8. Sola al mondo
Sono stata espulsa.
E mia madre... mia madre se n'è andata via da qui.
Mia madre, l'unica famiglia che avevo, non mi vuole più.
Se n'è andata via in macchina, lasciandomi qui sola.
Non ci posso ancora credere.
Mi ha abbandonato così, su due piedi, lasciandomi allibita, sconvolta, senza darmi altre spiegazioni.
Ora mi toccherà andare a casa a piedi.
Spero tanto di trovarla.
Devo assolutamente scusarmi con lei, così potrà perdonarmi e potremo tornare ad andare d'accordo come prima.
Mamma... non mi hai detto "addio" sul serio, vero?
***
Sono finalmente arrivata a casa.
Ho camminato per un'ora, e non l'ho fatto di certo inutilmente.
Gli EXO, i miei cari EXO, mi hanno incoraggiato, vedendomi piangere a dirotto, scoraggiata e addolorata come non mai.
«Ehi, avanti, Shin Hae Jung. Vedrai che tutto si sistemerà. È stato solo uno sfogo momentaneo»
Le parole consolatorie di Chanyeol mi hanno fatto sentire un pochino più sollevata, e così ora sono di nuovo davanti alla porta di casa ad infondermi coraggio per entrare.
Suono il campanello, ma nessuno mi risponde.
Ho le chiavi, quindi potrei entrare da sola, ma se mi aprisse mia mamma sarei molto più contenta.
«Ma-mamma...?» sussurro, con le lacrime agli occhi.
Suono una seconda volta, ma niente.
Mi avvicino sempre di più alla porta, e apro lentamente con le chiavi.
Appena entrata, per un pelo non svengo.
È talmente vuota e silenziosa che si sente lo scricchiolio dei miei passi sul legno.
Diciamo che, siccome mia madre lavora spesso tutto il giorno, sono abituata a tornare a volte con la casa ancora vuota, ma questa volta è diverso.
Questa volta ho la consapevolezza che lei non ci sia per un altro motivo, un motivo ben più grave.
«Mamma?» continuo a chiamare, senza una risposta.
Perquisisco la casa fino all'ultimo angolo, ma non trovo nessuno.
Mia madre...
Mia madre se n'è andata.
Se n'è andata per davvero.
È solo quando ritorno in salotto, disperata, che sul tavolo noto un biglietto dalla grafia familiare. Lo prendo in mano e lo leggo:
Shin Hae Jung, me ne sono andata da questa casa. Troverò una sistemazione altrove.
Quello che hai fatto non è stato per niente un bel gesto nei confronti di tua madre. Io ti ho finanziato quella costosissima scuola e tu ti fai espellere così. Sappi che ne rimarrò scioccata a lungo.
In questa busta ci sono anche dei soldi, perché nonostante tutto ci tengo a te e non voglio che tu muoia di fame.
Tutto qui.
Nemmeno una firma.
«Nemmeno una fottutissima firma!» urlo, sbattendo un pugno sul tavolo.
Mamma, che cosa ti ho fatto perché tu te ne andassi via così?!
Veramente per te conta di più la buona condotta che la famiglia?
Sei orribile! Non importa quanto io ti deluda, tu sei pur sempre mia madre e io sono tua figlia, e questo dovrebbe significare qualcosa per te!
Invece no, hai solo un cuore di ghiaccio!
«Shin Hae Jung... Shin Hae Jung!» sento dopo qualche secondo sussurrare gli EXO da dentro lo zaino, ancora chiuso.
«S-sì, vi apro, scusatemi» balbetto fra le lacrime.
Apro lo zaino e tiro fuori il mio porta cellulare, da cui tiro fuori delicatamente gli EXO.
Loro adesso sono la mia unica speranza.
«Shin Hae Jung, ci dispiace tanto» ammette Baekhyun, a testa bassa.
«Noi non volevamo, davvero. È tutta colpa nostra» segue poi Kyungsoo, asciugandosi anche lui una lacrima.
«Se non ti fossimo apparsi improvvisamente quel giorno, adesso non saresti qui con tutti questi problemi» dice Sehun, con aria triste.
«Perdonaci, ti prego» piange Chanyeol, e penso sia la prima volta che lo vedo compassionevole nei miei confronti.
I ragazzi... veramente pensano questo?
Fra il mare di lacrime mi scappa un sorriso, e finalmente parlo: «Ma ragazzi... davvero credete di avermi rovinato la vita? Davvero voi... pensate questo? Voi me l'avete migliorata, la vita!»
«C-che cosa?» farfuglia Baekhyun, alzando la testa confuso.
«Io... io grazie a voi, in questi pochi giorni, sono cambiata. Ho riacquistato quella felicità di avere dei veri amici che non provavo da tanto tempo» piango, felice e triste allo stesso momento.
