oc pucciosa
Queeesta è per ___I_am_cute___
Spero ti piaccia (〃 ̄ω ̄〃ゞ
Nome: Kumo (nuvola 雲 kumo)
Cognome: Musoka (sognatrice 夢想家 Musō-ka)
Età: 16 anni
Carattere: è abbastanza silenziosa, non è timida, anzi. È dolce e allegra, anche se non sembra dato che il suo sorriso è sempre appena accennato, altrimenti è costretta a forszarlo. È molto brava a nascondere le sue emozioni, solo chi la conosce bene, infatti, può capire cosa prova, tutti gli altri vedono una ragazza normale. È sicura di sé, ed è brava ad ascoltare ed a dare consigli.
Aspetto fisico: una piccola, pucciosa sedicenne di 1,67 cm, scarsi, ha un caschetto biondo scuro, e gli occhi azzurri, o meglio, uno azzurro, l'altro blu, non sono uguali, ma la differenza è poca.
Mine
Ama:
i vestiti da lolita,
le cose pucciose :3,
le calze, non può fare a meno,
il judo, l'ho a imparato per provare qualcosa di diverdo ed ha iniziato ad amarlo, ora, dopo sei anni, ha la cintura marrone.
Detesta: quando qualcuno le tocca i capelli. Chiunque osa sfiorarle i capelli è morto. A meno che chi lo fa non le stia estremamente simpatico... forse.
Malattia: alcune volte ha dei tic nervosi, quando si agita tende a gesticolare senza dire nulla, ma quando l'agitazione è in sostenibile, ergo, davvero spesso, le vengono delle crisi. Inizia a parlare a scatti, singhiozza, piange, respira affannosamente e si mette le mani nei capelli quasi cercando di strapparsi i capelli.
Storia: kumo è sempre stata allegra, per colpa dei suoi disturbi però l'hanno dei ragazzi iniziarono a prenderla in giro. Lei credeva che avrebbero smesso presto, ma non fu così, ci trovavano gusto nel tormentarla. La schernivano, le cantilenavano nelle orecchie filastrocche per prenderla in giro, dicevano che una psicopatica come lei doveva andare in un manicomio e restarci finché non sarebbe morta, una volta le chiesero se si tagliasse e lei rispose con un "no" sussurrato, loro dissero sputarono fuori i più acidi insulti. Arrivarono a tagliarle i capelli ed a picchiarla, tanto era solo un gioco, uno scherzo. Un giorno provò a dirlo ad i suoi genitori. Quel giorno aveva deciso che avrebbe chiesto aiuto ad i suoi genitori. Non li sopportava più. Arrivata alla soglia della cucina, la piccola ragazzina si bloccò. Stava guardando i suoi genitori, sentiva le loro urla. Da quando avevano iniziato a tormentarla, le sue crisi erano aumentate, ora mai sapeva prevederle, riusciva a sentire quando una crisi arrivava. In quel momento ne stava arrivando una. Si accasciò a terra, sentiva suo padre che insultava sua madre e lei stessa, si ricordava che per tutto il tempo erano stati felici, e si chiedeva perché il padre stesse dicendo quelle cose. Lo sentiva urlare, ma le cose che capiva erano ben poche, il suo cervello era annebbiato dai pensieri, come la sua vista lo era dalle lacrime. Sentiva cose tipo "quella mocciosa infernale, io non la sopporto più" o "non è più mia figlia, lei non avrebbe mai scelto uno sport così violento!" ma anche "siete solo due pazze, non resterò qui un minuto di più, vi auguro di soffrire". Dopo quel giorno non rivide mai più l'uomo, ne era solo felice. A poco dalla "scomparsa" del "padre", si trasferirono. Per questo non venne più tormentata da quei ragazzini, non c'era motivo per dirlo alla madre, non voleva farla preoccupare.
Per lei il cambio d'abitazione equivaleva ad un nuovo inizio ovviamente, ne era a conoscenza. Sapeva anche che la madre avrebbe iniziato a lavorare molto di più, per questo cercava di aiutarla il più possibile in casa, anche se in quest'ultima non passava, e tuttora, non ci passa molto tempo. Preferisce stare fuori, dato che considera casa sua come una trappola per topi.
Non fa parte di un ceto agiato
Non ha molti amici, e soprattutto, non ha amici stretti. Più che altro ha molti conoscenti.
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