PARTENZA (Pov Lily e Pov Marco)
Non esistono coincidenze a questo mondo,
esiste solo l'inevitabile
(Card Captor Sakura)
Lily's POV
«Sei sicura di aver preso tutto?» chiedo pur sapendo che è impossibile per Miss Organizzazione dimenticare qualcosa. Lei ha sempre tutto sotto controllo.
Siamo alla fermata dell'autobus, dal quale siamo scese ben tre mesi fa, e tra poco lei partirà per una meravigliosa meta. Senza di me.
Ho preferito non raccontarle nulla di quanto accaduto a Pisa, non voglio farla preoccupare inutilmente e poi avrebbe utilizzato queste presunte allucinazioni, perché così le definirebbe, come pretesto per farmi seguire una terapia per gli attacchi di panico. Non voglio andare da uno psicologo, sono in grado di gestire tutto da sola.
«Si almeno credo» sta controllando il passaporto, come se potesse aver subito variazioni da quando lo ha messo in borsa.
«Lily?» Alberto ci raggiunge e mi passa il braccio dietro al collo, ripenso al sogno e arrossisco.
Lo guardo negli occhi e rimango sconcertata: qualcosa in lui è cambiato, sembra aver perso lucentezza, mi scosto improvvisamente a disagio. Probabilmente è solo la mia immaginazione, sono ancora scossa per l'incubo.
«Prima di partire volevo dirti una cosa... in privato» e mi fa cenno di seguirlo.
Ci incamminiamo verso il giardinetto e siedo su un'altalena. Alberto è in piedi accanto a me e osserva la via, probabilmente per controllare l'arrivo dell'autobus. Inizio a dondolarmi lentamente e gioco un po' con le foglie cadute. Osservo il suo profilo contro luce e noto un filo nero che ci collega, un'ombra appena visibile. Il tempo di un battito di ciglia ed è scomparso. Devo smettere di pensare a quel sogno.
«Lily» si sposta davanti obbligandomi a guardarlo negli occhi, distruggendomi così tre vertebre del collo vista la sua altezza. «Sono innamorato di te. No aspetta! Non rispondermi subito. Preferisco che pensi alla mia dichiarazione in questo periodo in cui sarò lontano. Sono serio, per te abbandonerei tutto quanto. Rinuncerei anche a diventare famoso» in lontananza si sente il rombare di un motore affaticato. «Promettimi che ci penserai» si inginocchia e mette entrambe le mani sulle mie gambe.
C'è qualcosa di strano nel suo modo di parlare: come può una persona che si è impegnata così tanto per la selezione di uno stage rinunciarci come se nulla fosse? Si rende conto di quello che sta offrendo? Cosa è accaduto improvvisamente? Perché questa dichiarazione proprio ora? Ho sempre avuto la sensazione di essere come una sostituta della sua sorellina, non ho mai avuto la percezione che lui provasse qualcosa di più per me.
Il suo atteggiamento è quasi forzato, irreale e fasullo. Non riesco a non pensare al sogno e ai tentacoli che lo muovevano come un burattino. Non posso esprimere le mie perplessità riguardo ai suoi sentimenti, chi sono io per giudicare cosa prova? E se invece questo fosse tutto uno scherzo di pessimo gusto? Forse vogliono prendere in giro la bruttina del villaggio facendole credere che un modello si sia innamorato di lei. Essere derisa non è una novità per me, dovrei esserci abituata, eppure pensare che proprio il dolce Alberto possa farmi una cosa del genere mi ferisce nel profondo.
A malincuore decido di stare al loro gioco, e di prendere tempo.
«Ci penserò» se prova davvero qualcosa per me in un mese cambierà opinione, sono solo un'insignificante ragazza abituata ad esser ignorata, se invece è solo uno scherzo di pessimo gusto si arrenderanno subito e mi lasceranno in pace.
Alberto nell'alzarsi si china e sfiora le mie labbra con leggero bacio cogliendomi di sorpresa. Percepisco un lieve pizzicore in bocca, come se avessi assorbito qualcosa con quel contatto. Un dolce sapore di miele mi invade il palato.
🐾
Li guardo salire sull'autobus e saluto con la mano mentre parte, mi sforzo di sorridere mentre un nodo in gola mi impedisce di deglutire il boccone amaro della solitudine.
Quanto accaduto poco fa con Alberto mi ha fatto sentire fragile e insicura. Avrei voluto condividere l'accaduto con Simone e rifugiarmi nel suo letto stanotte per sentirmi al sicuro e amata, invece non sarà possibile.