«Che... che cosa ti è capitato, Hae Jung?» chiede Sehun, cauto.
Allora prendo un respiro profondo e comincio a raccontare, sperando di non riaprire quelle brutte ferite che mi hanno travolto in passato.
«Dovete sapere che... io ho vissuto un'infanzia piuttosto turbolenta. Mio padre tornava a casa mezzo ubriaco tutte le sere, e a volte picchiava mia madre. Io me ne stavo lì, impotente, senza protestare... ma in realtà morivo dentro. Ero piccola e non capivo perché succedesse. Con papà ogni tanto uscivamo a giocare, a catturare farfalle e a spiare gli animali nei boschi, e io mi divertivo tanto. Mi piaceva anche fare le passeggiate nei prati e rotolarmici su. Ma non mi spiegavo come mai alla sera andasse via di testa così. Poi papà... un giorno improvvisamente se n'è andato, e non l'ho più rivisto, senza nemmeno sapere il perché. Da quando avevo 10 anni non ho più visto mio padre, e non so nemmeno se sia un bene o un male. Mia mamma da quel giorno aveva ricominciato quasi a sorridere, quel sorriso che le mancava da tanto tempo... forse non era nemmeno triste per papà, ma non lo so. Lei sorrideva... perché finalmente era tornata libera. Finalmente mia madre poteva accudirmi e starmi accanto in pace. I suoi genitori, cioè i miei nonni, tuttavia, sono sempre stati molto tradizionalisti e volevano educarmi al meglio, allora poco prima di morire mi hanno spedito in questa scuola superiore privata, per istruirmi al massimo, con l'approvazione di mia madre. Nella mia famiglia il valore dell'onore è ancora molto alto, e so di aver fatto una cavolata facendomi espellere, ma non è possibile che mia madre mi abbia voluta abbandonare per una cosa del genere. Veramente lei tiene di più all'onore... che alla sua famiglia?»
Dopo questa lunga spiegazione fra singhiozzi e lacrime, finalmente mi siedo, sfinita.
«Shin Hae Jung, siamo davvero mortificati» sussurra Baekhyun, poi mi prende un dito. «Ma adesso non sappiamo veramente come aiutarti. Dicci tu, per favore, come essere meno inopportuni»
Mi prendo la testa fra le mani, senza sapere più cosa pensare.
Poi li guardo, lì, seduti sulla scrivania.
«Ragazzi... anche solo il fatto che voi siate qui con me, mi è di consolazione»
Improvvisamente tutti e quattro i ragazzi si avvicinano al mio viso inerte accasciato sulla scrivania, rigato dalle lacrime, e mi iniziano ad accarezzare piano piano.
«Shin Hae Jung... torna a sorridere, ti prego» sento dire da Baekhyun.
«Adesso per te sembrerà non esserci più nulla, ma ci siamo noi qui con te» continua Kyungsoo, per incoraggiarmi.
«Shin Hae Jung, non sarai mai sola, perchè noi... noi diventeremo la tua famiglia» dice allora Chanyeol, facendomi illuminare gli occhi di speranza.
Noi... diventeremo la tua famiglia?
«Ci prenderemo cura di te» mi sussurra ancora Chanyeol all'orecchio.
Alzo la testa per guardarlo meglio.
È così... tenero.
«Hae Jung-ah, conta su di noi» continua, e mi fa pat pat sulla testa, toccandomi i capelli.
Istintivamente mi vengono i brividi.
Aish, Channie, la tua voce è così bella e rassicurante...
Ahhhh, ma che mi viene in mente?!
Stupida Hae Jung, cosa vai a pensare in momenti del genere?
«Tutti i giorni ti terremo compagnia, saremo come fratelli per te» dice Kyungsoo, riportandomi alla realtà.
«R-ragazzi...» continuo, biascando. «Voi siete... siete la cosa migliore che mi potesse capitare...»
«Noi ti vogliamo bene, Hae Jung-ah» ribadice Baekhyun per la milardesima volta, incoraggiandomi.
«Hae Jung-ah, tu ci hai aiutato, a tuo discapito, e ora noi vogliamo aiutare te. Ti staremo sempre accanto» mi dice Sehun, annuendo.
Poi vedo che apre ancora la bocca per parlare, ma, prima che possa continuare sento un rumore familiare.
È il campanello di casa che suona.
«Oh Mio Dio...» farfuglio, nervosa.
È forse mia madre che ha cambiato idea e che ha deciso di ritornare da me?
Mi alzo e vado in fretta in sala, con ansia.
Arrivo allo spioncino della porta, e vedo chi ha suonato, restando però delusa.
«Shin Hae Jung, sono io! Kim Boo Hyun! Sono Boo!»
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