PHRENG BA (POV Lily)
Non importa quanto è sciocco o incomprensibile, un certo amore non può essere scartato.
Puoi provare a fermare il tuo cuore, incapace di perdonarti,
ma ci saranno momenti in cui perderai la speranza mentre il tuo cuore si commuove di nuovo.
(Yona la principessa scarlatta)
Lily's Pov
Vedere Marco senza Sonia accanto è praticamente impossibile.
Sono certa che l'affetto che prova per me è pari a quello di un fratello maggiore. Probabilmente nemmeno mi vede come donna. Me ne devo fare una ragione. Ingoio il magone.
Tale pensiero mi provoca un dolore al petto atroce, alle volte mi sveglio di notte stringendo le mani sul cuore col terrore che si spezzi o che qualcosa possa uscire.
Per fortuna riesco a distrarmi occupandomi dell'ingresso al residence. La proprietaria è rimasta affascinata dal lavoro che ho svolto alla villa, e ha chiesto di sistemarle anche il loro piccolo giardino.
Al momento, il mio unico obiettivo è stare il più lontano possibile da Sonia. Ogni volta che arriva al bar cerca sempre di umiliarmi: critica i miei abiti, i capelli, il sorriso, e un giorno si è pure lamentata di come respiro! Sono già consapevole di risultare insignificante a suo paragone, non è necessario accoltellare la mia autostima.
E ora ci si mette pure Dozenith! Ha deciso che siamo pronte per un viaggio insieme, noi due... sto seriamente pensando di darmi malata. Solo un messaggio su WhatsApp di Marco mi ha fatto cambiare idea. Credevo di aver imparato a vivere senza dipendere dalle briciole di affetto gettate con non curanza, e invece non è così.
Suono il campanello della redazione e scendo verso le cantine. Sonia e Marco mi attendono in piedi sotto la fioca luce di una lampadina appesa al soffitto. Loro due si piegano per intrufolarsi nel piccolo corridoio, io li seguo conscia di essere avvantaggiata dalla mia mini statura. Scendiamo i gradini diretti verso i vecchi corridoi della città sotterranea.
«Dobbiamo incontrare Stola, un Messaggero che abita nella dimensione chiamata Phreng Ba per... possiamo definirlo un "semplice viaggio culturale". Per te Sonia è una specie di allenamento, prendila così» le parole pronunciate da Marco riecheggiano nei cunicoli nonostante stia parlando a bassa voce.
Sonia gli stringe la mano per effettuare il passaggio, vorrei non aver imparato a traslare da sola così ora avrei potuto sentire le sue dita intrecciate alle mie.
«Ma cosa sei?» grida disgustata.
La detesto.
«Non sono una cosa, grazie» le rispondo seccamente senza voltarmi.
Sonia si avvicina e inizia ad accarezzarmi la coda. Orrore. Adesso la graffio.
«Non sono nemmeno il tuo gatto!» mi volto di scatto urlando.
«Dai Lily, calmati. È curiosità» Marco si mette tra noi.
«Vuoi dire che a te ha accarezzato le ali nello stesso modo?» che cavolo ho detto? Mi allontano a grandi passi per non vedere le loro espressioni. Non ho il coraggio di affrontare quest'umiliazione.
Marco non risponde. Sonia smette di toccarmi. Meno male.
Cerco di mettere più distanza possibile da loro. Fisso le mie orribili zampe pelose affondare gli artigli nella terra viola. Viola? Alzo lo sguardo e mi scappa un'esclamazione di stupore. Intorno a noi vi sono animali e piante di quarzo, i colori sfumano dal rosa al viola. Persino la nebbiolina che precede il sorgere del sole è dello stesso colore. Un animale simile ad un tasso, con la coda che si dirama in tre, è rimasto cristallizzato nell'atto di saltare: le due zampe posteriori ancora poggiano al terreno mentre le anteriori sono sollevate. Mi avvicino ad un albero, sotto lo strato di cristallo intravedo la corteccia e su di essa una farfalla con sei ali. Tutto è fermo e immobile.
