coda.
-Eccoti finalmente Marie...! -esclamò lui esageratamente emozionato.
La ragazza lo fissò ammutolita mentre veniva invasa da una montagna di sentimenti contrastanti. Possibile che quell'uomo con l'espressione commossa e che sembrava a dir poco fragile, fosse proprio Drave, lo spietato scienziato di Falldown che faceva esperimenti su povere cavie umane per tornaconto personale?
-Sono tuo nonno... -continuò lui parlando a fatica ma con tono dolce e affettuoso. -...o forse dovrei dire tuo padre... visto che sono stato io a darti la vita...
Marie guardò Frank confusa. Attese pazientemente di ricevere una spiegazione, mentre Giovanna appena furori dall'uscio si portò le mani alla bocca iniziando a singhiozzare.
-Vedi quella...? -continuò Drave sollevando appena un dito e indicandole un specie di incubatrice. -Quanto tempo sei stata lì dentro! Quando ti ho posta lì, eri così piccola... non misuravi nemmeno un centimetro! Eri un minuscolo embrione di soli sei millimetri...!
Marie aggrottò la fronte incapace di seguire il ragionamento.
-Capisco che per una bambina sia un po' complicato questo discorso. -proseguì Drave con una nota di sarcasmo. -...te lo spiego con parole semplici: tua madre Sunny, cioè mia figlia, o almeno, così sosteneva la mia ex moglie, rimase incinta per la seconda volta dopo Princess. Purtroppo per lei, la poverina abortì involontariamente e così Nando Brooks la operò. Il dottore o ginecologo, che dir si voglia, collaborava con me ad alcuni esperimenti. Lui era molto più intelligente della madre... così quando me lo fece sapere, presi quel piccolo embrione sotto la mia cura...
Giovanna, trattenendosi al di fuori della porta, rimase sconvolta dalle parole di Drave. La dottoressa era una sua cara e fedele amica, suo figlio invece pareva un uomo senza scrupoli, al pari di Drave! Quando subito dopo la sparizione della madre, Nando Brooks aveva lasciato la sua vita che fino a quel momento era stata fuori Falldown, dove aveva studiato per prendere il posto della madre, tutto lasciava presupporre che fosse un uomo integro, onesto... Ora emergeva un'altra figura, molto inquietante!
-...Strano ma vero... -continuò Drave -...riuscii a farlo sopravvivere! Per me diventò una sfida: volevo vedere se fossi stato in grado di dare la vita a qualcuno... per riprendermela poi a tempo debito naturalmente. Tua madre lo venne a sapere. Il dottore si sentì la coscienza rimordere e fu così stupido da spifferarle tutto! Così i tuoi genitori mi trovarono e reclamarono ciò che oramai era mio a tutti gli effetti! Cioè tu, mia cara! Fui costretto a "restituirti" ...ma sapevo che un giorno ti avrei ripresa con me. E questo è proprio il momento più ideale sai? Guardami... ancora poco e saresti stata libera... Peccato! Per te, ovviamente!
-Frank... -sussurrò lei incredula, cercando la mano del ragazzo. -Tu sapevi tutto...?
Lui gliela strinse tra le sue estremamente mortificato.
-Ah, vedo che ti sei affezionata al mio caro ed unico figlio...! Quindi è da un po' che vi conoscete?! -disse Drave fissandolo inviperito. -...Non importa... ciò che conta è che tu adesso sia qui. Credimi... sarà solo un attimo ma... il tuo sacrificio non andrà perduto. Grazie a te e ad alcuni pipistrelli, avrai salvato una vita. Anzi due... -proseguì guardando Frank e inarcando a fatica la bocca in un sorriso cinico.
Con quelle che parevano essere le sue ultime energie, Drave tirò in su il braccio destro senza dire una parola.
-Aspetta! -gridò Marie facendo riecheggiare la sua voce. L'uomo lentamente voltò la testa per guardare il viso della ragazzina. -...farò tutto quello che mi chiedi ma prima... prima voglio essere sicura che i miei genitori... i miei veri genitori, siano vivi... e così anche tutte le altre persone...!
