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11. Al chiaro di luna


Guardai fuori dalla finestra. Lì c'era William che mi stava aspettando.

"E' venuto a giocare con me!" pensai e senza neanche avvertire la mamma schizzai fuori correndo.

Non parlammo, ma ci dirigemmo alla "casa" in silenzio. Lui sembrava strano, pensava a qualcosa e non apriva bocca. Finalmente poi sentii la sua voce...

-Tu hai paura della morte?- esordì con una strana espressione.

-Sì. -risposi schiettamente.

-Tu pensi che sia stupido mettere a rischio la propria vita per una sfida?

-E' stupidissimo!...Ma perché me lo chiedi? Qualcuno ti ha sfidato a fare qualcosa?

-Lascia perdere... Credo anch'io che si tratti di una scemenza.

William cambiò espressione. Mi guardò con occhi grandi, pieni di timore. Non capivo perché. Prese la mia mano poi si fece coraggio. Fu in quel momento che capii tutto. Lui aveva una cotta per me ed io non me n'ero mai accorta. Gli dissi che non avevo occhi che per Dani e lui parendo rassegnato, abbassò la testa poi si alzò e uscì sul balcone. Lo seguii con lo sguardo avendo uno strano sentore. Preoccupata gli andai dietro. In un attimo lui era dall'altro lato della ringhiera. Vidi il suo viso terrorizzato mentre sembrava che qualcosa si fosse sciolto sotto i suoi piedi. Con una mano si aggrappò con quante forze potesse a quel ferro arrugginito. Lo toccai, sfiorandolo soltanto...

-...Sun!...- riuscì solo a urlare poi finì di sotto.

Lo guardai sporgendomi da quella balconata instabile, urlando... e poi soffocando tutto dentro di me. Come impazzendo mi strappai i capelli. Corsi per tutta la casa sentendo il cuore uscirmi fuori. Poi salii su per la lunga gradinata, quella che non avevamo mai avuto il coraggio di percorrere ed entrai in una stanza buia, freddissima. Mi nascosi dentro un baule scricchiolante, rivestito di ragnatele e polvere e rimasi lì chissà per quanto tempo...

-AL CHIARO DI LUNA-

Aprii gli occhi lentamente. Era buio. Dal balcone si poteva vedere la luna, alta nel cielo circondata da una marea di stelle. Guardai su per la scalinata, quella porta nera che portava alle stanze superiori. Allora era lì che ero stata per tre giorni prima di correre a dare l'allarme. Un'altra delle cose che avevo scordato... Non era un incubo, era accaduto tutto realmente... Ecco perché William non c'era più quando eravamo andati a cercarlo. Ero stata chiusa in quel baule tre giorni... ben tre giorni e nessuno era riuscito a trovarmi, neanche Dani e i maschiacci. Ma cosa aveva salvato la vita a William... Cosa!

Mi sentii spinta ad andare su. Salii molto lentamente ma in un attimo ero lì, davanti a quella porta. Entrai e mi accorsi subito che c'era qualcosa di strano. Mi guardai attorno e rimasi sorpresa nel vedere un'ombra proprio lì, di fronte a me.

-Sapevo che saresti venuta.

-Non ci credo... Che ci fai qui?

-Te l'ho detto. Ero sicuro che non te ne saresti andata via per sempre...

-Liam...

-Anche questa volta ti ho vista allontanarti da Falldown proprio da questa casa... ma lo sapevo... Ero certo che tornavi!

-Quindi tu sei qui da questo pomeriggio?

-Sì.

-E mi hai visto venire con Daniele?

-Sì e... ho sentito tutto quello che ti ha detto.

Mi avvicinai a lui per vederlo meglio. Le ultime volte che gli avevo parlato era avvolto dall'oscurità proprio come in quel momento e non ricordavo bene nemmeno come fosse il suo viso. Ci accostammo alla finestra. La luce della luna sembrava un faretto e risaltava tutti i tratti del suo volto.

-Avevi ragione quindi...- dissi mortificata. -Non sono corsa subito ad avvisare gli altri... Se l'avessi fatto forse tutta questa storia non sarebbe andata così... Ti avrebbero trovato e adesso...

-Io ti ringrazio di non averlo fatto.

-Cosa? Ma perché...

-Perché sono contento così.

-Ma che dici...

Liam guardò la mia cicatrice.

-Come hai fatto a nascondermela?- dissi questa volta senza aver timore.

-E' una pasta che ho creato io... La uso quando devo riempire le crepe che si formano nel gesso... ero curioso di sapere se funzionava anche sulle cicatrici.

-Credevo che tu avessi dei poteri! - ridacchiai sentendomi una sciocca.

Lui ricambiò il sorriso. Era incredibile quanto in quel momento mi sembrasse il William della mia infanzia.