«Tra poco sorgerà il sole e vedrai che cambiamento» Marco si è avvicinato e Sonia subito gli prende il braccio. Distolgo lo sguardo da loro due.
Un gufo si appollaia su un ramo: è impressionante vedere un essere vivente in questo silenzio tombale. Una luce lontana si fa strada tra i rami degli alberi: è il sole che sta sorgendo.
Sonia sospira meravigliata.
Man mano che i raggi del sole si irradiano sulle creature cristallizzate esse riprendono vita. Il tasso di prima termina il suo salto e si siede a leccarsi una zampa, la passa sul muso per pulirsi. Si accorge della nostra presenza, emette uno strano verso gracchiante, e scompare tra gli alberi che stanno riacquistando colore.
Il gufo scende dal ramo e viene illuminato da un raggio di sole, dalle sue ali si sprigionano scintille colorate. Scompare. Al suo posto appare una donna sorridente. Indossa una veste bianca lunga fin sotto il ginocchio. Splendidi e vaporosi boccoli color malva le scendono sulle spalle, la sua pelle blu indaco sembra riflettere la luce creando un effetto metallizzato. Si avvicina con passo leggero, è a piedi nudi ma non sembra riscontrare problemi a camminare su un terreno così accidentato.
«Piacere, mi chiamo Stola» allunga la mano. La sua pelle al tatto sembra velluto, guardandola da vicino mi accorgo che l'intero corpo è coperto da una finissima peluria. Rimango a fissarla negli occhi per qualche secondo senza riuscire a comprendere perché mi risultino così strani, poi realizzo che non vi è la pupilla.
«Ciao, oggi ho portato compagnia» Marco l'abbraccia con evidente affetto «Dozenith ha pensato che ad entrambe» ci indica «Farebbe bene una gita nella tua dimensione»
Stola ci fissa per qualche secondo «Comprendo»
La sua risposta mi lascia perplessa. Sbircio Sonia che per tutto il tempo è rimasta in silenzio con le braccia conserte. Si accorge che la sto fissando e ricambia ostile. Sospiro afflitta e mi incammino dietro Stola che fa cenno di seguirla.
«Ho visto che sei rimasta affascinata dalla nostra dimensione» Stola si avvicina mentre sto guardando con stupore un fiore che poco prima era cristallizzato. I suoi petali sono morbidi al tatto. Annuso il profumo: ricorda le albicocche.
«Meraviglioso. Come avviene?» sono rapita da questi fiori di campo, così simili ai nostri e nello stesso tempo così diversi.
«Quando cala la notte l'intero mondo diventa di cristallo mentre noi abitanti ci trasformiamo in gufi. Al sorgere del sole accade ciò che hai visto»
«Bellissimo» sono consapevole di essere ripetitiva nei complimenti, ma il mio cervello non è in grado di ammirare tante meraviglie e riuscire ancora ad articolare frasi di senso compiuto.
Stola sorride, difficile intuire la sua età, trasmette la stessa dolcezza materna di Elisabetta.
«Seguitemi. Dozenith vi ha mandato qui per studiare un po' di botanica» richiama la nostra attenzione «Perciò vi farò da guida nel mio mondo»
Scopriamo così che queste piante sono l'origine di molte presenti in altri mondi. Cambiando dimensione perdono la capacità di diventare cristallo, con mio dispiacere perché mi piacciono molto. Questa capacità di mutare al passare delle dimensioni gli consente di esistere in diversi luoghi senza creare problemi. Inizio così a raccogliere i semi per provare a coltivarli a casa.
Marco, conoscendo già l'argomento, assiste Stola durante la passeggiata. Anzi per la precisione si occupa solamente di fare l'accompagnatore galante a Sonia: l'aiuta a camminare senza inciampare, a salire sui massi... un vero e proprio cavaliere, manca solo l'armatura scintillante.
