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4. Il passerotto


Era notte fonda. Falldown, era illuminata solo dalla luce della luna. Per le stradine strette e brumose non si vedeva nessuno e non si sentiva il minimo rumore. Era così il nostro paese quando calava la notte. Sembrava che il silenzio avvolgesse tutte le case e il buio divorasse ogni cosa. Tutte le notti... Tranne quella in cui mio nonno perse la vita... La cosa assurda era che il suo corpo misteriosamente era sparito e non era stato più ritrovato. Questa cosa mi faceva impazzire... Non riuscivo ad accettarla.

-IL PASSEROTTO-

Uno sprazzo di luce entrò dalla finestra penetrando tra le tende e finendo sul mio viso. Infastidita mi voltai dall'altro lato poi dopo non molto sentii fuori da casa mia un grande schiamazzo. Cosa poteva essere successo?! Mi alzai celermente e spalancai le tendine per guardare fuori. La luce del sole mi abbagliò. La gente, accalcata dietro la porta di casa mia, mi vide e iniziò a parlare, a urlare, a ridere e piangere dalla gioia. Non capivo una parola di quello che dicevano. Fra loro poi scorsi il viso della signora Brooks che mi fissava con le lacrime agli occhi. Mi fece un cenno. Alzò poi la testa per indicarmi il sole.
Sì, il sole era tornato!

Dopo quel clamore, la gente se ne ritornò a casa, alle loro faccende ma non prima di avermi abbracciata e baciata come se tutto fosse accaduto per merito mio.

-Quindi, PULCE, hai deciso di restare.- disse Dani su di giri.

-Io non ho deciso di restare. Devo sbrigare solo una faccenda... ma poi vado via.

-Non ne sei convinta neanche tu, vero?

-Ma che dici? Io ne sono convintissima. Ho una cosa da fare, e quando l'avrò fatta partirò.- ribadii seccata.

Tutte quelle persone mi avevano a dir poco infastidita lasciandomi i nervi a fior di pelle!

-Cosa devi fare? Se vuoi ti aiuto.

-No, devo sbrigarmela da sola.

-Ok, come vuoi, ma se hai bisogno... fischia!

Già, se hai bisogno fischia! Me lo diceva sempre quel matto di Dani e tutte le volte che avevo fischiato lui era sempre venuto a salvarmi.

-Non so se ne sono ancora capace...- dissi con l'aria di chi è troppo grande per fare certe cose.

Era mezzogiorno. Fissai il sole alto sulla mia testa, mentre tentavo di convincermi che le cose non stavano così come sostenevano gli altri e che quindi il sole non era tornato per merito mio e soprattutto che io non sarei rimasta a Falldown.
Pensai a lungo mentre, mantenendomi a debita distanza dalla bottega di quei due matti, cercavo di capire come recuperare le statue del nonno senza incontrare quel ragazzo.

Dopo più di mezz'ora vidi Kiria uscire, così le corsi incontro.

-Sunny!...- esclamò sorpresa. -...Mi chiedevo che fine avessi fatto. Ieri pensavo che fossi ancora nel retrobottega per le statue di tuo nonno e poi invece mi sono accorta che eri sparita. Ma che è successo?

-Perché non provi a chiederlo a tuo fratello?!

-Liam? Perché?

-Lascia stare. Voglio quelle statue. E le voglio adesso!

-Oh...mi spiace tanto, ma stavo andando dal sindaco, ha mandato qualcuno a chiamarmi e vuole che vada da lui urgentemente, vedi?- continuò indicandomi il cartello "torno subito" che aveva messo dietro la vetrina.

-E allora vorrà dire che ci vediamo dopo che avrai finito dal sindaco.

-Perché non entri lo stesso?...Che c'è mio fratello ti fa paura?! -parve sfidarmi.

Turbata la fissai poi abbassai subito gli occhi.

-Ti assicuro che non ti farà niente di male, anche se dall'apparenza non sembra è un ragazzo apposto! Non ha mai fatto male a una mosca.

- No. Preferisco non entrare.

-Allora facciamo così: vado a dirgli che metta le tue statue nel negozio, e quando se ne torna nel retro, tu entri e te le porti via. Che ne dici?

Mi sembrava un'idea accettabile, anche se non ero del tutto convinta.

-Va bene.- dissi poi prendendo coraggio.

Kiria uscì di nuovo dopo aver avvertito Liam poi andò via.

Sempre tenendomi a distanza tentai di guardare nella bottega per vedere se quel ragazzo stava portando le sculture ma forse c'era un panno o qualcos'altro che mi impediva di vedere. Come avrei fatto a capire quando tutte le statue erano pronte e potevo entrare senza incontrare quel tipo? Dopo un po' spuntò una mano dietro a quella che doveva essere una tenda. Sembrava il segno per indicare che potevo entrare. Presi tutto il coraggio che potevo avere ed aprii la porta. Lui era lì. Vicino alla porticina del retrobottega. Non era tornato dentro. Questo mi fece agitare non poco. Ma decisi di essere forte.

-Vai lì dietro! - gli dissi con voce tremante.

Ripensai poi al fatto che Liam era sordomuto e quindi, nel momento in cui alzò lo sguardo verso di me, gli feci cenno con la mano di andare via. Lui invece ignorò completamente i miei gesti e rimase fermo a guardarmi. Con la coda dell'occhio mi accorsi che le sculture erano di fianco a me. Mi girai verso le statue. Erano impolverate e anche un po' logorate dal tempo ma le riconoscevo...Le aveva fatte il mio caro nonno...e le avevo dipinte io...Mi accorsi che Liam si era avvicinato.

-No! Vattene via! -gli urlai alzando le mani per timore che mi sbattesse ancora contro il muro.