-Se è solo questo... -disse Drave socchiudendo gli occhi quasi trasparenti.
-E voglio anche che tu dica a tuo figlio dov'è sua madre!
-Posso dirgli anche adesso dove si trova...
Frank attese di udire quelle tanto agognate parole.
-Purtroppo il suo cuore non ha retto ad alcuni esperimenti e...
-...E' morta?! -esclamò il ragazzo trattenendo le emozioni che volevano esplodere dentro di sé.
-Non era molto forte, sai?
-Dov'è! -urlò Frank fuori di sé.
-E' sepolta qui dietro. Proprio appena fuori della porta che dà sul giardino. Sono anni che si trova lì.
Il ragazzo contenne la rabbia che parve volesse soffocarlo. Marie lo guardò trattenendo le lacrime.
-Invece i tuoi cari sono qui, Marie... -continuò Drave rivolgendosi alla ragazza.
Con un telecomando che stringeva tra le mani increspate, schiacciò un pulsante che fece aprire un finestrone grande quanto una parete della stanza. -...ora che ci sei tu Marie, loro non mi servono più...! Potrei farli saltare in aria sai... con questo telecomando... quindi non opporre resistenza... -proseguì mentre apparivano dall'altro lato una trentina circa di persone. Marie tentò di intravedere tra loro i suoi cari genitori ma non vi riuscì perché non ne ebbe il tempo. Drave rialzò il suo braccio pesante, richiamando così centinaia di pipistrelli che si avvicinarono come un grosso turbine nero. La ragazza li fissò coraggiosamente restando lì immobile mentre sentiva i suoi capelli sollevarsi in aria. Drave iniziò a ridere soddisfatto, essendo anche lui scosso dalle folate di vento procurato dal battito d'ali. Gli animali, così compattati da non sembrare esseri singoli ma un unico ammasso, si avventarono sulla ragazza avvolgendola e facendola scomparire. Come sempre tutto si esaurì in un momento. Drave smise bruscamente di ridere. Si guardò attorno tentando di capire dove fosse finita. Con lo sguardo perso si domandava come mai le cose non fossero andate così come pensava. Il turbine avrebbe dovuto avventarsi su di lei e morderla fino a prelevarle l'ultimo respiro vitale e poi ricadere su di lui e trasferire nel suo corpo quella preziosa vita. Ma non era successo. Marie era semplicemente sparita!
-No! -urlò Giovanna entrando nella stanza. -...che le hai fatto! ...che le hai fatto! -continuò scagliandosi contro Drave. Frank corse a trattenerla. Prendendola per la vita la scostò dal padre che rimase stupito di vedere quella donna che conosceva bene.
-Giovanna...! Anche tu qui...? Che sorpresa! -ironizzò lui. -...sei rimasta tale e quale! Qual è il tuo segreto?! ...sai... io non volevo crederti... ma poi avevi proprio ragione riguardo ai pipistrelli!
-Dov'è Marie! Dove l'hanno portata?!
-...Ti sembrerà strano ma... non lo so neanch'io...! Buffo vero? -continuò lui ridendo.
-Dimmi dov'è mia nipote! -urlò Giovanna liberandosi da Frank. Si avvicinò poi decisa al suo ex marito fissandolo dritto negli occhi. -Io so come fare a ringiovanire...! Guardami! Non ti piacerebbe essere anche tu così, come me?!
-Certo tesoro mio... E' per questo che ho fatto portare qui Marie. Ma visto che ora lei non c'è più...
-Voglio lei! ...E ti darò ciò che serve per tornare un ragazzo! -disse la donna sollevando la busta che conteneva la pianta grassa.
-Bene! -rispose lui tentando di capire cosa potesse contenere quel sacchetto. -Ma forse non ti è chiaro quello che ti ho detto: le cose non sarebbero dovute andare così...! Perciò non so dove sia la ragazza. Ma so come farmi dare quella busta!
Drave mostrò a Giovanna il telecomando che stringeva tra le mani ricoperte di macchie tipiche dell'età avanzata. Scuotendolo come un ambito trofeo, si lasciò sfuggire l'ennesimo ghigno, segno di una vittoria per lui più che certa.