-...C'è ancora una cosa che devi spiegarmi...- dissi tornando seria. -...Come hai fatto a salvarti... è una cosa che mi tormenta... e mi fa stare male... Come hai potuto restare incolume dopo una caduta del genere?!

-Ricordi quel giorno quando sono venuto a casa tua e tu urlavi dalla contentezza perché era arrivato il circo?

-Sì lo ricordo ma che c'entra?...

-Tua madre non ti ci ha portata vero?

-Già. Diceva che era lontano e...

-Credo che nessuno di noi ci sia andato. Eppure era lì, proprio sotto Falldown... io l'ho visto.

-Non dirmi che...

-Sì. Ci sono caduto sopra. Mi ha salvato la vita... Quell'enorme telone di plastica ha assorbito l'impatto e poi sono scivolato giù. Il giorno stesso sono tornato alla "casa". Anch'io ho avuto paura e mi sono nascosto in una delle stanze...

-Ma allora eravamo qui entrambi!...

-E non lo sapevamo.

-Il circo non c'era tre giorni dopo, quando io ho dato l'allarme! Forse era già andato via.

Liam mi guardò fisso. Mi faceva male pensare a tutto quello che aveva dovuto passare. Mi si struggeva il cuore.

-Cosa facciamo adesso?...- chiesi disperata.

-Cosa vuoi fare?

-Vorrei che tutti sapessero la verità. Vorrei che tutti sapessero che tu sei vivo...

-Perché? Ti ho detto che sto bene così.

-No, non è vero! Tu non stai bene.

-Sì invece Sunny... Da quando sei tornata tu.

Rimasi zitta mentre vedevo ogni particolare del suo viso che la bianca luce lunare metteva in risalto. Non capivo cosa provavo per lui. Era lì, di fronte a me e volevo soltanto che fosse felice, che riprendesse a vivere una vita vera. D'istinto l'abbracciai forte. Chissà se quei sentimenti che stava per dichiararmi quel giorno maledetto, li provava ancora... Da come mi stringeva, avrei detto di sì e in quel momento mi accorsi che anch'io li ricambiavo.

-Prima avevo una ragione per andare via... anzi, più di una...- sussurrai stringendomi alla sua spalla. -...Mio nonno... e poi quegli stupidi abitanti di Falldown! Adesso ne ho una per restare... -continuai alzando gli occhi verso di lui per vedere la sua reazione.

Liam ricambiò il mio sguardo muovendo appena la bocca che prese ad accennare un sorriso. In un istante la sua espressione era cambiata. I suoi occhi risero e un sospiro corto, gettato fuori come uno spasmo, resero evidente un'emozione incontrollata.

Prese la mia testa tra le mani e l'appoggiò sul suo petto. Sentii il suo cuore pulsare sulla mia guancia in modo ritmico, il suo corpo vibrare in preda a un tremito. Provava ancora qualcosa per me! E questo mi riempiva di gioia!

-Adesso devi andare però...- gli dissi quando riprese a guardarmi.

-No, non ti lascio sola.

-Ma è già mezzanotte. Kiria sarà preoccupata.

-Kiria è a casa della signora Brooks, al sicuro...

-Già, è vero.

-Io resto qua con te.

Quando fu chiaro che non mi avrebbe lasciata, scendemmo giù per la lunga scalinata contorta poi ci balenò l'idea di andare alla bottega. Alla "casa" faceva freddo e sicuramente a quell'ora non ci avrebbe visti nessuno. Uscimmo per le strade buie e deserte. Correvamo veloci sperando di arrivare il più presto possibile. Io mi ero coperta la testa con la sciarpa nel tentativo di camuffarmi semmai qualcuno ci avesse scorti. Tutto andò bene e dopo un po' eravamo alla bottega.

-Tuo nonno per me era come il mio secondo padre... - disse Liam pensieroso.

-Sì, capisco. Per me invece era un vero e proprio papà.

-...Quanto mi manca...- continuò lui malinconico.

-Darei tutto per sapere dov'è finito... Per sapere cosa gli è successo...

Liam aprì la porta del retrobottega. Lo trattenni.

-Lui non tornerà più, lo so e me ne sono rassegnata ma... -continuai in un turbine di emozioni. -...Tu invece...

Mi sorrise.

-Quante persone hanno una seconda opportunità?... - gli chiesi.

-Ma tu... non provi più niente per Daniele? Voglio dire: non lo ami?

-No. Me lo sono tolto dalla testa anni fa.

-Io non ho mai smesso di pensarti e di sperare che tornassi... Sono ancora perso per te... ma tu...

Accennai ad un sì con la testa per indicare che il sentimento era ricambiato. Lui capì e le mie gote diventarono rosso fuoco. Pensierosa guardai nella luce della candela che splendeva di riflesso nei suoi occhi. Cosa avremmo fatto adesso? C'eravamo ritrovati ma Liam sarebbe stato disposto a uscire allo scoperto o avrebbe voluto che anch'io mi nascondessi come lui...?

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