Poi lo guardai. Il suo viso sembrava diverso. Non mi incuteva terrore stranamente.

Lui mi porse un pennello e una tavolozza piena di colori. Li presi, anche se non capivo cosa voleva che facessi. Si voltò e prese dallo scaffale una piccola scultura. Mi diede anche quella. Non del tutto convinta la presi. Era un uccello... Un passero!

Tante strane idee mi balenarono nella mente. Era come se una valanga di informazioni si accalcasse nella mia testa. Come se tanti tasselli di un puzzle iniziassero ad andare ognuno al suo posto e un'immagine prendesse forma. Ripensai a quel giorno in cui Kiria aveva trovato il passero. Lo aveva trovato già morto...? E se fosse stata lei ad ucciderlo...? Guardai le mie mani. Avevo un passerotto in mano. Mi trovavo con una statuetta di gesso che rappresentava proprio quell'animale! Ripensai al fatto che il nonno a volte quando voleva che la scultura risultasse perfetta, prendeva un oggetto e lo calava nel gesso ancora liquido, lo lasciava poi indurire e il risultato era stupefacente.
E se quel ragazzo avesse fatto la stessa cosa con quel passero?!... Magari Kiria se ne andava in giro per Falldown a cercare animali da ammazzare per poi ricoprire di gesso!
Mi girai a fissare le altre opere che rappresentavano piccole bestie. Erano perfette! Se se avesse usato la stessa tecnica? Spalancai gli occhi giungendo ad una conclusione terrificante. Mio nonno era sparito... e se non avesse messo solo quel passero in un involucro di gesso ma l'avesse fatto anche con il corpo di mio nonno...?!

Di colpo lasciai cadere quello che avevo in mano che sbatté violentemente procurando un forte botto. Lui aggrottando la fronte guardò la sua scultura a terra in frantumi. Come se mi fossi svegliata a causa del rumore provocato dagli oggetti caduti e dal gesso che si era disfatto in mille pezzi, sussultai emettendo un gemito. Lo guardai spaventata, mentre lui abbassandosi, si mise a raccogliere quello che era rimasto della sua opera.

-Scusami!- dissi inginocchiandomi, nel tentativo di aiutarlo. -...Non volevo...mi è...

Mi interruppi guardando i pezzetti di gesso. Era gesso pieno, non un involucro e dentro non c'era nessun passerotto! Avevo creato nella mia mente tante idiozie convincendomi che fossero realtà.

-Mi dispiace...- dissi sedendomi a terra e appoggiando il viso fra le mani.

Lui mi fissò.

-Se vuoi possiamo rifarlo insieme...mio nonno mi ha insegnato a lavorare il gesso e...- poi mi resi conto che non poteva sentirmi. -Già...che te lo dico a fare!...- dissi sospirando.

-La tua è una promessa?- disse invece lui lasciandomi a bocca aperta.

-Ma tu...- balbettai incredula.

-Promettimi che mi aiuterai a rifarlo.

-E' assurdo!...- continuai sconvolta mentre tentavo di rialzarmi.

Lui finì di raccogliere quello che restava del passero e mi venne vicino.

-...Tua sorella...! Tua sorella è una bugiarda! Mi ha detto che tu...O accidenti! Lasciamo perdere! Se la prendo io...!

Notai che Liam mi fissava aspettando che gli rispondessi.

-Perché vuoi che ti aiuti? Sei così bravo...

Liam si girò dirigendosi verso quella stanzetta dove di solito era rinchiuso.

-Aspetta. -lo fermai provando pena per lui. Forse aveva solo voglia e bisogno di stare in compagnia di qualcuno...sembrava così solo. -Non sono così brava come te.

-Quelle statue...- disse indicando le sculture del nonno. -Le hai dipinte tu, vero?

-Sì...Come fai a saperlo?...

-Ho passato giorni interi a fissarle.

Le sue parole suscitarono il mio interesse. Mi chiedevo perché...Forse gli piacevano.

-Le ha fatte mio nonno...Questa bottega era sua, lo sai?

-Sì, lo conoscevo bene.

-Davvero?...Ma io non ti ho mai visto...eppure stavo sempre con lui...

-Lo conoscevo bene. -ripeté Liam guardando i pezzi di gesso nelle sue mani.

-...E' per questo che sei stato in grado di fare quella statua?...Lo sai che è identica a lui in ogni suo particolare?...Come hai fatto?...E come hai fatto a...- mi bloccai toccandomi il labbro superiore. Non ero sicura di voler sapere come avesse fatto a togliermi quella cicatrice.

-Avvicinati...

-Come?

-Avvicinati.

Titubante mi diressi verso di lui. Mi accorsi di non avere più paura, anzi era come se lo conoscessi da sempre.

Lui toccò la mia bocca. Io stranamente non mi spostai, ma glielo lasciai fare.

-Non si vede più. -aggiunse. -Ora vado ad aggiustare questo...Vieni con me.

-E' meglio di no. Voglio dire...non adesso. Torno domani se per te va bene.

Con la testa acconsentì. Per la prima volta lo vidi sorridere.

Io corsi a chiamare Daniele, che mi aiutò a portare le sculture del nonno a casa. Nel frattempo era tornata Kiria e anche lei ci aveva dato una mano.

Finalmente erano dove dovevano essere. Nella mia stanza. Le avevo ripulite e adesso sembravano nuove, sembravano vive.

Guardai dalla finestra il sole che tramontava. La giornata era stata strana, ma ero gioiosa. Chissà se il giorno dopo sarebbe sorto di nuovo. Chissà se la signora Brooks avrebbe esclamato anche il giorno seguente: "It' s the sunny!"

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