-Basta che prema un pulsante...! Una leggera pressione... Sì. Fa un certo effetto tenere la vita delle persone nel palmo di una mano...!
Giovanna si voltò a fissare dall'altro lato del finestrone. Scorse tanti visi conosciuti... I visi di coloro che erano scomparsi da Falldown perché portati via dal turbine nero. Vide anche Sunny, sua figlia... Il cuore le rimbalzò nel petto mentre un tremito invase tutto il suo corpo.
-Sei un vile...! -gridò tra le lacrime. -...e tu che fai?! -si rivolse a Frank che la fissava impassibile. -...te ne stai impalato senza far niente!?
-La busta! Dammi la busta! -esclamò Drave impaziente. Frank si avvicinò alla donna e con uno strattone gliela sottrasse, strappandogliela dalle mani. Lei, di ghiaccio guardò quel ragazzo di cui si era fidata sentendosi scivolar giù le braccia come se pesassero più del solito. Frank porse la pianta al padre che la scrutò attentamente e con fare soddisfatto.
-Ed è questa la fonte della giovinezza...? Anni e anni di studio e la risposta si trovava nel giardino di casa mia?! -commentò riconoscendo la specie che cresceva rigogliosa appena fuori casa quando viveva ancora con Giovanna. Si portò un pezzo alla bocca. Quando l'ebbe masticato ed ingoiato spalancò gli occhi. -Non ci posso credere!
-Papà...! Ti senti bene?! -disse Frank.
-Mai stato meglio! Ne sento già gli effetti! ...E' incredibile!
Giovanna portò le braccia sul petto incrociandole. Con un sorriso sprezzante sussurrò decisa alcune parole.
-...E' così che ci si sente...! Dapprima sentirai il tuo corpo che si rigenera... invaso da migliaia di cellule nuove... Il sangue riprende a scorrere nelle vene portando la linfa vitale fino al cuore... Ora batterà più forte... sentirai un sussulto che ti farà provare un'intensa sensazione di benessere...
-...Sì...! E' così che mi sento...! E' meraviglioso...! -fece lui non stando più nella pelle. -Prendine un pezzo ragazzo! -continuò Drave su di giri rivolgendosi a Frank. Il ragazzo sorridendo stupito prese dalle mani del padre la pianta, con fare insospettito poi guardò Giovanna.
-...Senti adesso quel formicolio alle braccia e alle gambe? -proseguì lei non lasciandosi coinvolgere dalle emozioni del suo ex marito. Drave annuì cominciando ad alzarsi in piedi. Il suo corpo in preda a fremiti e vibrazioni si drizzò con la stessa energia di un giovane. -Che sensazione stupenda...! -disse lui come in estasi.
-Ora... potresti anche diventare il padrone del mondo...! -continuò Giovanna andandogli vicino.
-Grazie cara... ti ho sempre sottovalutata! -sussurrò lui accostandosi all'orecchio di lei. Si vide riflesso poi nella grossa vetrata. -...il mio aspetto però è lo stesso...! Quando diventerò giovane come te?
-Oh... Non credo che lo diventerai...
-Come?! ...Stai scherzando vero?! -si intimorì lui.
-La pianta che ti ho dato...
-Giovanna giuro che premo il tasto! Sai, è collegato a quella stanza...! Sì la stanza dove ci sono quelle stupide persone...! Finiranno alla brace...! -urlò tremante. La donna lo fissò mentre le accelerava il respiro. La sua espressione la diceva lunga. Quella era la sua vendetta. Stava lasciando l'uomo al suo tragico destino.
-Lo premo sai...?! Non ho nessuno scrupolo a farlo! E se mi conosci bene, sai che lo farò!
-...Ormai hai ingerito quella pianta... e... mi spiace per te ma... è tossica!
Drave sentendosi intrappolato, strinse tra le mani il telecomando convinto che non avesse più niente da perdere. -...se dovrò morire, loro verranno con me... ed anche voi!
Il tasto fu premuto e un'esplosione tuonò prepotentemente raggiungendo ogni angolo della cittadina di Falldown.
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