Sono ignorata totalmente da entrambi.
Il vuoto si risveglia e cerca nuovamente una via per espandersi. Lo sento attraversare i muscoli e giungere fino alle ossa dello sterno, solido e vivo, freddo e oscuro. In momenti come questi è quasi piacevole la sua presenza, devo sforzarmi per cacciarlo nuovamente nell'oscurità.
Osservo Sonia, con la coda dell'occhio, mentre raccolgo altri semi: è davvero bella, non lo posso negare. Ha la pelle candida come la neve, i capelli sono chiari e seguono i suoi movimenti come un velo profumato, occhi blu intenso. Insomma Madre Natura si è impegnata molto con lei. Non posso di certo competere, soprattutto io che cammino con delle zampe che avrebbero bisogno di una ceretta.
Perché penso di competere con lei? E perché negare l'evidenza? Sono gelosa.
Sento gli artigli dell'oscurità ferirmi nuovamente la pelle, il dolore è così reale che mi risveglia dai pensieri e mi accorgo di essere rimasta indietro. Stiamo seguendo un sentiero che sale in montagna, scorgo le loro schiene scomparire dietro ad una roccia. Affretto il passo per raggiungerli e mi ritrovo faccia a faccia con Marco.
«Cosa c'è? Perché ti sei fermata?» guarda dietro le mie spalle preoccupato.
Sorrido all'ironia del gesto, il vero pericolo si cela dentro di me. Sono io il mostro.
«Tranquillo, stavo solo raccogliendo dei semi» cerco di sorridere. Noto che Stola e Sonia sono impegnate lontano da noi ad osservare il tronco di una pianta, da quello che sento sulla terra si è estinta da migliaia di anni.
«Ti sta così antipatica? » la domanda mi coglie impreparata «Non è cattiva come sembra Lilith»
Lilith. Non gattina o piccola, da tempo ormai non mi chiama più con quel vezzeggiativo. Mi manca così tanto.
«Lo intuisco» bugia «ma è una questione di pelle. Credo che la cosa sia reciproca»
«A dire il vero lei ti teme» mi fissa con quello sguardo indagatore che tanto mi preoccupa. Oltre a sentire la mia presenza, riesce a leggermi nel pensiero? È in grado di scorgere la creatura che vive in me? No, non credo altrimenti non sarebbe così gentile.
«Ha paura di me?» stiamo scherzando? Mi vedi? Sono una ragazza insignificante che assume sembianze di un demone e può manipolare i sentimenti degli altri. Lei invece è stupenda ed è capace di lanciare palle di fuoco.
«Si» sospira «perché ha capito quanto tutti ti vogliano bene»
«E per questo ha paura di me?» dai è assurdo.
«Non solo» continua «Credo che in te veda una parte di se stessa che non vuole accettare»
«Non abbiamo nulla in comune noi due» rispondo acida.
«Non è vero. Se così fosse non la detesteresti con tanto ardore»
«Sei serio? Lei non fa altro che criticarmi e umiliarmi. Costantemente. Come potrei trovarla simpatica?»
Noto che Stola e Sonia stanno guardando dalla nostra parte, devo aver alzato troppo la voce. «Forse è il caso di raggiungerle» gli faccio notare.
«Vuoi davvero tornare da loro?» inarca un sopracciglio e mi fissa con aria divertita. Poi sorride. Il sorriso sbilenco che tanto adoro. Quel sorriso è solo mio, Sonia non potrà mai portarmelo via.
«Hai un'idea migliore?» chiedo incuriosita.
Si volta verso di loro e alza la voce per farsi sentire «Stola! Prosegui pure con Sonia, porto Lily a vedere quella cosa»
Lei risponde con un cenno di assenso e ci saluta con la mano.
ミ★ Note
Phreng Ba significa cristallo nella lingua tibetana (Google translate è la mia fonte!)
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