Dall'altro lato della via, davanti alla pizzeria, scorgo Marco insieme ad un uomo brizzolato, stanno parlando e lui non smette di fissarmi. Improvvisamente la tristezza scompare sostituita dalla rabbia: è incredibile quanto non abbia pudore, non si preoccupa di distogliere lo sguardo nonostante abbia capito che l'ho visto. Anzi sorride, quasi una piccola smorfia, avrei voglia di attraversare la strada e tirargli un pugno nello stomaco. Prudono le mani.
Torno verso casa voltandogli le spalle.
Marco's POV
«Sei sicuro di stare bene? Posso partire senza che il mio cuore venga distrutto dai sensi colpa?» Seth mette entrambe le mani sul cuore fingendosi affranto, poi si ricompone e inclina la testa di lato cercando di scorgere sul mio viso i segni di un'eventuale bugia.
«Stai tranquillo. Per ora non ho ancora reazioni» gli sorrido. Ci conosciamo da sei anni ormai, da quando studente era venuto al villaggio per un master estivo di fotografia e non se ne è più andato, da allora non ha mai smesso di riversare su di me il suo inesauribile affetto fraterno.
«Non strafare Marco, vuoi sempre fare tutto da solo e spesso ti sovraccarichi di lavoro. Cerca di chiedere aiuto ogni tanto. Per favore»
«Seth» sospiro «starò attento e limiterò i viaggi. Contento?» finalmente percepisco la sua ansia diminuire, sorride facendo apparire due fossette.
«Lei invece? Le hai parlato?»
Ecco, questo è un argomento che non avrei voluto toccare, almeno non ora.
Dopo quell'incosciente viaggio a Pisa forse avrei dovuto darle spiegazioni però... però non la voglio tra noi. Sua zia l'ha portata via che era una bimba, ha scelto di farla crescere all'oscuro di tutto, non le ha mai parlato del suo passato, è arrivata qui per caso e non ricorda nemmeno di aver vissuto al villaggio.
Non si ricorda di me. Di noi.
Perché farla rimanere? Ha la possibilità di vivere una vita ignara di tutto.
«No, e al momento non ho intenzione di farlo»
Seth apre la bocca per ribattere ma si blocca appena vede Dozenith sopraggiungere.
«Seth è ora di partire» si avvicina a noi col suo passo felino, nonostante non frequenti più le passerelle da anni continua a mantenerne la postura elegante.
Seth annuisce col capo.
«Buon viaggio e cerca di divertiti» lo saluto sfoderando il mio miglior sorriso.
🐾
I pullman partono e dall'altro lato della strada scorgo Lily. È ferma in piedi sul marciapiede, osserva la via e sembra sperduta. Fragile. Stringe il bordo della maglietta tra le dita e porta l'altra mano al cuore. Lieve mi giunge il profumo dell'aria rarefatta che respiro in volo sopra le nuvole, e poi all'improvviso un dolore al petto. Cosa sta succedendo? Lo spazio intorno a lei è cambiato, un alone oscuro le gravita intorno.
«Qualcosa non va Marco?» Dozenith mi sfora il braccio attirando la mia attenzione. Piccole rughe di preoccupazione solcano la fronte mostrando, per qualche secondo, la sua effettiva età.
Il dolore è sfumato via come un ricordo. Non riesco a distogliere lo sguardo dalla piccola figura: si è accorta che la sto fissando e sgrana gli occhi stupita, smette di stritolare quella povera maglietta, del rossore le appare sulle guance bianche e stringe entrambe le mani a pugno.
Sembra così indifesa, un gattino che soffia fingendosi una tigre, eppure l'oscurità che la circonda è pericolosa e ammaliante. Se fossi una persona comune finirei per venir risucchiato da quel buco nero.
«Credo che Lily abbia già iniziato la trasformazione, solo che non se ne è resa conto» sorrido all'ironia del fato, ormai non posso più lasciarla andare via.
ミ★ Note
In questo capitolo appare finalmente Dozenith, anche se per poche righe. Una piccola curiosità: ho unito due cognomi tipicamente spagnoli per formare il suo (si esatto lo chiamano tutti per cognome). Sua madre è di origine greca, mentre il padre spagnolo.
Potete capire che trovare un'immagine che lo raffiguri, per come è nella mia testa, è praticamente impossibile.
Il dolce Seth, che conosceremo meglio al rientro del viaggio:
Qui mi sono solo divertita (˶′◡‵˶)
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro